Recensione

Art of Fighting

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a cura di AP

Ogni picchiaduro ad incontri uscito negli anni novanta ha sempre avuto vita difficile, se non addirittura impossibile, causa l’immediato e terribile paragone che questi subiva in modo automatico nei confronti del pluridecorato Street Fighter II, nelle molteplici incarnazioni che per un decennio abbondante l’hanno visto trionfare su tutta la linea. Il risultato di ogni confronto, inutile dirlo, finiva sempre con la sconfitta del titolo “sfidante”. Il motivo era presto detto: personaggi affascinanti, musiche ancora oggi indimenticabili ed uno stile di combattimento che, nonostante richiedesse grande strategia e tecnica, lasciava anche molto spazio all’improvvisazione e alla creatività, creavano un perfetto mix in grado di rendere questa serie come il metro di paragone assoluto e allo stesso tempo l’avversario da battere disperatamente. Art of Fighting è il quarto titolo del Neo Geo ad arrivare su Virtual Console e, data la scarsa reperibilità, delle originali schede da sala ed i costi decisamente elevati di queste rarità, l’arrivo di un gioco simile nella ludoteca del Wii dovrebbe fare la felicità di tutti gli amanti dei picchiaduro ad incontri che fino ad oggi potevano contare sull’ottimo Street Fighter II Turbo, disponibile ormai da diversi mesi per l’ammiraglia Nintendo.Nonostante una conversione decisamente ben realizzata, scoprirete nel giro di breve tempo che è proprio il gioco a non decollare mai, lasciando sempre quella sensazione di incompletezza che difficilmente qualcuno avrà potuto avvertire giocando al titolo Capcom. In effetti, oggi come allora, avere una grafica esagerata, non è un buon alibi per dimenticarsi gli altri ingredienti.

Tutto il resto è noiaSNK ha creato un gioco piuttosto canonico. I combattimenti si svolgono tra due avversari con la classica barra energetica e si risolvono al meglio dei tre incontri. Le mosse speciali presenti appartengono al manuale del perfetto picchiaduro, ma considerate nell’ottica di uno Story Mode affrontabile solo con due personaggi appaiono ormai così classiche da risultare obsolete, utilizzando pugni, calci proiezioni offensive e qualche accenno di attacchi d’energia. All’epoca della realizzazione originale non esistevano ancora le combo e così risulta impossibile concatenare tra loro diversi colpi, con il risultato che gli scontri risultano poco divertenti e troppo rapidi a causa di una gestione dei danni provocati non ottimale.Oltre alle mosse standard sopra menzionate, ogni personaggio avrà modo di realizzare dei colpi particolarmente potenti consumando una barra speciale che si ricarica tenendo premuto un pulsante d’attacco per alcuni secondi. Interessante sono anche la possibilità di sferrare un Desperation Attack, effettuabile solo quando si è ormai prossimi alla sconfitta e una Super Death Blows, mossa potentissima che si ottiene una volta superato con successo il livello bonus.Nonostante sia presente una regia virtuale che effettua zoom avvicinandosi ai lottatori quando questi sono vicini tra loro, donando una buona dinamicità agli incontri e mostrando un effetto speciale e un livello di dettaglio dei combattenti davvero fuori parametro nel 1992, vi ritroverete troppo spesso ad effettuare le solite mosse senza molte possibilità di variare il vostro approccio nei confronti dell’avversario, a causa di un’intelligenza artificiale assolutamente deprimente. Nemmeno l’introduzione del Taunt, ossia la presa in giro dell’avversario, serve a qualcosa in quanto gli effetti collaterali porteranno a un azzeramento dello Spirit Meter, cioè quell’indicatore che determina la possibilità di effettuare mosse speciali.Pregevoli invece sono i danni visibili sui personaggi dopo ogni colpo subito, attraverso vestiti che si strappano e lividi evidenti, caratteristica che non sembra aver avuto molto successo negli anni. Per giocare ad Art of Fighting il consiglio è quello di utilizzare il Classic Controller o in alternativa del controller del Gamecube. I quattro pulsanti risultano così facilmente raggiungibili al contrario della configurazione del solo Wii Remote, nella quale premere in tempo A e B per effettuare i colpi ad essi abbinati risulta davvero complesso e scomodo.

Per combattere bisogna essere in dueI lottatori disponibili sono otto, e sebbene il numero sembri davvero misero al giorno d’oggi, nei primi anni novanta si trattava di un risultato ragguardevole che garantiva un minimo di varietà almeno negli scontri in Vs. Mode, in un titolo che non si può certo considerare profondo. Giocando in Single Player seguirete infatti le vicende di due amici, costretti a salvare la donzella di turno. In questo modo la scelta sarà limitata ai soli Ryo e Robert, che dovranno farsi largo tra le strade di South Town affrontando i brutti ceffi che le popolano. In conclusione, a meno che voi non dissoniate di qualcuno con cui giocare spesso (e difficilmente ne avrete voglia…), impiegherete davvero pochissimo tempo per dimenticare il titolo SNK in un angolo del vostro menu Wii, a causa di un concept limitato e superato, che nonostante il nome potrebbe presto lasciarvi delusi.

– Sprite grandi e dettagliati

– Alcune idee originali

– Gameplay ripetitivo e poco profondo

– Story mode con soli due personaggi controllabili

– Dimostra tutti i suoi anni

5.0

Art of Fighting fallisce proprio dove un picchiaduro a incontri dovrebbe primeggiare: nella giocabilità.. Al di là di una grafica che mette in scena personaggi di ragguardevoli dimensioni e dettagliati anche grazie allo zoom dinamico (ma anche animazioni piuttosto scattose e poco fluide), il divertimento viene a mancare rapidamente a causa delle poche mosse a disposizione per ogni lottatore. Inoltre il gioco in singolo restringe la cifra dei personaggi selezionabili a soli due personaggi, per di più molto simili tra loro. Non resta quindi che consigliare questo gioco a chiunque non sia un vero appassionato, soprattutto a “causa” di quel certo Street Fighter II Turbo che a distanza di 15 anni ha ancora così tanto da offrire.

Voto Recensione di Art of Fighting - Recensione


5