Recensione

Adam's Venture: Origins

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a cura di Forla

Informazioni sul prodotto

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Adam's Venture: Origins
  • Sviluppatore: Vertigo Games
  • Produttore: SOEDESCO Publishing
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Avventura
  • Data di uscita: 1 aprile 2016 (PS4, Xbox One, PC) - 29 maggio 2020 (Nintendo Switch)

Avventure ed enigmi vanno da sempre a braccetto. Indy per trovare il santo Graal ha dovuto affrontare prove di coraggio ed astuzia, Lara ha rivoltato da cima a fondo intere piramidi e il buon Nathan Drake, tra una sparatoria e un’arrampicata, ha avuto i suoi grattacapi. Anche nel gioco che stiamo per analizzare c’è un avventuriero, figlio di un professore, spalleggiato da una figura femminile forte e intransigente, peccato che la sua avventura non sia memorabile come quelle dei personaggi sopra citati. 
Alla ricerca di…
Tutto ha inizio ad Oxford; il padre di Adam, stimato professore dell’università, gli chiede di trovare Evelyn, la sua nuova assistente. Dopo aver girovagato un po’ per le stanze facciamo lo sua conoscenza e la aiutiamo con il primo di una lunga serie di compiti, che si traducono quasi sempre nella risoluzione di piccoli puzzle slegati tra loro. Riportare il libro che la ragazza era intenta a cercare a nostro padre darà il via ad una serie di eventi che ci condurrà da un capo all’altro del globo: dalla piovosa Inghilterra, passando per la Francia fino ad arrivare all’assolata Gerusalemme. Inutile negarlo, pur essendo un’avventura che vorrebbe essere narrativa abbiamo trovato la storia confusionaria e difficile da seguire. Le peripezie del nostro alter ego non è che abbiano un senso logico troppo esplicito, e i nostri pellegrinaggi sembrano più un pretesto per mostrare le ambientazioni ben diversificate e continuare a metterci davanti agli enigmi più disparati. Sì perché il titolo fonde una componente adventure, in cui controlleremo Adam con una visuale in terza persona, ad una formula da puzzle game, e possiamo assicurarvi che la seconda è decisamente meglio riuscita della prima. I movimenti del novello avventuriero infatti sono legnosi, e la sua abilità nell’arrampicarsi non è certo degna dei suoi ben più famosi predecessori. Egli inoltre dispone di un rampino estensibile che può utilizzare per agganciare degli anelli (incredibile che qualcuno si sia preso la briga di fissarne così tanti in ogni posto in cui finiamo!) e dondolarsi, oppure far crollare alcune strutture cedevoli. Purtroppo l’esplorazione non è il punto forte del titolo e le ambientazioni risultano troppo lineari, senza offrire nessun vero incentivo a perlustrarle. Niente da trovare, niente da raccogliere e tutto è strutturato in stanze collegate da corridoi a senso unico, senza deviazioni o vie alternative. Un peccato perché  la varietà c’è e la direzione artistica non è malaccio, se il level design fosse stato più curato il titolo ne avrebbe certamente guadagnato. Dal punto di vista degli enigmi invece si va decisamente meglio. C’è da distinguere tra quelli ambientali (tutti estremamente semplici) tipo arrampicarsi sulla parete di una grotta e tirare due leve per sbloccare una porta, e i veri e propri puzzle. Ce ne sono veramente una miriade: come sistemare delle caldaie bilanciando la pressione del vapore, montare una scala nel modo corretto per raggiungere la cima di una libreria o smanettare con mandrino e anelli di roccia per sbloccare il portone di un antico tempio in rovina. Questi sono il vero cuore pulsante del gioco e, anche se nessuno è così complesso da farvi fumare il cervello, sanno intrattenere in maniera divertente e stuzzicante. Menzione a parte sarebbe da fare per alcune piccolissime sezioni stealth, che però sono talmente brevi e poco articolate che farete bene a non considerarle in fase di valutazione acquisto.
Gli antichi templi non sono l’unica cosa in rovina
Se il titolo potrebbe essere papabile per gli amanti dei puzzle game che non disdegnano un po’ di sana avventura alla Indiana Jones, è però nostro compito mettervi in guardia su alcune gravi pecche che affliggono la produzione. In primis il lato tecnico, che purtroppo ha molto in comune con la maggior parte delle fatiscenti ambientazioni che il nostro Adam si troverà ad esplorare. Primo su tutti un fastidiosissimo tearing che ci ha tormentato dall’inizio fino alla fine dell’avventura. A questo va aggiunto un lungo corredo di problematiche che, anche se non sono così gravi da “rompere il gioco”, lo sono abbastanza da renderne la fruizione fastidiosa. Per elencarne alcune si segnala un pop up continuo di texture e modelli poligonali, animazioni di arrampicata che spesso non si attivano correttamente (con conseguente caduta del personaggio in profondi baratri), caricamenti troppo lunghi e traiettorie di caduta incontrollabili che rendono macchinose alcune sezioni di dondolio col rampino. Tecnicismi a parte dobbiamo segnalare anche la mancanza di cura nella scrittura di alcuni dialoghi. Il protagonista infatti vorrebbe essere arguto e divertente, a volte ci riesce, ma spesso capita che le sue battute siano freddure che avrebbe fatto meglio a risparmiarsi. Vogliamo inoltre menzionarvi un particolare che ci ha fatto letteralmente uscire di testa: per la quasi totalità dell’avventura saremo in compagnia di Evelyn, assistente di nostro padre nonché pulzella vittima delle nostre maldestre strategie di corteggiamento. Magari capita di trovarsi in un tempio sotterraneo o un villaggio sotto coprifuoco, solo la risoluzione di due o tre enigmi permette di liberare la via e proseguire. La ragazza ha il terribile vizio di sparire mentre noi siamo intenti a spremerci le meningi e riapparire successivamente, millantando l’uso di una straordinariamente arguta strada alternativa o, peggio ancora, dicendo di essere stata più veloce di noi a risolvere i puzzle. Per la cronaca, noi davanti ai puzzle ci siamo stati tutto il tempo e lei non c’era, come diavolo ha fatto a risolverli? Inoltre, c’è un solo dannato corridoio, di quale strada alternativa stà parlando? In ultima nota si segnala che l’avventura è completabile in circa quattro o cinque ore al massimo, ma se siete dei Pro player della settimana enigmistica potreste farcela in molto meno.

– Ambientazioni ispirate…

– Puzzle divertenti e mai troppo frustranti

– … ma la loro espolorazione è piagata da un level design troppo lineare

– Problemi tecnici a non finire

– Narrativa blanda

– Breve se i puzzle non sono il vostro pane quotidiano, brevissimo se siete svegli

5.5

Adam’s Venture: Origins propone una formula che fonde la classica avventura in terza persona ad una serie interminabile di enigmi. Se la prima parte è riuscita in parte la seconda invece è stimolante e divertente (se vi piacciono i puzzle) e non sfocia mai nella difficoltà più estrema. Le gravi lacune del comparto tecnico e una narrativa che non decolla mai, anzi si adagia sempre sui soliti cliché e fa fatica a rimanere coerente con sé stessa, impediscono al titolo di raggiungere la sufficienza. Ve lo consigliamo giusto se vi piacciono gli enigmi e amate farvi ferire gli occhi da bug e strafalcioni tecnici.

Voto Recensione di Adam's Venture: Origins - Recensione


5.5