Recensione

Battlestations Pacific

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a cura di andymonza

A più di due anni di distanza da Battlestation Midway, la divisione Ungherese di Eidos Interactive torna sugli schermi con un seguito, che promette un gampelay approfondito, un multiplayer solido ed un comparto tecnico al passo coi tempi. A livello concettuale, il nuovo titolo ripropone la medesima peculiare formula del predecessore, a metà strada tra azione e strategia in tempo reale. Utilizzando strumenti come un menu radiale ed una complessa mappa strategica ci si potrà infatti occupare della gestione delle truppe sul campo, mentre gli amanti dell’azione potranno decidere di calarsi direttamente nelle cabine di guida di aerei, navi e sommergibili, potendo il più delle volte passare in tempo reale al comando delle diverse unità.

Guerra accessibileIl setting è ancora una volta quello della Seconda Guerra Mondiale, e copre un arco storico che va dal 1941 al 45, offrendo due distinte campagne per l’America ed il Giappone, con ben 14 missioni ciascuna. Nel caso Giapponese, il titolo si prende più di una licenza storica, ipotizzando una campagna di continue vittorie in seguito all’incipit. La narrazione è affidata ad un misto tra cut scene in computer grafica ed intermezzi realizzati con il motore di gioco, sporcati con una grana filmica che dona al tutto un azzeccato look documentaristico. Per quanto esista un completo tutorial che permette di familiarizzare con i comandi delle tre tipologie di veicoli disponibili, il grande pregio di Battlestation Pacific risiede proprio nell’immediatezza dei controlli, che sacrificando una buona dose di realismo riescono a rendersi accessibili a tutti, pur mantenendo un feeling convincente. Un analogico è sempre dedicato alla potenza del motore ed alla sterzata, mentre l’altro permette virate nel caso degli aerei o spostamenti di telecamera nel caso dei natanti; questa configurazione, perdipiù ulteriormente configurabile scegliendo a quale analogico assegnare le funzioni, permette di padroneggiare i mezzi in pochi istanti, anche se per alcune manovre più complicate occorre comunque un po’ di pratica. Tra aerei, navi e sommergibili il titolo può puntare su uno straordinario assortimento di mezzi, che complessivamente supera il centinaio.

Per terra e per mareAlla base del gameplay c’è un sistema a missioni che offre diversi obbiettivi principali in sequenza, oltre a diversi incarichi facoltativi, il cui eventuale completamento andrà ad aumentare il punteggio di fine missione ed eventuali mezzi sbloccabili. I molteplici compiti che ci si trova a svolgere nel corso di ogni singola missione vanno dal distruggere determinati bersagli al suolo, alla difesa di un territorio o di speciali unità. La tipologia di veicolo viene determinata automaticamente in base al tipo di missione, anche se tramite lo sblocco di ulteriori unità si può ottenere un po’ più di varietà. Una volta sul campo diventa fondamentale scegliere il tipo di arma adatta al tipo di compito da svolgere, dato che molti mezzi sono dotati di diverse offensive che vanno dai normali mitragliatori o artiglieria nel caso delle navi, sino alla contraerea, alle bombe ed ai siluri. Come accennato, oltre all’azione diretta diventa importante gestire anche il lato strategico: questo è possibile sia tramite un menu a scelta rapida che permette di impartire ordini alla propria squadriglia, sia attraverso una mappa tattica con la quale è possibile gestire tutte le unità alleate presenti sul campo: per quanto nelle prime fasi di gioco le scelte tattiche siano perlopiù guidate o facilmente intuibili, le missioni avanzate e con molteplici fronti di battaglia richiederanno un uso ben più intenso di questi strumenti. Anche se vi sono momenti in cui le missioni riescono a creare situazioni interessanti, come nel caso degli assalti combinati a installazioni militari dove si può cambiare di continuo unità tra mare e cielo, vi è una ripetitività di fondo degli incarichi che tende a far scendere l’interesse soprattutto dalla metà delle campagne in poi. Infelice è anche la scelta di chiudere i confini di certe missioni, con il giocatore costretto a comandare una sola unità, e addirittura talvolta i soli armamenti, con la guida affidata all’Intelligenza Artificiale; questi momenti tendono a fare a pugni con la totale libertà offerta dal resto delle missioni, e si rivelano spesso tediosi.

MultiplayerOltre alle due campagne, in grado di impegnare il giocatore medio per 15/20 ore, gli sviluppatori hanno dedicato buona cura anche al comparto multigiocatore, che presenta ben 5 diverse modalità, e supporto fino a 8 giocatori. Tra modalità competitive e cooperative, l’assortimento si rivela buono, anche se a distinguersi è senza dubbio Cattura l’Isola, dove i partecipanti devono gestire un limitato numero di unità belliche per conquistare punti neutrali sparsi sulla mappa.Per quanto il ritmo di gioco complessivo si discosti molto dalla natura spesso frenetica di molti comparti multigiocatore di stampo bellico, una volta entrati nella giusta ottica ci si diverte, e la longevità ne trae gran giovamento.

Comparto tecnicoIl comparto tecnico di Battlestations Pacific ha senza dubbio fatto molti passi avanti rispetto a quello del predecessore, ed offre un look generale accattivante. Osservando con più cura si notano tuttavia le texture in bassa definizione applicate al terreno, e la povertà degli effetti particellari, che rendono le esplosioni davvero poco convincenti, dettaglio che in uno scenario di guerra finisce per compromettere non poco il colpo d’occhio. I modelli dei veicoli sono discreti ma non troppo dettagliati. Ben realizzati invece gli effetti atmosferici, come ad esempio le tempeste di fulmini sul mare. Ottimo il frame rate, che nonostante la generosa dimensione delle mappe non presenta esitazioni di sorta. Peccato per i caricamenti, piuttosto frequenti e spesso troppo lunghi; questo tende a spezzare eccessivamente l’azione di gioco, quando occorre attendere qualche secondo per il passaggio alle cut scene d’intermezzo.La componente audio si divide tra una discreta colonna sonora, effetti non sempre convincenti, ed un doppiaggio in italiano senza dubbio gradito ma di scarsa qualità.

– Buon mix tra strategia ed azione

– Controlli accessibili

– Missioni ripetitive

– Comparto tecnico datato

7.0

Nel complesso, Battlestations Pacific riesce a riprendere lo stile del predecessore, raddoppiando la longevità e introducendo diverse interessanti features, oltre a un multiplayer di buona qualità, ed è per questo assolutamente consigliato ai fan di Midway.

E’ tuttavia un peccato che non sia stata riposta maggior cura nella creazione di missioni più varie e originali. Questo importante aspetto, unito a un comparto tecnico positivo nell’insieme, ma comunque sotto la media odierna, non permette una promozione a pieni voti. Lo consigliamo comunque a chi vuole provare un’esperienza militare un po’ diversa dal solito, la giusta via di mezzo tra strategia ed azione.

Voto Recensione di Battlestations Pacific - Recensione


7