Recensione

Bust-A-Move All Star

Avatar

a cura di Yoshi

La saga di Bust-A-Move/Puzzle Bobble rientra ormai di diritto tra le serie storiche di puzzle game, tanto da poter contare, perlomeno in Giappone, su di una popolarità di pari livello con i vari Tetris e Puyo Puyo. La meccanica di gioco è semplicissima, come quasi sempre avviene nei puzzle game vincenti: muniti di un cannone spara-bolle posizionato all’estremità inferiore dello schermo, dobbiamo lanciare sfere colorate contro quelle già pendenti dal livello sovrastante. Quando tre o più bolle del medesimo colore entrano in contatto, si eliminano a vicenda, liberando inoltre lo schermo dalle sfere ad esse collegate e che non hanno più alcun appiglio con i livelli superiori. Mentre siamo impegnati a eliminare bolle, il livello precipita gradualmente verso di noi, riempiendo progressivamente tutta l’area di gioco. In modo duale a quanto avviene in Tetris, se le bolle raggiungono l’estremità inferiore dello schermo la partita è finita. Il fulcro del gioco, così come è stato appena descritto, è rimasto invariato da ormai più di dieci anni, divenendo un vero e proprio standard del settore e generando un numero spropositato di cloni e imitazioni. Certo, con il trascorrere del tempo gli sviluppatori hanno apportato piccole modifiche sia a livello di ambientazioni (personaggi in stile manga, grafica fumettosa e qualche timido accenno di trama) sia per quanto concerne la struttura (con bolle dai poteri particolari o diverse modalità di gioco), ma l’essenza di Bust-A-Move ha resistito all’erosione del tempo.Il nuovo capitolo della saga, disponibile per Nintendo Gamecube, prende il nome di Bust-A-Move All Stars (BAM-AS), e si propone come summa di tutta la serie, riprendendo ed espandendo, a detta dei produttori, il meglio che i vari titoli hanno portato in dote al panorama videoludico. Scopriamo insieme il valore del risultato finale.

Tutti insieme appassionatamenteEspressa a piena potenzialità dall’ormai epocale Street Fighter Puzzle, l’idea di utilizzare dei personaggi definiti anche nei puzzle game è ormai diffusissima. Spesso le differenze tra i vari protagonisti disponibili sono nulle, o si limitano a qualche tipo di schema di “attacco” nelle partite di sfida contro altri giocatori, ma per lo più si tratta di un artificio di pura cosmesi per coinvolgere l’utente con creature simpatiche e carismatiche. Nel caso di BAM-AS, possiamo selezionare il nostro personaggio da un gruppo di otto (più due sbloccabili per un totale di dieci), e lanciarci dunque nella modalità di gioco prescelta.La sfida principale è dedicata al singolo giocatore ed è chiamata semplicemente Puzzle. Lo scopo del gioco in questo caso è di superare progressivamente una serie di livelli, senza alcun avversario se non il tempo che scorre implacabile. In questo contesto l’accento è posto sulla componente enigmistica degli stage, e viene richiesta oltre che l’abilità e la velocità, una buona dose di buon senso. I livelli sono organizzati in gruppi (prendendo in prestito un termine tipico dei platform game, potremmo chiamarli “mondi”) e questi ultimi presentano una struttura ad albero: al completamento di ogni mondo ci troviamo quindi di fronte a un bivio e possiamo scegliere quale strada seguire. La seconda modalità di gioco è la cosiddetta Battaglia. In questo caso BAM-AS eredita in modo quasi totale la struttura di un picchiaduro arcade: lo schermo è diviso in due aree affiancate verticalmente e il giocatore sfida un avversario gestito dalla Cpu: lo scopo immediato è il medesimo della modalità principale, ovvero quello di liberarsi di tutte le bolle presenti nella propria area di gioco, ma nel contempo dobbiamo sconfiggere il nemico intasando la sua area con le bolle da noi eliminate. È chiaro che il gioco diventa in questo caso più frenetico, dal momento che la velocità assume un ruolo determinante per l’esito delle sfide. Sconfitto un avversario, procederemo di livello proprio come avviene dei picchiaduro, fino allo scontro con il boss finale.La modalità a 2 giocatori utilizza le medesime regole della battaglia contro il computer, ma è ottimizzata per gli scontri tra avversari umani. Pur non presentando alcun cambiamento sostanziale, è sicuramente una delle sezioni più divertenti.Per ultima è disponibile un’opzione che estende il multiplayer a un massimo di 4 giocatori. Purtroppo questa modalità si rivela abbastanza deludente, poiché non sfrutta le medesime meccaniche della battaglia: in questo caso infatti lo schermo è diviso in quattro riquadri tramite un canonico split-screen, ma non esiste alcuna interazione diretta tra i giocatori. In poche parole la sfida è vinta da chi per primo completa il proprio livello, ma non è in alcun modo possibile influenzare il quadro dei concorrenti con le proprie mosse. Pur rimanendo divertente, non nascondiamo la nostra delusione per questo tipo di impostazioni.

Nessuna nuova, buona nuova (?)Come preannunciato, nonostante le promesse di Taito le novità espresse da BAM-AS sono ridotte e per nulla essenziali. Iniziamo dai controlli di gioco: le azioni essenziali sono svolte dalle leve analogica o digitale (in alternativa): lo spostamento laterale del cannone corrisponde alle direzioni destra e sinistra, mentre con una pressione verso l’alto o verso il basso è possibile riallineare il cannone verso le direttrici principali. Il consiglio è quello di utilizzare la croce direzionale digitale piuttosto che la leva analogica, che risulta in questi meno precisa. Per effettuare spostamenti più lievi e correzioni minime è possibile rivolgersi ai pulsanti L ed R: si tratta di una pratica in teoria efficace ma spesso troppo lenta per l’azione. Completa l’opera l’ovvia funzione di lancio delle bolle, adibita al pulsante principale A.Per quanto riguarda le variazioni rispetto allo schema di gioco originale, si possono dividere essenzialmente in due categorie: le bolle e gli oggetti con funzioni speciali e la meccanica della cosiddetta reazione a catena.Gli oggetti speciali includono sfere camaleontiche che assumono il colore con cui vengono in contatto, bombe blocchi riflettenti, pareti in movimento che conferiscono irregolarità ai rimbalzi, e così via. Non ci dilunghiamo in una lista completa, limitandoci a dire che si tratta di innocue ma piacevoli variazioni sul tema, utili a variare la sequenza di puzzle che dovremmo incontrare.Interessante anche la reazione a catena che peremtte alle bolle in caduta libera (dopo l’eliminazione di quelle che le tenevano agganciate) di essere “attirate” verso una coppia dello stesso colore posizionata sulla schermo e raggiungibile, provocando un’ulteriore reazione.

Grafica e sonoroIl discorso è lo stesso che avete già ascoltato per una miriade di giochi di questo tipo: lo stile cartoonesco e pulito costituisce un piacevole sfondo all’azione di BAM-AS; pur non spingendo assolutamente l’hardware verso i suoi limiti, la grafica risulta di buon livello e risoluzione, mai confusionaria e discreta. In modo analogo il sonoro si limita al suo onesto compito, abbinando gradevoli ma irrilevanti melodie a effetti nella norma e qualche campionamento vocale che conferisce un minimo di umorismo nippo-style.Viste le potenzialità offerte da tecniche come il cel shading, ci saremmo comunque aspettati qualcosa di più, se non dal punto di vista della tridimensionalità effettiva (in questo caso sarebbero state necessarie modifiche anche alla struttura di gioco), perlomeno da quella di uno stile più ardito (ma preso Viewtiful Joe avrà i suoi seguaci, vedrete!).

Meccanica collaudata e divertente

Fino a 4 giocatori

Modalità multiplayer non sfruttata al meglio

Ripetitivo

6

Tirando le somme, il giudizio su BAM-AS non può essere negativo: il titolo è divertente, facile da approcciare ma non troppo semplicistico, si rifà a una struttura iper-collaudata che dalla sua ha un’oliatura degli ingranaggi ormai pressoché impeccabile. Le novità introdotte non sono per nulla invasive, e sa da un lato questo può essere sinonimo di mancanza di coraggio, dall’altro significa non rischiare di infrangere questo meccanismo perfetto.

Le critiche però non si limitano alla scarsa originalità: in primo luogo una certa delusione deriva dall’implementazione della modalità a quattro giocatori che, privata dell’interazione diretta tra gli avversari, risulta troppo monocorde. Inoltre, ma forse qui pretendiamo troppo, non capiamo come nessuna abbia ancora preso l’iniziativa di sperimentare la tridimensionalità in giochi di questo tipo: ricordiamo che uno dei migliori titoli per Nintendo 64 è stato quel Tetrisphere che ebbe il coraggio di prendere in prestito i concetti di tetris stravolgendoli senza ritegno. Il risultato fu un gioco molto lontano dal progenitore, ma efficace e innovativo come pochi dei puzzle game degli ultimi anni.

In questo caso invece ci troviamo di fronte a un compitino ben eseguito, e nulla più.

Voto Recensione di Bust-A-Move All Star - Recensione


6