Recensione

Battlefield 3 - Aftermath

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a cura di Kaname

A un anno dalla sua uscita nei negozi, Battlefield 3 continua a tenere incollati agli schermi i videogiocatori di tutto il mondo, grazie ad un comparto multigiocatore molto valido e variegato oltre che ad un continuo e ponderato supporto contenutistico che ha visto il rilascio di ben quattro DLC fino ad oggi, con un quinto e ultimo previsto per i primi mesi del prossimo anno. Se con Back to Karkand gli sviluppatori ci avevano fatto rivivere, sotto una nuova veste, alcune delle mappe più apprezzate di Battlefield 2 e con Armored Kill ci avevano permesso di ingaggiare scontri in scenari a dir poco sconfinati, con Battlefield 3: Aftermath la loro intenzione è stata invece quella di espandere e approfondire uno degli scenari che fanno da sfondo alle vicende della campagna singleplayer. Come molti sapranno, o avranno intuito dalla mole di immagini e informazioni rilasciate nell’ultimo periodo, tutte le nuove mappe introdotte nel gioco hanno come sfondo una Teheran messa in ginocchio da un potente evento sismico. Le premesse per degli scenari unici e carichi di spettacolarità sembrano esserci tutte ma, purtroppo, non tutte le aspettative sono state pienamente soddisfatte.

Il terremotooooCome già anticipato, quattro sono le nuove mappa rese disponibili per il FPS targato DICE, ciascuna delle quali vanta alcune peculiarità che ne ridefiniscono, in modo più o meno accentuato, i vari approcci al gameplay.

Ambientata in una zona cittadina duramente colpita dal terremoto, Epicenter è, probabilmente, la mappa che meglio racchiude l’essenza di Aftermath. Tra palazzi diroccati, strade bloccate dalla macerie e insidiose fenditure nel terreno, le possibilità di approccio al conseguimento di un obiettivo si rivelano essere molteplici, elemento che obbligherà i giocatori a restare sempre in allerta, pronti a debellare qualsiasi minaccia gli si pari davanti. Indubbiamente apprezzabile è la presenza di questi veri e propri squarci nel manto stradale, che consentono ai giocatori più avveduti di attraversare la mappa restando ben nascosti agli occhi del nemico e tendere così pericolose imboscate. Come se non bastasse, a ricordare costantemente ai giocatori la precarietà e la pericolosità della situazione ci pensano delle scosse sismiche che, in modo del tutto inaspettato e irregolare, faranno tremare la terra pur senza comportarne alcuna modifica strutturale di sorta.

Seconda del gruppo, Azadi Palace è probabilmente una delle mappe più riuscite per quanto riguarda il level design. Vista la sua particolare conformità, infatti, saranno possibili intensi scontri di fanteria così come emozionanti combattimenti a bordo dei nuovi veicoli corazzati introdotti (Rhino e Barsuk), il che dovrebbe sicuramente far felice ogni tipologia di giocatore, sia coloro i quali amano gli scontri ravvicinati testa a testa sia chi invece predilige mitragliare dalla distanza a bordo di mezzi blindati. Ciò che rende particolarmente singolare la mappa, e facilmente distinguibile dalle altre, è la presenza di alcune barricate piuttosto improvvisate che ostruiscono le varie strade che compongono la location di gioco, e che obbligheranno i giocatori ad abbatterle letteralmente a colpi di cannone per poter consentire ai mezzi alleati una maggiore libertà di movimento.

Talah Market, al contrario, è una mappa piuttosto controversa, in quanto obbliga praticamente sempre i giocatori a restare in continuo movimento, esponendoli costantemente al rischio di subire attacchi alle spalle o imboscate. Indubbiamente ciò farà storcere il naso ai giocatori più inclini ad un approccio più lento e ragionato ma, viceversa, gli amanti del Run&Gun reso celebre da Call of Duty rimarranno piacevolmente sorpresi, benché alcuni sporadici problemi con i respawn riscontrati in particolar modo in questa mappa rischieranno talvolta di rovinare l’esperienza.

Ultima, ma non per importanza, è Markaz Monolith, mappa che, come facilmente intuibile, fa dell’imponente edificio semi diroccato situato al centro il fulcro dell’azione. Ancora una volta molto buone le diverse modalità di approccio offerte per il conseguimento degli obiettivi di partita, tra cui segnaliamo, inoltre, la possibilità di pilotare gli elicotteri leggeri tra le vie e i palazzi di questo quartiere cittadino letteralmente abbandonato a sé stesso. Un’ambientazione che, per quanto potenzialmente suggestiva, lascia un po’ con l’amaro in bocca a causa di un level design a tratti eccessivamente scialbo e poco ispirato, al punto da sembrare quasi un’accozzaglia di idee non perfettamente riuscita.

Oltre a suddette mappe, Battlefield 3: Aftermath introduce una nuova modalità di gioco denominata Scavenger. Inutile negare che le aspettative erano particolarmente elevate ma, a malincuore, dobbiamo dire che essa costituisce senza dubbio l’anello più debole dell’offerta. Di per sé le meccaniche sono molto semplici: all’inizio del match i giocatori sono armati esclusivamente con una pistola, e spetterà a loro equipaggiarsi al meglio con quanto riusciranno a trovare disseminato per la mappa. La scarsità di munizioni obbligherà tuttavia a una continua e affannosa ricerca di nuovi strumenti bellici che, il più delle volte, si rivelerà più una questione di fortuna che di vera e propria abilità. Affrontare avversari armati di tutto punto potendo far affidamento solo su di una pistola si rivela essere più difficile del previsto, e la frenesia dell’azione di gioco di certo non aiuta i giocatori meno navigati. Vero e proprio fenomeno del momento è, peraltro, la nuova arma aggiunta al già vasto arsenale: la balestra. Dotata di dardi di vario genere, essa si rivelerà tanto lenta quanto letale nella maggior parte delle situazioni, rendendola, per l’appunto, una vera e propria chicca per gli appassionati più “elitisti”.

– Nuova ambientazione piuttosto evocativa

– Nuovi mezzi ed una nuova arma

– Modalità Scavenger interessante…

– Alcune mappe un po’ sottotono

– Punti di respawn da sistemare

– ….ma spesso troppo confusionaria

8.0

Battlefield 3 Aftermath si rivela essere un DLC nel complesso ottimamente riuscito, in linea con la qualità dei precedenti, ma che, a fronte di una maggior attenzione riposta nella progettazione delle mappe e della modalità aggiuntiva, sarebbe potuto essere ben più notevole. In ogni caso il feeling trasmesso è di primissimo livello, con ambientazioni dalle dimensioni nel complesso piuttosto bilanciate e ben lontane dagli angusti spazi di Close Quarters o da quelli a tratti eccessivamente vasti di Armored Kill.

Voto Recensione di Battlefield 3 - Aftermath - Recensione


8