Anteprima

Arthur and the Minimoys

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a cura di Mindead

Dal grande schermo al grande PCChi l’avrebbe mai detto che Luc Besson si sarebbe cimentato in un film d’ animazione cosi lontano dai suoi standard canonici, per quanto egli abbia sempre offerto al pubblico film di diverso genere e diversa fattura si rimane comunque sorpresi dall’avventura di “Arthur e il popolo dei Minimoys”che ci catapulta in un mondo fantastico nel quale ritroviamo svariati aspetti della cultura mitologica nord europea, sia per i personaggi e il loro abbigliamento, che per le ambientazioni così verdi ed evocative.

La TramaArthur, un giovane ragazzo inglese vive con sua nonna in una di quelle case stereotipate che ormai si vedono solo nei film (o nei film d’animazione), avete presente? La classica magione prefabbricata con un abbondante e rigoglioso giardino divisi da una balaustra con il classico porticato che ospita una sedia a dondolo.Un bel giorno, come un fulmine a ciel sereno, ad Arthur ed alla sua povera nonna arriva un’ingiunzione di sfratto, la loro casa sarà abbattuta e al suo posto sorgeranno strade e palazzi fra l’idillio dell’asfalto e del cemento, a meno che i due malcapitati non riescano a riscattare la proprietà con un’ ingente somma di denaro. Se solo ci fosse ancora il nonno, forse egli potrebbe aiutarli a non finire per strada ma il nonno è scomparso nel nulla quattro anni prima e chissà dov’è finito! Girovagando per casa Arthur trova indizi lasciati proprio dal nonno, che raccontano al giovane di un tesoro nascosto nel loro giardino, un tesoro che potrebbe essere la salvezza per questa famiglia se solo il nostro amico riuscisse a trovarlo. Attraverso formule magiche e strani esperimenti, Arthur, alla ricerca del tesoro, viene catapultato nel mondo dei Minimoys, un popolo che vive proprio nel suo giardino ma dalle dimensioni microscopiche e quindi invisibili ad occhio nudo. Qui comincia la nostra avventura.

Nel bel mezzo del microcosmoUna volta arrivato nel microcosmo dei Minimoys, Arthur fa subito la conoscenza di Betameche, uno strano troll che guida il giovane protagonista attraverso il loro mondo impartendogli i primi rudimenti su come ci si comporta in questo universo (un tutorial che spiega al giocatore i primi rudimenti insomma). Ci spiega come superare ostacoli e come recuperare energia, come aprire un certo tipo di porte e come combattere.Il gioco in sé e per sé è un’avventura d’azione più appartenente al mondo delle console che a quello del PC, l’impostazione infatti potrebbe essere paragonata semmai a quella di Prince of Persia, per quanto Arthur e il principe abbiano davvero poco in comune, i due mondi godono di un livello di interazione pressoché simile.Oltre Betameche, ad accompagnare Arthur nel suo lungo viaggio ci sarà anche Selenia, la sorella di Betameche, un’elfa dalle spiccate doti combattive e con un pungente senso dell’umorismo.Quasi immediatamente il sistema ci permette di comandare tutti e tre questi personaggi, ognuno con le sue peculiari caratteristiche, ciascuno necessario per sbloccare gli eventi chiave del gioco. Betameche per esempio, essendo minuto, può arrivare dove altri non arrivano, Arthur invece è più ferrato con le acrobazie mentre Selenia ha la capacità di abbattere un certo tipo di ostacoli facendo sfoggio delle abilità con la sua spada. Pur controllando tre personaggi differenti fra loro, l’ingegno è l’elemento necessario per risolvere i vari puzzle che il gioco presenta: a volte infatti c’è bisogno della coordinazione di tutti e tre i personaggi per oltrepassare dei varchi o per raggiungere locazioni lontane, spetta al giocatore quindi ingegnarsi su come e cosa fare per affrontare le più ardue peripezie.Dal punto di vista del combattimento, invece, troviamo quasi esclusivamente degli scontri con armi bianche, eccetto per Betameche che lancia degli strani dischi colpendo i nemici più distanti, ed è proprio Selenia che infligge maggiori danni agli avversari mentre Arthur si assesta come una via di mezzo fra i due.Il titolo è ricco di sorprese, fra cui potenziamenti e carte magiche che vanno ad implementare le caratteristiche dei personaggi, tuttavia nulla di cosi fondamentale che stravolga profondamente l’anima del gioco, al massimo qualche combo molto rudimentale può far variare leggermente lo stile del combattimento, ma nulla di eccessivamente eclatante se vogliamo dirla tutta.

Gameplay, sorella grafica e fratello audioE’ incredibile pensare che una trasposizione videoludica di un film sia stata cosi curata sia dal punto di vista grafico che da quello sonoro. Solitamente, infatti, i giochi che escono in parallelo con i film non sono altro che dei poco riusciti tentativi di dar vita a personaggi da sogno immersi in mondi fantastici che risultano essere dei cattivi fratelli, spesso scadenti, delle controparti cinematografiche.Arthur e i Minimoys è stato curato in modo davvero minuzioso ed esso presenta una grafica sbalorditiva che nulla ha da invidiare a tanti altri titoli che troviamo nelle “hit” del panorama videoludico; le animazioni e tutto ciò che caratterizza Arthur e i Minimoys sono degni di lode e sotto certi punti di vista richiamano alla memoria addirittura “Alice” un’avventura dal gameplay molto simile al gioco oggetto di questa recensione che solcò anni addietro il panorama PC. Idem per l’audio, che nella versione italiana gode di un doppiaggio simpatico e ben realizzato e così anche gli effetti e i rumori che accompagnano l’avventura nel mondo dei simpatici Minimoys. Caratteristica del gioco è il poter scegliere sin da subito il capitolo a cui si vuol giocare, mentre tanti altri titoli permettono di giocare i singoli capitoli solo dopo averli ultimati nella storia principale, Arthur e i Minimoys, invece, consente di giungere direttamente al capitolo finale senza “passare per il via”. Fortemente consigliato è l’utilizzo di un buon joypad che renderà più facile la vita del giocatore che ne faccia uso rispetto a coloro i quali scelgano di giocare armati di una semplice tastiera.

Dulcis in fundoArthur e i Minimoys non è un gioco che complessivamente spicca per originalità rispetto a tanti altri titoli, segue di pari passo le orme del film con le ovvie aggiunte che un videogioco merita in alcuni campi. Per quanto la grafica sia bella e l’audio all’altezza della situazione, la storia è fondamentalmente un buon espediente per chi, dopo aver visto il film, voglia rivivere le emozioni del nostro beniamino attraverso il gioco. Ciò non toglie che questo simpatico titolo potrebbe far leva anche su chi il film non sia mai andato a vederlo, tuttavia non credo che costoro rappresentino una folta schiera di persone, probabilmente a causa del pregiudizio (spesso giustificatissimo) che quando si parla del gioco di un film, non si parla mai di un buon gioco. Per concludere però vorrei sottolineare che questo titolo è comunque da provare in quanto di questo tipo di avventure il “catalogo PC” scarseggia mentre esse abbondano sulle console, dunque, amanti della terza persona, fatevi avanti fra Troll, Elfi e fanti!