Recensione

Bujingai Swordmaster

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a cura di Fabfab

Lan Won è uno strano spadaccino effeminato che vaga nello spazio come una cometa (ne assume l’aspetto roteando le sue lame a velocità vorticosa), che si veste in maniera tremendamente kitch e per il quale lo scorrere del tempo ha poco significato: Lan Won sta tornando nel suo mondo dopo un esilio di 1000 anni (passati, naturalmente, a perfezionare la propria tecnica) per affrontare il suo vecchio amico d’infanzia, Lei Gendo, che l’aveva sconfitto ed esiliato dopo averlo tradito ed essere diventato cattivone. Perchè ci abbia messo tanto a decidersi di tornare a salvare il mondo dal male non è dato sapere, ma ora che finalmente si è deciso forse è meglio non contrariarlo troppo…

La via della spadaBujingai è dunque un classico action in 3D caratterizzato principalmente dalla particolare tenuta del protagonista e dall’insensatezza di una trama ambientata in una sorta di terra futuristica in cui, dopo il consueto abuso tecnologico dell’umanità, le porte dell’inferno si sono aperte e i demoni scorazzano liberamente seminando morte e distruzione. Il protagonista, che non parla praticamente mai, preferendo esibirsi in pose più o meno assurde (non fraintendete, eh?), è modellato sull’idol nipponico Gackt, molto famoso in patria e con la sua schiera di appassionati anche qui da noi.Il gioco si colloca sulla falsariga di un Devil May Cry o, ancora meglio, di un Otogi: il personaggio, che maneggia due letali spade ma può far ricorso anche ad attacchi magici, è semplice da controllare, ha due pulsanti per l’attacco e uno per il salto e combinandoli tra loro può dare vita a tutta una serie più o meno lunga di devastanti combo. Il gameplay è basato su un intrigante sistema di contromosse per cui contrastando i colpi degli avversari col giusto tempismo, è possibile sbilanciali e penetrare più agevolmente le loro difese: va detto, però, che la maggior parte dei nemici comuni sono troppo deboli per creare seri grattacapi, cosicché le tecniche più elaborate finirete col riservarle ai soli boss. Una volta terminato il gioco, potrete comunque sbloccare un ulteriore livello di difficoltà in grado di rendere la sfida decisamente più avvincente.Dai nemici abbattuti si sprigionano delle sfere blu da raccogliere e spendere per i potenziamenti di Lan, potendo così incrementare la sua barra di energia vitale, la sua potenza offensiva o l’efficacia degli incantesimi di cui dispone: a seconda della prestazione messa in atto, inoltre, si riceve una ricompensa extra al termine di ogni livello, basata sul tempo impiegato, i danni subiti ed i continua usati.Nel corso dei livelli non ci sarà soltanto da combattere, ma anche da risolvere enigmi per poter proseguire nel gioco: in genere questi si risolvono nel raggiungere locazioni posizionate in punti strategici utilizzando le abilità acrobatiche di Lan. Se, tuttavia, nei combattimenti i controlli del personaggio sono ottimi, quando si tratta di correre sulle pareti e di saltare per darsi spinte sui muri la faccenda si fa assai meno agevole e talvolta persino frustrante.

Lo spadaccino col rossettoGraficamente il gioco si attesta su buoni livelli anche se, stranamente, proprio i primi sono in assoluto i peggiori: quindi non demordete se anche il primo impatto sarà negativo, proseguendo ne ricaverete grandi soddisfazioni. Il character design del protagonista è stato curato nientemeno che da Toshihiro Kawamoto, lo stesso del celebre “Cowboy Bebop”, e se l’aspetto è stato modellato alla perfezione sulla figura di Gackt, bisogna dire che è stata usata molta fantasia nella realizzazione del suo aspetto, dei suoi vestiti e delle sue movenze, anche se proprio questa sua particolarità potrebbe non piacere a tutti. Insomma, se cercate un truzzo come Dante avete proprio sbagliato indirizzo, anche se il glamour Lan non è da meno del mezzo demone quando si tratta di massacrare i nemici.Il design dei livelli è piuttosto riuscito, sia per varietà che per qualità, anche se è evidente che il livello di dettaglio è piuttosto basso. Ottima per incrementare la frenesia dei combattimenti anche l’inclusione della possibilità di scegliere tra 50 e 60hz (con preferenza per questi ultimi, se il vostro televisore li supporta). Assolutamente anonimo, invece, il comparto sonoro.Resta da parlare della longevità, che è discreta ma non del tutto soddisfacente: i più navigati tra gli appassionati di action troveranno poche difficoltà a portare a termine gli 8 livelli in cui è divisa l’avventura. Solo a questo punto, purtroppo, si rende disponibile un ulteriore livello di difficoltà che rende le cose decisamente più interessanti: ma per molti potrebbe essere troppo tardi, visto che a parte il grado di sfida incrementato, non ci sono veri stimoli alla rigiocabilità…

– Veloce e frenetico

– Look oriental-kitch

– Il protagonista è Gackt

– Tecnicamente migliorabile

– Controlli non sempre perfetti

7.0

Bujingai è un discreto action stranamente passato sotto silenzio qui da noi: d’accordo che la presenza dell’idol Gackt non esercita la medesima attrattiva che sull’utenza orientale, ma gli amanti dei giochi alla DMC dovrebbero farci un pensierino. Se il look kitch del protagonista non vi spaventa, il titolo potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa!

Voto Recensione di Bujingai Swordmaster - Recensione


7