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Baldur's Gate: Siege of Dragonspear

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a cura di Kable

Beamdog sembra essersi presa davvero a cuore l’dea di riportare in auge, sollecitando anche l’attenzione delle nuove generazioni, quel vecchio modo di concepire gli RPG che tanto spazio ancora occupa nel cuore degli appassionati nostalgici. La serie Baldur’s Gate, la quale deve il proprio nome ad una tra le più famose città dei Forgotten Realms, famosa ambientazione facente parte dell’universo narrativo del gioco di ruolo Dungeons & Dragons, ebbe sicuramente il merito di settare nuovi standard di qualità e di profondità per quanto riguarda il mondo dei giochi di ruolo su PC. Le versioni Enhanced dei due capitoli storici della serie, riproposte con discreti risultati dalla suddetta casa di sviluppo, non hanno certamente mancato di sollecitare discussioni da tempo sopite, dividendo la community di riferimento tra chi non ne sentiva per nulla la necessità, viste soprattutto le numerose mod sviluppate nel corso degli anni, e chi al contrario ha finito per apprezzare la riproposizione della saga in una veste rinnovata. Fatto sta che il consenso ricevuto da questi ultimi sembra essere stato sufficiente per spingere Beamdog a continuare sulla propria strada, cimentandosi stavolta però nella creazione di contenuti ex novo atti a colmare quella che potrebbe essere considerata una lacuna narrativa che per quasi 17 anni non ha trovato il proprio riempitivo. Che cosa è successo davvero tra Baldur’s Gate e Baldur’s Gate II? Bene, la nuova espansione totalmente inedita, Baldur’s Gate: Siege of Dragonspear, ha come obiettivo proprio la risposta a tale quesito. Un DLC che, dal canto suo, pur cavalcando l’onda della tradizione, non ha mancato di suscitare anche polemiche di tipo etico dovute ad alcune scelte di caratterizzazione. Procediamo per gradi.
Nuova minaccia per la Sword Coast
Bisogna prima di tutto precisare che Baldur’s Gate: Siege of Dragonspear, in virtù delle premesse che hanno portato alla sua realizzazione, è un prodotto dal target molto preciso, costituito dai fan della serie che non solo hanno avuto già modo di giocare il primo episodio, ma che possiedono quest’ultimo anche nella specifica versione Enhanced prodotta da Beamdog, visto che per ampliare solo i suoi contenuti è stata pensata. Non è possibile dunque esimersi, nel parlare in senso stretto della narrazione, dal rivelare particolari del primo episodio che, se state leggendo questa recensione, sarebbe meglio recuperaste prima di proseguire nella lettura.
Sarevok è stato sconfitto ed al nostro personaggio è stata rivelata la sua vera identità: altri non è che il figlio di Bhaal, il primo dio dell’assassinio, dell’omicidio, della violenza. Per il nostro manipolo di eroi però non è ancora arrivato il momento di riposare. Una nuova minaccia si staglia all’orizzonte. Dopo aver esplorato un dungeon iniziale verremo infatti a conoscenza di quale sarà il nuovo nemico da affrontare. Una donna che dice di essere in contatto con il divino, nota come la Shining Lady Caelar Argent, è seriamente intenzionata a condurre una sanguinaria crociata attraverso la Costa della Spada guidata dalla folle intenzione di liberare quelle che reputa anime ingiustamente intrappolate negli Inferi dai demoni. Il problema di un piano così folle consiste però nel fatto che a farne le spese saranno migliaia di innocenti, ingiustamente travolti dall’esercito devoto alla Shining Lady. Così ancora una volta ci ritroveremo catapultati al centro delle vicende narrate con un duplice ruolo. Quello di ormai acclamato Eroe di Baldur’s Gate e quello di misterioso oggetto delle attenzioni della visionaria Caelar Argent.
Più opzioni, meno libertà
Ad inizio partita avremo a disposizione due possibilità per quanto riguarda la composizione del party: importare il nostro personaggio dal precedente salvataggio o crearne uno completamente nuovo che andrà ad inserirsi in un party precostruito di settimo livello ed equipaggiato ad hoc per per le missioni iniziali che sarà chiamata ad affrontare. Non mancano le novità già in fase di creazione del personaggio, soprattutto grazie all’introduzione della nuova classe Sciamano. Si tratta a tutti gli effetti di un personaggio per molti versi simili al Druido ma maggiormente connesso al mondo spirituale piuttosto che a quello primevo e dotato della capacità speciale Danza Sciamanica che gli consentirà di evocare un discreto numero di alleati naturali sul campo di battaglia per aiutarlo negli scontri. Dal punto di vista delle opzioni di gioco lo Sciamano rappresenta dunque una gradita aggiunta che andrà di sicuro ad infoltire la gran mole di opzioni disponibili in precedenza.
Dal punto di vista narrativo, però, il nuovo DLC presenta un andamento della trama molto più lineare rispetto alle precedenti esperienze. Si tratta in effetti di una scelta coerente con la volontà del team di sviluppo di dare maggiore enfasi ai combattimenti ed in linea con l’impronta fortemente militaristica su cui si basa la storia di Siege of Dragonspear, costruita soprattutto intorno alla marcia inarrestabile dell’esercito da contrapporre alla Shining Lady. Le mappe in generale presentano dimensioni più ridotte con conseguentemente una minor porzione di territorio da esplorare, ma allo stesso tempo hanno un gran numero di dettagli e di zone secondarie da scoprire come ad esempio gli intricati dungeon. Purtroppo la maggiore linearità di sviluppo degli eventi della storyline ha determinato d’altro canto una minore libertà di esplorazione del mondo di gioco. Tale pecca, che potrebbe far storcere il naso proprio ai puristi della serie, è riscontrabile soprattutto quando dopo alcune svolte narrative cruciali non sarà più possibile tornare sui propri passi, cosa che tra l’altro causerà anche la perdita di tutte le quest secondarie che non avremo avuto occasione di svolgere a tempo debito. Più opzioni di gioco anche se in uno spazio ridotto, ma a costo di una minore libertà. 
Tutto ciò non deve però portare a dedurre uno scarso interesse in fase di sviluppo o una superficialità di fondo per quanto concerne l’approfondimento delle vicende narrate. Il team di Beamdog è riuscito nell’impresa di dar corpo a più di 500.000 parole tra narrazione e dialoghi per una storia che potrebbe arrivare a coprire una durata complessiva di 25 ore di gioco. Certo, da un punto di vista prettamente stilistico non tutti i dialoghi presentano lo stesso fascino o credibilità, specie se consideriamo quelli di alcuni personaggi secondari, ma la trama ha sicuramente le sue sorprese da regalare grazie anche alla Shining Lady, antagonista profondamente caratterizzato ed avvolto da un alone di mistero che non potrà non suscitare la curiosità degli appassionati della saga. L’unica pecca forse è rappresentata dall’eccessiva fretta del finale che, complici anche delle scelte pressoché inesistenti, si risolverà in maniera davvero immediata. 
La nota dolente…
Arriva il momento di parlare delle pecche che inevitabilmente finiscono per affliggere un’operazione simile. Innanzitutto ci si potrebbe chiedere quanto fosse effettivamente necessario un DLC e se in fondo non ci troviamo di fronte ad un semplice tentativo da parte di Beamdog di monetizzazione a spese dei nostalgici. La risposta è incerta ed oscillante tra gli inevitabili pregi dell’espansione, a cui abbiamo già accennato, e i problemi sui quali non possiamo fare a meno di soffermarci.
Il primo è un problema di premesse: vista la presenza della mod “Unfinished Business” per l’edizione originale del gioco, la quale andava già a colmare, seppur in una direzione differente, il buco narrativo tra i due episodi, rifinendo molti aspetti della trama principale, non sarebbe stato meglio mettere mano sin da ora ad un episodio totalmente nuovo che portasse la serie verso nuovi orizzonti? Dal canto nostro non ci sentiamo di biasimare una tale scelta, ma speriamo vivamente che gli introiti ottenuti possano tradursi in qualcosa di effettivamente nuovo in un futuro non molto lontano.
La vera nota di biasimo di Siege of Dragonspear riguarda però i numerosi bug che, almeno fino all’uscita della recente patch 2.1, affliggevano in maniera piuttosto grave l’esperienza di gioco. Certo, la frequenza degli errori che si sono verificati durante la nostra partita e prima del rilascio della suddetta patch non era comunque così scandaloso come sottolineavano i pareri polemici, ma resta il fatto che gli improvvisi crash del gioco anche in situazioni piuttosto delicate non sono mancati e con essi anche una certa frustrazione. Beamdog è subito corsa ai ripari, ma per avere risultati migliori bisognerà attendere un termine più lungo, probabilmente.
Parlando della grafica inoltre, come ci si poteva aspettare tra l’altro, non ci sono novità di rilievo visto che ad essere utilizzato è pur sempre l’Infinity Engine originario. L’ottimizzazione di alcuni aspetti dell’interfaccia non concorre però ad aumentarne la semplicità di utilizzo nemmeno in questo nuovo DLC ed il risultato è una UI goffa ed ancora lontana da una fruizione immediata, soprattutto per i neofiti.
In definitiva Baldur’s Gate: Siege o Dragonspear si presenta come un prodotto sicuramente discreto, con i pregi che da sempre hanno fatto la fortuna della serie ed i difetti tecnici che forse con il tempo potrebbero essere colmati alla meglio. Quello che è ovvio è che si tratta di un titolo dal target molto ristretto e difficilmente rappresenterà un motivo valido per far avvicinare nuovi utenti alla serie.
I nostalgici della saga però possono stare tranquilli: il ritorno a Baldur’s Gate, così come se lo sarebbero potuto immaginare, è garantito e la brama di nuovi contenuti hardcore, che andassero ad arricchire un gameplay già consolidato, verrà sicuramente soddisfatta da questa nuova espansione.
… e quella a margine
In realtà la recensione vera e propria è terminata, ma una considerazione a margine, circa alcune polemiche sorte all’uscita del titolo, ci sembra d’obbligo per smorzare i toni di discussioni che spesso si rivelano essere davvero sterili per la pochezza delle premesse su cui si poggiano. Molti ne avranno sentito sicuramente parlare. Si tratta di un problema relativo alla sessualità di Mihzena, chierica che tra le righe fa intuire di aver cambiato sesso. Un NPC transgender insomma. Non è un tema che crediamo sia il caso di approfondire in questa sede, quello che è certo però è che il polverone sollevatosi è stato eccessivo ed ha condotto a prese di posizioni alquanto prive di contenuto. In effetti, da qualunque punto di vista lo si voglia considerare, l’inserimento di un personaggio di questo tipo non rappresenta altro che un piccolo puntino in un universo sconfinato quale è quello di Baldur’s Gate. Si tratta nello specifico di due righe al massimo di dialogo che, per quanto, lo ribadiamo, possano lecitamente portare a schierarsi a favore o contro un tale inserimento, ci sembrano davvero di poco rilievo per imbastire una discussione seria sull’argomento e soprattutto non giustificano la scia di cattive recensioni ricevute inizialmente dal titolo. Un dialogo, quello di Mihzena, che finisce con il perdersi tra il mare di narrazione proposto e che vista anche la bassa qualità intrinseca dello stesso finisce con l’essere davvero troppo poco rilevante per essere considerato uno spunto di riflessione per tematiche serie.

– Contenuti totalmente inediti

– Una nuova classe da giocare

– Qualche miglioramento dell’UI.

– Narrazione più lineare rispetto al passato

– Meno libertà di movimento

– Alcuni bug ancora da sistemare.

7.5

Abbiamo trovato questo DLC un’aggiunta piacevole. Non indispensabile, certo, ma comunque un prodotto in grado, nonostante le polemiche suscitate da bug e non, di regalare ai fan storici della serie circa una trentina di ore di divertimento, consentendogli allo stesso tempo di tornare nostalgicamente a Baldur’s Gate per rivivere le emozioni del passato mentre cercano di sventare la nuova minaccia.

Voto Recensione di Baldur's Gate: Siege of Dragonspear - Recensione


7.5