Recensione

Avatar: The Legend of Aang - The Burning Earth

Avatar

a cura di Star Platinum

Come ogni buon prodotto di successo, la serie animata di Avatar: The Legend of Aang ha ottenuto il privilegio di far vivere nuove entusiasmanti avventure a tutti gli appassionati attraverso una seconda stagione ancor più ricca ed avvincente a livello narrativo. Se però c’è da rallegrarsi parlando del cartone animato, più di una perplessità potrebbe venire a tutti coloro che, presi un po’ alla sprovvista, si erano lanciati nell’acquisto del primo episodio per Wii, cui questo titolo potrebbe essere erroneamente accostato come continuazione della lenta agonia che l’aveva preceduto. Eppure questa volta qualcosa è cambiato, in positivo.

Un piccolo passo vero il futuroPrima di addentarci a descrivere questo secondo episodio intitolato Avatar: The Legend of Aang – The Burning Earth è giusto fare alcune considerazioni con riferimento al precedente. Uno degli aspetti che maggiormente lasciava perplessi era una realizzazione tecnica per certi versi simile a quella attuale, ma decisamente meno fedele a livello di character design. Questo titolo si presenta invece fin da subito più coinvolgente anche attraverso una storia che alla pari di quella presente nel cartone animato riesce a rendersi più interessante e ben strutturata. Le vicende narrate sono legate a quanto accade nella seconda stagione e ancora una volta il giocatore sarà chiamato a percorrere un viaggio per la salvezza del pianeta controllando diversi protagonisti del cartone animato quali ad esempio Aang, Katara, Sokka e Zuko nella continua lotta contro le malvagie forze costituite da famosi nemici come i Firebenders, gli agenti Dai-Li, i Sandbenders e tutta una serie di altre creature e animali che si riveleranno più che mai ostili e poco disposte a lasciarvi proseguire pacificamente. A livello di complessità, pur potendo contare su un ricco campionario di situazioni nuove introdotte per l’occasione e in grado di rendere il gameplay migliore rispetto al passato, l’intelligenza artificiale sembra ancora ben lontana dall’essere finalmente perfetta, ma ciò non toglie che il gioco si lascia apprezzare in misura decisamente superiore rispetto a prima, potendo contare adesso su una giocabilità superiore. Soprattutto a livello di mosse effettuabili, come avremo modo di analizzare nel corso della recensione, le migliorie riescono a rendere l’atmosfera più convincente, risultando quindi interessanti anche per chi non conosce per nulla il cartone animato da cui questo titolo trae ispirazione.

Lotta ad armi pariUna volta intrapresa l’avventura è possibile notare una certa differenza, a livello di approccio al gioco, rispetto alla meccanica sviluppata in origine. Il tutto appare ora più avvincente grazie alla possibilità di poter giocare accompagnati da un secondo giocatore, che può entrare anche a partita in corso, cosa che rende il coinvolgimento fin da subito apprezzabile nonostante la presenza di passaggi non sempre di elevato spessore e a volte dal ritmo decisamente troppo basso. Molto interessante inoltre la possibilità di affidarsi a utili compagni “non umani” quali Momo e Appa, che in diverse situazioni si riveleranno utili per affrontare alcuni degli scontri più impegnativi. Una menzione particolare va inoltre fatta sul sistema di combattimento. A livello d’interazione con i nemici non si registrano purtroppo particolari novità in grado di distaccare notevolmente questo titolo dal predecessore, ma l’esecuzione delle combo appare adesso meno semplicistica e richiede un utilizzo più ragionato delle quattro facoltà a disposizione, in grado di rendersi più o meno utili in base alla situazione. Non va inoltre dimenticata l’abilità –finalmente disponibile- di utilizzare lo spirito di Avatar controllando l’enorme potenza che questi è in grado di trasmettere alla sua forma umana, Aang. Per il resto, il consueto mix tra picchiaduro e gioco d’azione è stato mantenuto per buona pace di tutti coloro che avevano duramente criticato il capitolo precedente. Attraverso uno schema che alterna sezioni animate (utili alla comprensione della storia) con fasi a scorrimento in cui bisogna eliminare i nemici, raccogliere gli oggetti, risolvere semplici enigmi e migliorare il proprio livello d’esperienza, il tutto scorre via senza che ve ne rendiate conto e purtroppo la ripetitività appare presto come il più grave difetto di una produzione altrimenti discreta.

Un gradino più in altoNonostante la presenza di alcune migliorie sul versante tecnico, dal punto di vista dell’interazione con i livelli dobbiamo invece registrare un numero di azioni effettuabili davvero ridotto al minimo. Come al solito, resta da capire se alcune scelte fatte dai programmatori siano state compiute più per volontà di non appesantire una struttura destinata comunque ad un target giovane oppure se la superficialità di alcuni aspetti è nata indipendentemente da tali motivazioni. Sta di fatto che anche il sistema di controllo non pare essere cambiato di molto rispetto al passato. Lo stick analogico del Nunchuk permette di muovere il personaggio, mentre il Wii Remote in combinazione con altri pulsanti permette di effettuare gli attacchi base e combinandone i movimenti con Z si possono invece utilizzare i poteri degli elementi evocando attacchi particolari, che però non sono apparsi così semplici e precisi a causa di un sistema di rilevamento ancora non ottimale. Nel complesso comunque il discreto divertimento iniziale questa volta tende a svanire con meno frequenza.Dal punto di vista tecnico la grafica appare ben colorata e più definita che in passato, soprattutto a livello di animazioni, ma non ancora tale da risultare positiva nel complesso. Discreto invece il sonoro, ora più fedele alla serie animata e dotato di un doppiaggio convincente e di buona fattura. I difetti evidenziati a livello tecnico, comunque sopportabili, si scontrano purtroppo con una struttura sempre ancorata al passato e che mal si adatta ad ottenere un’elevata giocabilità nonostante il gameplay perfezionato. L’esperienza di gioco in multiplayer è sicuramente apprezzabile e riuscita, ma a lungo andare dubitiamo che possiate trovare molti stimoli per continuare a giocare con un titolo ben inferiore alle aspettative.

– Fedele alla serie animata…

– Gameplay migliorato rispetto al passato

– Storia interessante

– …ma tecnicamente ancora migliorabile

– Intelligenza artificiale poco sviluppata

– Longevità limitata

6.2

Avatar: The Legend of Aang – The Burning Earth riesce a migliorare il disastroso primo episodio attraverso un maggiore divertimento generato dalla presenza di una modalità cooperativa tutto sommato piacevole. Una realizzazione tecnica appena sufficiente, unita ad una longevità davvero limitata e ad un concept obsoleto sono fattori però di cui tener conto nel giudizio complessivo. Consigliato esclusivamente a chi segue la serie animata, con tutte le riserve del caso.

Voto Recensione di Avatar: The Legend of Aang - The Burning Earth - Recensione


6.2