Anteprima

Battleborn

Avatar

a cura di JinChamp

Non è un segreto che, nell’industria videoludica, uno dei generi più in voga sia quello degli sparatutto. Gli FPS vengono apprezzati in larga parte sia dai i giocatori più casual, sia nell’ambito competitivo ad alti livelli, grazie al divertimento derivante dalla frenesia costante delle azioni a schermo e alla possibilità di mettere in mostra tutte le proprie abilità.L’ultimo lustro però è stato segnato dalla prepotente ascesa dei Multiplayer Online Battle Arena, meglio conosciuti come MOBA, caratterizzati da elementi maggiormente strategici, partite in cui viene premiato soprattutto il gioco di squadra e dove è necessario annichilire gli avversari fino alla completa disfatta della loro base.Visti così, sembra difficile trovare tra questi due generi dei punti di contatto. Gearbox Software li ha invece trovati e ha dato alla luce Battleborn, la cui uscita è prevista per il prossimo 3 Maggio. Su PlayStation 4 abbiamo messo le mani sulla open beta con una settimana di anticipo rispetto alle piattaforme PC e XboxOne, su cui sarà possibile giocare a partire dal 13 Aprile, e abbiamo avuto l’occasione di osservare ed assaggiare una buona parte di ciò che presto arriverà nei negozi.

“Non è FPS, non è MOBA. Sa soltanto quello che non è…”8 Aprile, ore 17.55: mancano solo cinque minuti all’apertura dei server ma abbiamo potuto scaricare saggiamente questa beta con un giorno di anticipo, così da essere – come tutti gli altri giocatori interessati – già pronti all’ora X senza perder tempo. Ore 18: i server non sono raggiungibili. Aperti ma non raggiungibili. Probabilmente sovraccaricati da un’utenza molto più numerosa di quella che 2K si aspettasse. Riusciamo finalmente ad accedere verso le 20 ma veniamo informati da una finestrella pop-up che siamo in coda per il login e, fino a quel momento, non sarà possibile partecipare a nessuna modalità. Dopo qualche altra ora di attesa, rinunciamo e rimandiamo l’appuntamento all’indomani, anche se con un certo pessimismo.Il buongiorno del 9 Aprile, d’altro canto, è piacevolmente sorprendente. Superati i problemi di natura tecnica che hanno afflitto le prime ore del lancio, finalmente siamo in grado di provare con mano e senza ulteriori fastidi tutto ciò che questa open beta di Battleborn ha da offrirci. Nessun problema di server, nessuna coda per loggare e vi anticipiamo subito che, anche durante le varie sessioni di gioco, il netcode si è dimostrato all’altezza, senza mai presentare nemmeno il minimo problema di latenza o di disconnessioni forzate. Dopotutto è anche e soprattutto per questo che le versioni beta esistono e gli sviluppatori sono stati pronti nel prendere provvedimenti e, pertanto, ci aspettiamo un esordio più sereno anche giorno 13, quando altri server verranno aperti per One e PC.Prima di parlare delle modalità o dei contenuti messi a disposizione degli utenti, ci sembra opportuno fare chiarezza sulle meccaniche del gameplay. Battleborn non è un titolo facilmente inquadrabile. Se dovessimo descriverlo in un’unica parola, probabilmente lo definiremmo ibrido. Non è un MOBA con elementi sparatutto ma forse potrebbe meglio calzare la definizione di sparatutto con elementi strategici, derivati dai vari League of Legends, Dota e Heroes of the Storm. Qui non ci sono primedonne, poiché non è l’individuo singolo ad avere un peso specifico che superi il suo ruolo all’interno della propria squadra. È proprio la squadra ad essere protagonista e tutto deve girare in funzione di essa o, diversamente, tutti i suoi componenti subiranno l’onta della sconfitta.Per quei giocatori abituati ai classici Deathmatch a squadre sarà un’amara sorpresa e basteranno appena un paio di partite per capire che, pur con una serie di uccisioni a doppia cifra, tutto diventa inutile se non si capitalizza questo grosso vantaggio e ciò può essere possibile soltanto se tutti gli elementi del team si muovono come un tutt’uno o, al limite, ci si adopera in strategie molto più avanzate e complesse che prevedano diversivi o addirittura sacrifici.

Non conta chi perde ma soltanto chi vinceIn questa open beta troviamo due distinte modalità per il competitivo multigiocatore, mentre una terza viene conservata per l’uscita del gioco completo. Entrambe prevedono la contrapposizione di due squadre di cinque giocatori in mappe speculari accompagnati da orde di scagnozzi che nascono ad oltranza a cadenza regolare, il che riprende in pieno il format tipico dei battle arena. Incursione e Fusione, pur nascendo dallo stesso incipit, si dimostrano nella sostanza due modalità abbastanza diverse. La prima è senza dubbio quella che maggiormente strizza l’occhio ai MOBA, pur mantenendo una sua identità precisa e originale. La struttura totalmente tridimensionale della mappa Foresta, a differenza di quelle isometriche a cui siamo abituati, permette un level design molto più complesso, capace di sfruttare anche la verticalità. Non vi sono le classiche torrette a sbarrare il cammino ma tutta la mappa è tappezzata di postazioni, che possono essere sfruttate da entrambe le fazioni investendo l’oro raccolto fino a quel momento, prima attivandole e successivamente upgradandole. Queste postazioni possono essere o piccole torrette di guardia che attaccano unità nemiche oppure degli healing point per sé stessi e i propri alleati, ed ogni struttura può essere distrutta e rimpiazzata dai giocatori avversari dopo un breve periodo di cooldown. Anche se possono sembrare accessorie e poco incisive nell’economia di una partita, possono essere tutte valorizzate e diventare come un termometro dell’andamento della partita stessa, spingendo più o meno avanti l’invisibile linea di trincea (oltre che un valido supporto per fortificare il proprio assedio al fronte nemico). Esiste però un secondo elemento ausiliario che può condizionare l’esito finale, non tanto per il reale valore offensivo, quanto per il potere di pushing dei propri scagnozzi. Stiamo parlando dei cosiddetti mercenari, unità neutrali poste in determinati campi sulle estremità laterali della mappa, che possono essere affrontati, sconfitti e quindi reclutati per perorare la propria causa, in modo non così diverso da quanto abbiamo già avuto modo di vedere in un altro moba, Strife, con il gorilla Krytos.Come abbiamo già detto, non ci sono torri vere e proprie da abbattere, e non ci sono nemmeno inibitori o quella che si potrebbe definire base, quanto semplicemente un punto di spawn in cui è possibile tornare premendo il tasto giù del d-pad per un recupero veloce e totale delle proprie difese. Come si vince quindi? Abbattendo le due sentinelle avversarie, ognuna con un valore totale di 50 punti vita e difese da uno scudo che si rigenera dopo un breve periodo di tranquillità. Per attaccare e distruggere queste enormi macchine robotiche, dotate peraltro di un buon potere d’attacco a bersaglio singolo, è dunque necessario accompagnare le proprie truppe di scagnozzi a ridosso di queste, esattamente come avviene per le torri nei comuni dota-like, in modo da impedire a furbi quanto avventati giocatori di aggirare le linee di fuoco nemiche e andare subito al sodo. Qualora invece la disputa andasse per le lunghe, il limite massimo possibile è di 30 minuti, scaduti i quali vince semplicemente la squadra che ha arrecato maggiori danni alle sentinelle nemiche.In Fusione, tutte le meccaniche rimangono sostanzialmente invariate, ma è lo scopo finale a rimescolare notevolmente le carte in tavola. All’interno della mappa dedicata, denominata Paradiso, non troviamo più le sentinelle appena citate ma quattro portali in prossimità del centro, due per squadra posti nei due lati della mappa, uniti da una sorta di  breve percorso molto simile a dei binari. Qui sfileranno le truppe di scagnozzi ed è compito dei componenti delle due squadre scortarli sani e salvi fino al portale nemico. Ogni unità portata a destinazione ha un piccolo valore numerico e viene conseguita la vittoria al raggiungimento di un punteggio pari a 500, o in alternativa trovandosi in vantaggio entro lo scadere del tempo – sempre di mezz’ora.

La cooperazione prima della competizioneArchiviata la parte competitiva, troviamo invece interessante la cura riposta dai Gearbox Sotware nella modalità campagna, di cui ci vengono offerte due missioni: Il Limite del Vuoto e L’Algoritmo.Entrambe possono essere giocare in cooperativa fino a cinque giocatori totali, che siano tutti propri amici o trovati online grazie al matchmaking, e hanno una durata media di circa una mezz’oretta piuttosto abbondante. Completandole, i giocatori hanno un loot in esperienza ed equipaggiamenti, mentre solo per L’Algoritmo è possibile sbloccare Isic, il boss alla fine dell’episodio, come personaggio giocabile in tutte le modalità.La campagna di Battleborn sembra essere un ottimo modo per fare da tutorial iniziale per i giocatori e dare la giusta infarinatura ai novizi di questo particolare genere ibrido, ed è ancora più interessante vedere quanta cura sia stata riposta sia nel level design che in tutti gli altri elementi, come la varietà di nemici e di situazioni da affrontare. Una chicca inaspettata che ci ha sorpresi non poco.Anche durante la campagna è possibile trovare le stesse postazioni da costruire e upgradare già viste nella modalità competitiva, anche se qui il lavoro svolto è leggermente diverso poiché in queste mappe non c’è una sorta di base in cui respawnare o tornare per ricaricare le energie. Proprio riguardo lo spawning va segnalata la possibilità (esclusiva in questa specifica modalità) per gli alleati di resuscitare un proprio alleato avvicinandosi ai suoi resti, esattamente come abbiamo visto in altre produzioni come Destiny o il recentissimo The Division. A completare l’arredamento delle mappe troviamo spesso dislocati in angoli più o meno nascosti degli armadietti, che racchiudono dei piccoli potenziamenti o ristoratori di hp sotto forma di sfere.In questi due episodi, così come per le partite 5v5, viene incoraggiato lo spirito di squadra da parte degli sviluppatori in più modi. Alcuni sono più marginali, come il completamento di sfide per ottenere una ricompensa aggiuntiva, altri imprescindibili per il completamento della missione, come difendere una sottospecie di robot corazzato ne Il Limite del Vuoto, pena il termine anzitempo della missione con conseguente fallimento.

Tra archi, stocchi e bazookaVeniamo dunque ai personaggi di Battleborn, che rappresentano il cuore e l’essenza del gioco stesso. Ne troveremo sbloccati inizialmente appena 7 su 25, mentre gli altri vengono resi disponibili tutti, ad eccezione del solo Isic, giocando e aumentando di livello. Ognuno di essi ricopre un ruolo specifico, ha delle meccaniche peculiari e uno stile di gioco che può essere interpretato inizialmente in soli due modi, o in una via di mezzo, a seconda dei potenziamenti che si intende sbloccare livello dopo livello nel sistema Helix, almeno finché non si sbloccano mutazioni con l’avanzare dei progressi personali. Troviamo sia personaggi prevalentemente melee, armati con spade, katane e quant’altro, ma soprattutto personaggi ranged in pieno stile shooter. Con questi ultimi è possibile sparare a qualsiasi distanza e i soli limiti sono rappresentati dalla mira del giocatore e dalla morfologia della mappa, non a caso intricata e molto meno lineare di quelle dei classici moba. Scagliare frecce, kunai, sfere energetiche o scaricare un intero caricatore di gatling mantengono delle differenze sostanziali, sia nella mira, sia nella frequenza dei colpi che del loro danno, e garantiscono al giocatore delle esperienze originali che sottolineano ancora una volta il playstyle tipico di un personaggio anziché un altro. Ad accentuare ancor di più la singolare caratterizzazione ci sono le tre abilità speciali, due di base attivabili con i tasti dorsali (L1 ed R1 nel caso di PS4) sin da subito e una finisher con il tasto triangolo, disponibile però dal livello 6 nel corso della singola sessione.Oltre ai potenziamenti Helix, l’unico altro modo per potenziare il proprio personaggio è sbloccare gli equipaggiamenti scelti durante la selezione, i quali garantiscono piccoli (per non dire impercettibili) buff a determinate statistiche. Nulla più. Non ci sono build, oggetti da comprare o sbloccare, ogni personaggio è piuttosto statico nel suo sviluppo, nel preciso modo in cui sono stati originariamente ideati e creati dagli sviluppatori.Quello che invece è risultato abbastanza frustrante, e su cui ci aspettiamo che vengano presi provvedimenti già entro la finestra di lancio, se non con un aggiornamento addirittura prima che la beta finisca, è vedere quanta differenza di bilanciamento ci sia tra i vari personaggi. Nello specifico, addirittura tra una certa categoria di personaggi rispetto ad altri. Ci riferiamo a tutti quei personaggi con una certa utility, in grado di curare e creare scudi per sé stessi e i propri alleati, combinata ad una mole assolutamente insensata di danni. In un bilanciamento tipico le differenze sono facilmente intuibili: o curi, o difendi, o fai danno, o dai fastidio. Trovare un personaggio in grado di resistere a grandi quantità di danni, curando sé stesso e magari anche gli alleati intorno, sciogliere i nemici come una lama rovente col burro e in più creare vantaggi o svantaggi strategici, ci sembra assolutamente fuori luogo e mortificante per quell’altra parte di roster che, invece, fatica a trovare una propria identità con peculiarità abbastanza anonime, se non del tutto inefficaci se comparate alle altre. 

– Ibridazione tra due generi abbastanza funzionale

– Un roster assortito

– La cooperazione è altamente valorizzata

Dopo un avvio problematico, prontamente risolto, la nostra esperienza con la open beta di Battleborn possiamo ritenerla soddisfacente e crediamo che chiunque sia vagamente interessato, o anche solo curioso riguardo questo titolo molto particolare, farebbe bene a scaricarla dal proprio store digitale di riferimento finché è ancora in tempo. Troverà una variante molto peculiare di shooter in prima persona immerso in un mondo che, graficamente, riesce a ricordare un po’ lo stile Pixar e che si rivela essere molto colorato, simpatico e ben disegnato. Questa beta è sicuramente definibile un gustoso assaggio di ciò che vedrà definitivamente la luce il 3 Maggio e i contenuti non sembrano mancare affatto. Tuttavia ci auguriamo non solo che certi difetti, di stabilità o di bilanciamento, fortemente evidenziati da questa prova vengano completamente risolti prima del dayone ma che il titolo venga supportato dagli sviluppatori adeguatamente prima, durante e soprattutto dopo la release. Per il verdetto finale, invece, non vi resta che attendere qualche altra settimana.