Recensione

Alone in the Dark: The New Nightmare

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a cura di Ryuken

Tanti novellini credono, erroneamente, che il filone dei survival horror sia iniziato con il primo capitolo di Resident Evil, invece no!Circa un biliardo di ere fa Infogrames programmò, per i primi PC, un giochino che prendeva il nome di Alone in the Dark e che vedeva come indiscusso protagonista un tale di nome Edward Carnby; chi era costui? Semplice, era un investigatore privato (alla Dylan Dog) impegnato nella distruzione di mostri orribili e nel portare alla luce indizi preziosi, all’interno di una casetta non proprio confortevole.Da allora ad oggi di tempo n’è passato e sono passati più o meno inosservati gli altri due capitoli di questa saga, infatti, ci ritroviamo di fronte al quarto capitolo.In quest’ultima fatica Darkworks ritroviamo il buon (si fa per dire) Edward Carnby, al quale è stata affidata la custodia della bella Aline Cedrac, quest’ultima deve dirigersi su di un’isola, che in seguito scoprirete tutt’altro che confortevole, di nome Shadow Island per incontrare il dott. Morton (il nome è tutto un programma!); questo losco figuro sta portando avanti degli studi antropologici molto oscuri e che (ve ne accorgete!) rasentano la follia.L’aereo sul quale stanno viaggiando Carnby e Cedrac e che li sta conducendo verso l’isola, viene attaccato, tutto ad un tratto, da una mostruosa creatura che costringe i due a paracadutarsi, dal mezzo in caduta libera.Fortunatamente in quel momento stavano già sorvolando l’obiettivo e quindi il loro atterraggio non avviene in mare aperto bensì in due differenti zone dell’isola stessa, per il pilota dell’aereo purtroppo non c’è stato scampo.I due trovatisi divisi all’interno della casa in cui il dott. Morton, anch’egli scomparso, svolgeva le sue ricerche le quali stavano per portarlo ad una grandissima scoperta, ma proprio al punto cruciale…….Basta qui mi fermo non voglio svelarvi di più sulla trama sappiate solo che avrete a che fare con creature mostruose che affiorano dal nulla e che ad ogni loro apparizione vi faranno sobbalzare dalla sedia su cui sedete; i miei consigli sono: luce soffusa o buio completo, cuffie ed una stanza nella quale siete inesorabilmente soli, magari nel bel mezzo della notte.Il gameplay che caratterizza questo episodio è quello ipercollaudato che avete sicuramente avuto occasione di provare nei vari Resident Evil: esplorare le locazioni, andare alla ricerca di indizi, chiavi, munizioni (da usare contro i mostri), frugare in cassetti, armadi, ecc. Come accadeva in RE 2, anche qui potrete scegliere di intraprendere l’avventura con uno dei due personaggi, ovviamente quando completerete il CD dedicato al nostro investigatore o alla sua assistita, a seconda di chi avete voluto impersonare, condizionerete, irrimediabilmente con le vostre scelte, il percorso dell’altro protagonista.I due avranno però differenti dotazioni di base ed un diverso approccio alla missione: Carnby inizierà le sue ricerche nelle vicinanze della casa per poi entrarci, mentre Aline si ritroverà subito immersa nell’atmosfera cupa e tetra della magione.Controllare i due, se avete dimestichezza con la tipologia del prodotto, è una bazzecola; anche se fosse la prima volta che giocate ad un titolo del genere, non preoccupatevi vi ci vorrà sì e no una mezz’oretta per avere il pieno controllo della situazione.La varietà di mostri schifidi presenti, è ampia, essi si manifestano con diverse forme: quadrupedi, umanoidi, volatili (come quello che vi ha fatti precipitare), ecc. Queste creature sono poi veramente ostiche da far fuori e alquanto astute: a volte fingeranno di essere morte per poi assalirvi all’improvviso, più volte vi toccherà dar fondo a tutte le munizioni.Il mio consiglio è quello di cercare al più presto un’arma potente e fare un uso molto accorto di colpi, i quali non vi vengono elargiti in grandi quantità.Parlando di armi vi posso dire che, quelle presenti in Alone in the Dark 4 sono, in un certo senso, poco convenzionali: in mezzo alle armi comuni vi ritroverete a sparare, per esempio, con una pistola fulminatrice o con un cannone al plasma, che risultano però molto efficaci.Gli enigmi da risolvere sono sempre i soliti, quindi non dovrete spremervi le meningi come, invece, dovreste fare in un RPG, c’è però da dire che il numero di porte che troverete chiuse ed i varchi ostruiti saranno molti, sicuramente sopra la media del genere e quindi la sezione esplorativa del gioco, alla ricerca di chiavi ed oggetti utili, si innalza all’ennesima potenza.Sul fronte tecnico ci ritroviamo davanti ad una grande programmazione. L’uso dei colori è ottimo le inquadrature non sono da meno e gli ambienti sono quelli tipici dei survival horror per Psx, cioè, personaggi poligonali che si muovono in ambientazioni prerenderizzate.Le animazioni dei protagonisti sono di livello molto buono ed anche i mostri, tranne le classiche eccezioni, seguono il trend. Nel controllare, poi, i personaggi allor quando sono in possesso delle torce si possono notare degli effetti di illuminazione che raramente abbiamo visti utilizzati sul 32 bit Sony.Qualche difettuccio grafico ogni tanto si palesa in alcune texture ed abbinamenti cromatici poco felici ma…è, come sì sul dire, cercare il pelo nell’uovo.La trama seppur classica è accattivante, in particolar modo, per il fatto di essere supportata da un’atmosfera eccellente e da un sonoro che pare assente ma che si palesa in grande stile nei momenti clou.Gli effetti sono buoni e le traduzioni ed il doppiaggio nella nostra madre lingua sono di alto spessore.Tutto contribuisce a far assurgere questo ennesimo capitolo del classico Infogrames all’olimpo dei grandi giochi Psx e quindi posso solo complimentarmi con i programmatori, i quali si sono ispirati al meglio alle opere di Howard Philips Lovercraft, dalle quali la saga elettronica attinge a piene mani.

Eccellente fattura tecnica, gran sonoro e atmosfera.

Qualche piccolo, trascurabile difetto grafico.

8

Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo gioco, non immaginavo che qualcuno credesse ancore nelle capacità della consolina grigia a tal punto da produrre una Killer application in pieno stile.

In Alone è tutto creato per sfruttare le risorse che ancora può offrire una console a 32 bit: colori, sonoro, animazioni, poligoni, ecc.

Voto Recensione di Alone in the Dark: The New Nightmare - Recensione


8