Recensione

Assassin's Creed Chronicles: India

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a cura di Pregianza

Quanto importante sia il brand Assassin’s Creed per Ubisoft è ormai sempre più evidente, ma piuttosto ovvio è anche il declino agli occhi del pubblico della saga, che nonostante un ottimo ultimo capitolo sembra far sempre più fatica a rinnovarsi e a stupire come faceva un tempo. Quale sia il futuro dei capitoli primari non è ancora noto, e l’unica cosa a cui ci possiamo attaccare di recente sono dei rumor non ancora confermati. Nel frattempo però Ubisoft ha deciso di utilizzare il marchio anche per degli interessanti prodotti digital, raggruppati nella miniserie Assassin’s Creed: Chronicles. Abbiamo già recensito il primo capitolo, ambientato in Cina, e ora è giunto il momento del secondo episodio, Chronicles: India. 
Trattandosi di progetti minori, i Chronicles hanno le carte in regole per sperimentare a dovere e China in effetti ci aveva divertito, pur non risultando particolarmente memorabile. Che la chiave di volta si trovi nella mistica India? Vediamo.
Assassin guru
Questa nuova avventura mette il giocatore nei panni di Arbaaz Mir, un assassino già noto a chi segue l’universo di Assassin’s Creed anche attraverso i romanzi. Arbaaz è un abile combattente, che qui viene coinvolto nell’ennesimo furto di uno dei Frammenti dell’Eden e nel rapimento del suo mentore, Hamid. Esattamente come per il predecessore, insomma, non è la trama il punto forte della produzione, bensì il gameplay.
Ora, se vi aspettate grossi cambiamenti rispetto a China cascate malissimo: Chronicles India utilizza un sistema di controllo pressoché identico e molto ispirato a quello di Mark of the Ninja, anche se dotato di meccaniche stealth sensibilmente più semplici e intuitive. L’elemento “originale” di questa serie sta nella prospettiva, è infatti un gioco 2,5D, in cui gli sviluppatori hanno gestito le possibilità di movimento di Arbaaz proprio attorno a questa particolare gestione della telecamera. Quella mezza dimensione in più, dopotutto, permette di variare non poco il level design, inserendo varie superfici scalabili, nascondigli in profondità, e sezioni platform ricche di trovate interessanti. In particolare la forza di India, rispetto al titolo precedente, sta nell’uso brillante proprio della prospettiva, grazie a location avanzate ricche di piattaforme mobili e muri instabili che la sfruttano al meglio (certi livelli “a tempo” in particolare si sono rivelati molto piacevoli). 

Un passo avanti sensibile nel design del titolo dunque, anche se, per quanto riguarda le meccaniche, siamo sempre di fronte al solito mix di scalate rapide, combattimenti che girano attorno a due tasti, uccisioni silenziose e gadget utilizzabili. Ecco, tolto il chakram a rimbalzo, avremmo preferito vedere un po’ di cambiamenti almeno a livello degli oggetti, e invece ci sono ancora le solite bombe fumogene, l’utile rampino, e delle bombette rumorose per distrarre le guardie. Se avete appena completato China la transizione sarà incredibilmente naturale, certo, ma qualche scelta più coraggiosa ci poteva tranquillamente stare.
La volontà dei Climax Studio pare in parole povere quella di utilizzare lo stesso sistema per tutti e tre i Chronicles, con un graduale aumento della complessità e del livello di sfida. Lo stesso India è dopotutto più impegnativo di China, con una crescita della difficoltà più rapida, livelli iniziali già zeppi di guardie, e mappe in generale più complicate e ispirate.
Da elogiare senza dubbio sono anche i contenuti. L’avventura primaria è piuttosto breve, ma vi sono parecchie sfide disponibili per chi si è fatto catturare dal gameplay, tra cui assassinii e prove d’abilità. Lodevole anche il cambio stilistico della grafica, che pur basandosi sullo stesso motore ora vanta uno spiccato uso del colore per dare vitalità alle ambientazioni, ed effetti indubbiamente più adatti alle lande indiane, per un miglioramento generale minimo ma ad ogni modo percettibile. Se si considera il prezzo contenuto, i Climax sono riusciti a sfornare un titolo degno di essere acquistato da chi cerca uno stealth game piacevole e intuitivo, esattamente come era accaduto con Chronicles: China.

– Aumento del livello di sfida e miglioramento del level design rispetto al predecessore

– Stilisticamente ispirato

– Meccaniche pressoché invariate

7.0

Assassin’s Creed Chronicles: India è un degno seguito del piacevole China, in grado di migliorare la formula grazie a un aumento del livello di sfida e a un level design più sopraffino, ma al contempo incapace di risultare “migliore” del predecessore per un attaccamento eccessivo alle sue meccaniche di gioco. Se cercate un gradevole passatempo e amate il marchio numero uno di Ubisoft, dategli una possibilità.

Voto Recensione di Assassin's Creed Chronicles: India - Recensione


7