Recensione

BlazBlue: Calamity Trigger

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a cura di Alex Overkilll

Per quanto Street Fighter IV sia stato in grado di saziare la fame dell’utenza più rissosa, la voglia di picchiaduro 2D (quelli vecchia scuola, che tanto popolano ancora oggi i sogni più nostalgici di videogiocatori veterani e inguaribili romantici) sembra non aver registrato alcun segno di cedimento. Il lavoro Capcom del resto era riuscito a proporre un’interfaccia bidimensionale solo apparente, e la voglia di una reale esperienza “classica” a trecentosessanta gradi sembrava trovarsi ancora parzialmente inappagata. Proprio per questo Arc System Works, casa di sviluppo giapponese della celebre serie Guilty Gear, ha ben pensato così d’intervenire prontamente (precedendo di poco l’imminente uscita di King of Fighters XII) e proporre la sua personale soluzione alla brama di beat’em’up 2D. Tutto ciò evitando una nuova, ennesima, incarnazione del proprio franchise più celebre ed estraendo elegantemente dal proprio fodero una nuova brillante, affilatissima arma: BlazBlue Calamity Trigger, disponibile da pochi giorni anche in versione americana per PS3 e Xbox 360. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Un’eredità ingombranteNon è sbagliato affermare quanto BlazBlue rappresenti il successore spirituale di Guilty Gear per un nutrito numero di motivi, che ci permettono di non perderci in troppi preamboli e fiondare le fauci subito sulla polpa di questo succoso frutto videoludico.In prima istanza la nuova creatura Ark System propone tutta quella serie di features che avevano contribuito a far grande il precedente brand, insaporendone i combattimenti e rendendoli squisitamente appaganti sul versante più tecnico. Si ritrovano così le cancellazioni di mosse (Rapid Cancel), finalizzate all’interruzione dell’azione in corso, le parate potenziate (Barrier Block), scudi energetici che assorbono totalmente i colpi inferti dal nemico in cambio di un progressivo svuotamento dell’apposita barra dedicata, le Barrier Burst, onde repellenti capaci di scagliare l’avversario lontano dal proprio guerriero e le Astral Heat, micidiali super mosse in grado di terminare la vita dello sfidante nel giro di pochi secondi, tra “coreografie” degne d’essere ricordate negli anni a venire. A tutto questo sono stati aggiunti gli inediti Drive Attacks, mosse (attivabili con la sola pressione di un tasto) diverse da personaggio a personaggio, scatenanti un proprio diverso potere distintivo (tra evocazioni d’insetti, congelamenti aerei, drenaggi di vita e sovraccarichi magnetici). Il gioco non si mostra quindi certo ricco di tecnicismi e utili strumenti bellici da utilizzare con saggezza e parsimonia, uniti all’altissimo tasso di combinazioni di colpi e special moves, che trasformano ogni confronto in vero e proprio richiamo alla strategia meglio gestita.Ogni scazzottata è sicura genitrice di una dose abbondante d’adrenalina in corpo, per la velocità intrinseca delle stesse e per la possibilità d’effettuare veloci doppi salti e scatti in successione sospesi nell’aria, altro grande marchio di fabbrica della casa di sviluppo responsabile. Il risultato, quasi superfluo a specificarlo, è un movimento su schermo incessante e convulsivo, che tiene ermeticamente sospeso il fiato fino all’epilogo della battaglia, mai prevedibile anche durante l’ultimo brandello di vita di un contendente.

Storie di guerraBlazBlue, similmente a Guilty Gear, sa poi servire altri due ingredienti molto marcati e distintivi, quali la costruzione di un plot complesso ed elaborato e l’offerta di un roster di personaggi vibrante e carico di carattere.Le vicende si sviluppano in un futuro lontano, in cui magia, arti arcane e i ritrovati tecnologici più avveniristici convivono in uno stato di apparente armonia, e dove i destini dei dodici personaggi giocabili si incrociano vicendevolmente nella città fantascientifica di Kagutsuchi. Proprio i quartieri di questa immaginifica realtà urbana fanno da palcoscenico per i combattimenti, collocati così in suggestive arene tridimensionali, tanto ben costruite da sembrare quasi quadri dipinti a mano (bidimensionalità tradita solo dalle panoramiche delle locazioni precedenti gli scontri).I protagonisti della storia, collocati in gioco seguendo la più tradizionale e antica arte dello sprite bidimensionale, spiccano per l’ammirevole cura estetica a loro dedicata, culminante in scelte stilistiche da applaudire sentitamente e per l’introspezione psicologica riservata, rendendoli molto più che semplici figurine senza profondità (in tutti i sensi) ma vere e proprie personalità pienamente sviluppate e magnetiche. Nessuno escluso. L’eterogeneità della loro proposta aggiunge poi solo tanto condimento al piatto. Sadici vampiri, insaziabili licantropi, statuari cyborg, egocentrici ninja, dottoresse maggiorate e vigilanti marionettisti calcano le scene del gioco, capaci di trovarsi con grande facilità un pubblico di giocatori ben felici di prenderne il controllo e condividerne il destino nell’universo digitale allestito. Il gioco dispone poi proprio di un’apposita modalità Storia finalizzata alla scoperta del background di ogni character, delle loro relazioni interpersonali e della trama che ne muove i fili. Una modalità che sa farsi ritagliare molto tempo, per la necessità d’esplorare ogni possibile percorso narrativo (degli innumerevoli disposti), sperimentare ogni contemplabile scelta e bivio che l’utente è chiamato a seguire, e svelare la fisionomia completa della ramificata trama. Scelto così il combattente di cui si intende viverne le gesta, il giocatore viene allora catapultato in scontri con avversari programmati (inseriti rigidamente nel plot specifico del caso), intramezzati da dialoghi e scene statiche in puro stile anime, in cerca del raggiungimento d’ogni possibile epilogo inserito e motivato conseguentemente alla ripetizione continuata di passaggi narrativi, fortuitamente assistita da un agile sistema di salvataggio.

Tante facce di una medagliaIn abbinamento allo Story Mode, colonna portante dell’intero prodotto, diversi sono i “sollazzi” ludici (aggiunti alla controparte arcade del gioco dello scorso anno), pronti a intrappolare l’utenza tra le proprie spire per diverso tempo a venire. L’Arcade ripropone il contenuto immutato della versione da sala del titolo, il Versus è l’immancabile occasione per sfidare in battaglie indipendenti la CPU o avversari umani offline. Lo Score Attack rappresenta una gara all’accaparramento di più punti possibili in contese random, con la possibilità di pubblicare in rete i propri record e rivaleggiare così con quelli dei giocatori più capaci. Training garantisce la familiarità con comandi e parco mosse di ciascun combattente, fornendo una gamma molto ampia di opzioni e parametri modificabili. Gallery mostra la totalità di immagini, prologhi, epiloghi e video sbloccati nel gioco, permettendo anche di ascoltare interviste ai doppiatori e la colonna sonora del prodotto.L’online merita infine un discorso a parte, proprio a fronte della grande robustezza con cui riesce a presentarsi. Le competizioni contro altri giocatori connessi sono divise in partite classificate e partite amichevoli, entrambe customizzabili nel campo della regione geografica di ricerca e della bravura degli sfidanti, nonché interagibili passivamente partecipando a quelle in veste di semplici spettatori. Le prime di queste permettono di guadagnare punti esperienza (Rebel Points) dopo ogni confronto, variabili a seconda delle vittorie conseguite e di un discreto numero di azioni effettuate. Il risultato è un progressivo livellamento del proprio account.La grandiosità del reparto online del titolo risiede però nella velocità ed efficienza della ricerca di giocatori, così come nella totale mancanza di lag in battaglia, anche nel caso di connessioni non impeccabili. Gli avversari, prima di ogni rissa sull’etere, possono visionare rispettivamente i propri Drive Codes, schede giocatore che riassumono ogni statistica dello stesso, utili a farsi un quadro generale del proprio contendente e fornire così all’utenza un comodo e graffiante biglietto da visita. La possibilità poi di salvare velocemente i match appena disputati e poterli visionare nell’apposito Replay Theater – scegliendo opzionalmente di riavvolgere o mandare avanti celermente la registrazione – aggiunge solo la ciliegina su una torta grossa, iper-calorica ed estremamente saporita, di cui servirsi in abbondanza.

Combattimenti in edizione limitataValevole di una doverosa introspezione è la speciale edizione del gioco uscita nei punti vendita americani (e attualmente esaurita in molte catene di negozi oltreoceano). Le prime copie del titolo Arc System sono infatti state distribuite in versione deluxe, ripiene di interessanti contenuti aggiuntivi, non certo ignorabili da ogni appassionato del settore che si consideri tale. Allo stesso prezzo dell’edizione standard del gioco (quella quindi poi commercializzata subito in un secondo momento), ogni acquirente della Premium Edition di BlazBlue è riuscito a portarsi a casa un elegante cofanetto inclusivo del software e uno speciale disco con trailers, utili tutorial per imparare a padroneggiare ogni combattente del picchiaduro, preziose riprese di scontri tra i suoi più bravi giocatori e diversi extra di contorno per promuovere un’approfondita conoscenza del titolo. Ad essere inclusa c’era anche la bellissima colonna sonora del gioco, curata dal valido compositore (Daisuke Ishiwatari) già largamente apprezzato in Guilty Gear. Le musiche però, a differenza dell’altro picchiaduro Arc System, non si fossilizzano sul metal più puro, preferendo una più eterogenea commistione con sinfonie orchestrali, rendendo in questo modo le tracce potenzialmente più apprezzabili da un pubblico più numeroso. Il risultato sono pezzi avvolgenti, spesso e volentieri concitati, imponenti, ben sposati con il contesto, che sanno toccare corde molto profonde dell’animo dei giocatori, per un’addizionale esperienza uditiva veramente notevole. Un generoso bonus questo, capace di strappare altri applausi ad Arc System per la maestria con cui ha saputo confezionare e proporre al pubblico la sua nuova creatura, ostentando grande fiducia in essa ed elargendo tanto amore per lo zoccolo duro di patiti del genere.Tirando le somme, a prescindere dalla versione da voi scelta, è indubbio di trovarsi di fronte ad uno dei migliori esponenti del genere picchiaduro, imperdibile per gli appassionati di tale categoria ma ugualmente apprezzabile da chi sia disposto a lasciarsi coinvolgere all’interno di un gameplay forse non innovativo ma decisamente granitico in quanto a giocabilità e divertimento.

– Il ritorno del vero, totale e genuino picchiaduro 2D

– Gameplay velocissimo e solido come la roccia

– Roster di lottatori accattivante e carismatico

– Online robusto e ineccepibile

– Stile unico, magnetico e coinvolgente

– Numero di combattenti eventualmente criticabile

– Esperienza fortemente elitaria, adatta ai soli appassionati del genere

9.0

E’ davvero difficile saper comunicare sinteticamente cosa BlazBlue: Calamity Trigger riesca ad offrire agli estimatori del picchiaduro 2D. Molto, a voler sintetizzare in una sola parola. Grafica ed estetica quasi ipnotizzanti, gameplay solidissimo, ritmo incalzante, personaggi carismatici e stimolanti, competizione online funzionale e grandiosamente strutturata, modalità di gioco adatte ad ogni esigenza ludica, longevità potenzialmente infinita. Potrebbe mancare forse qualcosa? Probabilmente qualche personaggio addizionale. Ma può davvero la quantità del roster vincere sulla propria invidiabile qualità? Non in questo caso. BlazBlue rappresenta l’ultima frontiera dei beat’em’up bidimensionali più puri per l’attuale generazione di console, nonché un obbligatorio metro di paragone per tutti i titoli dello stesso genere in uscita nel futuro. Questo è quanto, a voi la scelta.

Voto Recensione di BlazBlue: Calamity Trigger - Recensione


9