Agents of SHIELD

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a cura di Antron93

Nel 2013, Marvel ed ABC annunciarono la serie Agents of Shield. Un esperimento rischioso senza il quale, probabilmente, non avremmo avuto il sodalizio Marvel/NETFLIX. 
L’articolo che andrete a leggere copre tutte le quattro stagioni di Agents of Shield fino all’episodio 15, uscito in America il 21 Febbraio.
Un inizio zoppicante
Fin da subito, Agents of Shield fu accolto con opinioni contrastanti: si andava da chi criticava l’eccesso di buonismo a chi invece lodava le ottime interpretazioni degli attori.
Personalmente, all’epoca, ritenevo Agents of Shield come una creazione fallimentare, destinata a durare poco e a non lasciare segni indelebili. La prima stagione fu una noia incredibile con delle sottotrame a dir poco inconsistenti e dei villain non all’altezza. Certo, Clark Gregg era il vero collante del MCU ma non bastava a rendere interessante la serie. La questione del creare un team era un cliché vecchio, trito e ritrito e molti fan si aspettavano di vedere Nick Fury e Maria Hill molto più spesso. Non vi nascondo che ho abbandonato la serie per mesi per poi ridarle una chance successivamente. 
Una lenta risalita
Con la seconda stagione Agents of Shield cominciò a riprendersi un po’. Fortunatamente per il serial, lo Shield cade in seguito a Captain America Civil War, e Coulson e gli altri sono costretti ad entrare in clandestinità. Nonostante tutto, il personaggio di Skye acquista spessore, vengono rivelate le sue origini e vengono introdotti alcuni personaggi vincenti come Bobbie Morse, Calvin Zabo (interpretato dall’incredibile Kyle MacLachlan) e Jiaying. 
Ovviamente non si può tralasciare la questione Inhumans, personaggi dei fumetti di secondo piano nell’universo Marvel. Le nebbie terrigene, l’obelisco e i Kree sono alcune delle carte vincenti di una seconda stagione che scricchiola ma si mantiene su discreti livelli. 
Inhumans vs Humans
La terza stagione vede l’arrivo di tanti personaggi, un miglioramento sul piano narrativo e storyline decisamente interessanti. Il villain principale è costituito sempre dall’Hydra che continua, nonostante mille sconfitte, a complottare nell’oscurità. Due dei personaggi più importanti, Bobby e Hunter, vengono fatti fuori nell’ottica di uno spin-off mai realizzato. Peccato. Intanto, la storia di Simmons nel pianeta oscuro ci tiene incollati allo schermo, per poi evolversi nel vero villain della stagione: il Dio dell’Hydra, che entra nel corpo di Ward e decide di conquistare la Terra. 
Sempre in questa stagione, viene introdotto il personaggio di Holden Radcliffe, interpretato da John Hannah, ruolo fondamentale per la quarta stagione ancora in corso.
Work in progress
Il 20 Settembre abbiamo assistito al ritorno della serie che, da quest’anno, ha deciso di aggiungere un sottotitolo per caratterizzare i differenti archi narrativi. Dalle notizie del Comic-con, ci aspettavamo che il protagonista delle serie fosse Ghost Rider ma gli showrunner sono riusciti a spiazzarci. Certo, la prima parte è stata dedicata a Robbie Reyes e allo Spirito di Vendetta ma il vero protagonista sembra essere il Darkhold, libro oscuro che è fondamentale per tutta la stagione. 
Ghost Rider  meritava di tornare nelle mani della Marvel dopo due film non propriamente eccelsi. Giusta la scelta di dare una chance al Ghost Rider di Marvel Now e non riproporre Johnny Blaze che, nonostante tutto, si vede in un flashback in cui si vede il passaggio di consegne tra nuovo e vecchio Spirito di Vendetta.
Ma il teschio fiammeggiante risulta solo un espediente per arrivare alla questione Darkhold/LMD. Si, perché il Darkhold è l’ago della bilancia: il dottor Radcliffe sfrutta le conoscenze di Fitz per perfezionare il primo Life Model Decoy della storia, Aida, e successivamente grazie al libro riesce a capire come mappare il cervello umano. 
La furbizia di Radcliffe era chiara fin dall’inizio, il suo scopo era a fin di bene ma ne ha pagato le conseguenze, col tradimento finale di Aida. 
Tracce di redenzione
Come già detto, Agents of Shield ha beneficiato di un’evoluzione sia nella sceneggiatura che nelle storyline. Col passare delle stagioni gli obiettivi e la libertà creativa dei creatori sono riusciti ad emergere andando a distaccarsi da quello  schema che sembrava ricorrente nella prima stagione, una sorta di canovaccio che si usa in quasi tutte le serie TV d’oltreoceano: puntate scollegate e autoconclusive, almeno all’inizio, che poi convergono in un’unica grande storyline (vedasi Gotham, Arrow, Smallville e tante altre).
Ogni stagione ha visto l’entrata e l’uscita di scena di personaggi ben studiati e ben sviluppati, cosa non da poco visto la monocromaticità e la piattezza di alcuni personaggi secondari in altre serie TV, qualcuno ha detto TWD? 
Uno dei pregi di Agents of Shield è, sicuramente, l’equilibrio tra le scene d’azione e i dialoghi: le puntate sono sempre ben divise tra pathos e logos. I dialoghi sono sempre credibili, mai stucchevoli e mai prolissi.

Più si va avanti e più Agents of Shield migliora. Questa quarta stagione rimane, per ora, la migliore sotto tutti i punti di vista. Ghost Rider potrebbe tornare ed essere l’arma risolutiva contro i Aida e i suoi LMD. L’unico neo, probabilmente, è l’uso di un sicuro clichè della fantascienza: la realtà virtuale. Il Framework mi sembra una chiara ispirazione di matrice Wachowskiana, anche se la storyline sta funzionando alla grande, lasciando una grande suspense nel pubblico, e, a quanto pare, dopo la pausa avremo più spazio dedicato a Simmons e Daisy/Quake. Dovremo aspettare due mesi ma questo ultimo arco narrativo si preannuncia il più interessante degli ultimi quattro anni. Ne riparleremo sicuramente qui, su spaziogames!