Recensione

Blue Dragon

Avatar

a cura di SAH

La stagione 2007 si è ufficialmente aperta il 24 agosto con l’uscita di uno dei migliori titoli degli ultimi anni: Bioshock. Fino a Natale i possessori di una Xbox 360 potranno contare su una line-up impressionante che promette di sfornare capolavori a ripetizione. Tra i “nuovi” generi ad approdare sulla console Microsoft c’è il jrpg, ovvero il gioco di ruolo di ispirazione orientale, stile Final Fantasy per intendersi. E’ forse il genere che mancava per completare un catalogo impressionante e il titolo di apertura è Blue Dragon, un interessantissimo progetto nato dalle menti di tre guru del settore dell’intrattenimento nipponico. Prima di iniziare l’analisi del titolo Mistwalker vi ricordiamo che il 19 ottobre sarà la volta dell’attesissimo Trusty Bell: Chopin’s Dream e la carrellata si concluderà, per il momento a inizio 2008, con Lost Odissey.

C’era una volta..Nel pacifico villaggio di Talta ogni dieci anni compaiono all’orizzonte nubi tempestose che precedono l’arrivo di un gigantesco mostro, chiamato dagli abitanti locali Squalo della Terra, che semina panico e distruzione per poi scomparire misteriosamente. Tre ragazzi, Shu, Jiro e Kluke, fermamente intenzionati a eliminare definitivamente la minaccia, preparano in gran segreto un piano di difesa. Questo però è solo il preludio ad un interminabile viaggio lungo quasi quaranta ore, nel corso del quale verrà svelata la misteriosa figura che si cela dietro gli strani fenomeni che stanno accadendo nel continente di Blue Dragon e molti altri personaggi assolutamente imperdibili direttamente collegati alle vicende che stanno stravolgendo il mondo.Nel corso della premessa vi abbiamo parlato di tre famosi personaggi che si trovano dietro il nuovo gioco di ruolo targato Microsoft Game Studios. Il primo è sicuramente noto a tutti i fans di jrpg, Hironobu Sakaguchi infatti è l’uomo che si cela dietro la serie di Final Fantasy; il secondo forse è ancora più popolare, essendo il disegnatore del celeberrimo fumetto e serie tv a cartoni Dragonball, stiamo parlando ovviamente di Akira Toriyama e, dulcis in fundo, il compositore Nobuo Uematsu sempre preso in prestito da Square Enix.

Les Enfant TerribleCon tre personaggi di tale spessore ad occuparsi rispettivamente della stesura della trama, del design dei personaggi e delle musiche del gioco e alla guida di un giovane e talentuoso team di sviluppatori è difficile immaginare un risultato al di sotto dell’eccellenza. Purtroppo però ci duole affermare che tale standard non è stato raggiunto, nonostante il prodotto finale sia un gioco di tutto rispetto come potete constatare dal voto finale assegnato. La trama, inizialmente banale, prende forma con il passare delle ore, anche se stenta a decollare definitivamente. Quello che manca è la componente epica tipica dei Final Fantasy. I protagonisti non sono dei ribelli che combattono contro un mondo dominato da una misteriosa compagnia come Cloud di FF VII ma semplici ragazzini che malgrado il loro coraggio si ritrovano sopraffatti da una serie di eventi e solo il caso li porterà a trovare le Ombre, i guardiani a cui devono la loro forza e le loro abilità. Gli splendidi personaggi realizzati da Toriyama sono semplicemente inconfondibili per chiunque abbia visto almeno una volta una puntata di Dragonball. Shu ricorda in modo impressionante Goku da piccolo, Nene invece sembra la versione anziana di Freezer nella sua prima forma su Namek e così via. Molto più varia e godibile la varietà di nemici che spazia dai classici robottoni ai pescespada che, come suggerisce il nome, non sono altro che enormi pesci che impugnano una spada. Deludenti invece gli ambienti che soprattutto nelle fasi di esplorazione appaiono troppo spogli, inoltre è presente un fastidioso effetto di offuscamento che rende difficoltosa la visione sulla lunga distanza. Le musiche, anche se ricordano fin troppo Final Fantasy, si dimostrano piuttosto varie e ben contestualizzate a seconda dei vari ambienti di gioco. Semplicemente adrenalinica invece la canzone che fa da sottofondo agli scontri con i boss.

Un rinnovato sistema di combattimentoA differenza di molti altri titoli, Blue Dragon punta molto sull’esplorazione: il continente di gioco è davvero vasto e gli sviluppatori si sono sbizzarriti nell’inserire un gran numero di segreti, come tesori e boss fortissimi. Durante la fase di esplorazione quasi ogni elemento presente su schermo potrà essere controllato da Shu e compagni. Il giocatore potrà trovare un campionario molto vasto di oggetti, oro (utile per acquistare accessori che andranno a potenziare le statistiche dei personaggi), incantesimi, ma anche Punti Esperienza e Magie (non chiedeteci che forma abbia l’Esperienza perchè non ne abbiamo idea..).Come molti di voi sapranno già la principale differenza tra un gioco di ruolo occidentale e uno di stampo orientale risiede principalmente nel sistema di combattimento: in tempo reale il primo, a turni il secondo. In Blue Dragon i combattimenti non avvengono in modo casuale nel corso della esplorazione ma i nemici compaiono direttamente sulla mappa di gioco. In questo modo il giocatore sarà libero di scegliere tra diversi approcci: un attacco diretto, che tramite la pressione dell’apposito tasto permetterà un attacco preventivo, un attacco da seconda linea, ovvero prendendo alle spalle il nemico aumentando così il danno da primo turno o una meno onorevole fuga per evitare di incappare in avversari troppo forti. Esiste anche un rovescio della medaglia dato che anche i nemici possono attaccare ottenendo così un vantaggio nel corso della battaglia vera e propria. Una volta compiuto il primo attacco si entra nel vivo del combattimento: un brevissimo caricamento mostra la classica schermata da jrpg dove i personaggi controllati dal giocatore sono schierati verticalmente su una linea e i nemici su quella opposta. Nella parte superiore del teleschermo è possibile visualizzare una barra che indica l’ordine di attacco dei contendenti. Dopo la prima ora di gioco, Shu e compagni entreranno in possesso delle Ombre, dei guardiani che forniscono al party una potenza d’attacco incredibile e la possibilità di sferrare magie d’attacco e di difesa potentissime. Inizialmente il giocatore potrà scegliere tra quattro diverse categorie principali per ciascun personaggio: se Jiro infatti è predisposto per la magia bianca, ciò non significa che non potrà imparare la nobile arte del combattimento. Pertanto oltre al livellaggio classico che migliora i parametri di attacco e difesa e il numero di punti vita e punti magia, viene potenziata anche l’affinità con una determinata categoria. Avanzando di livello si acquisiranno nuove abilità che potranno poi essere utilizzate anche se si decidesse di cambiare classe. Tutto ciò riveste un ruolo fondamentale nel corso della battaglia, dato che in caso di necessità lo stesso personaggio potrà occuparsi di più mansioni, resi magari vacanti dalla prematura dipartita di un alleato. Ma non è finita qui, dato che determinate classi, come il Monaco, permettono di potenziare ulteriormente il proprio potere. In fase di attacco infatti comparirà un’altra barra che sarà caricata tenendo premuto l’apposito tasto. Quando la barra si avvicina nella zona evidenziata, l’attacco sarà massimo. Maggiore sarà il caricamento della barra, maggiore sarà anche il tempo che il personaggio impiegherà a sferrare il colpo, lasciando così spazio ad un eventuale attacco preventivo di un nemico.

Scelte discutibiliNonostante la bontà del sistema di combattimento e dello stile grafico, Blue Dragon presenta numerose lacune che non permettono al titolo Mistwalker di riservare un ruolo di prima fascia nella line-up invernale di Microsoft. Abbiamo già accennato alla evanescente trama indebolita ulteriormente da un doppiaggio semplicemente terribile: con nostra grande sorpresa infatti il gioco è interamente in italiano ma il recitato rasenta il ridicolo. Se in Bioshock i dialoghi scorrono in modo cinematografico, in Blue Dragon appare fin troppo chiaro lo sforzo appena accennato degli attori di andare oltre la semplice lettura del testo. A ciò va aggiunto una scelta del cast assolutamente sballata, soprattutto per quanto riguarda il protagonista Shu. Anche il testo si dimostra banale ed a tratti infantile. Nonostante il comparto grafico si dimostri solo discreto si avvertono soprattutto nel corso dei combattimenti degli inspiegabili cali di frames che rendono molto più frustrante l’esperienza di gioco. I punti di salvataggio, rappresentati da un dado rotante, sono posizionati con troppa parsimonia e si rischia di giocare per ore intere prima di imbattersi in questi preziosi strumenti, fortunatamente prima di affrontare un boss viene automaticamente salvata la posizione. Desta qualche perplessità anche il livello di difficoltà che si attesta su valori troppo bassi, soprattutto nel corso dei combattimenti che non prevedono la presenza di boss. A nostro giudizio sarebbe bastato limitare il party a tre elementi invece di quattro.

– Appassionante fino alla fine

– Modelli dei personaggi molto curati

– Sistema di combattimento innovativo

– A tratti un po’ infantile

– Alcuni scenari spogli

– Doppiaggio terribile

7.8

Da tre geni dell’home entertainment era lecito attendersi qualcosa di più. Blue Dragon manca il bersaglio grosso a causa di una serie di mancanze che abbiamo trattato nel corso della recensione. Ed è un vero peccato, soprattutto perché si tratta di un prodotto divertente che può fregiarsi di una giocabilità solida. Anche in questo caso però la componente strategica viene in parte limitata da un livello di difficoltà medio-basso. Blue Dragon è un prodotto che verrà apprezzato sicuramente dal pubblico più giovane e che conquisterà chi non conosce ancora i jrpg. Gli hardcore gamers troveranno una splendida esperienza di gioco anche se saranno costretti a sorvolare più volte su alcune scelte poco felici da parte degli sviluppatori.

Voto Recensione di Blue Dragon - Recensione


7.8