Recensione

CRIMECRAFT : Bleedout

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a cura di samarcanda

Duro e tortuoso è il percorso per colui che cerca di dare vita ad un buon proposito” diceva il saggio…”pochi gli eletti e molti i caduti”. Con CrimeCraft : BleedOut i ragazzi di Vogstar Entertainment si trovano di fronte ad una situazione non molto dissimile dal secondo caso.Uscito nel 2009 con l’idea di dar vita ad un perfetto sposalizio fra un TPS e un MMORPG, che avrebbe portato una più che rilevante ventata di novità in un mondo online costellato dalle solite battaglie medievali fra cavalieri, elfi, umani, orchi a cui siamo abituati da sempre, sin da subito il numero dei suoi seguaci non è mai decollato come sperato.Quello che poteva divenire la trasposizione online massiva di GTA si è in realtà rivelato un gioco di nicchia, abbandonato nel baratro di quei MMORPG che, partiti col piede sbagliato, non sono mai più riusciti a ritrovare un sentiero che li riportasse all’uscita del bosco dell’abbandono, malgrado alcune idee fossero interessanti.Oggi, il gioco, implementato dell’espansione Bleedout che offre 10 nuovi episodi, è FREE to PLAY, con la classica differenziazione di contenuti offerti fra account libero e premium, il tutto implementato dalla possibilità di acquisto nello shop online di oggetti e bonus. Vediamo quindi cosa ci troviamo davanti una volta installato il tutto e loggato il nostro free account

Nel paese dei balocchi…
Com’ è possibile rendersi conto sin dal titolo del prodotto, non ci troviamo circondati da boschi fatati o deserti sabbiosi; in un mondo collassato a causa di una grande crisi economica, l’anarchia regna sovrana e l’universo di gioco ne risulta suddiviso in molteplici agglomerati controllati da corporazioni e da quel che resta dei vecchi governi.Solamente Sunrise City, che diverrà il nostro parco giochi, rimane libera ed “amministrata” da 6 bande rivali che mantengono un certo equilibrio. Sta a noi, partendo da semplici profughi immigrati, scalare le classifiche del crimine e plasmarci una nuova vita insieme ai nostri fratelli di gang, scorrazzando attraverso le 3 macro aree in cui è divisa la città che ci permettono a loro volta di accedere a molteplici mappe fra cui magazzini, tetti di edifici, cantieri ed altri classici “ridenti” paesaggi di un mondo in rovina ( divise in PVP e PVE).Ne risulta un mondo “instanced” dove all’interno delle città ci si occupa di shopping, crafting, social, mentre nelle apposite istanze e BG, in cui si viene direttamente teleportati tramite accodamento nella schermata dedicata, si da “fuoco alle polveri” per provare i nostri armamenti e dettare la legge del più forte.
 
 …o in quello degli specchi?
Giunti nella schermata di creazione del nostro alter ego virtuale, gli amanti dei classici MMORPG, abituati fin troppo bene da titoli più blasonati, storceranno il naso di fronte alla scarsissima libertà di scelta e personificazione del proprio personaggio. Al di la del sesso e di qualche vestito, unito a poche fisionomie (assolutamente non modificabili nei singoli paramatri quali ad esempio naso, mascella, occhi, fronte, ecc…), non possiamo spingerci, ritrovandoci ben presto, sin dal tutorial, a scontrarci con cloni del nostro personaggio. Spesso e volentieri ci sembrerà di guardarci allo specchio di fronte ad un altro giocatore. Se vogliamo una maggiore personificazione, dobbiamo fare un salto nel black market per spaziare fra le numerosissime opzioni presenti, ovviamente tutte a pagamento, oppure ricercare qualche via di fuga estetica attraverso il crafting (cosa fattibile se solo sul server fosse presente un’utenza maggiore o molteplici compagni di gang specializzati ad alti livelli nelle differenti professioni; purtroppo il numero decisamente basso di giocatori rende questo aspetto più complesso del previsto). Il potere d’acquisto del gioco è governato dalle barre d’oro, acquistabili tramite dollari sul sito ufficiale (100 gold bar per 5 USD sino a 1150 per 50 USD). 
QUESTione di QUEST
Una delle cose che accomuna tutti i MMORPG, per la gioia o la noia dei differenti giocatori, è l’immancabile e classico sistema di quest, dove l’omino di turno con il suo bel punto esclamativo sulla cucuzza, ci ordina di proteggere Tizio oppure ammazzare i 7 cloni di Caio; CrimeCraft segue alla lettera questo schema prestabilito, senza cercare di apportare qualche novità o variare più di troppo gli obiettivi da portare a termine.Passerete da un NPC all’altro eseguendo ordini che vi mandano ora a destra, ora a sinistra, al fine di accumulare esperienza per salire di livello e guadagnare soldi per potenziare il vostro equipaggiamento. Nel tutorial le differenti quest vi guidano all’apprendimento del vostro personaggio e all’utilizzo dei comandi; importante sottolineare sin da subito che non esistono differenti tipologie di classi…l’unico obiettivo è quello di potenziare il vostro character per diventare un’arma ambulante sempre più letale soprattutto in simbiosi con i compagni delle vostre bande. 
Ahhhhh è PvE!!!
Alle normali quest si affiancano i classici dungeon (se così si possono chiamare mappe instanced molto semplici e ripetitive), in cui avremo obiettivi differenti che possono variare dall’escort di un NPC, alla raccolta di particolari casse o la difesa di una postazione coi nostri compagni, il tutto mentre dobbiamo ovviamente liberarci di coloro che cercano nella nostra schiena un albergo confortevole per i propri proiettili; se inizialmente può risultare interessante e fuori dai classici schemi, ben presto però rimpiangeremo le istanze a cui ci hanno abituato altri MMORPG. Gli NPC nemici sono quasi sempre tutti uguali, sia per caratteristiche che per aspetto (fucili, pisole o kamikaze con coltello), così come le ambientazioni, piuttosto povere per interazione, giocano sulla velocità di spostamento necessaria negli scontri per camuffare una semplicità piuttosto evidente; poter distruggere casse, vetri, lasciare fori di proiettili nei muri o su armadietti metallici avrebbe reso il tutto più verosimile.Fortunatamente gli utenti premium e coloro che vogliono accedere al mercato nero possono sfruttare al massimo la stupenda personalizzazione ed il livello di dettaglio dei propri personaggi.L’unica grande differenza che possiamo rilevare è l’aumento del numero di nemici di pari passo con la difficoltà delle quest e dell’istanza, fattore che ci porterà ad una maggiore gestione delle nostre armi e, soprattutto, delle munizioni, mai in sovrannumero e, quindi, da gestire sempre con parsimonia. Un elemento piuttosto buffo nel gameplay risulta la letalità del semplice pugnale; una volta entrati in corpo a corpo, vi basta un unico colpo per oneshottare il nemico, al pari di un mitra di ultima generazione o di una bomba a mano. Dimenticatevi la complessità del PVE presente nei classici MMORPG quali ad esempio World of Warcraft.Durante il combattimento, oltre alla gestione delle munizioni, potrete decidere quando e come utilizzare le skill che sbloccherete salendo di livello ed acquistabili con i relativi experience points; in ogni dungeon potete portare due armi, fucile e pistola, bombe a mano (utilizzabili ogni volta che il cooldown terminerà) e, appunto, boost di differente tipologia che incrementano le vostre stats (il potere delle droghe pesanti e degli allucinogeni eh?). Sbaragliando i nemici che vi troverete di fronte, spesso incontrerete dei boss, non particolaramente difficili da debellare che poco aggiungono alla normale routine di combattimento. Da ricordarsi inoltre di raccogliere le valige sparse nelle istanze per ottenere materiali per il craft ed eventuali indumenti. Una maggiore libertà ed interazione con l’ambiente non avrebbe sicuramente guastato ed elementi come rapine, scippi ed inseguimenti spericolati su veicoli allo sbando avrebbero certamente aggiunto spessore al gameplay. 
Frenesia da PVP
Se il PVE si limita a quest singole o dungeon molto semplici e poco strutturati, non ci resta che passare al PVP. In questo frangente ritroviamo 4 differenti modalità di gameplay: shootout (lo sterminio di tutti i giocatori della squadra avversaria), snatch’n’grab (una sorta di ruba bandiera a squadra con tempeste di pallottole in sottofondo), riot (uno scontro 1v1) ed infine turf war (dove dovremo conquistare tutti i punti di controllo). 
Certamente ci troviamo qui di fronte all’aspetto più forte e coinvolgente di questo gioco, poiché è indubbio che ne caveremo qualche ora di divertimento insieme ai nostri “BROS” della gang attraverso scontri frenetici ed agguati fra muri e paesaggi devastati. Gli scontri sono molto veloci e coinvolgenti e viene da domandarsi come mai i ragazzi di Vogstar non abbiano sviluppato la componente MMORPG così come quella TPS.Tramite black market potremo personalizzare totalmente le nostre gang, rendendole completamente peculiari rispetto alle altre e creando un certo senso di appartenenza al clan e alla bandiera (è impossibile non notare il livello di dettaglio di certi indumenti con relativi stemmi).Il PVP risulta quindi essere il fiore all’occhiello di questo gioco, anche se non è assolutamente in grado da solo di creare quell’enorme attrattiva che vi porterà a vivere in pianta stabile a Sunrise City , soprattutto perchè alla lunga c’e’ il rischio che possa stancare anche i più accaniti; non essendoci un RVR o open PVP, ripetere centinaia di volte i medesimi battleground porta alla noia ( lo stesso World of Warcraft ha peccato in questo senso). 
I comandi, piuttosto semplici, permettono di concentrarsi al 100% sul combattimento vero e proprio, anche se la totale assenza del salto rende quantomai limitante il fattore di spostamento (saltare un tubo piuttosto che perder tempo ad aggirarlo o salire su uno scatolone per una migliore visuale non avrebbe certamente guastato le cose).Riguardo ai drop lasciati dai nemici, la pecca più grande è la totale impossibilità di “lootarne” le armi, limitandoci a raccogliere munizioni. Più saliamo di livello, più l’ambiente intorno a noi si anima e potremo vedere characters completamente diversi l’uno dall’altro all’interno dei bg e per le strade della città. Al 50, grazie alle infinite combinazioni per personalizzare personaggio ed armi risulta quasi impossibile trovare PG uguali (sempre accedendo ovviamente al mercato nero). 
Crime-craft
Come ogni MMORPG anche qui troveremo delle professioni di crafting (sarto, chimico, armaiolo e ingegnere) che risultano fondamentali per il potenziamento del nostro personaggio; armi truccate o “polveri bianche” faranno la differenza in molte occasioni negli scontri più accaniti di PVP. I materiali per il crafting vengono reperiti in PVE mode, quindi anche gli amanti del PVP sono obbligati a dedicare qualche ora all’amato PVE se vogliono essere più performanti quando dovranno misurarsi con altri players. Inoltre troveremo mercanti e spacciatori che ci forniranno molteplici materie prime e potenziamenti. Potremo così creare numerosi elementi per il nostro personaggio, dai vestiti più fashion sino alle armi più cool
 
Alone in the Sun-rise
Non potendo fare nulla di fronte allo “stampo di fabbrica” che rende il 90% degli NPC tutti uguali fra loro, mettendo mano al portafoglio possiamo accedere, oltre ad una minuziosa personalizzazione estetica del nostro personaggio, anche a bonus riguardanti armi, una EXP incrementata ed alcune features per bande e affini. I giocatori free, quindi, sono profondamente svantaggiati in questo senso perchè rischiano molteplici malus rispetto a coloro che vorranno spendere 9.99 dollari al mese per un account premium o far man bassa del black market
La scarsa utenza presente, tuttavia, porta a domandarsi se ne valga effettivamente la pena. L’elemento fondamentale e più gratificante di un MMORPG risiede appunto nel potersi confrontare con migliaia di altri utenti, cosa che in questo caso faciliterebbe gli scontri, la formazione di gang più o meno numerose ed un commercio florido; quanto sperimentato invece non lascia ben sperare in questo senso, poiché il server ha una popolazione bassa che certamente non invoglia a expare un personaggio per 50 livelli per poi ritrovarsi a giocare con pochi altri coraggiosi in un senso di solitudine, precludendo in molti casi aspetti del gioco stesso totalmente incentrati su sparatorie di massa e cooperazione. Al 50 spesso e volentieri, girando per Sunrise, ci troveremo circondati più da NPC che da players, spesso in rapporto 4 :1.Non basterà il comparto audio presente, nella norma, a tenervi compagnia. 
Comparto tecnico
Nulla da ridire sulla reattività del gioco, esente da fenomeni di LAG o fastidiosi scatti. Anche gli scontri più accaniti nei battlegrounds sono scorrevoli e veloci; che sia effettivamente dovuto al motore grafico del gioco ed alla gestione del server, o semplicemente alla bassa utenza presente, è un elemento tutto da verificare qualora in futuro aumenti il numero di fuorilegge per le strade di Sunrise. Per quanto riguarda l’aspetto estetico, come è stato sottolineato sino ad ora, i dettagli sono altissimi, soprattutto sugli indumenti e le armi dei personaggi. L’interattività assente con l’ambiente circostante invece risulta una grossa mancanza nel compimento di un ulteriore passo verso il realismo a cui ci hanno abituato molti titoli degli ultimi anni.

HARDWARE

Requisiti Minimi:O/S: XP, VistaDirect X: 9CProcessor: Intel single core 1.6 ghzRAM: 1024 MB (1+ GB)Video Card: GeForce 7600 class/ATI Radeon X1600Video RAM: 256 MB

Requisiti Raccomandati:OS: XP, VistaDirect X: 9CProcessor: Intel Dual CoreRAM: 2048 MB (2+ GB)Video Card: GeForce 8800 classVideo RAM: 512 MB

– Sistema PVP frenetico e idea delle gang interessante

– Stupenda personalizzazione di equipaggiamento e personaggi in account premium e pagamento

– Scenari disegnati nel dettaglio

– PVE scarso e ripetitivo

– Elementi MMORPG troppo superficiali e poco approfonditi

– Sottopopolato

6.5

Pollice verso, quindi, per questo MMOTPS che, pur partendo da un’ottima idea di sviluppo ed elementi interessanti, non è riuscito ad amalgamare al meglio l’aspetto MMORPG e quello TPS, lasciando al caso o fin troppo in superficie aspetti che, al contrario, avrebbero donato una maggiore profondità al prodotto finale se curati a dovere. Ne risulta un titolo che difficilmente vi terrà incollati allo schermo per più di qualche ora a meno che non siate completamente assuefatti al genere e il vostro unico desiderio sia quello di ammazzare ogni cosa che si muove sul vostro schermo, vedendo col paraocchi ciò che vi circonda. Da premiare lo sforzo dei ragazzi di Vogstar che in un mondo online dominato da WoW hanno cercato di sperimentare uno scenario totalmente differente; purtroppo in questi casi non è stato sufficiente per creare un prodotto di successo.

Voto Recensione di CRIMECRAFT : Bleedout - Recensione


6.5