Anteprima

Bulletstorm

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a cura di andymonza

Londra – Un recente evento internazionale tenutosi nella capitale inglese ci ha permesso di mettere le mani sulla versione definitiva di Bulletstorm, l’irriverente sparatutto sviluppato in collaborazione da People Can Fly (ve li ricorderete per Painkiller) ed Epic Games (i papà di Gears of War), uno dei tanti titoli di punta della line up 2011 firmata Electronic Arts. In attesa del giudizio conclusivo in arrivo a fine mese, vi proponiamo un piccolo riassunto della filosofia dietro al gioco, dedicato soprattutto a coloro che finora non ne hanno sentito parlare. Bulletstorm fa con gli sparatutto quello che a suo tempo True Lies fece con i film d’azione: prende a calci ogni possibile clichè, a frustate ogni dogma e strappa sorrisi sinceri grazie ad un umorismo che si fa beffe del dramma che accompagna la maggior parte dei titoli concorrenti di questa generazione. Eppure lo humor non è l’unica qualità che caratterizza le avventure del pirata spaziale Grayson Hunt: in puro stile Epic, l’impianto di gameplay da sparatutto classico si accompagna ad una semplice idea in grado di cambiare completamente l’approccio al combattimento. Che uccidere (nei videogames) potesse essere divertente, si sapeva. Bulletstorm vi insegnerà a farlo con stile.

No skill, no killPer quanto personaggi carismatici ed un impianto narrativo tutto sommato rispettabile non gli manchino, Bulletstorm si basa su un concetto molto semplice: fornire al giocatore un limitato set di strumenti che, se usati in combinazione, possano dargli la possibilità di eliminare i propri avversari nei modi più fantasiosi che mente (dis)umana possa concepire. Una frusta elettromagnetica, un potente calcio ed una scivolata in grado di farla in barba a Newton ed alla sua mela: tanto è bastato agli sviluppatori per proporre un punto di vista completamente nuovo nel contesto degli sparatutto singolo giocatore. Aggiungete un arsenale che sembri uscito dalle più perverse fantasie di un torturatore, un esercito di nemici pronti a farsi massacrare ed un pirata spaziale che sembra un incrocio tra Wolverine, Marcus Fenix e l’Ash de l’Armata delle Tenebre, ed otterrete un esplosivo cocktail di azione testosteronica, che, oltre a divertire per davvero, ha il raro pregio di non prendersi affatto sul serio. E’ inutile soffermarsi sui retroscena che vedranno il consumato mercenario ed il suo compagno d’arme precipitare sul remoto pianeta di Stygia: quello che conta è che i due, perso completamente il resto dell’equipaggio, avranno come unico scopo quello di riportare a casa la pellaccia, abbondantemente minacciata da un acerrimo nemico alle loro calcagna e dalle turbolente popolazioni locali. Fortunatamente il duo non è nuovo all’arte di uccidere, avendone fatto professione per i lunghi anni al servizio del Generale Sarrano: recuperata una frusta elettromagnetica sperimentale da uno dei soldati d’elite che gli danno la caccia, Grayson scoprirà quanto possa essere divertente rimuovere i molti ostacoli sul suo cammino in maniera creativa. Date le molte possibilità a disposizione, i controlli si rivelano leggermente più complicati rispetto alla media degli sparatutto, eppure molto intuitivi: mentre i grilletti assolvono al consueto compito di permettere la mira dall’ironsight ed il fuoco, sui tasti frontali troverete mappati gli attacchi speciali: frustata, calcio e scivolata serviranno non solo ad interrompere il fuoco nemico, ma anche a proiettare in aria il malcapitato di turno, effetto accompagnato da un forte rallentamento dei movimenti del suo corpo. Proprio quest’ultimo dettaglio permetterà di dar vita a vere e proprie combo (una delle più banali prevede attirare l’avversario con la frusta, colpirlo al volo con un calcio e finirlo con l’arma equipaggiata prima che tocchi terra), ed arricchirle con le molte possibilità offerte dall’ambiente circostante: muri ricoperti di spuntoni, cactus dalle spine particolarmente acuminate, strapiombi, quadri elettrici, grosse ventole e molto molto altro. Se è vero che il sistema funziona bene grazie ad un sapientemente bilanciamento dei controlli e ad una simulazione della fisica di gioco convincente, a renderlo davvero irresistibile sono i punteggi: un apposito contatore andrà a registrare le esecuzioni più spettacolari (definite Skillshot) assegnando ad ognuna un certo numero di Skill Point. Gli sviluppatori si sono letteralmente sbizzarriti nel proporre il maggior numero di uccisioni creative riconoscibili dal sistema (circa 160 in tutto), lasciando al giocatori il piacere di scoprirle da sé: dal semplice impalare un avversario sul più vicino muro, si passa alla “frittura” presso cavi elettrici scoperti, alla fucilata dove non batte il sole o alla gola, sino ad esecuzioni ancor più perverse ed incredibili. In occasione di ogni Skillshot andata a segno vedrete comparire il nome a schermo, accompagnato dal punteggio (si va dai 25 SP per le più semplici sino ai 1000 di quelle complesse, o uniche), il quale potrà occasionalmente accumulare moltiplicatori date particolari circostanze, come un gran numero di uccisioni contemporanee. Sempre visibile in alto a sinistra della schermata troverete il contatore complessivo, che terrà conto del punteggio accumulato per tutta la durata della campagna singolo giocatore.

Spendo e pretendoTanto per confermare che Bulletstorm nasconde sotto la sua superficie molto più sostanza di quanto non sembri ad una prima occhiata, i ragazzi di People Can Fly hanno pensato bene di aggiungere un sistema di upgrade che sfrutta l’accumulo degli Skill Point. Specifici shop equamente distribuiti all’interno delle ambientazioni di gioco vi permetteranno di acquistare un gran numero di utili accessori: dalle banalissime munizioni per le armi, ad upgrade per le stesse (come ad esempio il fuoco secondario, di cui ogni bocca da fuoco è dotata) o per la frusta, la lista di opzioni è davvero lunga, e permette di accrescere enormemente il divertimento alla ricerca dello Skillshot più creativo. Questa soluzione rende l’esecuzione delle uccisioni creative funzionale oltre che divertente: ottenere punteggi più alti significherà avere a disposizione un arsenale più ricco e maggiori possibilità di improvvisazione sul campo di battaglia. A variegare ulteriormente la formula di gameplay ci pensa il delirante arsenale a disposizione di Grayson Hunt: dal fucile d’assalto di gearsiana memoria si passa al ben più creativo lanciagranate: ne spara due in contemporanea, legate da una catena che permette loro di avvolgersi intorno ai nemici. Ma le sorprese non finiscono qui, tra un potentissimo spara-arpioni, diverse minigun ed un Godzilla portatile.

A rotta di colloNonostante un partenza forse un po’ lenta, dalla mezz’ora in avanti a catturare di Bulletstorm è senza dubbio il ritmo: una volta decollato, il sanguinolento Luna Park messo in piedi da People Can Fly ed Epic non molla la presa, sballottando il giocatore su e giù per mezza Stygia sulle scie di una disperata fuga che fa letteralmente a brandelli ogni ostacolo si pari sul suo cammino: spettacolari sequenze a bordo di veicoli, un utilizzo intelligente degli script, boss fight di qualità e una buona varietà nel design dei livelli riescono persino a far dimenticare la totale linearità di fondo per la quasi totalità della campagna, confermando l’avvenuta maturazione del team di sviluppo, evidentemente capace di mantenere dall’inizio alla fine il controllo sulla propria creatività. Da non dimenticare è che la modalità singolo giocatore si accompagna ad un’interessante cooperativa a quattro, dichiaratamente ispirata all’Orda di Gears of War 2: l’Anarchy Mode permetterà di cimentarsi con progressive ondate di nemici in sei mappe appositamente disegnate. Oltre al notevole diversivo rappresentato dagli Skill Shot (i quali si presenteranno anche in speciali forme cooperative) a differenziare questa modalità ci pensa un sistema di upgrade non permanente, naturalmente ispirato al medesimo visto nel singolo giocatore: nella pausa tra un round e l’altro, sarà possibile acquistare nuove armi e munizioni per il fuoco secondario presso appositi shop, naturalmente spendendo gli Skill Point accumulati durante i turni precedenti. E’ interessante che tutti i punteggi e le armi sbloccate vengano resettati a fine partita, facendo di ogni sessione un’esperienza completamente nuova, e configurando il comparto multigiocatore cooperativo di Bulletstorm come un’attività strettamente ricreativa, spoglia di qualsiasi competizione tra giocatori. Altra modalità disponibile nei menu è Echo, la quale permetterà di ripetere specifiche porzioni di livello tratte di peso dalla campagna singolo giocatore con lo scopo di accumulare più punti possibile: l’aggiunta delle leaderboard online ne fa un ottimo strumento per sfidare i propri amici. Alcuni potranno rimanere delusi per l’assenza di un comparto multigiocatore competitivo: come sottolineato dagli stessi sviluppatori in seguito ad una nostra domanda diretta, Bulletstorm è nato e cresciuto come esperienza singolo giocatore, e presenta un arsenale ed un bilanciamento studiati ad hoc, senza i quali l’intera formula collasserebbe: qualche test sul multiplayer è stato fatto, ma l’idea è stata del tutto abbandonata quando i ragazzi di People Can Fly si sono resi conto che per farlo funzionare avrebbero dovuto modificare profondamente l’arsenale, le abilità speciali, la fisica ed i Skillshot, snaturando così completamente le fondamenta del gameplay.

– Carisma da vendere

– Frustate, calci e scivolate

– Sistema di skillshot originale e divertente

– Ottimo design dei livelli

La nostra prova diretta della versione definitiva di Bulletstorm ci ha lasciato sensazioni decisamente positive: sotto la patina sbruffona ed ironica (peraltro molto ben costruita), il titolo ha rivelato un’ossatura solida, capace di portare alle massime conseguenze una semplice idea e di supportarla con un grande lavoro di rifinitura e bilanciamento. La campagna singolo giocatore appassiona e diverte grazie al ritmo inarrestabile e la cooperativa riesce a sfruttare al meglio le peculiarità del gameplay: il verdetto finale è ormai vicino (segnatevi sul calendario il 22 febbraio), rimanete con noi per il parere conclusivo per quella che potrebbe rivelarsi come una delle sorprese più esplosive di questo 2011.