Anteprima

Blackguards

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a cura di Francesco Ursino

Si dice spesso che diversificare sia una maniera per ridurre il rischio. Affidarsi a progetti di diverso tipo, infatti, può allo stesso tempo far raggiungere un pubblico più vasto e, soprattutto, cercare di limitare le perdite di un potenziale flop grazie alle performance superiori di un altro prodotto. La vicenda funziona così in molti settori, e probabilmente anche nei videogiochi: è forse per questo che uno sviluppatore conosciuto fino a ora soprattutto per delle ottime avventure grafiche, Daedalic Entertainment, ha deciso di lanciarsi nel genere degli RPG a turni. Il frutto di questa scelta si chiama Blackguards, titolo disponibile su Steam in accesso anticipato al prezzo di € 24,99, e che uscirà in versione completa verso la fine di gennaio; andiamo allora ad analizzare il materiale disponibile al momento e a capire meglio di che si tratta.

Cambiare, ma non troppoUno degli elementi comuni di alcuni recenti giochi di Daedalic Entertainment è l’ambientazione: in due delle ultime avventure grafiche meglio riuscite della casa tedesca (The Dark Eye: Chains of Satinav e The Dark Eye: Memoria), infatti, i personaggi e le vicende si svolgevano nel regno di Aventuria. Questo fa parte dell’universo di The Dark Eye, gioco di ruolo che ha particolare successo in Germania. In Blackguards, dunque, cambia il genere di titolo, che passa da avventura grafica a RPG turn-based, ma non il setting, visto che ci si ritroverà a girovagare per i reami già protagonisti delle storie dell’acchiappauccelli Geron e della fatina Nuri.Per quanto riguarda la storia narrata, il tutto inizia con un avvenimento funesto: la principessa Elanor, infatti, giace senza vita sotto le grinfie di un lupo feroce; sarà proprio qualche istante dopo il fattaccio che interverrà il personaggio principale, impersonato dal giocatore: con un paio di frecce la bestia ben assestate cadrà al tappeto, ma purtroppo per la vita della principessa ci sarà poco da fare. Rimasto al capezzale di Elanor, il nostro verrà sorpreso dalle guardie che, come nel più classico dei malintesi, cattureranno il protagonista spedendolo in gattabuia. Una volta in prigione, il nostro riuscirà a scappare grazie all’aiuto di due inaspettati aiutanti, e a intraprendere il proprio viaggio in cerca di risposte.Coerentemente col pedigree dello sviluppatore, questo Blackguards si configura sì come un gioco di ruolo turn based, un po’ sul modello di Might & Magic: Heroes o King’s Bounty, ma con una forte componente narrativa. C’è da dire che la storia sembra essere veramente molto classica, e si va a installare su delle dinamiche complessive di gioco tutto sommato schematiche; alla fine di ogni scontro a turni, infatti, dopo aver stabilito cosa portare con sé del loot derivato dalla lotta (parliamo evidentemente di monete, armi e altri elementi utili), ci si potrà spostare in alcuni avamposti. Durante queste particolari fasi di gioco, poi, il titolo proporrà un’interazione mista tra punta e clicca e gioco di ruolo in cui si andrà a interagire con diverse figure grazie alle quali si potrà, tra le altre cose, aggiornare il proprio equipaggiamento, curare sé stessi e i propri compagni e, di tanto in tanto, accettare quest secondarie. Possiamo dire che, a grandi linee, l’intera azione di gioco sarà un susseguirsi di scontri a turni e visite agli avamposti, intervallate dagli incontri con i trainer, buoni per aumentare skill e capacità; il percorso da seguire, se si escludono le quest secondarie, è dunque abbastanza lineare, ma non è detto che questo sia un difetto: non sembra errato affermare che Blackguards, difatti, costituisca una sorta di titolo introduttivo al genere, che propone dinamiche strutturali semplici e schematiche.

Battaglie ragionateVediamo adesso di approfondire meglio il grado di sviluppo del gameplay: appena iniziata la partita, il titolo proporrà la consueta scelta della classe del proprio personaggio, proponendo le alternative Mago, Guerriero e Ranger. Va da sé che ognuna di queste diverse opzioni influenzerà il gioco in termini di potenziale offensivo, tipologie di armi preferite e capacità peculiari. La gestione della crescita del proprio personaggio non è affidata al consueto avanzamento tramite livelli di esperienza, ma bensì alla raccolta di adventure points. Questi, rilasciati al termine di ogni scontro, daranno accesso all’evoluzione del proprio personaggio attraverso un complesso sistema di attribuzione. Il character sheet del personaggio, infatti, comprende cinque sezioni differenti che fanno riferimento a diverse possibilità di avanzamento: si parte con la prima schermata, che permette di migliorare i valori di base (resistenza alla magia, velocità, capacità di schivare attacchi), e si continua con la possibilità di incrementare l’efficacia dell’utilizzo delle varie armi. Segue la possibilità di determinare i talenti dei singoli personaggi (come la capacità di scorgere elementi nascosti), oltre che i talenti specificatamente relativi alla magia, e l’avanzamento attraverso il complesso albero di abilità speciali passive e attive. Come si può vedere, dunque, gli AP costituiranno la base di questo complesso sistema che durante le fasi iniziali potrebbe lasciare il giocatore un po’ disorientato, ma permette anche una crescita mirata e ben modellata alle proprie esigenze; tutto questo torna utile perché, praticamente fin da subito, ci si ritroverà a gestire un party di tre personaggi che comprenderà, oltre al personaggio principale, anche i due comprimari che si incontreranno a inizio gioco. Collegata a questo discorso è sicuramente la riflessione sulla realizzazione degli scontri: essendo un titolo dalle dinamiche turn-based, la pianificazione strategica si scontrerà spesso col caso, che emulando il lancio dei dadi determinerà se alcune azioni avranno effetto negativo o positivo. Il vero e proprio scontro di gioco, dunque, avviene su una scacchiera a base esagonale sulla quale è possibile muovere i personaggi del proprio party grazie all’azione del mouse. Col tasto sinistro, nello specifico, ci si sposterà sui vari esagoni e si eseguirà un attacco base, mentre con l’azione del tasto destro si aprirà la ruota delle varie abilità e azioni possibili (terminare il turno, scegliere un determinato attacco o incantesimo, creare diversivi e così via).Le battaglie, inizialmente poco complicate e in parità numerica, andando avanti nella storia si faranno sempre più complicate e articolate, grazie anche all’aumentare della dimensione delle mappe di gioco. Queste, dal canto loro, si segnalano già come un elemento positivo, visto che garantiranno sempre una certa varietà di layout e anche una interattività interessante. Premendo il tasto V della tastiera, infatti, verranno evidenziati gli elementi dello scenario che possono essere mossi e spostati: queste mosse, disponibili fin dai primi scontri, possono mettere fuori gioco o rallentare i nemici in modo assai rapido, e rappresentano una preziosa risorsa strategica. Nel momento in cui però anche questi stratagemmi dovessero andare male, e si verrà colpiti ripetutamente, i punti ferita scenderanno sotto lo zero, e il personaggio rimarrà inutilizzabile a meno di non ricorrere alle cure entro tre turni di gioco; quando i danni subiti saranno ancora maggiori, invece, il personaggio morirà sul colpo. Una terza variabile è rappresentata infine dalle ferite che, durante le battaglie, influiranno negativamente sulla capacità dei propri personaggi: questo effetto può essere alleviato con cure e bendaggi.

Bisogno di bilanciamentoConcludiamo questa prima occhiata a Blackguards parlando un po’ delle mancanze del titolo, che ricordiamo essere ancora incompleto sia dal punto di vista dei capitoli giocabili (tre su cinque) che del necessario lavoro di pulizia e bilanciamento. Tenendo bene a mente dunque che gli sviluppatori hanno ancora tutto il tempo per risolvere queste magagne abbiamo riscontrato, ad esempio, alcuni problemi di puntamento degli oggetti durante gli scontri, così come problematiche nella compravendita di oggetti (in particolare nella determinazione dei prezzi dei propri averi). Dal punto di vista tecnico, invece, si segnala uno strano difetto per il quale, durante qualche cambiamento tra una schermata e l’altra, il volume di musiche e voci si azzera fino a rendere il gioco completamente muto, e alcuni errori nella visualizzazione dei testi (che nella nostra versione di prova erano disponibili solo in inglese e tedesco).Per quanto riguarda il comparto grafico, infine, il titolo propone una grafica tridimensionale che sebbene mostri qualche mancanza durante le cutscene, svolge il suo lavoro in modo onesto nel mentre degli scontri a turni; in questi frangenti, inoltre, è possibile muovere la visuale grazie all’azione della tastiera.

– Esperienza che coniuga una struttura semplice con una gestione dei personaggi complessa

– Il comparto narrativo sembra avere una certa importanza

L’interessante mossa di Daedalic Entertainment porta come conseguenza un RPG a turni dalla struttura semplice che non sembra disdegnare, però, una certa profondità nelle possibilità di evoluzione dei personaggi: sono questi, dunque, i fattori che fanno sì che Blackguards sia un progetto da tenere d’occhio per tutti gli amanti del genere. A questo impianto ruolistico, poi, si affianca un’attenzione alla narrativa tipica delle avventure della casa tedesca che fa ben sperare, sebbene gli elementi da limare e perfezionare in ambito sia tecnico che di gameplay siano evidenti.

Rimaniamo in attesa allora di poter mettere le mani sulla versione completa del titolo, prevista per il 24 gennaio: nel frattempo, rimanete con noi per tutti gli aggiornamenti in merito!