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Bioshock 2: Minerva's Den

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a cura di Alex Overkilll

Bioshock è certamente diventato uno dei franchise più importanti di questa generazione di console ormai sulla via del tramonto, imponendosi con un primo monumentale capitolo d’indimenticabile bellezza e magia, un secondo certamente più discusso per quanto comunque molto ben fatto, e una conclusiva “rinascita aerea” degna di chiudere la (solo per ora) trilogia con luminose esplosioni pirotecniche.
Prima del definitivo salto generazionale, però, la serie ha in serbo un ritorno al passato, grazie all’ormai vicinissimo arrivo di Burial At Sea, dove i protagonisti di Infinite saranno trasposti nell’originale setting subacqueo. Quale miglior occasione quindi – idonea ad allentare la stretta e morsicante presa dell’hype – per rispolverare Minerva’s Den, ultimo DLC di Bioshock 2, nonché solo e  unico contenuto scaricabile “narrativo” dello stesso? Proprio nessuna.
Nuove paternità
1968. Siete un goffo Big Daddy. Nome in codice: Soggetto Sigma. State avvicinandovi al Minerva’s Den di Rapture, dove è custodito il Pensatore, un non meglio precisato artefatto vitale per l’intera città sottomarina. Improvvisamente, la vostra lenta ma metodica avanzata viene fermata dalla detonazione del corridoio in cui state deambulando, finendo sommersi da tonnellate di acqua salata e detriti metallici. La fine sembra essere giunta inesorabile.
Invece no. Tempo dopo vi svegliate tra le macerie, scoprendovi miracolosamente in vita e ancora operativi. Vi liberate dalle pesanti  travi sotto cui siete stati sepolti vivi, iniziando a spostarvi sul fondale oceanico. Una voce radio raggiunge le vostre ancora assonnate orecchie. E’ quella di Charles Milton Porter, artefice di quello stesso Pensatore che ha indirettamente causato il vostro quasi decesso: una macchina tecnologicamente avanzata capace di fungere da cervello pensante e calcolatore per l’intera Rapture. La richiesta dell’uomo è semplice: portarlo fuori da una città ormai fuori controllo, e condurre al sicuro insieme a lui anche l’elaborata intelligenza artificiale.
Come si può evincere dalla sua introduzione, questo add-on rappresenta un capitolo (autoconclusivo) a parte all’interno dell’universo della serie, con un nuovo protagonista, nuovi comprimari, ma anche vecchie conoscenze che torneranno puntuali per giocare il proprio ruolo nei meccanismi di quel che da subito si palesa essere il più grande pregio dell’offerta ludica: la narrazione. Una narrazione che trova il suo forte non nelle meccaniche alla base (risvegliarsi dopo un’apparente morte per essere poi condotti lungo gli scenari di gioco da una voce amica è una costante nel mondo di Rapture), quanto nella caratterizzazione dei personaggi, nelle sensibili tematiche trattate (il rapporto uomo-macchina, la mortalità dei legami affettivi, il razzismo) e negli ottimamente orchestrati colpi di scena. Un aspetto che, non è un caso, rappresentava invece il punto più cedevole di Bioshock 2, dimostrando come il team al lavoro sul gioco abbia tenuto a cuore le critiche mosse dal pubblico, aggiustando dovutamente il tiro.
A muovere voi e il personaggio sotto il vostro controllo saranno i continui, impetuosi sviluppi della trama, tenuta saldamente a braccetto dalle già ottime meccaniche del gioco principale – rimaste pressoché invariate – e da inevitabili preziose aggiunte a “flora” e fauna locali. Lungo gli umidi corridoi di Rapture si muove ora una nuova tipologia di Big Daddy, denominato Lanciere, armato dello stesso inedito strumento offensivo  direttamente fruibile in questo DLC: il laser ionico, pesante fucile dal raggio di fuoco continuato, pericoloso nelle proprie mani come naturalmente in quelle del nemico, che lo userà in tutti i modi per trasformavi in particellare mangime per pesci. Nuovo anche il plasmide “Pozzo di Gravità”, piccolo buco nero lanciabile per risucchiare oggetti animati e inanimati nelle sue immediate vicinanze, in un tripudio di caos e scompiglio adatto agli animi bellicosi più agguerriti. Invariato invece (e questo è un bene) il resto dell’arsenale militare, tra fiocine, sparachiodi, fucili a pompa, lanciagranate, giganti trivelle perforatrici, e il completo corredo di alterazioni genetiche care al brand.
Proprio perché si impersonerà un protagonista diverso da quello della trama principale, il suo sviluppo partirà da zero, e sarà naturalmente strutturato intorno alla durata complessiva dell’espansione. Quindi più plasmidi e tonici in minor tempo, e il sistema di potenziamenti Power To The People soppiantato da un leveling-up automatico al reperimento di armi abbandonate negli stage.
Abissi proibiti
Minerva’s Den ripropone tutto il fascino e la grandezza delle ambientazioni che hanno reso grande il franchise. La rovina, il degrado, il protagonismo dell’acqua, l’annichilimento dei valori e della morale, l’incancrenimento di una società utopica: ogni centimetro digitale è imbevuto di questi fatiscenti pilastri di Rapture.
L’espansione è strutturata in tre grandi aree, complesse, composite, liberamente esplorabili, ricche di oggetti da recuperare e cosa da fare, a partire dal recupero delle sorelline locali (salvabili o terminabili, a seconda delle inclinazioni morali del giocatore) e del conseguente Adam da loro immagazzinato. Sorelline significa anche Big Daddy da cacciare e uccidere, così come Big Sister da affrontare a singolar tenzone, tornate più agguerrite che mai in tutta la loro fulgida potenza distruttiva.
L’esperienza di gioco dura abbastanza da accontentare tutti: i velocisti in cerca di un’esperienza più disimpegnata, che comunque si troveranno occupati per diversi giri di lancette d’orologio; e i completisti più assidui, per cui si profilerà un viaggio non inferiore alla dozzina di ore. Un ottimo affare considerato il prezzo del biglietto, spesso e volentieri anche scontato sui vari store online.
A completare il resto: grafica e sonoro sempre performanti, doppiaggio italiano ineccepibile, così come l’esemplare opzione di sblocco del framerate.

– Narrazione eccellente

– Nuovi gadget di distruzione subacquea

– Tornare a Rapture è sempre estatico

– Rimane un DLC, e inevitabilmente finisce prima

8.5

Minerva’s Den conclude la narrativa a Rapture prima del suo grande ritorno con Burial At Sea, e lo fa attraverso una storia raccontata magistralmente, rivelando inediti retroscena del mondo sommerso del franchise, e organizzando un nuovo piacevolissimo tour guidato tra le sue corrotte pareti acquatiche. Nuovo nemico, plasmide e arma rappresentano solo il mero contorno di un contenuto di grande qualità, capace di aggiungere davvero qualcosa al mozzafiato mosaico sul fondale oceanico di 2K.

Un’offerta irrinunciabile per tutti coloro che avessero apprezzato Bioshock 2, ma anche per quelli che nel predecessore il cuore ce lo avessero conservato sottovuoto dentro una teca di vetro.

Voto Recensione di Bioshock 2: Minerva's Den - Recensione


8.5