Recensione

Ace Combat Advance

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a cura di rspecial1

E’ sicuramente tra le saghe più famose ed apprezzate del panorama videoludico per quel che riguarda gli sparatutto arcade su console da quando vide la luce su Playstation, adesso però il caro Ace Combat di mamma Namco è atterrato sul portatile storico della Nintendo, promettendo di mantenere alto il livello qualitativo a cui ormai ci ha abituati da anni. Ovviamente il titolo è stato trasformato ed adattato alle potenzialità tecniche del GameBoy Advance, diventando per impostazione di gioco, un classico sparatutto a scorrimento con visuale dall’alto… genere che tanto andava di moda un po’ di anni fa, quando la grafica in 2d la faceva da padrona.

Pronti al decollo?Partiamo subito col precisare che non assisterete a nessuna sequenza introduttiva spettacolare e cinematografica, ma sarete proiettati immediatamente nell’abitacolo del vostro aereo senza neppure passare per le opzioni, facendoci capire come alla Human non devono aver tenuto presente dei marchi di fabbrica. Personalizzare il nostro pilota od il nostro caccia, ora come ora sono azioni fondamentalmente legate ad un bel ricordo vissuto sulle home consoles di Sony. Essenzialmente il titolo ha un gameplay basato proprio sul gioco originale, quindi diviso in missioni di diverso genere che si potranno divide in due categorie ben distinte; di difesa e di attacco. La difesa consisterà nello scortare altri aerei da un punto della mappa ad un altro, mentre gli attacchi si spiegano da soli e non necessitano di ulteriori spiegazioni. Ebbene, diversamente dai classici come 1942, l’area di gioco ci permetterà di girare a 360° e quindi non soltanto andando verso un’unica direzione, con un radar che ci segnalerà la posizione dei vari nemici e degli obbiettivi delle missioni. Detto questo passiamo ad analizzare il titolo ed i suoi difetti, visto che di pregi non se ne vedono neppure a scavare nei punti più nascosti del codice.

Era meglio rimanere a terra…Penso che per Namco, sarebbe stata decisamente un’idea più sensata realizzare uno sparatutto semplice e divertente come su SNES invece di mettersi al lavoro su questa versione decisamente sottotono del suo prestigioso franchise. Se da una parte ricreare una mappa a 360° poteva essere una trovata originale per un gioco del genere, dall’altra era consigliabile non inserire un limite di tempo. Quest’ultimo non farà altro che peggiorare la situazione, costringendoci a superare le missioni entro il suo termine e quindi ad accelerare le operazione di “esplorazione”. Altro difetto è proprio il ritrovamento dei siti da eliminare ed in generale i luoghi in cui dirigersi, cosa fastidiosa visto che vi farà vagare spesso “a vuoto” con il tempo limite che scenderà inesorabile. Non contenti di tutto ciò, avremo inoltre la possibilità di chiamare in nostro soccorso un bell’aereo che ci rifornirà di armi e munizioni in caso dovessimo rimanere a secco. Ma se sperate che i difett siano finiti, vi sbagliate di grosso! Volare rasoterra rende il titolo troppo semplice, ma se aggiungete alla dispersività delle mappe il fatto che esse siano costituite quasi sempre dal 70% di acqua, vi renderete presto conto che anche orientarsi magari grazie a qualche particolare grafico è quasi impossibile, vista la totale assenza di questi. Ma almeno durerà abbastanza, dato che di certo non ce lo regalano? Ebbene no. Le missioni sono solamente dodici e vi assicuro che se riuscirete a concedergli giusto un po’ della vostra pazienza, è anche possibile che in un semplice pomeriggio possiate archiviare la pratica Ace Combat Advance per sempre. Ma non vi preoccupate, perchè dopo “tanto lavoro”, la vostra cartuccia sarà ben contenta di ritornare nella sua scatola a prendere polvere sulla vostra mensoletta. Dato che ci siete, potrete tranquillamente continuare a tenerlo sulla vostra mensoletta, dato che il gioco, oltre alle sue dodici missioni, non ha più nient’altro da offrire, nulla da sbloccare e la benché minima modalità in mutiplayer.

Questo si che dà nostalgia!Andando ad analizzare l’aspetto puramente tecnico del prodotto dei ragazzi della Human Soft, non si può che avere un’impressione generale molto deludente. Basti pensare che giocando con questo prodotto, non potrà che venirci un’incredibile nostalgia degli sparatutto vecchio stampo, e credo di aver detto tutto. Partiamo dagli aerei, microscopici ed indistinguibili tra essi, sono caratterizzati da un diverso tipo di colore, spesso e volentieri del tutto fuori luogo. Gli effetti che scaturiscono da esplosioni o raffiche dei nostri caccia sono molto approssimative e curate decisamente in malo modo, proprio come tutti i fondali del gioco che si possono dividere in tre diverse categorie; tutto azzurro, tutto verde, tutto marrone. Insomma anche gli edifici sono realizzati male, mentre per le navi, i carri armati ed in generale quei pochi mezzi terrestri che incontrerete, la cura è stata talmente alta che non si distingueranno gli uni dagli altri. Il sonoro è appena discreto e di certo non serve a risollevare una situazione alquanto deficitaria. Non è proprio da cestinare la colonna sonora, grazie a musichette orecchiabili e riarrangiate dai vecchi capitoli. Effetti sonori mediocri ma comunque adatti al genere.

– Audio discreto

– Dispersivo

– Semplice

– Solo 12 Missioni

– Grafica pessima

4.2

E’ evidente che negli studi Namco le idee iniziavano a scarseggiare, ed ecco quindi che hanno deciso di affidare lo sviluppo della versione portatile del celebre Ace Combat ai giovani e molto inesperti ragazzi della Human Soft. Il titolo si presenta come un pessimo sparatutto, grazie ad una realizzazione tecnica che sfigurerebbe su console ad 8 bit vista la palette di colori che sembra non superi i quattro o cinque ed un gameplay disastroso; troppo dispersivo, corto e semplice in molti punti. Ci dispiace dirlo, ma questo parto per GBA sfigurerebbe anche di fronte a vecchie glorie quali 1942 della Capcom. Complice un divertimento prossimo allo zero, il gioco Namco è degno di una sentenza senza appello; scaffale o meglio ancora magazzino.

Voto Recensione di Ace Combat Advance - Recensione


4.2