Addio Club Nintendo

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a cura di Moxarc

Il 30 settembre 2015 è finita un’epoca: Club Nintendo, il famoso programma fedeltà ideato dalla grande N e rimasto praticamente un caso quasi unico all’interno del panorama videoludico, ha definitivamente cessato la sua attività. Da grandi cultori della casa di Kyoto, la nostra avventura di raccoglitori compulsivi di stelle è iniziata nel lontano 2003, non molto tempo dopo il lancio ufficiale del programma avvenuto nel maggio 2002. A quei tempi si chiamava ancora Nintendo VIP 24:7, e quell’appellativo ci ha sempre fatto sentire importanti: era come se ci venisse implicitamente detto che potevamo diventare qualcosa di più che semplici appassionati, addirittura dei fan di prim’ordine, ovviamente raccogliendo più stelle possibili e ricevendo in cambio fantastici premi esclusivi. 
In occasione dell’uscita della Wii, la console che ha dato uno scossone all’idea stessa di videogioco che vigeva fino ad allora e ha portato alla ribalta (non senza critiche) il casual gaming, il programma fedeltà ha cambiato nome in Club Nintendo, ma il suo funzionamento è rimasto il medesimo. Di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta in questi anni, e all’indomani del termine della promozione volevamo porre l’attenzione su cosa abbiamo amato e odiato di Club Nintendo. 
Per i pochi che non sapessero esattamente di cosa stiamo parlando, spieghiamo brevemente come funziona il programma: all’interno delle confezioni delle console Nintendo e dei giochi distribuiti dalla casa di Kyoto fino all’Aprile 2015 era possibile trovare un cartoncino con un codice. Inserendolo all’interno dell’apposita sezione del sito si accumulavano punti, da spendere per ottenere speciali premi, dall’oggettistica alle action figures, fino ai giochi scaricabili.
Una fedeltà con la data di scadenza
Essendoci trovati dunque di fronte alla chiusura di questo fortunato programma fedeltà, ci siamo presi un po’ di tempo per riflettere sull’efficacia con cui secondo noi è stato implementato e gestito negli anni, e offrire spunti per il futuro. Il principale difetto che abbiamo riscontrato nel funzionamento del sistema è una certa incoerenza di base al suo interno, declinabile in vari punti che vi andremo ora ad esporre. 
Cominciamo con il sistema dei codici e la loro scadenza. Come sicuramente tutti saprete, su ogni cartoncino del Club Nintendo è impressa una data entro la quale riscattare il codice, pena l’impossibilità di accumulare stelle. Personalmente abbiamo sempre considerato questa caratteristica pesantemente penalizzante al fine dell’accumulo dei punti, soprattutto perché ci è capitato più volte di acquistare giochi nuovi con codici già scaduti. La legislazione italiana in materia di “operazioni a premi” (Club Nintendo non è tecnicamente un “concorso”, in quanto il sistema di approvvigionamento delle ricompense non è legato ad estrazione casuale, bensì subordinato all’acquisto di un certo numero di beni e/o servizi) fissa a 5 anni il periodo massimo di durata di tali eventi, ma è facile ovviare al problema. 
Nintendo per un certo periodo ha infatti ha dato la possibilità di richiedere codici validi inviando la scansione di un codice scaduto (e ovviamente non già utilizzato quando era in corso di validità) e il sistema sembrava funzionare. Noi stessi abbiamo sperimentato la cosa e siamo rimasti positivamente colpiti dalla celerità e della gentilezza con cui lo staff del servizio clienti Nintendo ci ha seguiti ed aiutati. Peccato che evidentemente tale pratica non fosse correttamente normata e che quindi sia stata interrotta ad un certo punto senza cognizione di causa, facendo sì che molti utenti (noi compresi) si trovassero con tonnellate di codici “scaduti” e impossibili da recuperare. Ma perché, vi chiederete, tanto clamore per le date di scadenza? In genere si tratta di periodi molto ampi, addirittura 4 anni, quindi tempo per registrarli ce n’è in abbondanza! Questa domanda è un ottimo punto di partenza per introdurre un’altra annosa questione: il reset delle stelle e l’assortimento del catalogo. Ogni 2 anni infatti tutte le stelle accumulate, se non spese, vengono irrimediabilmente perse, cosa che spinge molti giocatori a conservare i tagliandi e ad utilizzarli solo in occasione dell’aggiunta di premi importanti. Infatti la quantità e qualità dei premi ottenibili tramite l’utilizzo di punti stella non è fissa ma muta costantemente, rendendo tutto il processo decisamente complicato.
Nintendo come Mulino Bianco?
Avete presente le tradizionali raccolte punti legate all’acquisto di generi alimentari? In quel caso vi è una data di scadenza e un catalogo che permane per tutta la durata della promozione. La stessa cosa non accade però per Club Nintendo, nel quale la data di scadenza (in sostanza il reset delle stelle) non è mai chiaramente indicata. Come minimo ci saremmo aspettati un grosso banner con l’avviso di una dead-line così importante, mentre invece vi sono solo piccole indicazioni nella sezione FAQ del sito, oppure tramite la newsletter, che però non tutti gli iscritti decidono di ricevere. 
Non è infatti raro imbattersi, sui forum a tematica videoludica, in utenti che chiedono se e quando le loro stelle sarebbero scadute. In secondo luogo il catalogo, come accennato poc’anzi, non rimane fisso nemmeno per i 2 anni di disponibilità delle stelle e questo crea situazioni per cui i premi più ambiti vanno velocemente sold-out e ne vengono aggiunti all’improvviso altri senza alcun senso apparente. Riteniamo piuttosto improbabile che Nintendo non valuti l’impatto che l’introduzione di un nuovo premio possa avere all’interno della community (sicuramente un trofeo di Mario Kart o un diorama di Luigi’s Mansion 2 fanno molta più gola rispetto al set di stringhe o alla carta da pacco brandizzata Super Mario, non trovate?) pertanto interpretiamo l’esaurimento dei premi in tempi piuttosto brevi come uno stratagemma per mantenere viva l’attenzione sul sito. Un caso emblematico di questa pratica è la “moneta di addio al Club Nintendo”, goloso premio annunciato circa un mese prima della sua effettiva uscita e sparito dal catalogo dopo nemmeno un paio di giorni. Anche qui la domanda sorge spontanea: siamo certi che Nintendo fosse consapevole di aver creato un grande hype negli appassionati di questa oggettistica, quindi ci saremmo aspettati una produzione davvero massiva dell’oggetto, tale da poter coprire e superare l’enorme richiesta che si sarebbe generata. Così facendo, invece, l’idea del “regalo di addio” è andata del tutto persa in favore della corsa all’accaparramento dell’oggettino limited edition.
Questo è il problema: in più di un’occasione (vedasi la famigerata statua dorata di Zelda, oppure la moneta di Luigi) ci siamo trovati di fronte non solo alla necessità di possedere un certo numero di stelle tali da poter richiedere il premio, ma abbiamo anche dovuto sperare anche nel “colpo di fortuna” di trovarlo ancora disponibile. Un discorso del genere sarebbe perfettamente accettabile in caso di oggetti erogati gratuitamente (ci sono stati anche quelli: basti pensare al bellissimo tris di medaglie disponibile, senza alcuna spesa di stelle, per coloro che registravano i giochi Xenoblade, The Last Story e Pandora’s Tower), nel qual caso si tratterebbe di una “vincita”, ma non per il catalogo regolare. Sarebbe molto meglio se i premi venissero stabiliti ad esempio di anno in anno e rimanessero presenti per tutta questa durata. È davvero difficile pensare che le scorte terminino e che non sia possibile fare alcun tipo di restock. 
Come noterete non abbiamo poi voluto parlare della questione riguardante il “prezzo” o la qualità dei premi, o le differenze tra il catalogo europeo, quello americano e quello giapponese: capiamo benissimo come il programma fedeltà sia sicuramente un “di più” offerto da Nintendo per premiare i propri clienti, e infatti la nostra critica è rivolta non agli oggetti in sé (che possono piacere o non piacere), ma alla gestione approssimativa e miope del servizio, soprattutto in termini di marketing e comunicazione. Cosa ci aspetta ora non è dato saperlo, ma ci auguriamo in un netto miglioramento sotto alcuni punti di vista. Speriamo inoltre che la chiusura del Club Nintendo non significhi la decisione di abbandonare l’erogazione di premi “fisici” in favore di contenuti esclusivamente digitali. Noi inguaribili nostalgici non lo sopporteremmo! 

Il Club Nintendo, pur con evidenti difetti di gestione, rappresenta un caso più unico che raro nel suo genere. Si vede chiaramente la mano della grande N, che ha sempre puntato molto sullo stabilire un rapporto stretto con la propria fanbase. Ci auguriamo che imparino dai propri errori e tornino con un programma fedeltà completamente rinnovato, magari uguale per tutto il mondo. Ci vediamo presto!