Recensione

Animal Gods

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a cura di Francesco Ursino

Alcuni giochi propongono fin da subito un’esperienza dai toni ben definiti: nel caso di Animal Gods, titolo oggetto di questa recensione, stiamo parlando di ritmi lenti, blandi, sostenuti da un gameplay totalmente basato su meccaniche trial & error. Vediamo allora se queste premesse riescono a trasformarsi in qualcosa di positivo.

Una guerriera silenziosaLa missione di Thistle non è di quelle delle più semplici: in Animal Gods, action bidimensionale sviluppato da Still Games, il suo obiettivo è quello di far tornare all’antico splendore i tre dei. Questi, nel momento in cui inizia il gioco, sono intrappolati da una setta guidata da tale Jessuh, determinata a cambiare le sorti di Sky Mirror, la città in cui è ambientata la vicenda. Thistle, in tutto questo, è una silenziosa sacerdotessa guerriera, che parlerà assai poco con il giocatore. Per conoscere veramente la storia del mondo narrato da Animal Gods, in effetti, ci si dovrà basare molto sui diari di gioco che possono essere ritrovati durante il proprio peregrinare. C’è da dire, però, che tutto questo non basta a dare un quadro complessivo chiaro della vicenda, e difatti è dalle poche righe di testo che costituiscono l’intelaiatura della storia che si comprende come il gioco sia stato sviluppato con poche risorse. I $ 26,000 raccolti grazie a Kickstarter, infatti, non hanno permesso agli sviluppatori di esprimere appieno tutte le idee di gioco, e difatti quello che abbiamo provato è stato un titolo che per forza di cose è un’opera un po’ incompiuta. Oltre a una narrazione già di per sé criptica, e poi affidata solo a poche righe testuali, troviamo una longevità di poco superiore alle due ore, che ci spinge a dire già da ora come i € 9,99 richiesti per l’acquisto del gioco abbiano tutto sommato poco senso, specie se si considera anche il gameplay proposto.

Arco, salto, spadaAnimal Gods propone una sfida decisamente minimalista: in buona sostanza si tratta di un action bidimensionale che cerca di ricalcare i primi capitoli della saga di Zelda, in cui la protagonista Thistle dovrà destreggiarsi tra tre zone principali, a loro volta divise in dungeon, e che propongono tre tipologie di sfida differenti. Le varie aree, dedicate agli dei caduti, permetteranno al giocatore di affrontare dinamiche di gioco che cambieranno per via dei tre poteri della protagonista; in una zona, allora, la nostra sarà in grado di utilizzare l’arco, in un’altra la spada, mentre nella terza potrà balzare su ostacoli vari grazie a salti più alti e lunghi.

Difatti il livello di sfida sarà sempre elevato, e basato su componenti di abilità e strategia. Secondo gli sviluppatori, riuscire a venire a capo delle varie sfide sarà una questione soprattutto di puro tempismo e bravura, e in effetti non ci sentiamo di dargli torto; tra salti calibrati al millimetro, e colpi da scagliare calcolando velocità e distanza, i grattacapi saranno molti e la frustrazione farà spesso capolino. La sensazione è che queste tre sfide differenti siano più un esercizio di stile, piuttosto che parti di un insieme organico. E’ un vero peccato, in altre parole, che Animal Gods distingua in modo così netto tra le varie abilità di Thistle, impedendo di utilizzarle contemporaneamente nei vari dungeon. Anche qui, la prima causa che giustifica questa divisione radicale tra i momenti in cui si può saltare più a lungo, tirare di spada, o usare l’arco è la mancanza di fondi, la quale non ha permesso di creare livelli più complessi.Cercando di descrivere meglio le varie sfide proposte, la più interessante ci è sembrata essere quella relativa ai salti da compiere, che impegnerà i giocatori in mosse millimetriche al fine di superare gli ostacoli proposti; anche qui, la pochezza del gioco si riflette nel fatto che le minacce che andremo a incontrare non saranno altro che delle strisce viola, che non si comprende bene per quale motivo siano dannose per la protagonista. Insomma, si dovrà lavorare un po’ di fantasia, così come negli altri dungeon, dove gli avversari saranno dei quadrati arrotondati dotati di occhi. Anche i boss finali, presenti in ogni area, non si distaccheranno di molto da questo copione.Abbiamo detto dunque che Animal Gods è in ogni caso un gioco non così tenero con il giocatore: in effetti, le sfide non saranno delle più semplici, anche se per fortuna il sistema di salvataggio a checkpoint aiuta nelle situazioni più complesse. Certo è che la poca profondità dell’esperienza di gioco nel suo complesso, però, sminuisce quella che poi è la forza del gameplay del gioco, capace di proporre una sfida che gli appassionati di platform bidimensionali potrebbero non disdegnare.Una volta finito il titolo, peraltro, è da segnalare la possibilità di ricominciare l’avventura con la modalità Lives-09, che in sostanza ci costringerà a finire il gioco solo con 9 vite. Inutile dire come la difficoltà di questa opzione di gioco sia estrema, per non dire infida, anche perché la protagonista del gioco non sarà dotata di una qualsivoglia barra di energia; il primo colpo subito, in ogni modalità di gioco, equivarrà dunque a morte certa.

L’immaginazione al potereVista da una certa angolazione, l’estetica di Animal Gods non è del tutto malvagia; ci è apparsa positiva la scelta di incorporare alcune linee di testo direttamente all’interno del dungeon che si sta visitando, per esempio all’inizio delle varie aree visitate, e anche lo stive visivo di alcune zone non è per nulla negativo.Il gioco, di per sé, propone un ritmo assai lento e ragionato, un po’ per via delle sfide descritte in precedenza, un po’ per la lunghezza delle sezioni di intermezzo tra un dungeon e l’altro. Non bisogna dimenticare, infatti, che Animal Gods è sostanzialmente un open world, che consente al giocatore di giostrare da una zona all’altra in maniera tutto sommato semplice. Lo spostamento nell’area di collegamento tra le varie zone, però, avviene attraverso lunghi corridoi da attraversare, e tutto ciò impone al gioco un ritmo compassato.Molto positivo il comparto audio, che non propone delle vere e proprie musiche accattivanti, ma riesce a creare un’atmosfera rilassata e in qualche modo incantata, grazie a degli azzeccati rumori ambientali. In un titolo che non fa affidamento sul doppiaggio, si tratta pur sempre di un merito da sottolineare.Per ultimo, sottolineiamo la presenza di alcune problematiche tecniche che hanno afflitto le nostre prove; in un dungeon in particolare, la battaglia con il boss di turno non è partita correttamente perché il nostro personaggio, invece di camminare lungo il sentiero prestabilito, si è andato a infilare sotto il background del livello, risultando invisibile e incapace di intraprendere qualsiasi azione.

HARDWARE

OS: Windows 7 Processore: Intel(R) Core(TM) i5-2435M @ 2.4 GHz Memoria RAM: 4 GBScheda Grafica: Intel(R) HD Graphics 3000 Spazio su HDD: 600 MM

– Comparto audio che crea la giusta atmosfera

– Il gameplay trial & error potrebbe anche essere piacevole…

– …se non fosse limitato dall’utilizzo di un solo potere per volta

– Sensazione generale di incompiutezza

5.0

Animal Gods è un titolo che, con un budget più sostanzioso, avrebbe potuto rappresentare una piacevole sorpresa; in effetti gli ingredienti per un action bidimensionale open world di successo sono presenti, ma realizzati in maniera troppo superficiale, e tenuti assieme da una trama criptica e che non coinvolge più di tanto. In quello che appare essere più un esercizio di stile che un gioco vero e proprio, allora, spiccano un comparto audio di buon livello, e la sensazione che l’esborso richiesto al pubblico sia un po’ troppo elevato per le due ore scarse di gioco proposte.

Voto Recensione di Animal Gods - Recensione


5