Recensione

Alex Kidd: The Lost Stars

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a cura di Melkor

Uno dei primi personaggi simbolo della Sega fu sicuramente Alex Kidd grazie al quale, ancora prima dell’avvento di Sonic, si cercava in tutti i modi di contrastare il dominio del famoso idraulico di casa Nintendo. Numerosi furono gli episodi che videro protagonista il simpatico ragazzo dalle grandi orecchie soprattutto in territorio giapponese e quello del quale parleremo in questa recensione è il secondo in ordine cronologico rispetto a quanto visto in Europa. La Virtual Console Nintendo non perde occasione di riproporre per tutti gli amanti del retrogaming un titolo del genere ed ecco che con cinquecento Wii Points potrete addentrarvi nell’ennesima avventura dell’eroe. Vi presentiamo Alex Kidd: The Lost Stars, conversione arcade pubblicata su Sega Master System. Vedremo se anche questa volta se il fattore tempo sia stato penalizzante o meno.

Il Cavaliere dello ZodiacoLa trama di Alex Kidd: The Lost Stars porterà il nostro eroe alla ricerca dei dodici simboli dello zodiaco nascosti in altrettanti livelli e per compiere tale missione dovrete affrontare decine di nemici i quali avranno come unico obiettivo la vostra eliminazione. La versione per Sega Master System in realtà fu una rielaborazione di quella arcade divenuta famosa per la sua estrema difficoltà e per avvicinare il titolo ad una utenza maggiormente ampia vennero apportate alcune modifiche. Innanzitutto il limite di sole tre vite venne totalmente abbandonato e per raggiungere il completamente dell’avventura avrete a disposizione infiniti continue con il risultato di vedere Alex sparire al primo colpo nemico per poi ricomparire magicamente nella stessa posizione. Una delle caratteristiche più divertenti del primo episodio era l’abilità principale del nostro eroe, ossia il super pugno capace di annientare ogni nemico presente sulla propria strada e, sfortunatamente, gli sviluppatori decisero di non utilizzare tale potere in modo da avvicinare ulteriormente il gioco ad un emulo di Super Mario. Il risultato tuttavia non fu dei migliori e per rendersene conto basterà superare il primo livello cercando in maniera maniacale di avanzare senza essere sfiorati da tutti gli avversari i quali si muoveranno secondo direzioni ripetitive e prevedibili. Purtroppo ogni minimo salto dovrà essere calibrato al millimetro e per raggiungere la fine dovrete acquistare una notevole abilità di controllo. Per rendere l’azione ulteriormente frenetica venne introdotto il fattore tempo ed infatti sulla parte alta dello schermo avrete dei quadrati rappresentanti un timer che mano a mano andrà a decrescere ma che potrà essere recuperato tramite l’acquisizione di particolari power up. Fortunatamente a venire incontro ad un gameplay altrimenti monotono vennero introdotti dei power up sparsi per i livelli i quali, sempre per un determinato periodo di tempo, vi permetteranno di ottenere un particolare colpo in modo da passare dalla fase elusiva a quella di attacco. Abbiamo detto in precedenza che i livelli da completare erano dodici ma in realtà i programmatori decisero di elaborarne solamente sei per poi fare affrontare all’utente nuovamente i primi ma ad una difficoltà maggiore rendendo ulteriormente ripetitiva l’azione e penalizzando notevolmente la longevità. Tutto questo portò alla luce un gioco che per molti versi cercava di essere qualche cosa di lontano dalla sua essenza e che al solo fine di guadagnare una fetta di mercato si lasciò alle spalle tutte le caratteristiche portanti che avevano reso famoso il capitolo precedente.

Attenti al cane che scrive bau… Osservando le immagini presenti in questa recensione potrete facilmente notale lo stile grafico utilizzato dagli sviluppatori in Alex Kidd: The Lost Stars. Livelli dai colori sgargianti e nemici alquanto improbabili formeranno il vostro percorso e più di una volta cercherete di entrare all’interno della mente di coloro che hanno creato tale mondo. Per fare un esempio fin dal primo livello dovrete evitare un cane il quale emetterà dalla propria bocca la scritta BOWW BOWW, tanto pericolosa quanto ridicola. Nel complesso affonderete sei folli livelli a tema formati da numerose piattaforme e da power up segreti anche se più di una volta avanzerete correndo senza curare tanto il dettaglio. Dal punto di vista tecnico il titolo venne realizzato sfruttando le potenzialità del Sega Master System ed anche il Wii cerca di emulare il tutto alla perfezione a partire dalla palette di colori fino alla caratterizzazione dei nemici. Il controllo formato da due soli pulsanti consente all’utente semplicemente di saltare e di colpire con il colpo speciale ma come nel primo episodio ad una maggiore rincorsa corrisponderà un balzo più ampio in modo da evitare baratri inizialmente impossibili, il tutto ovviamente previa pratica. Anche il sonoro non risulta esaltante e le musichette che vi accompagneranno saranno formate da rapidi jingle sintetizzati. Il Wii mette a disposizione del titolo tutti i sistema di controllo come ad esempio il Wii Remote, ma anche il Classic Controller o il pad del GameCube e non vi sono da segnalare particolari difetti. Concludendo possiamo definire questo episodio di Alex Kidd un esperimento mal riuscito che in qualche modo non ha niente a che vedere con il resto della saga e che patisce più del necessario il fattore tempo.

– Discreta caratterizzazione…

– …maormai risulta troppo datata

– Gameplay banale

– A volte troppo demenziale

4.5

Alex Kidd: The Lost Stars è sicuramente un titolo “particolare” caratterizzato da elementi colorati quasi all’inverosimile e da nemici tanto improbabili quanto demenziali. La decisione di abbandonare il pugno devastante del protagonista genera un stile di gioco totalmente diverso dal predecessore in quanto non dovrete fare altro che evitare gli ostacoli cercando di raggiungere il traguardo entro il limite di tempo. Il livello tecnico rispecchia le potenzialità della console di casa Sega, ma il complesso risente notevolmente il cosiddetto fattore tempo rendendo la spesa di 500 Wii Points adatta a pochi. Il Wii emula il tutto fedelmente come da politica Virtual Console e la possibilità di utilizzare più sistemi di controllo consentirà a tutti di scegliere lo stile preferito. Consigliamo l’acquisto solamente a coloro che hanno speso milioni di monetine nella versione arcade cercando di raggiungere la conclusione oppure a chi è un amante incurabile del genere platform. Per tutti gli altri l’unica soluzione è utilizzare il proprio credito con titoli di maggiore spessore.

Voto Recensione di Alex Kidd: The Lost Stars - Recensione


4.5