Recensione

Battlestations: Midway

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a cura di Alex90

Non ho alcuna ombra di dubbio che chiunque sia qui, in questa sede, a leggere tale recensione, abbia un minimo di conoscenza di ciò che accadde nel periodo compreso tra il 1940 e ’50, che per sempre ha segnato la storia di tutti noi, la Seconda Guerra Mondiale. Ebbene seppur sia passato più di mezzo secolo da quegli anni maledetti, l’attenzione di tanti registi cinematografici e soprattutto di molte case produttrici di videogames è ancora alta su tali argomenti. Non a caso, per quanto riguarda il nostro pane quotidiano, i videogiochi, ogni anno vengono sfornati una serie di titoli ambientati nella lontana Guerra, tanto che molti di questi sono inevitabilmente destinati a fare la ‘polvere’ (che sia sullo scaffale vostro o della ludoteca sinceramente non ha molta importanza), a causa di una spietata concorrenza e di un venir meno di novità appetibili. Cosa che però non dovrebbe preoccupare più di tanto i developers ungheresi di Eidos, i quali sono riusciti a concepire un titolo, di tutto rispetto che si distacca dalla massa, BattleStation: Midway. Il gioco propone scenari e ambienti originali, strizzando l’occhio verso aspetti del conflitto, finora trascurati: i cieli e le acque fredde dell’Oceano Pacifico. Insomma, la guerra, la vostra guerra, sta per cominciare…che ne dite di farci un salto?

Attacco a Pearl Harbour!Provate ad immaginare un pò lo scenario che vi troverete di fronte: siamo nel pieno della guerra, gli americani, dopo l’attacco aereo giapponese riuscito, alla base nevralgica di Pearl Harbour, sono pronti a tutto. L’oceano fa da sfondo a decine di navi da combattimento e aerei dell’epoca, che si fronteggiano fino all’ultimo colpo a suon di siluri, bombe e armi varie. Da un lato gli americani, dall’altro i giapponesi, in mezzo il mare. La storia sembra già scritta, un destino già segnato, eppure non è così, ora ci siete anche voi. Come? Nei panni di Henry Walker, un tenente della marina statunitense, che ha avuto la sfortuna di essere in servizio proprio alla base navale di Pearl Harbour, al momento dell’attacco. Il nostro alter-ego, Henry, riuscirà a fare carriera durante il conflitto e a diventare in breve tempo un leader indiscusso.

Un arcade ma…Battlestion Midway si presenta, di primo acchito, come un gioco ben congeniato e rifinito, e si vede tutto il lavoro assiduo portato avanti dai ragazzi di Eidos, nel lungo periodo di sviluppo. Una prima occasione di testimonianza di quanto appena affermato, ce la offre il menu principale, ricco di modalità, tutorials ed extra vari, per tutti i gusti. Dopo esserci impratichiti dei comandi con l’apposita opzione ed aver settato le impostazioni a seconda delle caratteristiche del nostro amato pc, andiamo a vedere un po’ ciò che veramente ci interessa: il gioco. Oltre alla parte online, di cui dopo avremo modo di parlare in maniera esaustiva, avremo quattro opzioni di scelta a nostra disposizione: la modalità campagna e alcune sfide con la CPU, a bordo di navi, aerei e sottomarini. Dato che la prima modalità racchiude tutte le altre, ci concentreremo maggiormente su di essa.Introdotti da un bel filmato in real time, veramente curatissimo (speravo la grafica in game fosse per davvero così), veniamo scaraventati nel bel mezzo della guerra. Dapprima, ci limiteremo a muoverci come un semplice capo vedette con l’intento di spremere al massimo l’artiglieria contro i nemici giapponesi, contro i loro aerei, le loro navi, i loro sottomarini, insomma, contro tutto ciò che puzzerà di sushi! Non preoccupatevi però, sarà solo l’inizio così caratterizzato, dopo aver scalato due o tre missioni, eccovi già alla guida di aerei e imponenti navi, a capo di una e vera e propria flotta. A proposito di guida. E’ doveroso spendere due parole su ciò che più ci ha impressionato nel lavoro di Eidos, ossia il perfetto equilibro che coesiste tra simulazione e arcade. Il titolo nasce, inizialmente, come un’arcade, con l’intento di far rivivere la guerra aeronavale, senza tante preoccupazioni di dribblare alcune leggi della fisica che farebbero rivoltare nella tomba il geniale Einstein. Non dovremo dunque preoccuparci più di tanto di dare un’occhiatina alla direzione del vento o al mare in tempesta, per colpire i nemici. Tuttavia, detto questo, il fattore simulazione si comporta abbastanza bene. In aria infatti, dovremo stare molto accorti a non perdere i giri del motore decelerando, mentre in picchiata dovremo prestare massima attenzione per evitare di perdere il controllo, andando a sbattere contro l’obiettivo o peggio ancora finendo, rovinosamente, in mare. Nelle virate, ovviamente, maggiore sarà la nostra velocità e maggiore sarà il raggio d’azione in cui ci muoveremo. Inoltre, nel malaugurato caso in cui, durante un conflitto navale, dovessimo incappare in ingenti danni allo scafo, tramite un tasto appositamente studiato è possibile richiamare alcune unità adibite a lavori di recupero e ordinare loro di chiudere la falla. Sarete orgogliosi di voi stessi e vi si allargherà il cuore, quando vedrete muoversi verso l’obiettivo, come da voi disposto, quei simpatici omini, pronti a tutto per svolgere la loro umile mansione pur di non far affondare a picco la vostra ‘cara’ imbarcazione. Sul fronte sottomarino, la situazione (che non a caso fa rima con simulazione) si fa più complessa e interessante. In questo caso, l’occhio dovrà cadere più volte sull’indicatore di ossigeno a bordo che sarà proporzionale al livello di profondità d’immersione. Del primo, credo sia superfluo dire che, con il trascorrere del tempo, l’elemento che ci permette di respirare, l’ossigeno, in chimica ‘O’, si affievolirà gradualmente, rendendo impossibile la nostra vita nel sommergibile. Il secondo indicatore, invece, sarà altrettanto importante se non vorrete lasciare le penne in fondo al mare. Difatti, se doveste muovervi sotto il pelo dell’acqua, a profondità troppo basse, i sonar delle navi nemiche vi staneranno e i loro siluri faranno il loro crudo lavoro, costringendovi a dire addio al gioiello di sottomarino in vostro possesso.In definitiva la modalità ‘Campagna’ risulta molto coinvolgente, grazie a scenari e a missioni davvero ben ideati. Le missioni inoltre, seppur non molto longeve né tantissime (tredici in tutto), permettono al giocatore di avere un’ampia visione del gioco, proponendo la possibilità di guidare quasi tutti i mezzi a disposizione.

La guerra in cielo e in mareBene, abbiamo già svelato, sommariamente, quale sarà il nostro compito da portare a termine durante le più svariate missioni. Abbattere i nemici a bordo di aerei, navi e sottomarini. Però, dei modi in cui farlo ancora non se n’è parlato e visto che a noi non piace far rimanere a bocca asciutta i nostri lettori, disquisiremo brevemente di ciò. A bordo degli aeromobili, che si divideranno in aerosiluranti e bombardieri, le armi a vostra disposizione saranno varie e differenziate. In linea di massima, comunque, tutti godranno dell’artiglieria, di cui disporranno anche le navi, e delle bombe, sempre pronte per essere sganciate, contro obiettivi fissi. Nel caso in cui doveste abbattere nemici in movimento, aerei per esempio, verrà in vostro aiuto un mirino aggiuntivo, sfasato rispetto all’originale, che vi indicherà il punto in cui sparare i proiettili di artiglieria, per anticipare la mossa del nemico in moto. Per quanto concerne l’aspetto navale, anche le navi a vostra disposizione saranno in numero elevato. Esempi sono rappresentati dai cacciatorpedinieri, i sottomarini, le portaaerei, dalle quali decolleranno e atterreranno i nostri velivoli, e infine c’è la ‘number one’, la nave madre, che ha dato il titolo al gioco stesso, la Battlestation. Oltre all’artiglieria, saranno i cannoni e i siluri a farla da padrone nei vari conflitti. In tali occasioni però, anche qui, in amniera simile a ciò che avviene in aria, dovrete anticipare i nemici, sparando i colpi nel punto in cui prevedete la nave possa giungere al momento dell’impatto con la vostra controffensiva. Tale sistema vi sembrerà piuttosto difficoltoso, specialmente nei primi tiri di prova, ma col tempo e un po’ di pratica vedrete che i vostri riflessi da bersagliere miglioreranno.Un plauso va conferito agli sviluppatori ungheresi di Eidos, per come hanno caratterizzato l’intelligenza artificiale del gioco. Infatti l’IA delle navi e degli aerei che propone Battlestation: Midway, eccelle e solo raramente i nostri uomini, così come i nemici, saranno protagonisti di spericolatezze e assurdità inspiegabili. In molte circostanze, al contrario, tutti dimostreranno una buona capacità di ragionare e di focalizzare la situazione in cui sono coinvolti. Esempi eclatanti di quanto detto sono le manovre disperate compiute dalle navi per evitare i siluri, o meglio ancora le mosse strategiche utilizzate dai cacciatorpedinieri nemici per cercare in tutti in modi di visualizzarvi nei loro monitor, grazie ai sonar. Insomma la programmazione dell’intelligenza artificiale si attesta su livelli ottimi.

E i pesciolini e gli uccelli?Dopo aver speso le dovute parole d’elogio per spiegare l’ottimo lavoro fatto da Eidos per quanto concerne l’aspetto ludico, andiamo un po’ a vedere come se la cava il titolo anche dal punto di vista squisitamente tecnico, cominciando dal motore grafico. Battlestation: Midway si presenta esteticamente come un titolo soddisfacente e ben realizzato. Il framerate è assolutamente impeccabile e la fluidità delle immagini è assicurata anche nelle situazioni più trafficate. A parte questo, che non è poco, quella sensazione di vuoto e di incompleto predomina. Difatti, seppure ottima la trasposizione virtuale di navi e aerei, le texture che rivestono i mezzi lasciano a dir poco a desiderare. Pure gli ambienti e i vari isolotti che qua e là intervallano la distesa blu dell’oceano non fanno certo gridare al miracolo, risultando, sinceramente, scarni e deludenti. Anche il sonoro si attesta nella media, sfoggiando per ogni tipo di situazione una melodia diversa, che si adatta al contesto. Peccato, infine, per la lingua. E’ vero i tutorials e le varie opzioni di gioco sono interamente in italiano, ma nonostante i sottotitoli, delude un po’ la scelta di Eidos di non ridoppiare i dialoghi in lingua italiana. Sicuramente avremmo potuto immergerci maggiormente nella storia e avere un rapporto più diretto con il titolo.

HARDWARE

Requisiti minimi:Processore Pentium a 1800 Mhz, 512 MB di ram, scheda acceleratrice 3D 64Mb richiesta (Geforce 3 o Ati Radeon 8500 minimo), sistema operativo Windows 2000/XP, 3500 MB di spazio libero su Hard-Disk, lettore DVD-ROM, DirectX 9.0c (comunque presenti sul CD), linea veloce per partite in internet.

MULTIPLAYER

Come abbiamo affermato precedentemente, sul fattore longevità il gioco lascia un po’ con l’amaro in bocca. Tuttavia, per ovviare a tale mancanza, gli sviluppatori di Eidos hanno concentrato la buona parte del loro lavoro, con l’intento di ottenere un modalità multiplayer divertente ed esaltante. E credo proprio ci siano riusciti. Le battaglie fino a otto giocatori risultano davvero avvincenti, e spesso il vincitore dovrà battersi fino all’ultima falla.Nota tecnica: per giocare online, è necessario registrarsi su Gamespy.

– Coinvolgente

– IA ai massimi livelli

– Perfetto mix tra simulazione e arcade

– Online curato…

– …ma modalità single player poco longeva

– Dalla grafica ci si aspettava di più

7.7

Alla fine, dopo tanti travagli e rinvii, la base ungherese di Eidos Interactive è riuscita a partorire il suo nuovo titolo bellico, Battlestation: Midway. E direi, che sia riuscita a fare centro. Il gioco finale non ha deluso affatto le aspettative, e si propone meritatamente come un ‘must’ per gli amanti del genere. A fronte di un comparto ludico, praticamente ineccepibile si contrappone, purtroppo, un motore grafico che lascia con l’amaro in bocca, dato che sebbene sia abbastanza godibile, con un pò di solerzia in più da parte degli sviluppatori ne sarebbe potuto venir fuori un capolavoro. Peccato. Tirando le somme, se siete tentati di acquistare Battlestation: Midway affrettatevi, perché la guerra (virtuale si intende), per cominciare, non aspetta altro che voi.

Voto Recensione di Battlestations: Midway - Recensione


7.7