Recensione

Alone in the Dark

Avatar

a cura di Tuono Blu

Solitamente il ritorno dei grandi eroi, quelli che hanno lasciano un segno indelebile nella storia dei videogiochi, viene festeggiato con gran clamore da producer, fan di vecchio stampo e neofiti pronti a curiosare nella leggenda. Ed è proprio per una splendida occasione come questa che oggi ci apprestiamo a celebrare l’avvento del nuovo Alone in the Dark. Edward Carnby è pronto a vivere gli incubi più crudeli e misteriosi ai quali l’umanità risponde sensorialmente con un’unica sfuggente emozione. Stiamo parlando proprio di quell’emozione tanto cara agli appassionati dell’horror: la paura. Ma questa volta ciò che il destino ha in serbo per il nostro amato protagonista ci trascinerà tra le fronde del rinomato parco newyorkese di Central Park, ove scopriremo quanto possono essere profonde le tenebre della notte.A 15 anni dall’uscita del primo capitolo della saga (quello che rese “Alone in the Dark” una pietra miliare dell’entertainment moderno) Atari è pronta a lanciare una nuova sfida rivolta ai darker di tutto il mondo. Sarete in grado di portare a termine le pericolose indagini del mitico Edward? Oppure vi farete sopraffare dal terrore? Beh, una cosa è certa: se vogliamo vederci chiaro in questa faccenda non rimane che spegnere la luce!

Subito nel buioDopo essere stati accolti in un menu principale alquanto oscuro, la prima scelta da effettuare sarà quella di decidere con quale successione si vorranno intraprendere le vicende dell’investigatore dell’occulto, visto che l’aspetto narrativo di Alone in the Dark non ricopre un ruolo di fondamentale importanza, ma dà invece la possibilità al player di costruire, nella più totale libertà, un percorso evolutivo dell’avventura prettamente personale. La trama di gioco, infatti, è suddivisa in 10 episodi distinti e scollegati tra loro ed il risultato di questa strutturazione, tipica dei serial televisivi, è quindi davvero avanguardista (quasi un esperimento per i ragazzi di Atari) poichè il player avrà la possibilità di selezionare, nell’ordine che ritiene opportuno, i singoli episodi dando vita così ad un vero e proprio “serial game” (termine coniato dalla stessa Atari). L’alternativa a quest’opzione, che si rivelerà ben più accattivante per i curiosi, è quella di iniziare una nuova partita partendo dal primo episodio, in cui uno smemorato Edward viene risvegliato malamente da 2 tizi che non promettono niente di buono, e di proseguire nei capitoli successivi seguendo una semplice ordinazione numerica. A voi la scelta.

Un’introspezione dal sapor oscuroLe ambientazioni tetre e macabre tipiche della serie ed una visuale di gioco dal taglio prettamente cinematografico, in un mix di prospettiva in prima e terza persona, vi caleranno ben presto in un’avventura dalle chiare tinte del noir e del thrilling più terrificante di sempre. Il fascino di un protagonista carismatico come Edward, condito con la caratterizzazione horror della serie, ci consegna un’esperienza trascendentale quanto spasmodica. Un culmine di sensazioni ed emozioni contrastanti sfociano in un continuo susseguirsi di spaventi che di certo non potremo consigliare agli amici privi di un “fegato d’acciaio”.L’atmosfera di desolazione e suspence che denota ogni passo di Edward nel mondo circostante vi lascerà in uno stato di perenne allerta. Nell’udire un rumore nefasto, nel sentire una folata di vento maligna, nel venir assaliti dalle creature della notte…il coinvolgimento emotivo percepito si dimostrerà estremamente intenso. Statene pur certi: in Alone in the Dark il vostro incubo non avrà mai fine.

Muoversi nelle tenebre senza la giusta…TelecameraUn fattore che mina irrimediabilmente questa black adventure è sicuramente legato alla discutibile visuale di gioco. Durante le ispezioni, sarete accompagnati da una prospettiva in prima o terza persona a seconda della situazione, mentre in alcuni frangenti la scelta della telecamera da utilizzare sarà lasciata alle vostre preferenze. La visuale in prima persona si rivela sostanzialmente adeguata al gameplay del titolo, mentre per quella in terza persona, non è purtroppo possibile dire lo stesso. Nelle varie sessioni a piattaforme, ad esempio, non sarà possibile ricorrere al supporto della visuale in prima persona, ma soltando a quella in terza. La problematica principale sta nel fatto che la libertà di prospettiva per analizzare visivamente l’ambiente circostante pare ridotta ai minimi livelli. Addirittura, in certi momenti, si rivelerà difficile persino effettuare un semplice giro a 360 gradi, poiché la calibratura della telecamere sembra sia stata completamente trascurata in fase di sviluppo. La conseguenza principale è che molte volte vi troverete a non poter misurare a dovere la distanza o la direzione di un salto, oppure sarete obbligati a combattere con l’inquadratura per riuscire a vedere iò che si protrae qualche metro più avanti. Insomma un vero smacco che ci lascia in balia di un sistema di visuale mal progettato e frustrante, potenzialmente sufficiente per farvi allontanare repentinamente da una paurosa, quanto valida, esperienza di gioco horror. Orientarsi nell’oscurità non è stato mai così difficile, davvero!

Comparto tecnicoAnche dal punto di vista grafico, il titolo è realizzato discretamente, rivelandosi al di sotto degli standard previsti, anche per una piattaforma ormai tecnologicamente superata. La presenza di bug vistosi è piuttosto frequente ed inoltre l’anti aliasing sembra non essere stato utilizzato abbastanza, lasciando una certa spigolosità strutturale alquanto fastidiosa.Il sonoro, invece, è di ottima fattura e la track list, selezionata per accompagnare il lungo viaggio nelle tenebre di Edward, si dimostra un valore aggiunto che amplia notevolmente il coinvolgimento emotivo del player, portando così la caratura delle atmosfere di gioco ad un livello che si assesta tra le migliori in circolazione. In conclusione, un plauso va anche al doppiaggio dei personaggi, curato e differenziato in maniera ottimale.

– Atmosfere di gioco estremamente coinvolgenti

– Sistema inventario accattivante

– Visuale di gioco disastrosa

– Longevità limitata

– Realizzazione grafica non eccelsa

6.5

Alone in the Dark è un titolo che per il coinvolgimento offerto ed per il suo storico fascino ha ben pochi eguali nel panorama videoludico moderno. A fronte di ciò è davvero un peccato che Atari non sia stata in grado di sfruttare al meglio le potenzialità di questo franchise. L’innovazione apportata dal sistema di selezione degli episodi, simile a quella di un telefilm, e le atmosfere puramente horror che in passato avevano reso Edward un divo dei videogames, erano già degli ottimi presupposti da cui partire per creare un’avventura eccezionale sotto tutti i punti di vista; purtroppo, alla luce di un mediocre supporto della visuale ed una realizzazione tecnica non all’altezza degli attuali standard PS2, dobbiamo ammettere che il risultato finale è ben lontano da ciò che ci saremmo aspettati. Ciao Edward!

Voto Recensione di Alone in the Dark - Recensione


6.5