Anteprima

Battlefield 4

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a cura di Mugo

San Francisco – Al Metreon Theater si respira l’aria delle grandi occasioni. Noi di Spaziogames siamo qui per Battlefield 4, ma l’impressione è che l’appuntamento nella cittadina californiana rappresenti qualcosa di più delle solite anteprime, l’impressione è che si tratti di una sbirciata nella next-gen, di un’occhiata al futuro, di un assaggio d’innovazione. 

Ci mettiamo in fila con tutti i colleghi della stampa internazionale, firmiamo quello che dobbiamo firmare, e ci sediamo nella sala di un cinema nel centro di San Francisco che sarà il centro del mondo videoludico per un’oretta almeno. Battlefield 4 non può essere solo l’ennesimo capitolo di una serie simbolo per gli sparatutto, non può essere solo un more of the same, non può, e infatti non lo è. Battlefield 4 prende la nostra idea di spettacolarità e la frantuma sotto i nostri occhi grazie alla forza del suo motore grafico. 
Ma andiamo con ordine, e cominciamo dal principio, un principio sott’acqua. 
Fatti, non parole. 
Il discorso introduttivo alla demo del titolo DICE è quanto di più breve si possa sperare, una cosa del tipo: “Facciamo così, lasciamo parlare il gioco“, e nel giro di trenta secondi, trenta, stiamo vedendo giocare una live demo sul palco.Siamo dentro una macchina, sott’acqua, e il nostro caposquadra mutilato ci chiede di lasciarlo indietro e salvare almeno noi la pelle: “Un lupo è capace di mangiare la sua stessa zampa per liberarsi da una trappola”. Il lupo è la nostra squadra, la zampa è lui, una zampa senziente che ci ordina di abbandonarla per il bene superiore. Neanche il tempo di scoprire le prossime mosse e siamo catapultati nel passato, un passato vecchio di soli quattordici minuti e che rappresenta il percorso del giocatore fino a quei drammatici momenti intrappolati tra i flutti. 
La spettacolarità dell’azione sembra uno dei punti forti di Battlefield 4, tutta la missione che segue, infatti, è impreziosita da diversi momenti mozzafiato capaci di smuovere anche il giocatore più impassibile. Se tutta la campagna sarà come il livello visto, possiamo aspettarci una vera montagna russa di emozioni.La montagna russa, in effetti, è una metafora quasi abusata nella rappresentazione del ritmo di un videogioco, si tratta di creare una sequenza sensata di momenti calmi e momenti concitati così da tenere alta l’attenzione del giocatore, senza annoiarlo, ma anche senza sopraffarlo con eccessive sollecitazioni. Per quanto visto durante la presentazione pare che gli sviluppatori svedesi abbiano colto in pieno questa necessità, alternando fasi quasi tranquille a scossoni emotivi, per un risultato finale di grande impatto. 
Meccaniche credibili 
La missione che abbiamo visto giocare metteva il protagonista in più situazioni: fasi quasi stealth, fasi d’azione viva, momenti scriptati dal grande impatto visivo, sessioni di guida, e, un po’ ad unire i vari frangenti, una spiccata attenzione ai legami umani tra i membri della squadra. Come minimo comun denominatore troviamo proprio il livello emotivo dell’esperienza ludica, da un lato il rapporto tra npc e giocatore, e dall’altro l’immedesimazione di quest’ultimo nel suo personaggio. Anche dopo pochi minuti di gioco sono evidenti le meccaniche relazionali alla base della squadra d’assalto di cui si fa parte, e l’interattività forzata di alcune scene (dover amputare la gamba di un compagno, per esempio) riesce nel suo intento di dare un’energica spinta alla partecipazione emotiva del giocatore. Parallelamente abbiamo una rappresentazione credibile del contesto bellico nel quale si opera, ogni sguardo rivolto al mondo virtuale restituisce sensazioni plausibili grazie ad una cura del dettaglio che appare già di altissimo livello, partendo dalle animazioni per arrivare fino ad elementi di secondo piano che però riescono nel creare un universo fittizio, ma possibile.E’ così che eseguire una stealth kill appropriandosi della dog-tag del nemico ha un valore quasi tribale, e abbattere un elicottero con un lanciagranate si rivela essere più soddisfacente di quanto ci si possa aspettare, il tutto grazie a una realizzazione tecnica capace di cogliere in contropiede anche l’occhio più esperto. 
Signori, a voi il Frostbite 3 
Battlefield 4 è mosso da un motore grafico inedito, la terza versione del Frostbite Engine, una versione che sembra in grado di regalare vedute splendide e, gioite, distruzioni spettacolari. Per pronunciarci definitivamente sul livello di distruttibilità delle coperture dobbiamo per forza di cose rimandare l’appuntamento ad una prova del titolo, ma per quanto visto l’impressione è che queste possano essere polverizzate dai colpi d’arma da fuoco e, soprattutto, che gli edifici vivano una sorte analoga. Fossero solo le distruzioni, poi, a colpire i nostri occhi assetati di spettacolarità: le capacità del Frostbite 3 vengono esaltate a tutto tondo. Luci e ombre (vero segnale di next-gen) si sprecano, e sono generate con una credibilità ai limiti del fotorealismo, così come gli effetti particellari riempiono lo schermo dando vita anche alla stanza più immobile. All’interno di un solo livello abbiamo potuto apprezzare una grande diversità di ambientazioni, dagli edifici al bosco, passando per strutture industriali e spiagge, ognuna ottimamente caratterizzata e dotata di una personalità convincente. Chiaramente sospettiamo che quanto visto fosse rappresentativo della versione PC del titolo (anche perché non sono ancora state annunciate le piattaforme supportate), ma possiamo immaginare che la versione next-gen non si discosti più di tanto da tanta beltà.Come sappiamo, però, l’evoluzione non passa soltanto attraverso una maggiore definizione tecnica, ma richiede anche uno sviluppo di altre caratteristiche ludiche. Gli sviluppatori di DICE sembra siano d’accordo con noi nel promettere di dare al giocatore un mondo di gioco sì spettacolare, ma al tempo stesso libero da esplorare (con le limitazioni del caso), offrendo un soddisfacente numero di percorsi da seguire e integrando alcune delle caratteristiche del multiplayer nella campagna per il giocatore singolo. In cosa questo si traduca esattamente non lo sappiamo ancora, anche se per ora abbiamo visto la gestione dei compagni controllati dall’intelligenza artificiale e delle misteriose funzionalità social attive durante la demo. 

– Tecnicamente spettacolare

– Il single player sembra molto coinvolgente

– Attenzione alla narrazione

Battlefield 4 si mostra per la prima volta alla Game Developers Conference 2013 e lo fa in grande stile, forte di una demo spettacolare e coinvolgente che non manca di sottolineare i probabili punti di forza della produzione DICE. Abbiamo visto un’azione spettacolare mossa da un motore grafico di altissimo profilo, e abbiamo intravisto alcune caratteristiche interessanti (su tutte gli aspetti sociali inclusi nel single player) sui quali non vediamo l’ora di saperne di più. Se siete curiosi quanto noi non possiamo che consigliarvi di continuare a seguire queste pagine, perché è proprio qui che segnaleremo tempestivamente ogni novità relativa al nuovo sparatutto targato Electronic Arts.