Anteprima

Brothers: A Tale of Two Sons

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a cura di Mugo

LondraStarbreeze Studios è cambiata molto negli ultimi anni, un cambiamento quantificabile con una diminuzione dell’organico nell’ordine del centinaio di unità, non certo per scelta. Lo studio di sviluppo svedese ha però pensato bene di trasformare il cambiamento strutturale in un’opportunità per ripartire, nell’occasione di tornare a gestire i progetti internamente, con piccoli gruppi di persone. Si tratta, secondo loro, di un’ottima ricetta per incentivare le interazioni tra i vari dipartimenti e per stimolare la passione di tutte le persone coinvolte nella creazione di un titolo, una ricetta che ha portato allo sviluppo di Brothers: A Tale of Two Sons. Siamo volati verso la capitale britannica per provare una breve demo del titolo e per intervistare Josef Fares, Game Director, vediamo insieme cosa abbiamo scoperto. 

Less is more 
Se dovessimo indicare la parola pronunciata più di frequente durante la presentazione di Brothers: A Tale of Two Sons, questa sarebbe senza dubbio: “semplicità”. Si tratta di un vero e proprio mantra che ha guidato gli sviluppatori durante tutto il processo di creazione del titolo, il risultato di una visione che vede la fruibilità come obiettivo principe. Anche la premessa narrativa che muove le azioni dei due fratelli protagonisti non cerca di essere artificiosamente arzigogolata: i nostri eroi devono recuperare una potente medicina capace di guarirne il padre gravemente ammalato, e per farlo verranno chiamati ad esplorare un vibrante mondo composto da da sette livelli. Per quanto visto, dunque, ogni azione dei due fratelli è diretta all’obiettivo principale, non abbiamo incontrato missioni secondarie, anche se le possibilità di interazione con npc ed ambienti non sono certo mancate. 
Gemelli diversi 
Il sistema di controllo è stato ideato dagli sviluppatori con l’idea di creare qualcosa di semplice ed intuitivo, proposito encomiabile, anche se non così immediatamente realizzabile. I due fratelli sono mossi rispettivamente dai due stick analogici, mentre ogni azione è affidata alla pressione del dorsale corrispondente. Sulla carta non c’è niente di più semplice, ma va detto che il controllo separato di due diversi personaggi non ci è parso così immediato, anche a causa di una telecamera che non sempre è riuscita a mantenere i fratelli sui rispettivi lati dello schermo, portando il personaggio di sinistra a destra, e viceversa, rendendo così meno leggibile l’azione.Il livello provato si è rivelato essere piuttosto lineare, una caratteristica rinforzata anche dalla possibilità, in ogni momento, di farsi indicare la strada dai protagonisti. Molto semplicemente, si percorre un corridoio che dall’entrata ci porta verso l’uscita, incontrando durante il percorso diversi puzzle ambientali coi quali fare i conti.Per fare un esempio abbiamo trovato un dislivello impossibile da superare per i due protagonisti, con il fratello maggiore, dunque, abbiamo fatto da scaletta per il più piccolo che poi dall’alto ha potuto calare una corda. Tenendo presente il fatto che quanto giocato si posizioni dopo circa venti minuti dall’inizio dell’avventura, registriamo una certa semplicità delle sfide proposte e, soprattutto, il fatto che la soluzione sia sempre molto intuitiva.Tutto qui? Ovviamente no, visto che lungo il nostro breve peregrinare abbiamo incontrato diversi npc coi quali interagire in maniera diversa a seconda che lo facessimo con un fratello, piuttosto che con l’altro. Tutte le interazioni, però, non sono altro che brevi scenette con lo scopo di tratteggiare le caratteristiche dei protagonisti, caratteristiche che evidenzieranno un tono più scherzoso del minore, e non sempre avranno delle vere e proprie conseguenze nel mondo di gioco. Certo può essere divertente provarle tutte anche solo per vedere come si comportano i nostri due personaggi, ma la sensazione è che qualche stimolo in più sarebbe stato gradito. Proprio su questo fronte dobbiamo registrare un uso degli achievements non convenzionale: questi non verranno sbloccati con il procedere nella storia, non ce n’è uno quando si finisce il gioco, sono invece legati a tante azioni particolari che intendono incentivare la sperimentazione del giocatore. 
Due in uno 
Insomma, due protagonisti, due stick analogici, due tasti da premere, ma un solo giocatore. 
Nessuna modalità cooperativa, dunque, una scelta cosciente degli sviluppatori figlia di una precisa cifra stilistica, anche se i puzzle che richiedono ai due fratelli di separarsi non sono sembrati mancare. L’offerta di Starbreeze Studios è circoscritta dunque ad una modalità storia (che probabilmente non durerà più di una manciata di ore), arricchita da quella che potrebbe diventare una divertente caccia agli achievements, per un prezzo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 15 Euro. E’ qui che la verve di Josef Fares entra in gioco nel promuovere una nuova visione su longevità e rigiocabilità: “Io vengo dal mondo del cinema, lì non ci si chiede mai se il film durerà abbastanza e non si cerca di aggiungervi contenuti solo per guadagnare minuti. Credo che l’aspetto veramente importante di un titolo sia l’esperienza in generale, preferisco tre ore completamente convincenti a dieci ore appena sufficienti”. Un punto di vista interessante, certo, ma che non può però prescindere dal discorso sul prezzo (che, se dovesse confermarsi attorno ai valori indicati, sarebbe comunque adeguato alla proposta). Quello che è sicuro è che Fares ha una sua visione delle cose e, forte di un background a metà tra il mondo del cinema e la passione per i videogiochi, ci è sembrato capace di tradurla in gameplay, visto che il nostro interesse nei confronti della sua creazione non ha fatto che aumentare dopo avere giocato la demo ed averne chiacchierato con lui. 
Spendiamo, da ultimo, giusto due parole sul lato tecnico: l’utilizzo dell’Unreal Engine 3 garantisce un livello di dettaglio più che sufficiente se teniamo presente la natura del titolo, quello che forse manca è uno stile artistico dalla forte personalità, mentre sul fronte dell’audio è da segnalare come ogni “dialogo” sia in realtà composto da versi e versetti e privo di sottotitoli, ma del resto si capisce benissimo così.

– Semplice ed immediato

– Molte interazioni con gli scenari

Brother: A Tale of Two Sons è un titolo che cerca di posizionarsi in quel filone di produzioni a basso budget, ma dall’alto potenziale emotivo, e lo fa con una storia semplice, ma efficace, ed un gameplay originale. Purtroppo abbiamo potuto provare solo una brevissima porzione di gioco, ma visto che ci è stato assicurato che le situazioni proposte non si ripetono mai durante l’avventura, non possiamo che essere curiosi di saperne di più. Il gioco Starbreeze Studios è previsto per la primavera di quest’anno, rimanete con noi per seguirne le ultime fasi prima della distribuzione (digitale).