Recensione

Alien Syndrome

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a cura di dotty

Alien Syndrome era un mediocre sparatutto per Sega Master System (console 8 bit della Sega). Correva l’anno 1987 quando sul sistema di intrattenimento casalingo della casa di Sonic si poteva sparare ad ogni alieno in movimento. Ora, ben 20 anni dopo, il titolo ha ancora qualche cartuccia da sparare?

Ri-vengono fuori dalle f**ute paretiIn questo remake, come nell’edizione originale, lo scopo è farsi strada nelle varie stazioni spaziali per recuperare i coloni di cui non si hanno più notizie. Aileen Harding del Comando Terrestre viene incaricata di indagare e accompagnata dall’unità robotica fluttuante SCARAB comincia la sua missione nella prima stazione. La struttura è quella tipica degli Action RPG, con statistiche del personaggio da aumentare ad ogni passaggio di livello, armature da indossare, oggetti con vari modificatori, armi sempre differenti e dungeons spaziali da esplorare alla ricerca di oggetti per poter superare i vari punti di accesso.All’inizio possiamo scegliere una “classe” con la quale iniziare: esperto in demolizioni (iniziamo con il lanciabombe e abilità relative alle armi esplosive), Incendiario (Aileen saprà maneggiare il lanciafiamme e può resistere al fuoco meglio di tutti gli altri), Seal (esperto in sopravvivenza può usare il fucile al laser da subito ed ha già alcune resistenze), Carro armato (Abilità di corpo a corpo e nessuna esperienza per maneggiare armi da sparo), Occhio di falco (Abilità di sparo e un po’ di corpo a corpo e armatura). Fatta la nostra scelta veniamo introdotti con una bella sequenza di disegni nell’universo di Alien Syndrome: cento anni sono passati dal primo titolo e la nostra protagonista, Aileen Harding, è reduce da un “incidente” in una missione di salvataggio precedente. Eccola quindi precettata e pronta ad indagare sulla mancanza di comunicazione da parte dell’astronave Kronos e già dall’esterno della nave (ricoperto di una strana sostanza) si comincia a capire che le cose non stanno andando tanto bene.Una volta entrata, Aileen si accorge che è tutto a soqquadro e la sostanza aliena invade pure l’interno della Kronos; dal comando riceviamo l’ordine perentorio di indagare su che fine hanno fatto tutti…

L’esplorazione inizia…Iniziando vi troverete a guardare Aileen dall’alto, visuale tipica dei giochi di esplorazione, e dovrete guidarla attraverso il semplice tutorial che vi introdurrà agli attacchi, esplorazione dei menu e utilizzo dello Scarab (un simpatico robottino indistruttibile che, al bisogno, ci fornirà nuovi oggetti a seconda dei punti materiale spesi). Come in ogni buono hack’n’slash avremo anche i menù per la crescita del nostro personaggio di modo da poterci anche discostare dalla scelta iniziale (io ho iniziato con “carroarmato” con potenti attacchi corpo a corpo ma piano piano ho potenziato le armi da colpo) e tuttavia qui inizia la prima nota dolente: potenziare armi deboli serve a poco perché non saranno mai potenti come la caratteristica principale rendendo difatti inutile la componente RPG.Passiamo al gioco pratico: come detto ci sono fondamentalmente 2 tipi d’attacco, corpo a corpo con un bastone a due mani e con armi da fuoco. Per l’utilizzo delle armi ci vogliono punti esperienza corrispondenti al tipo di arma (con munizioni esplosive, incendiarie o da colpo) per cui non riusciremo ad utilizzarle tutte e subito. Dagli scontri con gli orridi alieni riceveremo oggetti e punti materiale (che serviranno nel menù Scarab a farci ottenere altri oggetti) che useremo per potenziare Aileen o lo Scarab (esistono infatti power up che ne aumentano l’efficienza di fuoco e la gittata). Per quanto riguarda l’energia ne abbiamo di 2 tipi: la prima barra è quella della salute di Aileen che possiamo ripristinare con i Medipak, mentre l’altra è l’energia del campo di forza che possiamo attivare per non subire danni. Mentre è attivo, il campo di forza consuma la barra blu (che può essere ripristinata con gli appositi powerpak) e non subiremo danni fisici.Nelle varie mappe, poi, vi saranno punti speciali (checkpoint) nei quali salvare il gioco o ripartire in caso di morte.

… e inizia l’orrorePurtroppo è così: in questo gioco l’orrore la fa da padrone. Innanzitutto la grafica è quanto di più scarno si possa trovare. Gli alieni sono costituiti da pochi poligoni ed hanno un design degno del miglior “omino-stilizzato-con-le-lineete”. Gli scontri con questi orrori, poi, sono decisamente ripetitivi, noiosi e fini a sé stessi: combatterete orde di alieni solo per trovare oggetti. La personalizzazione del personaggio, come già accennato, é inutile e scarna anche dal punto di vista grafico: se in giochi come Throne of Agony, ciò che indossiamo si vede sul nostro personaggio, qui le armature, le armi e quant’altro vengono applicate al nostro alter ego poligonale… solo che sono tutte uguali!Il design dei livelli è disarmante: grandi “dungeon” che però presentano ben poche textures, elementi attivi o design accattivanti.Il sonoro non è malaccio anche se non lo noterete molto, visto che sicuramente dopo 20 minuti di “ammazzaloammazzaloammazzalo” il livello di attenzione scemerà fino all’appiattimento totale.

– Bei disegni di presentazione;

– sonoro adatto;

– carina l’idea delle classi…

– … ma completamente inutile quando ne scegli una;

– grafica decisamente scarna;

– noioso, noioso e ancora noioso;

4.5

In conclusione c’è poco da aggiungere a quanto descritto durante la recensione come poco è il divertimento che questo titolo (dal buon potenziale) offre. Sinceramente ci sono hack’n’slash migliori che sopperiscono all’eventuale noia di affettare tonnellate di mostri con una grafica e degli effetti accattivanti.

Alien Sindrome è noioso, graficamente scarno e decisamente poco accattivante. Sono sicuro che il potenziale di questo titolo poteva esser sfruttato molto meglio (persino il mitico e vecchio Alien Breed lo supera alla grande!). Risparmiate i soldi per altro, ci sono produzioni decisamente migliori disponibili.

Voto Recensione di Alien Syndrome - Recensione


4.5