Recensione

Anna

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a cura di SlimShady89

È passato poco tempo dall’ultima volta che abbiamo parlato di Anna, avventura grafica 3D con visuale in soggettiva made in Italy. Dopo aver provato la preview build del gioco targato Dreampainters, le nostre impressioni sono state subito positive e molto incoraggianti: il lavoro svolto dal team italiano capeggiato da Simone Tagliaferri ci ha stupito per la sua cura e, soprattutto, per l’originalità.
Il 16 luglio è stata la fatidica data di rilascio della versione in inglese del titolo, mentre per fine mese – o qualcosina in più – i videogiocatori italiani potranno mettere le mani sulla versione localizzata.
Ricordiamo che Anna è disponibile su shop digital delivery quali Zodiac – shop italiano – Desura, Just Adventure ed Indievania, al prezzo di 7,90€.
L’edificio degli incubi
Il protagonista dell’avventura è un uomo tormentato da incubi, in cerca di risposte. Nei suoi sogni più cupi è ricorrente una segheria abbandonata circondata dal verde della Val d’Ayas, una zona di montagna in Valle d’Aosta.
L’esperienza comincia già di fronte alla segheria, teatro di tutto il gioco: la porta d’ingresso è chiusa, l’edificio è ormai fatiscente e la legna accatastata giace in terra chissà da quanto tempo. Finestre sbarrate, un piccolo ruscello e nient’altro…apparentemente. Dopo i primi giri a vuoto, ci si accorge che evidentemente qualcosa si può fare, si muove qualche roccia e, con l’ausilio di tanto pensare, si riesce ad entrare nella struttura.
Il benvenuto non è dei migliori, anzi, è inesistente: poche candele illuminano gli angoli della stanza principale, i cassetti e le botole sono chiuse, un messaggio sul mobiletto accanto all’entrata parla di rituali magici e lascia intendere pratiche di magia nera. C’è una stanza, l’unica accessibile, piena d’acqua sporca e con un foro nella parete da cui esce luce. Anna si presenta così, capovolgendo la tranquilla e confortante atmosfera del giardino nello sconfortante e sinistro ambiente dell’interno della segheria. Il tempo sembra non essere mai passato solo per la stufetta ancora accesa che, nonostante la ruggine, emana il suo calore in un angolo della stanza.
Il gioco è cominciato
Anna è un’avventura che farà sbattere la testa – contro i muri della propria stanza, o se preferite contro quelli della segheria – anche ai più esperti del genere: come si è potuto capire dal paragrafo precedente, inizialmente la location è quasi del tutto inaccessibile, ma tutte le varie sfaccettature del gioco si mostreranno man mano che l’utente compirà le azioni necessarie al proseguimento della storia. La caratteristica migliore del titolo è proprio questa, ovvero l’evolversi della locazione parallelamente all’evolversi della storia, come se Anna manipolasse la segheria in base alle azioni e alle sensazioni del protagonista.
Si tratta di qualcosa di più di una semplice impressione: l’entità che governa l’edificio sembra guidare il protagonista verso le risposte che cerca, grazie a feedback più o meno celati, come un flash, un ricordo, un’apparizione.  Più in là con le ore, prende piede l’idea che l’uomo stia lottando contro il suo stesso subconscio, tra ricordi volutamente messi in un angolo della memoria se non rimossi completamente. Anna sembra quasi divertirsi mentre, per l’ennesima volta, la segheria risponde al protagonista con tracce sulle pareti e segni nell’oscurità, un po’ per confondergli le idee, un po’ per guidarlo nella giusta direzione.
L’ostilità del posto rimane tangibile fino alla fine: visioni terrificanti, celate minacce con manichini che prendono fuoco, barattoli lanciati per incutere timore e candele spente all’improvviso, senza considerare tutti i rumori molesti che provengono prima dalla stanza accanto, poi dal primo piano e, magari una volta su, dal piano terra.
Libero di scegliere il tuo destino
Se nella vostra “carriera videoludica” avete già avuto modo di giocare la serie Penumbra o, più recentemente, Amnesia, conoscete già la giocabilità di Anna.
Avventura grafica horror in 3D, come detto, con visuale in soggettiva libera da vincoli grazie all’uso del mouse. E’ possibile interagire con ogni oggetto dello scenario con tre azioni standard: raccogliere, esaminare e usare. Chiaramente non tutti gli elementi potranno essere raccolti o usati, ma esaminare ogni cosa è fondamentale per arrivare alla conclusione del gioco, in quanto determinate azioni saranno disponibili solo dopo aver analizzato un elemento specifico. Il motore fisico del gioco è ben sviluppato e agisce su ogni oggetto utilizzabile: ad esempio un cassetto potrà essere tirato in avanti, così come le ante di un guardaroba. Immancabile l’inventario, richiamabile sia tramite un tasto sulla tastiera che attraverso la pressione della rotellina centrale del mouse. Nelle vostre tastche finiranno solo pochi oggetti – ovvero quelli necessari – e, in linea di massima, si avrà a che fare con elementi non distanti dalla realtà, nonostante la pesante nuvola di misticismo di cui gode il titolo.
Di ben altra natura, invece, gli enigmi che l’utente si troverà a risolvere all’interno della segheria: la difficoltà del gioco è elevata anche per via del fatto che molte azioni non sono logicamente comprensibili – scelta voluta – ma bisogna intuire l’intero mondo di Anna per entrare nei meccanismi previsti per risolvere alcuni puzzle. Le azioni da compiere saranno quelle più classiche, ovvero interagire con l’ambiente attraverso gli oggetti o semplicemente combinarne alcuni in inventario.
Per il gioco sono previsti addirittura tre finali, molto distinti tra loro, di cui il primo arriva circa a metà avventura. Proprio per questo, chi ha intenzione di completare Anna assistendo a tutti e tre i finali, avrà di che giocare, nonostante le azioni da compiere siano al 99% le stesse, salvo qualche variazione.
La prima run del gioco potrebbe portare via da 3 a 10 ore: la bella differenza tra il minimo e il massimo della durata media sta nella difficoltà del titolo. Senza la giusta attenzione o intuizione, ci si ritroverà a girare in tondo alla ricerca del nulla, con il solito spauracchio della frustrazione.
Fortunatamente gli sviluppatori hanno pensato anche a questo, introducendo due sistemi di aiuto: il primo permette di ricevere suggerimenti ogni 5 o 3 minuti di gioco, il secondo fornisce un hint con la pressione di un tasto da tastiera.
Attraverso gli occhi di Anna
Che Anna sia un prodotto di qualità lo si è già capito, ma andando ad analizzare il comparto grafico se ne ha la conferma: non solo è stato fatto un ottimo lavoro a livello di texture e ambientazione, ma a sorprendere è l’eccellente livello della soundtrack, a cura di Alessandro Monopoli, capoband dei Chantry. Gli effetti sonori che compongono il gioco – più di 100 – sono stati campionati egregiamente e disposti nel migliore dei modi. Il videogiocatore non viene lasciato mai solo nel bene e nel male, poiché tra sinistri tonfi nel silenzio, mobili che strisciano nella stanza accanto e lenti passi, l’angoscia si mantiene costante. Anna fa sentire la sua anima melodica con qualche traccia della soundtrack, ma sono gli eventi maggiori ad appassionare di più: cambiano le luci della stanza, aumenta il volume della musica di sottofondo, si odono voci spiritiche.  In tutto ciò gioca un ruolo fondamentale anche l’intero sistema grafico: i ragazzi di Dreampainters hanno messo a disposizione diversi filtri grafici, come l’occlusione ambientale per gestire l’illuminazione. Questa è sicuramente la colonna portante di tutto il comparto grafico, infatti si notano gli effetti del lavoro a partire dal giardino, per poi entrare nella segheria e assistere ai giochi di luce. Molti oggetti sono stati volutamente nascosti al buio, così come è voluta la scarsa illuminazione generale che regna all’interno del fatiscente edificio. È tangibile il segno del tempo, ed il protagonista vive sulla sua pelle il disagio che la segheria porta con sé con la sua anima impolverata.
Qualche calo di framerate di troppo rovina leggermente l’esperienza col titolo, mentre gli utenti più esigenti potrebbero non gradire qualche texture piatta e poco curata. Difetti leggeri e perdonabili, comunque, che non intaccano la qualità generale del gioco.

– Evoluzione della location progredendo nel gioco

– Diverse situazioni inquietanti

– Ottima soundtrack

– Finalmente anche l’Italia si ritaglia un suo spazio

– Certi enigmi sono poco logici

– Ad alcuni potrebbe non bastare la sola segheria

8.0

I Dreampainters hanno vinto la scommessa, e il loro debutto nel mercato che conta è ottimo. Anna è senz’altro un’avventura che riuscirà a imporsi e farsi strada tra titoli più blasonati ed economicamente più forti, grazie alla passione dei suoi sviluppatori e alle tante idee originali che le hanno dato vita. Ci sentiamo di consigliare questo titolo non solo a tutti gli amanti del genere, ma anche a chi vuole dare un’opportunità a un team di sviluppo completamente italiano, affiatato e preparato. Anna vi rapirà.

Voto Recensione di Anna - Recensione


8