Recensione

Buzz Aldrin's Space Program Manager

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a cura di Specialized

Buzz Aldrin’s Space Program Manager. Spesso il titolo di un gioco vale più di mille parole e in questo caso, con Polar Motion allo sviluppo e Slitherine alla produzione, si può ben capire cosa ci aspetti, anche se rispetto agli altri strategici e gestionali del publisher britannico siamo di fronte a un titolo ben più accessibile e non così complesso ed elitario. Disponibile su Steam a 27,99 euro, Buzz Aldrin’s Space Program Manager è un curioso gestionale che ci porta direttamente agli albori della conquista dello spazio a metà anni ‘50, nonostante il traguardo finale dello sbarco sulla Luna (ma non solo) sia possibile solo dopo un gran numero di missioni, esperimenti e tanta pianificazione.   
Questione di reclutamento
Il gioco, purtroppo interamente in inglese (parlato, testi e sottotitoli) si compone di una classica modalità Campagna in cui bisogna seguire un percorso guidato di missioni, ma volendo ci si può divertire anche con una modalità Sandbox, che lascia invece più libertà al giocatore e che di fatto è il vero fulcro dell’esperienza. I tre livelli di difficoltà permettono di scegliere un approccio più o meno complesso a seconda dei fondi a disposizione (andare nello spazio costa parecchio) e degli aiuti in-game; sconsigliamo comunque di scegliere il livello facile, che oltre a riempirci di soldi fin da subito elimina quasi di tutto il senso di sfida nei confronti del nostro avversario. Buzz Aldrin’s Space Program Manager permette infatti di prendere il controllo della NASA o della Soviet Space Agency, oltre alla fittizia agenzia spaziale GSA guidata tra l’altro proprio da Buzz Aldrin. Approfittando di un’interfaccia semplificata al massimo ma sempre ricca di numeri, testi, grafici e progetti, il nostro compito è essenzialmente quello di assumere ricercatori, scienziati e naturalmente astronauti, tenendo conto non solo dei loro stipendi, ma anche della formazione e della collocazione all’interno dei vari programmi di sviluppo dell’agenzia.  
Guerra fredda nello spazio
A proposito di programmi. Il gioco, restando molto fedele alla vera evoluzione storica della conquista dello spazio, propone la costruzione di sonde, missili, satelliti e altri mezzi terrestri e spaziali da ottenere con il passare del tempo secondo uno schema decisamente logico (non potremo insomma partire immediatamente da uno Shuttle o da uno Sputnik). C’è anche una piccola parte dedicata alla costruzioni di edifici e unità all’interno della “base”, ma si tratta di un’aggiunta limitata al minimo indispensabile che poco incide sull’andamento delle missioni e che avrebbe necessitato di un maggior sviluppo. La modalità Campagna, seguendo bene o male i canovacci tipici della Guerra Fredda, mette in contrapposizione le due grandi Potenze mondiali di quegli anni con uno scontro che fatica però ad appassionare. Sarà che già a livello medio i fondi a disposizione permettono di completare i vari obiettivi senza particolari sforzi, o che non si ha quasi mai la sensazione di un avversario con il fiato sul collo sia che impersoniamo gli americani, sia i sovietici. Fatto sta che una volta terminati tutti i turni, possiamo scoprire fin da subito la percentuale di riuscita della missione finale e sperare infine che tutto vada per il verso giusto. 
Un salto tra le stelle
Alla fine Buzz Aldrin’s Space Program Manager, che non è certo un gioiello di grafica e che concede al multiplayer solo la modalità via mail a due giocatori tipica delle produzioni Slitherline, mantiene una certa originalità nella gestione del personale, è storicamente curato e, grazie all’introduzione della GSA, permette di ottenere ricompense che vanno oltre lo sbarco sulla Luna e che aumentano non poco la longevità. Purtroppo la Campagna soffre di una certa ripetitività a causa di uno schema delle missioni sempre piuttosto uguale, ma l’approccio Sandbox garantisce più libertà ed è sicuramente più piacevole. Non fatevi comunque spaventare dalle schermate e dall’approccio serio e gestionale alla materia. Certo, se non avete un gran rapporto con l’inglese, durerete poco in mezzo a tutta questo mole di dati, tecnicismi e testi fitti fitti, ma vista anche la scarsità di proposte simili nell’odierno panorama videoludico consigliamo l’acquisto del gioco agli amanti del genere.      

– Quasi unico nel suo genere

– Struttura gestionale non troppo complessa

– Storicamente curato

– Sufficientemente longevo

– Modalità Campagna poco avvincente

– Grafica molto spartana

– Niente italiano

7.0

Buzz Aldrin’s Space Program Manager non sarà nulla di eccezionale e non è nemmeno un gestionale di particolare profondità e complessità, o almeno non come altre produzioni targate Slitherine ben più spinte sul versante “hardcore”. Proprio per questo però potrà essere apprezzato anche da chi ha poca esperienza con il genere e, in quanto a veridicità storica, gestione del personale e risvolti tecnologici, la missione di Polar Motion può dirsi tutto sommato riuscita.

Voto Recensione di Buzz Aldrin's Space Program Manager - Recensione


7