Assassin's Creed Origins: riscopriamolo un mese dopo l'uscita

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a cura di YP

Era uno dei giochi più attesi dell’autunno, soprattutto in virtù del fatto che la celebre saga degli Assassini si era fermata per un anno, lasciando vuoto uno slot che, nel bene o nel male, ha sempre scaldato il cuore degli appassionati. Assassin’s Creed: Origins riparte dall’Egitto, da Bayek e dalle origine del culto di Altair ed Ezio. Un’avventura fatta di grandi momenti, veicolati da un’ambientazione straordinaria e da un game design che funziona, al netto di qualche difetto. Un mese dopo la release ufficiale del titolo Ubisoft, vogliamo rimarcare quali siano i suoi punti di forza, ribadendo che questo Origins merita di stare nel pantheon dei dieci titoli migliori dell’anno. 

Meraviglie d’Egitto

Inutile girarci intorno: Origins cattura proprio perché è bello, curato nel dettaglio e mozzafiato negli ambienti più aperti. La ricostruzione storico di Ubisoft operata sul paesaggio e le città è straordinaria, oltre al piacere degli occhi, l’ambientazione riesce a stimolare anche altri sensi, che contribuiscono a creare un’atmosfera molto immersiva. Passeggiare per gli agglomerati urbani di Menfi o Alessandria vi porterà a scoprire un popolo che vive e interagisce quasi in maniera autonoma, tratteggiando così un mondo di gioco che in poco tempo vi risucchierà al suo interno. Se vi sentirete poi stanchi di girovagare in città, allora potrete avventurarvi nel deserto, alla scoperta delle piramidi, della sfinge e di molti altri interessanti segreti. La forza di Origins è proprio quella di costruire un ecosistema in grado di immergerci davvero in Egitto, come se ogni qual volta impugniamo il pad entrassimo nell’Animus. Una volta terminato il gioco vi renderete conto di aver vissuto un’esperienza indimenticabile. A margine: giocarlo su Xbox One X ad oggi è la cosa migliore che potreste fare, la potenza della console Microsoft esalta ogni singola texture del gioco. 

Bayek, Aya e la confraternita: storia d’amore, lealtà e Credo

Ogni Assassin’s Creed degno di nota, ha una storia degna di nota. Origins non fa eccezione: l’avventura di Bayek e Aya fonde mistero a passione, paternità a dovere. Un’associazione segreta sembra stia riuscendo a piegare l’Egitto al suo volere, praticando un’influenza occulta sul popolo e sulla politica. Dopo  un grave perdita, Bayek e la sua compagna decidono di vendicarsi, e sulla loro strada saranno chiamati ad adempiere ad un compito ben più importante. Origins racconta, per l’appunto, le Origini del Credo degli Assassini e riesce a farlo in modo elegante, senza esagerare nel fan service ma piuttosto spingendo sul pedale dell’emotività, sia emozionale che scenica. Non mancano momenti introspettivi ad altri più spettacolari, in particolare uno con protagonista Aya e ambientato ad Alessandria. La mitologia della serie s’inserisce alla perfezione in una sceneggiatura che al netto di qualche flessione è godibile e, cosa più importante, vi lascerà impressa nella mente più di qualche sequenza.

Gameplay rinnovato, anche se da perfezionare

Il nuovo combat system fonde elementi di altre produzioni per creare un archetipo nuovo, più impegnativo ma pur sempre accessibile. Ad esso si affianca il nuovo sistema di progressione del protagonista, che ricorda un GDR ma senza la necessità di prestare troppa attenzione alle statistiche. Assassin’s Creed aveva bisogno di cambiare rotta, in maniera decisa, e per farlo doveva anche andare a rivedere un gameplay che ormai aveva poco da dire. Ecco perché il nuovo sistema di combattimento è un’aggiunta più che buona, anche se migliorabile, così come la crescita di Bayek è ben scandita, indicata anche dalla struttura delle quest che in qualche modo ci suggerisce come dividere le nostre sessioni di gameplay: un po’ di farming sarà necessario, ma l’affronteremo con piacere mediante una buona varietà e strutturazione delle quest. La nuova veste di Assassin’s Creed è dunque cucita quasi alle perfezione sulla pelle di un brand che voleva rinnovarsi, ma non stravolgersi.

Origins è uno dei migliori di Assassin’s Creed di sempre, al pari del tanto celebrato secondo capitolo. Ubisoft riesce a confezionare un prodotto che eccelle dal punto di vista visivo e soddisfa da quello narrativo, elementi veicolati da un gameplay assolutamente funzionale. Un mese dopo la release siamo tornati in Egitto e ci siamo ancora divertiti e appassionati, e mentre cavalcavamo spensierati nel deserto abbiamo rivolto un pensiero al futuro, augurandoci che continui su quest’ottimo cammino.