Recensione

Aarklash Legacy

Avatar

a cura di FireZdragon

Cyanide è uno studio che negli ultimi anni parrebbe essersi specializzato nei giochi di nicchia, gettandosi a capofitto su strategici, qualche sportivo e titoli per mobile. Tra le produzioni più note non possiamo non citare ovviamente Bloodbowl, sviluppato sotto licenza Games Workshop, of Orcs and Man, The Game of Thrones e Confrontation, strategico costruito attorno al mistico mondo delle miniature della francese Rakham.
Proprio il mondo di Aarklash torna nuovamente protagonista, in un gdr strategico uscito quasi dal nulla ma che, dobbiamo ammettere, è riuscito a conquistarci in breve tempo.
Compagni d’arme
Su Aarklash la guerra impazza da secoli tra i Dark Lords of Acheron e i Baroni di Alahan, e per finanziare la guerra le fazioni in lotta si trovano spesso costretti ad affidarsi alla ricca gilda dei Goldmongers, pronta a prestare denaro con altissimi tassi di interesse. Molti tra i più ricchi e nobili signori delle terre di Aarklash sono ormai andati in malora e per recuperare il denaro, o eventuali artefatti di pari valore per saldare i debiti, la gilda fa affidamento su un gruppo di mercenari conosciuto come Wheel Sword.
In questo contesto al giocatore verranno assegnati quattro eroi, splendidamente caratterizzati e con ruoli piuttosto canonici: Knocca sarà il nostro tank, dotato di arma a due mani e capace di rigenerare lentamente la propria salute; Wendaroo il curatore principale; Nella una maga in grado di lanciare fulmini ed effetti debilitanti sul nemico ed infine il goblin Denzil, artista dello stealth e antimage perfetto.
Difficile non affezionarsi sin dalle prime battute ai nostri eroi, carismatici e soprattutto molto diversi esteticamente dai classici canoni proposti dai giochi fantasy. I quattro protagonisti verranno introdotti gradualmente, dando tempo al giocatore di prendere confidenza con ognuno di essi, conoscere le loro abilità e capire alla perfezione le funzionalità negli scontri.
Il tutorial completo e dettagliato che accompagna i primi minuti di gioco è essenziale, dato che Aarklash Legacy si è rivelato essere un titolo particolarmente ostico da portare a termine e conoscere in maniera approfondita punti di forza e le debolezze del proprio party potrebbe far davvero la differenza tra una vittoria e una sconfitta.
Proseguendo con l’avventura verremo in contatto con altri quattro mercenari che si uniranno ai nostri ranghi per ripristinare l’onore dei Goldmongers, anch’essi dotati ovviamente di ruoli specifici e abilità uniche. Il problema più grosso che abbiamo riscontrato, tuttavia, è la similarità di alcuni eroi in termini di funzionalità e, anche se è possibile in qualsiasi momento cambiare i componenti del team, una volta che avrete trovato il vostro setup preferito difficilmente lo cambierete, rimanendo di fatto con soli quattro personaggi giocabili. Cyanide ha provato a mitigare il problema mettendo in campo missioni particolari nelle quali il vostro party verrà diviso costringendovi per forza di cose ad utilizzare tutti i personaggi, rischiando però di lasciare il giocatore con una formazione a lui non del tutto adatta o, ancora peggio, rischiando di farvi trovare per le mani eroi non livellati a sufficienza per le battaglie che dovrete affrontare, alzando sensibilmente il livello di difficoltà.
Stop. E’ tempo di combattere
Il sistema di combattimento di Aarklash Legacy ci ha ricordato da subito quello del vecchio Baldur’s Gate. Ogni volta che un gruppo di nemici comparirà su schermo infatti l’azione si bloccherà, permettendovi di pianificare le mosse successive. Il posizionamento sul campo di battaglia è essenziale per uscire vincitori dagli scontri, dato che la maggior parte delle abilità richiedono di indirizzare i colpi verso i bersagli e, soprattutto, rischiano di colpire tanto i nemici quanto i vostri stessi alleati.
Prima di utilizzare uno stun ad area, ad esempio, sarà fondamentale far allontanare i propri compagni dalla zona interessata dall’esplosione, a meno di non vederli bloccati dal vostro stesso potere magico. Lo stesso discorso è applicabile ai proiettili magici dei nemici che, nella maggior parte dei casi, possono essere evitati spostando al momento giusto le proprie truppe. La visuale isometrica in questo caso è funzionale e ormai rodata, e le pareti difficilmente ostruiranno la visuale sul campo di battaglia, permettendovi di godere al meglio degli scontri.
Ogni eroe è dotato solamente di quattro abilità e alla fine di ogni battaglia guadagnerete esperienza in base alla forza dei nemici sconfitti. Livellando potrete personalizzare i Wheel Sword attraverso un semplicissimo menù di crescita, che vi permetterà di assegnare punti sulle abilità potenziandone gli effetti o variandole leggermente. Ad esempio Wendaroo potrà lanciare la sua cura in linea retta, curando tutti gli alleati che andrà a colpire e rendendoli immuni al danno per una manciata di secondi piuttosto che fermarsi al primo bersaglio toccato, o ancora potrete ridurre il costo di alcune spell o il cooldown delle stesse.
Le scelte tuttavia sono piuttosto obbligate e alcuni rami ci sono sembrati fortemente sbilanciati , rendendo obbligatorio avere determinati potenziamenti per poter proseguire. Un sistema che non riesce quindi a soddisfare i giocatori più navigati, che da un gioco del genere si aspettano decisamente di più. Lo stesso identico discorso lo si può fare per quanto riguarda l’equipaggiamento, limitato a soli quattro slot per mercenario.
Potremo cambiare anelli, collana, orecchini e reliquia con oggetti comuni a tutti i personaggi, ancora una volta quindi rendendone quattro decisamente più forti e lasciando gli “scarti” ai restanti membri del party.
Non esistono infatti limitazioni di alcun tipo e sarete ovviamente portati a dare gli oggetti migliori, per potenziare danno e difese, agli eroi che ovviamente utilizzate di più. Questi item potranno sia essere raccolti durante i combattimenti sia trovati nelle casse sparse per le mappe di gioco, solitamente nascoste o celate dietro semplici enigmi ambientali. 
Potrete infine decidere anche di craftare da soli il vostro equip, affidandovi tuttavia alla casualità più completa. Manca infatti un sistema di commercio e l’unico modo per disfarsi dell’equip in disuso è quello di gettarlo in una forgia e, una volta ottenuti sufficienti materiali di scarto, il sistema automaticamente vi ricompenserà con un oggetto casuale, della stessa tipologia dell’ultimo item sacrificato. Un sistema davvero troppo semplicistico e randomico per poterci convincere del tutto.
Ottimo stile
Le mappe di gioco, di dimensioni mai esagerate, sono completamente coperte dalla nebbia di guerra che vi accompagnerà per tutta la durata dell’avventura, facendovi procedere con attenzione estrema e con un dito sul tasto F5, utile per i salvataggi veloci. Quelli automatici infatti sono radi e dover rifare più di metà mappa semplicemente perché avete sbagliato un posizionamento durante l’ultimo scontro potrebbe rivelarsi più che snervante.
Il design delle ambientazione è piacevole, anche se mancano elementi scenici con i quali interagire e una strutturazione più complessa delle mappe, spesso eccessivamente lineari. Buona la modellazione poligonale di nemici e Wheel Sword e ottima la cura per le texture, disegnate sapientemente con uno stile davvero apprezzabile.
Chiudiamo infine con il comparto sonoro, caratterizzato da musiche di accompagnamento soddisfacenti che non andranno mai a disturbare il pensiero del giocatore durante la pianificazione degli scontri e un doppiaggio che, seppur in lingua inglese, riesce a svolgere bene il suo lavoro ed accompagnare piacevolmente la buona trama che delinea questo Aarklash Legacy.

– Buona gestione tattica dei combattimenti

– Otto personaggi ben caratterizzati

– Buona curva di difficoltà

– Personalizzazione troppo sommaria

– Alcuni rami delle abilità sbilanciati

– Mappe eccessivamente lineari

7.0

Aarklash Legacy è un mix di luci e ombre, di alti e bassi, ed è un peccato. E’ un peccato perché titoli di questo genere faticano ad affacciarsi sul mercato attuale e sarebbe bastato veramente pochissimo in più per rendere il prodotto Cyanide un must. Una crescita del party troppo limitata, sia per quanto riguarda abilità che equipaggiamenti, tagliano le gambe ad un gioco che in realtà riesce a offrire combattimenti strategici soddisfacenti e una difficoltà finalmente ben bilanciata, mai troppo snervante e mai troppo facile.

Puntate al gioco quindi solo se non avete bisogno del massimo controllo su ogni singolo parametro del vostro gruppo o se siete particolarmente legati all’universo di Confrontation, in quel caso non ne resterete delusi.

Voto Recensione di Aarklash Legacy - Recensione


7