Recensione

Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente

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a cura di LoreSka

Broken Sword 5 fu uno dei tanti marchi storici riportati in vita dal fattore nostalgia e da un’efficace campagna su Kickstarter. Non era ancora il tempo dei “grandi numeri” del crowdfunding, ma i Revolution – gli autori originali di questa saga – ci misero davvero il cuore e riuscirono a raccogliere quasi 800.000 dollari. Una cifra significativa, ma certamente lontana dai numeri a sei o sette zeri di campagne analoghe. Così, Broken Sword 5 uscì diviso in due capitoli e con alcune limitazioni tecniche, ma con una bella storia e quel feeling tipico di questa saga. Il risultato fu positivo, e il gioco venne accolto anche da chi nutriva qualche legittimo dubbio sull’operazione che riportava in vita una saga assente sui nostri PC dal 2006.
Abbiamo già dedicato una recensione a Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente (gli articoli si trovano qui e qui), e quanto segue non è altro che un’aggiornamento della stessa in seguito all’arrivo del gioco sulle console di nuova generazione.
Buono anche con il pad
Il primo aspetto da considerare riguarda l’adattamento del gioco al sistema di controllo per console. Ebbene, l’assenza del mouse in un punta-e-clicca – solitamente problematica – non si fa per niente sentire in Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente. Lo stick sinistro fa le veci del puntatore, e si muove sullo schermo con rapidità e precisione tali da non fare rimpiangere l’assenza del consueto sistema di controllo. Lo stick destro, invece, è utile per muovere la telecamera in giro per la scena, permettendoci di analizzare gli elementi fuori campo senza la necessità di spostare i personaggi. Tutto, come detto, funziona in maniera incredibilmente naturale e non occorrono che pochi istanti per sentirsi a proprio agio.
La versione PS4, inoltre, presenta alcune soluzioni piuttosto divertenti che fanno uso sia della vibrazione che dello speaker integrato nel DualShock 4. Le vibrazioni si attivano ogni volta che si intercetta un hot spot sullo schermo: l’attenzione del giocatore viene così attirata in pochi istanti e si riceve un feedback aptico che impedisce a chi gioca di perdersi ogni punto cliccabile sullo schermo. Si evita così la necessità di un pulsante che riveli tutti gli elementi nascosti, lasciandoci la libertà e l’onere di esplorare con dovizia ogni inquadratura.
Lo speaker, invece, viene utilizzato in maniera molto simpatica per riprodurre le telefonate, presenti principalmente nella prima parte del gioco. Si tratta di un vezzo totalmente inutile ai fini del gameplay e già visto in innumerevoli produzioni, ma è comunque molto carino e siamo contenti che lo abbiano inserito.
Rivisto e perfezionato
Broken Sword 5 su PC era un gioco piuttosto rifinito, senza bug particolarmente significativi e con una produzione di buon livello. Su console abbiamo a che fare con una versione ulteriormente rifinita, in cui i bug minori sono stati completamente spazzati via e sono state apportate alcune modifiche che ci hanno costretto a giocare a “trova le differenze”. Le novità, infatti, riguardano solo il cambiamento di alcuni dettagli (in particolare negli sfondi) e la sostituzione o aggiunta di alcuni effetti sonori. Non possiamo dunque parlare di una versione rimasterizzata, ma non vi è dubbio che quella giunta su console sia la versione più curata fra quelle disponibili.
Il doppiaggio italiano, introdotto su PC ad alcuni mesi dal lancio, è qui già disponibile. La voce di Claudio Beccari nel ruolo di George è profonda e ben caratterizzata, e qualche fan storico di questa saga sarà certamente contento nel rivederlo al lavoro su di un Broken Sword. Nicole è invece stata interpretata da Francesca Perilli, che non sostituisce egregiamente Elda Olivieri, con un accento francese forzato ma mai fastidioso.

– Stessa qualità della versione PC

– Ottimo adattamento al pad

– Buon doppiaggio in italiano

– Nessun contenuto extra o novità significativa

7.5

In questa versione console next gen Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente mantiene inalterata la qualità vista su PC. Le piccole migliorie apportate sono invisibili anche agli occhi più attenti, ma la conversione è comunque priva di problemi e questa è certamente una buona occasione per (ri)scoprire questo titolo. Non vi è alcuna ragione per pensare a un upgrade dalla versione PC e, considerando che il gioco richiede un hardware così modesto che potreste installarlo su di un tostapane, molti potrebbero prediligere questa versione. Se, tuttavia, siete costretti o invogliati a lanciarvi sulla versione PS4 o Xbox One, acquistatelo senza paura: troverete un prodotto all’altezza delle aspettative.

Voto Recensione di Broken Sword 5: La Maledizione del Serpente - Recensione


7.5