Recensione

Birds of Steel

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a cura di Slice

A distanza di tre anni dall’uscita di Il-2 Sturmovik: Birds of Prey, gli sviluppatori russi di Gajin Entertainment offrono ai giocatori la possibilità di tornare a pilotare alcuni dei più famosi aerei della Seconda Guerra Mondiale e di rivivere, in prima persona, le battaglie aeree più importanti accorse durante la campagna nel pacifico.

Un po di simulazione nel mondo delle console

Il livello di simulazione presente nel primo capitolo della serie aeronautica militare creato dai ragazzi provenienti dalla più grande regione europea, come dicevamo in apertura, è il punto di forza di tutta la produzione. Nel secondo episodio il discorso viene ulteriormente ampliato e migliorato,  proprio per questo non possiamo che partire da tale elemento di gioco per analizzarlo al meglio. A differenza di altre saghe storiche ispirate alle evoluzioni aeree, in questa serie ci troveremo a doverci confrontare con tutte quelle dinamiche che accorrono quando ci si trova a più di settemila metri di quota. Regolare la potenza del motore per poter effettuare determinate manovre, piuttosto che evitare lo stallo con evoluzioni azzardate sono solo alcune delle variabili di cui il giocatore dovrà tener conto. La presenza di tre livelli di difficoltà, inoltre, non rende l’esperienza fruibile a tutti i tipi di videogiocatori. Anche nella semplicità di un aereo gestito quasi totalmente dalla I.A. e quindi incline anche a meno sollecitazioni rispetto alla realtà, lo svolgersi delle missioni presenti nel pacchetto di gioco strizza l’occhio ad un concetto di volare che si distanzia abbastanza nettamente da quello che è il giocare molto più user friendly e pick & play di altri pilasti del genere come Ace Combat giusto per citarne uno. La pulizia nel controllo del velivolo e il controllo di tutte le dinamiche che un pilota reale è tenuto a dover gestire dal decollo sino all’atterraggio, prevalgono su qualsiasi altro elemento, dimostrando se mai ce ne fosse bisogno, come Birds of Steel sia un titolo estremamente di nicchia, destinato non solo a provetti piloti virtuali ma ad una categoria di videogiocatori che ha nel suo carattere una pazienza estrema e la volontà di imparare anche dopo tanti errori e game over. Fortunatamente, un tutorial discretamente completo, immerge l’utente gradualmente e senza traumi eccessivi a tutte le opzioni e le (tante) tecniche di volo, di approccio e di ingaggio che si modificano in base alla categoria e al tipologia del velivolo. A rimarcare il feeling estremamente tecnico c’è anche la possibilità di rendere carburante e munizioni limitate, scelta che spinge ancora più verso l’alto l’attenzione del giocare alla tipologia e alla pulizia nei combattimenti aerei. A tutta questa estrema tecnicità che può intimorire la massa c’é però un senso di appagamento altissimo che si manifesta più di una volta anche nell’arco della stessa missione. L’abbattimento di un caccia, un bombardamento andato a segno o un semplice atterraggio su portaerei avvenuto in maniera pulito fanno letteralmente esaltare e rendono orgoglioso il giocatore come pochi altri titoli sanno fare.

Campi di battaglia estremamente realistici

A rimarcare in maniera abbastanza netta la volontà da parte degli sviluppatori di offrire un prodotto completo agli acquirenti del titolo, vi sono un numero e una qualità delle modalità di gioco assolutamente apprezzabile. Fulcro di tutta l’esperienza sarà ovviamente la campagna singolo giocatore. In questa variante andremo a rivivere in prima persona alcune tra le battaglie aeree più famose accorse nel pacifico e consacrate non solo dai libri di storia ma anche da lungometraggi bellici che si sono ispirati proprio ad alcuni avvenimenti realmente accaduti. Partendo dal vigliacco attacco da parte della flotta aerea giapponese alla base navale militare americana sita nelle Hawaii e più precisamente a Pearl Harbor passeremo per le altrettanto famose battaglie del Mar dei Coralli, Midway, dell’isola di Wake e molte altre ancora. Le meticolosità con cui queste campagne militari sono state ricostruire è quanto di più vicino alla realtà si possa chiedere ad un video gioco. A supporto della parte giocata ci sono anche una serie di voci di contorno che non fanno altro che arricchire con un supporto sia visivo che scritto sotto forma di enciclopedia, un contesto già dettagliato, ma che potrà essere compreso in maniera nettamente superiore anche da chi non ha mai sentito parlare di questi fatti storici. Nell’arco della campagna inoltre, il gioco offre la possibilità al giocatore di vedere l’evento da entrambi gli schieramenti, scegliendo se governare dei velivoli americani o giapponesi. A supporto della campagna ci sono anche le alternative battezzate: campagna dinamica e missioni singole. Nel primo caso ci troveremo a giocare otto livelli, sempre contestualizzati a livello storico, in cui potremo andare a modificare determinati parametri di gioco, rendendo l’esperienza ancora più personale e in base a quanto scelto decidere anche di modificare gli eventi di un determinato momento storico. L’ultima delle modalità da noi elecante invece offre la bellezza di venti missioni singole che esulano dal contesto del pacifico per addentrarsi in location che richiamano anche altre battaglie storiche combattute nella cara vecchia Europa. Il bacino della Ruhr e Malta ad esempio sono alcuni esempi di luoghi che potremo sorvolare con il nostro aeroplano. La cosa sicuramente più interessante di quest’ultime due modalità è quella data dalla possibilità di giocare fino a quattro giocatori contemporaneamente in una sorta di modalità cooperativa, dando così al giocatore e ai suoi amici la possibilità di creare la sua personalissima flotta.Come da logica deduzione il titolo supporta pienamente il multiplayer online con la possibilità data ai giocatori di battersi in furiose battaglie fino a sedici giocatori nella modalità principale chiamata Scontro, in cui dovremo insieme alla nostra squadra abbattere sia obiettivi in aria che a terra per uscire vincitori dalla disputa. In questo senso l’appagamento offerto dalla campagna singolo giocatore viene elevato alla seconda, grazie alla possibilità di confrontarsi con altri giocatori umani che, come noi, cercheranno oltre a non farsi abbattere di controllare al meglio il proprio velivolo. In questo senso però, avremmo preferito da parte degli sviluppatori una maggior cura nella creazione del matchmaking che non sempre riesce a svolgere nel migliore dei modi il suo lavoro. Appagante invece il quantitativo di mappe proposte, ben dodici, che andranno a riprendere alcune delle location già apprezzate nelle missioni in singolo. Ineccepibile il net code con la totale assenza di lag anche nelle fasi di gioco più concitate. Tutto gli obiettivi che raggiungeremo nelle modalità appena raccontate convoglieranno in un ranking system che man mano che saliremo di livello ci darà la possibilità di sbloccherà nuovi oggetti con cui personalizzare gli aerei all’interno di un discreto editor e ovviamente la possibilità di accedere a velivoli prima inaccessibili. Un ottimo modo per dare un ulteriore senso al giocato.

Cieli cristallini e distese di terra sbiadite

Sotto l’aspetto estetico Birds of steel vede una contrapposizione di situazioni. Se da una parte abbiamo una realizzazione degli aeroplani assolutamente certosina e perfettamente fedele alla controparte reale in ogni dettaglio, dall’altra abbiamo un qualità abbastanza bassa e poco definita degli ambienti di gioco, che stride, in parte, alla cura che è stata messa nel ricreare le dinamiche delle missioni. Peccato che però ci sentiamo di non far pesare troppo ai fini del giudizio, visto che nel complesso il tutto sembra comunque funzionare. Assolutamente ben fatta anche la colonna sonora del titolo con temi portanti discretamente epici e ben contestualizzati al tipo di gioco. Niente da dire anche sugli effetti audio, con la campionatura dei vari rumori ed effetti incredibilmente realistica e che aiuta ad immergere ancora di più, se mai ce ne fosse bisogno, il giocatore nei panni del pilota.

A conti fatti ci troviamo quindi di fronte ad un titolo che per gli amanti del genere aeronautica è una vera e propria Mecca, almeno su console. Se vi è piaciuto il primo questo è un acquisto obbligato. Al resto dei giocatori consigliamo una prova preventiva che servirà per saggiare la profondità e l’impegno richiesto dal gioco.

– Miglior simulazione aerea presente su console

– Contesto ricreato perfettamente

– Online ben fatto e divertente

– A volte davvero frustrante

– Ambienti poco dettagliati

8.0

Birds of steel è un ottimo prodotto, unico nel suo genere all’interno del panorama console. La sua vena estremamente simulativa e poco permissiva lo rendono tuttavia un prodotto di nicchia, che solo i veri appassionati del volo potranno apprezzare appieno. Se siete alla ricerca di un gioco dal ritmo incalzante ed pieno di adrenalina statene alla larga, se invece siete alla ricerca di una simulazione appagante ed immersa nella Seconda Guerra Mondiale, questo è sicuramente il titolo che fa al caso vostro.

Voto Recensione di Birds of Steel - Recensione


8