Recensione

Blacklight Retribution

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a cura di Ctekcop

Ve lo ricordate Blacklight: Tango Down? Uno sparatutto multiplayer uscito nell’ormai lontano 2010 e apprezzabile su console, anche se si rivelò decisamente più mediocre su PC dovendosi confrontare con una concorrenza ben più agguerrita. Gli americani di Zombie Studios hanno ora provveduto a realizzare un vero e proprio seguito: Blacklight: Retribution, sempre un FPS esclusivamente multiplayer seppur questa volta si sia optato per un modello di distribuzione e di business differente indirizzato unicamente verso l’universo PC. Cavalca infatti l’onda dei free to play, vera e propria moda di questi ultimi anni (non per niente è stata istituita una partnership con Perfect World, apprezzato publisher specializzato in questo genere di giochi).

Si tratta quindi dell’ennesimo anonimo shooter sbilanciato che richiede i vostri soldi per essere apprezzato, oppure risulta comunque godibile senza spendere un euro? Andiamo a scoprirlo insieme.
Futuro cyberpunk ricco di luci e neon
Come già anticipato Blacklight: Retribution è un vero e proprio seguito del primo capitolo: difatti è ambientato nel medesimo universo narrativo, all’interno del quale hanno trovato spazio svariate storie parallele raccontate in passato (o ancora da narrare viste alcune vicende legate a difficoltà finanziarie della compagnia che se ne doveva occupare attraverso fumetti e film).
In questo caso non vi è alcun tipo di velleità artistica: in un futuro oscuro dove regna la guerra, due fazioni si combattono senza tregua. Niente di più semplice visto che non sono presenti spiegazioni di sorta, e non sono nemmeno disponibili, per ora, quei piacevoli approfondimenti contestualizzanti che solitamente si trovano sui siti ufficiali di questo genere di giochi.
Il solito sparatutto in prima persona
A livello di gameplay Blacklight: Retribution non si distingue più di tanto dalla massa di sparatutto futuristici.
Le modalità di gioco non esulano da quelli che sono i canoni: deathmatch, team deathmatch, e capture the flag sono affiancate da king of the hill e domination nelle quali dovrete controllare, rispettivamente a turno o contemporaneamente, alcuni punti di controllo sparsi sulla mappa. Insomma nulla di nuovo all’orizzonte in quello che sarebbe un FPS abbastanza convenzionale se non fosse per l’ambientazione vagamente sci-fi, tanto da poter venire a noia dopo svariate ore di gioco.
Tra le particolarità del gameplay spicca l’HRV, Hyper Reality Visor, strumento mutuato dal primo capitolo che permette di scovare immediatamente le posizioni dei nemici, così da tuffarsi nell’azione senza perdersi a girovagare inutilmente, e notare subito i punti importanti della mappa come i depositi di munizioni. In questi piccoli chioschi oltre a rigenerarsi si possono equipaggiare, comprandoli con i punti guadagnati durante la partita stessa, nuovi armamenti tra cui un lanciafiamme, un lanciarazzi, molti sbloccabili e addirittura una potentissima e divertente armor suit, vero e proprio mech in miniatura, capace di rompere gli equilibri delle fazioni in campo. Talvolta dovremo pure hackerare rapidamente, con un minigioco veramente banale, porte o particolari postazioni, ma risulteremo vulnerabili per qualche secondo durante l’azione e avremo bisogno della copertura di qualche compagno.
Gli scontri a fuoco divertono risultando adrenalici e al tempo stesso sufficientemente tattici e ponderati, specialmente nelle modalità che richiedono maggior collaborazione a livello di squadra, grazie alla generale ampiezza delle mappe in grado di garantire una certa varietà di approcci. In una parola? Soddisfacente ma tutt’altro che rivoluzionario.

Ma i soldi?
Veniamo ora alla questione delle microtransazioni, spesso e volentieri in grado di affossare gli equilibri e di conseguenza anche il divertimento dei giochi di questo tipo.
Blacklight: Retribution propone un arsenale di tutto rispetto, ovviamente di fantasia seppur proposto con caratteristiche verosimili: sono presenti armi di tutti i tipi, in grado di soddisfare ogni esigenza bellica, anche quelle dei palati più fini. non mancano poi un gran numero di accessori con cui personalizzare il proprio equipaggiamento o loadout, armature e potenziamenti, definiti nodi, con relativo sistema di crafting. Mediante i nodi si ottengono piccolissimi bonus percentuali relativi alle proprie caratteristiche come corsa, resistenza, precisione e così via. Simpatiche infine le aggiunte puramente accessorie come i colori o i saluti del proprio personaggio. Ovviamente la maggior parte di tutto questo ben di Dio deve essere sbloccata. 
Se non si vuol spendere un euro si può guadagnare pian piano esperienza, partita dopo partita, salendo di livello e ottenendo così accesso a nuovi equipaggiamenti. Questi vanno poi comprati sfruttando i crediti guadagnati. Da puntualizzare che la quasi totalità degli acquisti, anche delle armi, è trattata come dei consumabili dalla durata limitata, in genere un giorno. Inutile sottolineare come per raggiungere i più alti livelli di esperienza si debba giocare veramente tanto.
Nel caso in cui si sia disposti a spendere qualche euro bisogna procurarsi, ovviamente pagando, i cosidetti zen points, moneta che caratterizza i giochi di Perfect World. Così facendo si possono pure acquistare anticipatamente quasi tutti gli oggetti ancora da sbloccare più tutta una serie di features, ottenibili esclusivamente pagando, tra cui spicca l’importante e comoda possibilità di avere più slot per loadout pronti all’uso, set di armi già equipaggiate come si deve, oppure dei personaggi diversi da quello pre-impostato.
Nonostante si debba per forza di cose pagare fisiologicamente dazio nei confronti dei giocatori di livello superiore bastano giusto un paio di partite per mettersi in tasca qualche credito e potersi procurare equipaggiamenti più che dignitosi con cui dire la propria. Nel complesso il tutto non è nemmeno troppo sbilanciato: chi paga non risulta così eccessivamente favorito rispetto a chi non paga, semmai si incentiva a giocare al punto tale che è proprio chi gioca tanto a trarre maggiori vantaggi visto che bene o male si può sbloccare quasi tutto senza sborsare un euro.
Apprezzabile l’uso degli achieviement visto che ad alcuni di essi è legata qualche particolare reward ottenibile esclusivamente completandoli. Presenti inoltre in maniera ben implementata tutta una serie di features sociali tese a favorire la comunicazione tra i giocatori come lo scambio di messaggi e l’organizzazione in clan come ormai da tradizione di ogni gioco MMO che si rispetti.
Unreal Engine 3 everywhere
A livello tecnico Blacklight: Retribution dice la sua, sfruttando a dovere la licenza dell’Unreal Engine 3, e dimostrando ancora una volta come oramai anche per questo genere di giochi gratuiti siano necessari valori di produzioni sempre più elevati.
Graficamente parlando il giudizio è alquanto positivo considerando che ovviamente non ci si trova di fronte a un nuovo punto di riferimento del genere. In generale le texture convincono anche se qui e là lasciano spazio a sbavature, i modelli poligonali dei soldati sono buoni, e le loro animazioni sono più che sufficienti. Senza dubbio realizzate in maniera egregia le mappe che, seppur variegate, difettano per quel che riguarda la quantità. Risultano non solo sono ampie come già accennato in precedenza, ma addirittura così piacevolmente ispirate e coerenti al punto da essere in grado di catturare il feeling futuristico e cyberpunk dell’ambientazione: ottimo il sistema di illuminazione con giochi di luce e ombre che esaltano i tramonti, o le luci al neon che riempiono letteralmente gli spazi lasciando addirittura in qualche occasione a bocca aperta. Peccato che talvolta generino fastidiosi artefatti esagonali. Molto bene invece gli effetti particellari del fumo e delle esplosioni. Avrebbe fatto invece piacere una maggior leggerezza e scalabilità del motore grafico; non che sia pesante, ma l’UE3 ci ha abituato in passato a una grande fluidità pure su PC non proprio all’altezza.
Per quel che riguarda l’audio, le armi emettono suoni decisamente differenziati. Le ormai immancabili voci degli sparatutto multiplayer risultano quasi fastidiose, mentre la colonna sonora di genere elettronico/dubstep tiene amabilmente compagnia durante la navigazione dei menu.
Segnaliamo infine problemi, probabilmente legati al lancio e che confidiamo verranno risolti il prima possibile, come inspiegabili crash abbastanza frequenti, l’impossibilità di accedere ai ranked match, un server browser poco chiaro e inefficiente, e sopratutto l’incapacità cronica di trovare server in grado di fornire un ping decente. Speriamo si tratti di un temporaneo sovraffollamento dei server europei dovuto al lancio e non di un netcode da rivedere.

HARDWARE

SO: Windows XP/Vista/7(32bit)CPU: Dual Core CPURAM: 2GB Scheda video: con almeno 256MB di RAM, supporto DirectX 9.0 (Geforce 8xxx o Radeon HD2xxx o superiori)Hard-disk: 8GB di spazio libero Connessione internet a banda larga

– Godibile anche senza spendere

– Graficamente buono

– Anonimo e privo di personalità

– Qualche problema tecnico relativo al lancio

7.0

Riassumendo, Blacklight: Retribution è uno sparatutto online in prima persona realizzato dignitosissimamente, seppur un filo troppo conformato ai canoni del genere e privo di quel guizzo in grado di distinguerlo dalla massa, oltre che al momento minato da un lancio forse non proprio felicissimo. Probabilmente tra qualche mese sarà tutto risolto e magari ci saranno anche nuovi contenuti.

Detto ciò non rimane che da constatare come, mantenendo fede alla sua nomea di publisher con una certa integrità morale, Perfect World non abbia trasformato questo gioco in una sostanziale fregatura dove è necessario spendere soldi per divertirsi, ma abbia offerto un prodotto in grado regalare qualche ora di sano svago gratuito prima di stancare inesorabilmente.

Voto Recensione di Blacklight Retribution - Recensione


7