Recensione

Broken Sword: The Serpent's Curse - Pt I

Avatar

a cura di Francesco Ursino

Agli appassionati di avventure grafiche, specie se di lunga data, alcuni nomi riescono subito a evocare ricordi piacevoli: quelli di George Stobbart e Nicole Collard, ad esempio, sono legati indissolubilmente alle avventure della saga di Broken Sword. Tra alti e bassi, e pause più o meno lunghe, la serie ha saputo rappresentare per molto tempo un esempio di avventura grafica di qualità e capace di rinnovarsi, pur rimanendo in qualche modo sempre fedele alle proprie tematiche narrative. Grazie a Kickstarter, ora gli avventurieri possono tornare a godere delle peripezie della coppia in questione attraverso il primo episodio dell’ultimo capitolo della saga, ovvero Broken Sword 5 – La maledizione del serpente, disponibile a € 22,99, e sviluppato dalla software house che da sempre ha affiancato il proprio nome a questa serie, ovvero Revolution. Vediamo se è l’attesa è stata ripagata da un titolo all’altezza.

La Maledicció!La campagna di crowdfunding relativa a Broken Sword 5 – La maledizione del serpente si è conclusa con una raccolta di poco vicina agli $ 800.000; la cifra in questione, in ogni caso, non sembra abbia permesso agli sviluppatori di rientrare nei limiti temporali (e forse qualitativi) previsti, tanto è vero che il titolo giunge sul mercato in ritardo rispetto al termine inizialmente calcolato e, soprattutto, diviso in due episodi: una scelta, questa, che potrebbe non trovare d’accordo più di qualche giocatore.In ogni caso, conviene procedere con criterio: dopo una cutscene iniziale ambientata negli anni ’30 in Spagna, buona per comprendere il pretesto che fa da sfondo all’intera narrazione, ci ritroveremo nella Parigi dei giorni nostri; sullo sfondo della Torre Eiffel, ritroveremo la coppia che da sempre ha recitato la parte da protagonista in Broken Sword, ovvero George e Nico. L’incipit della storia, in verità, sembra essere forse un po’ forzato: i due, infatti, si incontrano in una piccola galleria d’arte parigina per motivi di lavoro; l’americano guascone, da par suo, è l’assicuratore della mostra in corso, mentre la fascinosa giornalista francese è incaricata di seguire l’evento. La piccola galleria d’arte, dopo pochi secondi, diventerà però teatro del furto di un misterioso dipinto che rappresenterà il fulcro dell’intera vicenda. Partirà da qui la storia vera e propria di questo primo episodio che, tra intrighi internazionali e misteriosi riti eretici, farà sentire gli amanti dei primi capitoli della serie (e delle avventure grafiche in generale) subito a casa; dinamiche classiche ed enigmi piacevoli, infatti, saranno la struttura portante di questo primo episodio di Broken Sword 5 – La maledizione del serpente, che dal punto di vista narrativo propone una storia tutto sommato interessante. In merito al plot, dobbiamo dire che il ritmo della storia è, soprattutto durante la prima metà delle circa sei, sette ore di gioco, un po’ lento e compassato. La trama che si dipana attraverso l’indagine dei due personaggi acquista interesse soprattutto nelle ultimissime fasi di gioco, e forse la prima volta in cui ci si ritroverà a voler veramente sapere come va a finire il tutto la vicenda si interromperà sul più bello, non mancando però di regalare un discreto colpo di scena. Insomma, la scelta di voler tagliare in due il progetto porta inevitabilmente con sé delle conseguenze, spezzando il ritmo che si era finalmente venuto a creare. C’è da dire, però, che arrivati alla fine dell’episodio la volontà di vedere come continuerà la storia sarà di sicuro presente, e questo è un merito della produzione Revolution. Ci troviamo davanti, dunque, a una storia piacevole, narrata in modo semplice e con pochi fronzoli, con sole tre cutscene in circa sei ore di gioco, e un ritmo lento che tende ad aumentare nel finale; una delle cause principali di questa lentezza è da ricercare nella grande presenza di dialoghi, per fortuna skippabili grazie all’azione del mouse. Broken Sword 5 – La maledizione del serpente difatti è un titolo molto verboso, che però riuscirà a risultare sempre abbastanza gradevole grazie alla caratterizzazione di alcuni personaggi, sempre molto inquadrati in un preciso ruolo, e soprattutto grazie all’alchimia tra i due personaggi principali: saranno proprio le sequenze in cui George e Nico saranno presenti contemporaneamente, infatti, a regalare le soddisfazioni e i momenti migliori.

Ritorno a casaIl primo aggettivo che salta in mente per poter descrivere il gameplay del titolo è: classico. Partendo dalle attività principali da svolgere, fino alla gestione dell’inventario, l’intero titolo trasuda di quelle dinamiche tradizionali che faranno sì che gli avventurieri più esperti si ritrovino nel loro ambiente più congeniale. La sfida proposta dal titolo Revolution, permettendo di controllare sia George che Nico, prevede la risoluzione di enigmi di stampo logico e ben calati nello sviluppo della trama, la raccolta di oggetti, l’interazione con personaggi secondari e l’esplorazione di differenti ambientazioni. Si tratta, dunque, di un gameplay punta e clicca eseguito con certezza e che non lascia spazio a sorprese: non crediamo di sbagliare, dunque, nel momento in cui affermiamo che Broken Sword 5 – La maledizione del serpente riesca riprendere il filo del discorso iniziato con i primi due capitoli bidimensionali della serie.Scendendo nel dettaglio c’è da dire che gli enigmi proposti, dal livello medio e spesso di stampo logico, richiederanno per la maggior parte delle volte un po’ di raziocinio: si tratterà di comprendere quale sia l’obiettivo e come raggiungerlo con gli oggetti a nostra disposizione e le informazioni ricevute dai personaggi con i quali abbiamo interagito. La sfida è complessivamente piacevole, sebbene alcune volte il ragionamento che si cela dietro alla risoluzione di alcuni puzzle sia un po’ fantasioso: questa evenienza, in ogni caso, non eccede mai limiti evidenti, e tutto sommato rappresenta uno dei quei tratti riscontrabili anche in altre avventure grafiche in circolazione. La fase di raccolta oggetti, presenti in numero discreto (e anche questi, a volte dalla natura fantasiosa e stravagante), ci consente poi di parlare dell’inventario, gestito anch’esso in modo molto semplice. Questo elemento, infatti, posto a mo’ di barra sulla parte bassa dello schermo, riunisce le cianfrusaglie raccolte durante le nostre peregrinazioni. C’è da dire che il numero di elementi, saltuariamente combinabili tra di loro, sarà discretamente alto, e che più di una volta sarà la giusta interazione tra un oggetto e un determinato personaggio a far proseguire nell’avventura; tutto ciò è reso più intuitivo dal fatto che gli oggetti raccolti, una volta iniziata una discussione con un personaggio, compariranno tra le possibili opzioni di dialogo, generando a volte situazioni umoristiche (come l’andare in giro a offrire a chiunque biscottini per il te, gomitoli di lana o una scatola di fiammiferi con dentro uno scarafaggio).Per quanto riguarda la fase di esplorazione e raccolta oggetti, la variabile principale sembra essere quella legata alla numerosità delle ambientazioni, non proprio così altissima; soprattutto nella prima metà dell’avventura, infatti, si ritornerà spesse volte nelle stesse location, esplorabili anche grazie a una mappa che, comunque, non si rivelerà mai così indispensabile, visto che la linearità della storia suggerirà sempre il luogo corretto da scegliere. Sebbene questo numero esiguo sia tutto sommato giustificabile dallo sviluppo del plot, questa scelta farà sì che in alcune occasioni si saprà già, all’interno di una location, dove andare a cercare ciò che manca alla risoluzione di un enigma. Anche per questo, la fase di ricerca vera e propria presenta poche difficoltà di sorta, e tutto ciò farà sì che l’attenzione del giocatore sarà tutta rivolta a come utilizzare gli oggetti una volta trovati, e a come adoperare gli stessi con i personaggi con cui si verrà a contatto. Concludiamo la riflessione sul gameplay con qualche accenno al sistema di aiuti: abbiamo detto che Broken Sword 5 – La maledizione del serpente propone una sfida che risulterà piacevole agli amanti del genere, ma nel momento in cui ci si ritroverà bloccati da qualche enigma particolare il titolo verrà incontro al giocatore; gli aiuti non consistono nel classico tasto che va ad evidenziare gli hot spot presenti su schermo (un po’ come ci ha abituato, tra gli altri, Daedalic Entertainment), ma in un sistema di suggerimenti (per la verità abbastanza profondo) che andrà a suggerire cosa fare.

Due dimensioni da ammirareLa direzione artistica dello storico fondatore di Revolution, Charles Cecil, regala sotto il profilo grafico una rappresentazione bidimensionale decisamente positiva, forse più vicina alle avventure Pendulo che a quelle Daedalic, e certamente godibile e molto bella da guardare nella quasi totalità delle ambientazioni. Qualche appunto potrebbe essere mosso alla legnosità dei protagonisti, fatto questo che determina una lentezza di fondo negli spostamenti verso gli oggetti da raccogliere.Risulta gradita poi la possibilità di poter scegliere tra uno stile moderno e uno più classico relativamente all’aspetto dell’inventario e dei sottotitoli: a questo proposito, segnaliamo che durante le nostre prove siamo stati testimoni di alcuni crash dovuti, per quanto è stato possibile capire, a un problema proprio della versione “moderna” dell’inventario. Il problema, presentatosi proprio alla fine dell’avventura, è risolvibile al momento cambiando la lingua dei testi o, alternativamente, tornando proprio alla versione classica dell’inventario, meno gradevole esteticamente ma senza dubbio funzionale.Per quanto riguarda il comparto audio, l’impressione è che si sarebbe potuto fare qualcosa in più nella recitazione in inglese di alcuni personaggi: a questo proposito, c’è da segnalare che i dialoghi si svolgeranno sempre in modo abbastanza lento, con un distacco tra una battuta e l’altra a volte fastidioso e che spesso romperà il ritmo; questo, nel lungo tempo, potrebbe far sì che si inizi a skippare battute senza pietà appena letti i sottotitoli, ma in questo caso, è bene dirlo, le animazioni non seguiranno il salto delle battute, per cui bisognerà attendere che i personaggi finiscano di muoversi per poi poter proseguire.Al momento non è disponibile il doppiaggio italiano, ma sembra che lo sviluppatore abbia garantito che la localizzazione nella nostra lingua arriverà col secondo episodio dell’avventura; in attesa di riscontri, cogliamo l’occasione per concludere ricordando che con l’acquisto di questo primo episodio di Broken Sword 5 – La maledizione del serpente si otterrà il secondo capitolo sotto forma di aggiornamento gratuito.

– Lo spirito della serie è intatto

– Dinamiche da punta e clicca classiche e godibili

– La storia si fa interessante sul finale…

– …ma la struttura in episodi per ora spezza la tensione narrativa

– La scelta di dividere in due l’avventura è discutibile

– Qualche mancanza tecnica nella realizzazione dei dialoghi

7.5

Nonostante qualche difetto, determinato probabilmente dal budget non proprio faraonico, Broken Sword 5 – La maledizione del serpente è un vero Broken Sword. La coppia di personaggi dimostra ancora un’alchimia unica, l’esperienza di gioco è classica ed estremamente godibile e la trama, seppur in modo abbastanza lento, riesce a interessare e spinge a scoprire come va a finire la vicenda. Peccato, però, che sul più bello il titolo si interrompa rimandando tutti gli interrogativi al secondo episodio: una scelta, questa, che costituisce una sorta di macchia sul discreto giudizio complessivo, condizionato peraltro anche da qualche problema tecnico legato al comparto audio.

In ogni caso, per gli amanti della serie tornare a vestire i panni di Nico e George sarà un piacevole viaggio indietro nel tempo, ed è proprio per questi giocatori, oltre che per gli appassionati di avventure grafiche classiche, che l’acquisto risulta essere consigliato.

Voto Recensione di Broken Sword: The Serpent's Curse - Pt I - Recensione


7.5