Recensione

Blood Bowl

Avatar

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Il fenomeno Blood Bowl risale a oltre dieci anni fa quando, ironia del destino, un inglese, il game designer Jervis Johnson, nella patria del football (inteso come il nostro calcio), ebbe l’intuizione di proporre una parodia del più famoso tra gli sport made in USA: il football americano.Games Workshop, vecchia volpe del settore dell’intrattenimento da tavolo e non solo, non si lasciò sfuggire l’occasione, e pubblicò il gioco, dopo avergli donato il suo inconfondibile stile, con il titolo di Blood Bowl, appunto.Questa farsa di uno degli sport “sacri” per il popolo americano (torna il paragone con il calcio per noi italiani) fu un enorme successo, perché riuscì a mescolare con naturalezza dinamiche provenienti da mondi completamente diversi, e milioni di giocatori giocarono milioni di partite ultra violente con le loro miniature di orchi, nani e uomini ratto in tenuta da football.Il bilanciamento tra le regole dello sport reale e quelle, altrettanto rigorose, del mondo dei giochi di ruolo fantasy, era tarato alla perfezione e i ragazzi di Cyanide Studio si sono presi l’ingrato compito di portare sui pochi pollici dell’LCD di casa Sony questo delicato equilibrio, tentando nel contempo di donargli un aspetto gradevole, non troppo distante dalle versioni PS3 e Xbox360, in cui la qualità visiva è ottima.Vediamo se, dopo i risultati controversi dell’altra versione portatile (che trovate recensita sulle pagine di Spaziogames), stavolta si sia raggiunto il tanto sospirato touchdown.

Palle a punta e tanto sangueIl gioco non è un’esclusiva PlaystationPortable, come molti di voi sapranno: uscito originariamente su PC, e poi trasposto su Xbox360, PSP e DS, Blood Bowl, pur mantenendo una linea coerente tra tutti i sistemi, si è dovuto scontrare con degli ovvi limiti tecnici delle versioni handheld e con la specificità di hardware diversi non solo per potenza, ma anche per specifiche: si veda l’utilizzo del pennino e del doppio schermo che ha fatto la fortuna i Nintendo DS o la storica sudditanza di PSP nei confronti delle versioni da salotto dei giochi.Il team francese dietro le varie versioni è sempre lo stesso, il succitato Cyanide Studio, ma purtroppo permane un comportamento di poco riguardo nei confronti del portatile Sony. Ci spieghiamo meglio: il gameplay di Blood Bowl per le console più potenti è duplice, consentendo di scegliere l’impostazione che più si preferisce tra quella in tempo reale, dove il gioco si avvicina molto di più a un titolo sportivo puro e semplice, e quella strategica, in cui si pianifica attentamente ogni mossa muovendo i propri giocatori su una sorta di griglia, in maniera non dissimile dalla grande maggioranza dei titoli strategici presenti sul mercato.La versione Nintendo DS, coerente con le limitazioni tecniche e di grandezza dello schermo, ha abbandonato ogni velleità di “simulare” le versioni next – gen, adottando un approccio in 2D isometrico e mantenendo l’ossatura del gioco, limitata però alla sola modalità strategica, mentre si è scelto di cassare totalmente il match in tempo reale.Su PlaystationPortable, ci saremmo aspettati una scelta netta, in una direzione piuttosto che nell’altra: a differenza del portatile Nintendo, di certo non mancano le potenzialità hardware per riprodurre, e con risultati più che soddisfacenti (vedi l’ultimo Madden), un match di football, reale o parodistico che sia, e quindi si poteva mantenere l’impostazione per le console maggiori, lasciando libertà di scelta al giocatore. Invece, inaspettatamente, e apparentemente senza motivo, la versione PSP di Blood Bowl risulta una versione “con steroidi” di quella per Nintendo DS, migliorata nell’aspetto grafico e nell’impianto sonoro, ma monca della modalità in tempo reale, come se la PSP non potesse gestire un semplice match di football.Questo, oltre ad indispettire i possessori della console Sony, nuoce gravemente al gioco anche sotto un altro punto di vista, e cioè quello della concorrenza: se nel segmento dei giochi di football essa si limita a un paio di titoli veramente validi, a livello di giochi strategici la PSP può vantare titoli dello spessore di Disgaea: Afternoon of Darkness, Jeanne D’Arc, e l’inarrivabile Final Fantasy Tactics: The War of the Lions, che offrono esperienze di gioco decisamente più soddisfacenti.Non pensiate, però, che Blood Bowl deluda, solo è un gioco di nicchia, con un sistema di controllo, di menù e una quantità di statistiche e dati difficilmente digeribile, a meno che i giochi da tavolo Games Workshop non siano il vostro pane quotidiano.Alla prima accensione, oltre ad un tutorial troppo snello per un gioco così ostico, avrete accesso alla modalità Campagna, in cui si dispone di fondi per costruire una squadra da zero, assoldando di volta in volta mercenari per sopperire ai caduti in battaglia, e al Campionato, in cui, impersonando una razza piuttosto che un’altra (ce ne sono svariate, dagli Skaven, ai Lizard Men, passando per gli Elfi Silvani) e vincendo il torneo, così da accedere alla Coppa, che invece è strutturata ad eliminazione diretta.A livello di multiplayer, Blood Bowl consente il gioco alternato, passandosi di mano la PSP e gestendo il proprio turno, e una sfida in Wlan con un altro giocatore: non male, in fondo, ma di sicuro una funzionalità online di qualche tipo sarebbe stata ben accetta.

Da tavola o in viaggioSelezionata una delle suddette modalità, si entra nella modalità di preparazione della partita, e qui ci si rende conto di come la scelta fatta a monte dai programmatori, influisca sul gameplay, che di sportivo conserva davvero poco: l’arbitro, unico baluardo di regolarità per evitare che le partite diventino una guerra, può essere corrotto, inducendolo a guardare dall’altra parte mentre infieriamo sull’avversario rimasto a terra, e più in generale, il gioco, per la gioia dei fan, ricalca pedissequamente le dinamiche del board game, offrendone la stessa profondità tattica ma anche la stessa lentezza e dipendenza dal fattore fortuna.Come già evidenziato nella recensione per Nintendo DS, il fato gioca, a nostro avviso, un ruolo troppo preponderante, influendo sulla riuscita del 90% delle azioni che proveremo a intraprendere e addirittura sulla sequenza dei turni, che, soprattutto durante le prime partite, tenderanno a durare pochi secondi per il giocatore e svariati minuti per la CPU, che non esiterà a falcidiare le nostre truppe.Va detto che la situazione, per chi avesse tempo a sufficienza da dedicare al titolo, è destinata a migliorare, perché la durata dei turni tenderà a stabilizzarsi di pari passo con la dimestichezza del giocatore con le innumerevoli regole di gioco: forse sarebbe stato opportuno rendere meno ripida la curva di apprendimento, per non scoraggiare quanti si avvicinassero al gioco a digiuno di statistiche e lancio dei dadi.I dadi, appunto. Come se portassimo con noi tutta la tavola e le miniature, non poteva di certo mancare un buon numero di dadi, inflessibili giudici di ogni partita, di ogni movimento, tentativo di placcaggio, lancio e quant’altro.Lo ripetiamo: gli appassionati del genere potrebbero trovare normale non poter muovere un passo se non accompagnati da un sei piuttosto che da un doppio uno, ma Cyanide Studio avrebbe dovuto tener conto che questa non è la regola per l’intera utenza PlaystationPortable, abituata magari alle statistiche di attacco, difesa e forza fisica, presenti anche in tutti i titoli sopra citati, ma non a vedersi stoppare da un tiro sfortunato.Lo stesso discorso, tutto sommato relativo, potrebbe essere fatto per la parabola di apprendimento del gioco, decisamente in salita, tanto nella gestione dell’enorme mole di dati, modificatori e statistiche di cui tener conto, quanto nella difficoltà vera e propria, visto che le orde che rispondono alla CPU si muovono con precisione, puniscono ogni nostro errore, e godono spesso della presenza della dea bendata dalla loro.Difficilmente verrete a capo dell’ultimo dei tre livelli di difficoltà se non siete grandi esperti dell’originale gioco da tavolo o, alternativamente, la persona più abile con i dadi che la storia dell’uomo abbia visto.La commistione di elementi fantasy (tanti) e sportivi (pochi) è di sicuro qualcosa che su PSP non ha precedenti, e il tentativo di Cyanide Studio va apprezzato sotto questo punto di vista, anche se pensiamo che si sarebbe dovuta prendere una direzione più chiara, provando ad imitare la versione Xbox360 fino in fondo, modalità in tempo reale compresa, oppure ritagliare uno spazio apposito per PSP, ripensando il titolo completamente in modo da evitare paragoni.

– Un gioco da tavola nella vostra tasca

– Molte razze selezionabili

– Buoni filmati d’intermezzo

– Dedicato a un target ristretto

– AI fin troppo intransigente

– Modelli poligonali scialbi

– I dadi hanno troppo peso

6.3

Giudicare Blood Bowl in versione PSP non è facile: come per le altre versioni, troviamo requisito indispensabile per apprezzare il gioco l’avere dimestichezza con l’omonimo board game, e in più, ci troviamo nuovamente di fronte alla dicotomia che spesso ha caratterizzato la versione portatile di molti titoli multipiattaforma.

Cyanide Studio non l’ha risolta, scegliendo di non scegliere, e pubblicando un titolo né uguale alle altre versioni, né dedicato.

In assoluto, ci troviamo di fornte ad un gioco dedicato agli irriducibili collezionisti di miniature. Se siete degli appassionati del genere arrotondate pure il punteggio globale fino a 7.

Voto Recensione di Blood Bowl - Recensione


6.3