Recensione

Beat Down: Fists of Vengeance

Avatar

a cura di rspecial1

Capcom, un nome una garanzia quando si parla di picchiaduro…più o meno. La società che ha dato alla luce capolavori come Final Fight, Cadillac and Dinosaurs e tanti altri titoli che hanno fatto la storia del genere, decide di realizzare un nuovo gioco questa volta tutto poligonale per rilanciare i picchiaduro a scorrimento e riportarli ai fasti di un tempo. Come si può dubitare di una società tanto blasonata e con alle spalle un’esperienza che non è seconda a nessuno? Dopo aver giocato ai vari titoli rilasciati negli ultimi anni per le varie console, la sensazione che questo Beat Down potesse entrare a far parte delle sue serie di successo era quasi scontata…non ci resta che capire cosa non ha funzionato.

Zanetti, il capitano…Il titolo è ambientato in una città cupa e malfamata dove il crimine regna sovrano e le forze dell’ordine lottano invano ogni giorno per cercare di sterminare i boss della mala…storia originale e mai sentita, non c’è che dire. A differenza del passato però alla Capcom hanno cercato d’innovare leggermente il gameplay arricchendolo con elementi extra per renderlo più vario e ricco possibile. Nel gioco infatti avrete la possibilità di esplorare un’intera città ed interagire con i vari personaggi presenti in essa, parlando per chiedere informazioni oppure entrando nei negozi per cambiare il proprio abbigliamento e look estetico. Le vostre disavventure infatti inizieranno quando per puro caso vi troverete nel posto sbagliato al momento sbagliato, come sempre, facendovi nemici in un solo colpo tutta la malavita della città e, come se non bastasse, anche la polizia. Sarete cosi ricercati costantemente e, se riconosciuti dai nemici, attaccati all’istante, ecco quindi perché è stata inserita la possibilità di camuffarsi e cambiare aspetto, per cercare di passare inosservati mentre esplorate le varie locazioni. Purtroppo però possiamo segnalarvi subito che nè l’interazione con i NPC (i personaggi non giocabili) nè la caratteristica di potersi travestire sono state sfruttate adeguatamente dai programmatori, infatti le persone con cui parlerete quasi sempre non vi diranno nulla di utile e finirete per farci a botte…tutte le volte. Cambiando tutto il vostro look invece riuscirete a passare inosservati per troppo poco tempo, cosi o continuerete a cambiare il look al vostro personaggio in continuazione o farete come il 99% delle persone, ve ne fregherete e giù a pestare duro ogni due passi.

Il Final Fight dei poveri!In effetti il titolo sembra proprio il classico della Capcom imbruttito e modernizzato rendendo i personaggi molto attuali come look, ma la lotta come avviene? Essenzialmente ci sono due tipi di combattimento nel gioco, quello da strada ovvero il principale, e quello uno contro uno. Andando in giro per le varie zone della città verrete attaccati da orde di nemici contemporaneamente, qui avrete la possibilità di pestarli tutti con combo di calci e pugni, prese proibite o proiezioni per scaraventarli uno contro l’altro. Oltre ad attaccare potrete anche difendervi parando i colpi avversari o usare ogni oggetto a vostra disposizione (le classiche spranghe di ferro e via dicendo) per fare piazza pulita il prima possibile. Gli scontri però non saranno affatto tattici e spesso basterà premere un po’ il pulsante del pugno e del calcio, mentre la parata è inutile per avere la meglio sui gangster. L’uno contro uno apparirà quando v’imbatterete in un boss o in un personaggio particolare che sfiderete alla lotta, qui la meccanica di gioco non cambia ma la presentazione e lo stile del tutto assomiglia più ad un classico Virtua Fighter che ad un picchiaduro a scorrimento. Ma potete stare tranquilli, non farete tutto da soli, durante l’avventura in effetti potrete anche recuperare delle reclute e farvele amiche per aiutarvi nei combattimenti. Essenzialmente questi personaggi agiscono da soli ed automaticamente quando v’imbatterete in una lotta di gruppo, dimostrando una I.A. appena sufficiente, eseguendo combo anche complesse ma quasi sempre a vuoto o comunque mai utili nella lotta; purtroppo però, come spesso accade, l’azione di gioco sarà concentrata su di voi e di conseguenza dovrete darvi da fare per eliminare i nemici visto che i vostri compagni non riusciranno quasi mai a darvi realmente una mano. Nei combattimenti con i boss o comunque uno contro uno, invece, i vostri aiutanti si faranno da parte. Il gioco comunque offre molte possibilità ed opzioni, ma purtroppo il tutto è stato realizzato veramente male, ad esempio anche se potrete interrogare i nemici questi non diranno nulla che possa esservi d’aiuto per proseguire l’avventura, allora cosa lo sottoponete ad un interrogatorio a fare? Uccidetelo e basta.

Crazy Camera ShowAndando ad analizzare la parte tecnica del gioco dobbiamo dire che non è affatto male…molto di più. Graficamente parlando il titolo è osceno, con texture in bassa risoluzione, sgranate e brutte da vedere, modelli dei personaggi praticamente identici oltre che realizzati male con pochi poligoni ed animazioni legnose e ripetitive. Altri problemi riguardano la compenetrazione dei poligoni, un difetto comune a molti titoli ma che qui sembra aver trovato il suo massimo esponente visto che per poco non riuscirete ad entrare nei muri con il vostro personaggio. Il problema veramente grave, però, è in realtà la telecamera; impossibile giocare con una camera impazzita che spesso si blocca dietro gli oggetti senza farvi vedere nulla o si posiziona in posti che tutto hanno tranne l’utilità di farvi vedere cosa sta accadendo su schermo, forse è per questo che basta pigiare a caso sui tasti senza neanche guardare lo schermo per vincere contro i nemici. Le ambientazioni dovrebbero essere grandi e varie, in effetti hanno ricreato una città…beh in effetti niente, qui ogni dieci passi si ripete tutto, dai palazzi agli oggetti più inutili, varietà quasi nulla e chi avrà acquistato il gioco (bestemmierete sicuramente se oserete fare una cosa simile) sarà assalito dalla sensazione di girare sempre intorno allo stesso posto. Le musiche sono quasi inesistenti ma comunque carine e ben realizzate, pessimi i doppiaggi degli attori che sembrano ubriachi fradici e non sono neanche in italiano, per gli effetti sonori invece si è nella media.

– Molte Opzioni per Customizzare il Personaggio

– Pessimo Gameplay

– Pessima Grafica

– Scarsa Longevità

4.0

Beat Down: Fists of Vengeance rappresenta un titolo dalle buone idee e potenzialità, purtroppo sprecate grazie ad un’implementazione di queste totalmente sballata ed una realizzazione tecnica al limite della decenza per delle console a 128-bit. Se proprio volete un picchiaduro a scorrimento o un buon action rivolgetevi altrove, ma per il resto non acquistatelo, e se oseranno regalarvelo…beh picchiate duro, perché sicuramente non vi vogliono bene.

Voto Recensione di Beat Down: Fists of Vengeance - Recensione


4