Anteprima

Alice: Madness Returns

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a cura di Folken

American McGee è senza dubbio un personaggio controverso. Fattosi le ossa nientemeno che presso id Software, riuscì ad affermare il proprio nome grazie al sostegno di Electronic Arts con American McGee’s Alice, un titolo eccezionale dal gameplay action-adventure intrigante e divertente, ma soprattutto caratterizzato da un design rimasto stampato indelebilmente nelle memorie di moltissimi appassionati. Purtroppo dopo un successo tanto folgorante, l’eccentrico game designer non è più riuscito a convincere il pubblico, rilasciando titoli sicuramente interessanti e spesso originali, ma troppo approssimativi in molti aspetti. E’ così che dopo undici anni, sempre sotto l’ala protettrice di EA, si appresta a tornare sulla scena proprio con quella dolce fanciulla che tanto successo gli aveva regalato. Alice Madness Returns si configura come un seguito piuttosto tradizionale, che riprende quindi tutti gli elementi del predecessore, in primis l’intrigante revisione dark dell’ambientazione tratteggiata dalla penna di Lewis Carroll, per riproporli oggi rinnovati nella tecnica e nel gameplay. Grazie ad un codice preview pervenuto in redazione, abbiamo avuto modo di giocare con tutta calma l’intero primo capitolo dell’avventura, per verificare lo stato dei lavori a meno di un mese dalla data d’uscita.

Vi piacciono le dark?Alice Madness Returns ripropone la medesima formula del predecessore, a partire dall’ambientazione che riprende la favola di Carroll distorcendone ogni elemento, personaggio, luogo per renderlo disturbante, dark, inquietante. A partire proprio dalla stessa Alice, dai capelli corvini e gli occhioni verdi contornati da un marcato eyeliner che ne rende lo sguardo piuttosto inquietante. Il fatto che vada in giro con un coltellaccio da cucina sporco di sangue fa il resto. La trama andrà a sviscerare il suo animo inquieto, partendo da una seduta dallo psicologo che sta tentando invano di far dimenticare alla ragazza le brutte esperienze del passato per poterle regalare finalmente un po’ di pace. Il risultato sarà invece l’esatto contrario, in quanto appena usciti dallo studio, passeggiando per le tetre strade della sua città, un gatto attirerà la sua attenzione. In pochi istanti, delle immagini da incubo la trascineranno nuovamente nella sua follia, fatta di memorie distorte dalla psiche disturbata di Alice. Una mente tanto contorta darà vita a luoghi fantasiosi, ma anni luce lontani dai colori vivaci di disneyana memoria, più prossimi invece allo stile di Tim Burton. I livelli saranno così tematici, ad esempio quello iniziale del bosco, ricco di vegetazione e lumache giganti, o quello del cappellaio matto, che ritroverete fatto a pezzi, il cui level design sarà costruito sfruttando ingranaggi e orologi, senza dimenticare le teiere. Simile al predecessore sarà anche il gameplay, equamente suddiviso tra fasi esplorative, platform e combattimenti. Durante la nostra prova ci siamo ritrovati a muoverci per i contorti ambienti di gioco lungo una struttura piuttosto lineare, attivando semplici meccanismi utili a formare i percorsi da seguire, saltando su piattaforme anche in movimento. Alice apprenderà quasi da subito l’abilità di rimpicciolirsi, da sfruttare per passare attraverso entrate minute che spesso celeranno la soluzione a semplici puzzle o segreti utili a completare diversi elenchi di collezionabili. La ragazza è inoltre in grado di coprire lunghe distanze grazie al doppio salto, ulteriormente prolungabile effettuando in aria altri balzi o planando.

Maniaca assassinaNell’arco della prima sezione testata ci siamo ritrovati a combattere contro moltissimi nemici, spesso in gruppi di diversi elementi. Il sistema di combattimento parte dalle regole classiche dell’action, mettendo a disposizione del giocatore un tasto per l’affondo, uno per la schivata, che rende Alice letteralmente intangibile per qualche frazione di secondo, il salto e l’utilissima funzione di lock sui nemici in stile Zelda, che blocca quindi la telecamera sul target designato. Oltre al coltellaccio con il quale potrete concatenare semplici combinazioni di fendenti, potrete utilizzare il macina pepe per sparare colpi dalla distanza in potenti raffiche fino al surriscaldamento dello stesso, e i conigli esplosivi. Più avanti nell’avventura si renderanno disponibili ulteriori strumenti, che sviscereremo in fase di recensione. Le mischie molto numerose e variegate incentivano l’utilizzo delle diverse armi, le quali, se utilizzate con buona strategia e tempismo, permettono ad Alice di avere la meglio sui mostri nonostante la sensibile inferiorità numerica. Pad alla mano abbiamo apprezzato la versatilità del gameplay, che attraverso degli strumenti originali nella forma, ma piuttosto standard nel contenuto, riesce a regalare discrete soddisfazioni e soprattutto lasciare una certa libertà decisionale al giocatore. Purtroppo abbiamo riscontrato una certa macchinosità che in certi frangenti limita le potenziali combinazioni, come ad esempio l’impossibilità di lasciare i coniglietti esplosivi anche mentre si salta o mentre si è bloccata la telecamera su di un avversario. Da un punto di vista più generale, inoltre, resta il dubbio sulla possibile varietà dell’intera avventura che, da quanto provato, sembra proporre il medesimo alternarsi di combattimenti e fasi platform di difficoltà crescente senza però coinvolgere il giocatore in qualche interessante variante che possa spezzare la monotonia. Speriamo il discorso cambi nei successivi quattro capitoli. Per quanto avessimo in mano una versione ancora non definitiva, il comparto tecnico merita sicuramente una prima analisi. Questo poggia sull’onnipresente Unreal Engine 3, sfruttato per dare vita a personaggi esteticamente molto ben caratterizzati, a partire dalla protagonista che può contare su una delle riproduzioni dei capelli più convincenti mai viste. Le ambientazioni riescono inoltre a catturare ed intrigare, graziate anche da una varietà, per quanto visto finora, davvero eccellente. Purtroppo mancano ancora molte rifiniture tecniche, così che il gioco al momento si presta a diverse critiche per via di texture slavate, poligoni non ben rifiniti ed altri dettagli che speriamo vengano sistemati nelle fasi conclusive della lavorazione.

– Ambientazione malata sempre affascinante

– Gameplay piuttosto classico ma ben calibrato

Questa nuova prova in compagnia di Alice: Madness Returns ci ha lasciato con sensazioni contrastanti. Da un lato il fascino dell’ambientazione ed il design malato ci sono sembrati ancora oggi molto efficaci ed in grado di catturare il giocatore nella spirale discendente verso la follia totale di Alice (e Mr. McGee). Allo stesso modo il gameplay, piuttosto standard nelle meccaniche di base, si è rivelato comunque godibile e gratificante, soprattutto per quanto riguarda il sistema di combattimento che beneficia moltissimo dalle molteplici possibilità concesse al giocatore. Purtroppo al momento mancano ancora molte rifiniture che possono fare la differenza tra un must have ed un titolo solo mediocre. Restate con noi per il giudizio finale, in arrivo sempre su queste pagine tra meno di un mese.