Recensione

Arcania: Gothic IV

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a cura di Sidmarko

In questi ultimi anni si sta assistendo ad una profonda metamorfosi del videogioco di ruolo, il quale tende in taluni casi ad ibridarsi con altri generi, come visto di recente con Mass Effect, oppure ad erigersi a vero e proprio spartiacque fra videogioco casual e hardcore, basti pensare a Baldur’s Gate o Neverwinter Nights, ma anche al più recente Dragon Age: Origins. Questo fenomeno ha portato una distinzione sempre più netta fra il videogioco di ruolo classico e le sue “derivanti” o nuove interpretazioni, dall’approccio certamente meno rigido e profondo. Applicando questo paradigma al nostro caso specifico, ovvero il nuovo capitolo di Gothic, entrano in campo anche altre variabili, che tengono conto delle peculiarità che hanno fatto apprezzare il titolo e l’hanno reso unico. A questo si aggiunge il nocciolo duro degli appassionati, che difficilmente accetta compromessi o stravolgimenti di una serie a lungo corso, come nel caso di Gothic. Ma perché tutto questo preambolo? Semplicemente perché lo scettro degli sviluppatori è passato, per la prima volta nella storia della serie, dai Piranha Bytes a Spellbound Entertainment , e la paura di un mutamento della serie (in parte già avvenuta con il terzo capitolo) è spesso fondata quando alla cabina di regia siede un nuovo team. Andiamo a scoprire se Gothic IV è il vero erede di questa storica saga ruolistica targata JoWood o è la nuova “vittima” della metamorfosi che sta manipolando i nuovi GDR. Dopo il cambio di rotta del terzo capitolo e l’addio degli sviluppatori storici, molti fan si aspettano da questo quarto capitolo un ritorno degno dell’attesa. Scopriamo insieme se è questo il caso.

L’eroe senza nome…ancora?L’avventuriero che si va ad impersonare in questo nuovo capitolo della serie è un nuovo giovane ed impavido “eroe senza nome” (sì, tanto per cambiare), ben nascosto sotto le vesti di un sedicente pastore della tranquilla isola di Feshyr. Un giorno, di ritorno da una missione, scopre che il suo villaggio è stato depredato e dato alle fiamme da un gruppo di paladini, forse provenienti dall’esercito di Re Rhobar III, il vecchio eroe senza nome dei precedenti Gothic. Tra le vittime di questa vile razzia, l’eroe troverà anche la sua amata, che portava ancora in grembo il loro primogenito. In cerca di sangue per calmare la propria sete di vendetta, il giovane parte alla ricerca di un potente artefatto che lo porterà a percorrere in lungo e in largo tutto l’universo di gioco plasmato dagli sviluppatori, noto come Isola di Argaan. Il mondo esplorabile non sembra vasto come nelle passate iterazioni, ma presenta location molto varie come zone innevate, paludi, foreste, spiagge e montagne. La longevità inoltre è assicurata da una trama che non brilla certo per originalità o profondità, ma offre comunque un arco narrativo piacevole e con qualche interessante retroscena. Purtroppo, a causa di una scialba caratterizzazione dei personaggi, si prova una strana sensazione di apatia, ed è difficile riuscire a farsi trasportare dagli eventi. A questo si aggiunge anche la banalità e linearità delle missioni principali (ma anche secondarie) che funzionano dall’inizio alla fine con la formula “prendi oggetto – riporta oggetto” o “vai da punto A a punto B”, trainate da dialoghi poco ispirati e utili alla sola attivazione delle stesse. Manca inoltre la possibilità di prendere vere decisioni in relazione agli eventi o alle missioni, delineando un proprio profilo morale come accadeva in passato. Allo stesso modo gli abitanti di Argaan non reagiranno di fronte alle vostre scelte o azioni; ad esempio, potrete tranquillamente entrare nelle case senza che nessuno dica niente. Non si tratta di aspetti necessariamente negativi, ma di una chiara scelta di design che vuole ingraziarsi una fascia di giocatori molto più ampia che in passato.

Il McGyver di ArgaanLa grande libertà di esplorazione e la presenza di un mondo dinamico e sempre in movimento, con tantissimi PNG a fare da contorno e le relative missioni secondarie, sono sempre stati gli ingredienti tipici della formula Gothic. Il nuovo team di sviluppo ha deciso tuttavia di accantonare i vecchi stilemi del brand, proponendo un titolo che presenti ancora le atmosfere dei precedenti capitoli ma con una struttura di gioco lineare e story driven, ovvero più legata alla trama che al mondo circostante. Ovviamente la componente esplorativa sarà ancora parte integrante del gioco, dato che nel corso dell’avventura si attraverseranno chilometri e chilometri di mulattiere tra boschi e montagne, ma difficilmente fra un luogo di interesse e l’altro ci sarà molto da fare, salvo raccogliere qualche elemento utile per il crafting. Proprio quest’ultimo è una delle caratteristiche più interessanti di Gothic IV (già introdotto nel predecessore). Durante le peregrinazioni sarà possibile raccogliere erbe, minerali, o altri elementi che mischiati fra loro daranno vita a pozioni curative, elisir, ma anche semplici ricette gastronomiche, il cui elemento primario è composto in gran parte dalla tenera carne che scuoierete dai corpi della selvaggina che abita le foreste di Argaan. Gli amanti del “fai da te” saranno felici di sapere che anche l’equipaggiamento potrà essere plasmato unendo elementi trovati durante le lunghe gitarelle. Purtroppo questo sistema non funziona prendendo due oggetti ed unendoli a piacere, bensì per poter creare qualcosa sarà necessario trovare prima una specifica pergamena che, una volta consultata, sbloccherà un oggetto (equipaggiamento, pozione o cibo) che sarà possibile creare dopo aver trovato tutti gli elementi indicati. Senza dubbio costruire delle armi con le proprie mani è molto appagante e si tratta il più delle volte di strumenti particolarmente potenti, ma il problema è che le pergamene legate all’equipaggiamento sono difficilmente reperibili. Un vero peccato, ma allo stesso tempo un pretesto che vi porterà ad esplorare ogni singolo anfratto dell’isola di Argaan. Discorso diverso per quanto riguarda le pergamene legate all’alchimia e ai cibi, che sono molto più facili da trovare e anche da utilizzare. Vista la scarsità di equipaggiamenti e pozioni che offriranno il looting ed i pochi commercianti sparsi per i piccoli centri abitati, è vivamente consigliato imparare a sfruttare al meglio il sistema di crafting.

Un piatto asciuttoSin dalle prime battute di gioco ci si rende conto di quanto gli sviluppatori abbiano cercato una forte semplificazione degli elementi tipici dei GDR più classici, ma anche della stessa serie Gothic. Il personaggio principale, come sempre senza una classe di appartenenza, incrementerà il proprio livello accumulando esperienza con l’eliminazione di nemici e completando le varie quest, ma una volta raggiunto un nuovo livello, la personalizzazione si limiterà alla sola attivazione di poche abilità, che comprendono tre magie, qualche colpo speciale e la modalità furtiva, senza un minimo accenno alle caratteristiche base come forza, destrezza o costituzione, che cresceranno automaticamente ad ogni level up. In realtà, scesi in campo, a fare la differenza non sarà il giusto upgrade delle caratteristiche, ma l’equipaggiamento e la capacità del giocatore nel saper sfruttare al meglio le combinazioni d’attacco, pad o mouse alla mano. Una prerogativa più da action game che da gioco di ruolo. Ed è proprio qui che entra in gioco la seconda importante novità di Gothic IV: il sistema di combattimento. Completamente rivisto rispetto al passato, che prevedeva un pattern d’attacco molto ripetitivo e monotasto, per la sua imbastitura gli sviluppatori hanno pescato a piene mani da altri esponenti ruolistici più divulgativi, come Fable, o atipici, come The Witcher, creando un sistema molto più dinamico e vario. Durante gli scontri il giocatore avrà la possibilità concatenare attacchi, parare, contrattaccare, oppure schivare rotolando. Come sempre le modalità di attacco si dividono in mischia, distanza e magia, ma sarà necessario trovare un giusto equilibrio fra le tre in base al nemico che ci si trova di fronte. Anche perché, sebbene nella prima parte dell’avventura il livello di difficoltà sia piuttosto permissivo anche per i meno esperti, da metà in poi la sfida subirà una lieve impennata che richiederà al giocatore un atteggiamento molto più cauto e attento. Per i giocatori più duri c’è sempre la possibilità di giocare al livello di difficoltà difficile o gothic. Sfortunatamente ad inficiare il nuovo sistema di combattimento ci pensa l’Intelligenza Artificiale nemica, che si rivela poco reattiva e limitata a solo uno o due tipi di attacco, piuttosto facili da evitare. Il processo di semplificazione degli aspetti tipici del brand ha visto anche l’eliminazione del riposo e degli allenatori: ora l’apprendimento delle abilità avviene in modo diretto attraverso il menù abilità.

Vision 7: croce e deliziaGirovagando in lungo e in largo per il continente di Argaan, si possono apprezzare le delizie offerte dal motore grafico Vision Engine 7. Uno degli aspetti di maggior impatto è il sistema di illuminazione dinamico, in grado di offrire una resa visiva molto realistica. L’ambientazione più diffusa all’interno del mondo di gioco, ovvero le foreste, sono dense di vegetazione e molto dettagliate, allo stesso modo gli effetti particellari sono degni delle migliori scenografie hollywoodiane. Ma il piatto forte sono la modellazione architettonica e naturale degli elementi scenici, come montagne, radure, città e villaggi, che risultano sempre molto variegati e suggestivi. Inoltre, una linea dell’orizzonte particolarmente generosa permette di guastarsi scorci evocativi ed immersivi anche da distanze notevoli. Sarà possibile conoscere la posizione da qualsiasi punto e riconoscere luoghi già visitati da molto lontano. Anche le texture risultano sempre di alta qualità, salvo qualche rara eccezione. Tuttavia il comparto grafico di Ghotic IV brilla solo per metà. Infatti, l’ottima realizzazione degli ambienti è accompagnata da modelli poligonali dei personaggi e dei relativi volti, salvo il protagonista e pochi altri, poco curati. Durante il gioco è stato addirittura difficile riuscire a ricordarsi certi personaggi dal solo aspetto facciale, perché la maggior parte presentano lo stesso identico volto; i modelli dei visi che abbiamo incontrato si sono limitati ad una decina di tipologie. Ma non è tutto: pare proprio che Spellbound non abbia ereditato da Piranha Bytes solo la proprietà intellettuale della serie, ma anche lo stesso cattivo rapporto con l’ottimizzazione del motore grafico. Di certo in molti non avranno dimenticato il disastroso Gothic 3, farcito da bug fino all’osso e caratterizzato richieste hardware stellari. Nella versione PC da noi testata, la situazione nel nuovo Gothic non è così critica, ma non è stato possibile giocare in modo fluido per buona parte dell’avventura, nonostante fossimo dotati di una macchina da gioco di un buon livello: Quad Core Intel QX6800@2.93Ghz, 4 GB di Ram e Nvidia GTX295. I cali di frame rate più marcati si sono notati soprattutto all’interno dei grandi centri abitati, come i villaggi e le città, e durante il temporale. Provando ad avvalerci della buona scalabilità del motore, non è comunque stato possibile migliorare la situazione, che è sembrata quasi indipendente dal livello di dettaglio grafico. Fortunatamente gli sviluppatori hanno già rilasciato una piccola patch che ha migliorato leggermente la situazione. Il comparto audio fa bene il suo compito con colonne sonore a tema, mentre il doppiaggio in lingua italiana non fa gridare al miracolo ma è comunque udibile e sufficientemente variegato.

– Nuovo sistema di combattimento action

– Crafting appagante

– Paesaggi suggestivi

– Mappa piuttosto vasta

– Meno libertà d’azione

– Mondo statico

– Componente ruolistica debole

– Motore grafico mal ottimizzato

7.0

Giudicare Arcania: Gothic IV non è un compito semplice. Se volessimo vederlo come un semplice successore della saga Gothic, non sarebbe molto difficile bocciarlo. Nonostante la buona dimensione della mappa, non è un vero open-world e la tipica dinamicità del mondo e dei suoi abitanti è svanita. Anche gli elementi ruolistici sono stati ridotti all’osso, sebbene non siano mai stati un marchio distintivo della saga, quindi chi si aspettava un degno erede potrebbe rimanere deluso. Ma preso a sé stante, Gothic IV è comunque un buon action-GDR. Il nuovo sistema di combattimento è molto più divertente e dinamico e sa regalare anche qualche piccola soddisfazione, allo stesso modo il crafting è decisamente appagante se avrete la pazienza per trovare i giusti elementi e le pergamene. Prima di buttarvi in giochi di ruolo più duri, questo titolo potrebbe essere una buona iniziazione al difficile mondo dei GDR puri.

Voto Recensione di Arcania: Gothic IV - Recensione


7