ASUS PadFone

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a cura di Nitro

Dopo una serie di svariate indiscrezioni ed annunci, ASUS Padfone è finalmente arrivato nei negozi italiani. Il nuovo dispositivo della casa taiwanese è un terminale piuttosto atipico, in quanto si presenta come un prodotto tre in uno caratterizzato da una grande versatilità, dato che è possibile utilizzarlo come smartphone, tablet o ultrabook ed è dunque capace di soddisfare le esigenze di qualsiasi utente.
Durante l’ultimo mese abbiamo potuto provarlo a fondo grazie ad una review unit fornitaci gentilmente da ASUS, eccovi le nostre impressioni.
Trasformazioni a gogo
Così come una copertina accattivante invita all’acquisto e a sfogliare le pagine di un libro, la confezione di PadFone è talmente ricca che subito vi spinge ad aprire e vedere cosa vi è contenuto.
Nella prima scatola troviamo il cuore vero e proprio del dispositivo, lo smartphone. Questo è equipaggiato di un ottimo schermo SuperAMOLED multi touchscreen da 4,3 pollici ad una risoluzione di 540×960 pixel che rende un piacere l’utilizzo dello stesso. Non mancano le fotocamere poste sulla parte frontale e posteriore ispettivamente da 1.3 e 8 megapixel, di cui quest’ultima caratterizzata dalla funzione autofocus e da un flash LED davvero efficiente. Lungo la parte superiore è collocato il tasto di accensione affiancato dal jack-in da 3.5mm, mentre ai lati sono presenti quelli per regolare il volume di sistema e due porte, di cui una microUSB, necessarie per il collegamento alla PadFone Station. Quest’ultima altro non è che un tablet, se così possiamo definirlo, nel quale inserire letteralmente lo smartphone e beneficiare di una risoluzione video ancora maggiore, 1280×800 pixel per 10 pollici di estensione del display. Non mancano anche in questo caso i pulsanti di regolazione audio, quello di accensione/standby, la replica della fotocamera frontale e la replica della porta l’alimentazione, ora posta nella parte inferiore e necessaria anche per il collegamento che avviene tramite incastro alla tastiera esterna, denominata PadFone Dock Station, utilissima per poter scrivere lunghi testi in modo molto più pratico e veloce rispetto alla semplice digitazione touchscreen. Sebbene questa soluzione all-in-one possa non convincere i più, possiamo affermare come il suo utilizzo durante questo ultimo mese ci abbia consentito di lavorare liberamente sia in ambienti chiusi sia in mobilità, senza rinunciare in alcun modo al comfort. Come già accennato il telefono può essere inserito all’interno del tablet tramite un piccolo sportello presente sulla parte posteriore di quest’ultimo, e dopo aver chiuso il tutto basta attendere qualche secondo per poter riprendere il lavoro lasciato in sospeso prima di cambiare interfaccia e beneficiare di un display ancora più grande. Le dimensioni del compartimento in cui inserire lo smartphone potrebbero tuttavia convincere poco, in particolar modo perché bisogna porre il telefono con il display rivolto verso il basso e quasi a contatto con la plastica del tablet, cosa che potrebbe intimorire riguardo a possibili graffi allo schermo. ASUS ha ovviamente pensato a questo, adottando il trattamento Gorilla Glass per tutte le superfici della propria soluzione, scongiurando così eventuali danni accidentali ed evitando anche la necessità di acquistare due pellicole aggiuntive, il cui costo può divenire anche significante se si è alla ricerca di un prodotto valido che riesca a mantenere inalterata la qualità cromatica dei pannelli. 
Potenza a dismisura
A gestire tutte le operazioni troviamo un processore Qualcomm Snapdragon S4 8260A dual core a 1.5 GHz, affiancato da una GPU Adreno 225. Entrambi i chip riescono a garantire un’ottima fluidità al dispositivo, che si manifesta sia nelle operazioni basilari quali la semplice composizione di un messaggio, sia nella gestione del multitasking e nella navigazione in pagine poco ottimizzate o pesanti da renderizzare, senza la presenza di alcun input lag durante i tocchi grazie alla lodevole reattività. Nulla da eccepire neppure sul fronte videoludico, in quanto il dispositivo riesce a far girare la stragrande maggioranza del parco titoli presenti in Google Play Store senza alcuna sbavatura e senza difficoltà di sorta. Durante un intenso carico di lavoro, però, il telefono tende spesso a scaldarsi nella sua parte frontale, in particolar modo sul display, raggiungendo temperature che potrebbero addirittura causare fastidio all’utente durante il normale utilizzo.
La fotocamera posteriore cui dotato PadFone è di ottima fattura, e riesce a catturare immagini di alta qualità e video fino a 1080p, senza alcun tipo di distorsione grazie anche all’ampia apertura del diaframma, al sensore CMOS retroilluminato e la lenti a 5 elementi. Quello che lascia tuttavia un po’ amareggiati è la presenza di un fastidioso lag che intercorre dal momento in cui parte il comando di cattura a quando la fotografia viene effettivamente scattata. Tale problematica è stata riscontrata quando, trovandoci per strada e volendo acquisire alcuni paesaggi, più volte abbiamo atteso troppo poco dopo l’input e abbiamo vanificato tutte le accortezze assunte per ottenere uno scatto perfetto. Nulla di rilevante invece per quella frontale, che riesce in ogni caso a svolgere in modo più che buono il proprio compito, sia nelle videochiamate sia nell’utilizzo di feature del sistema operativo come il famoso Face Unlock.
Tutti i contenuti vengono successivamente immagazzinati nello storage interno di 16 GB o in una scheda di memorizzazione esterna inseribile in uno slot a fianco di quello della SIM card standard.
Ottima la presenza della Stylus Pen, che durante le nostre prove ha saputo stupirci in positivo. Grazie anche al blocco note avanzato presente in PadFone, prendere appunti si è rivelato estremamente semplice, in particolar modo poiché era possibile scrivere a mano libera e il sistema convertiva quanto tracciato con la penna digitale in testo scritto a macchina, facilitando successivamente l’elaborazione dello scritto. Ma le potenzialità di questo accessorio non finiscono qui, poiché può fungere anche da auricolare bluetooth, utile se mentre si sta utilizzando il device in modalità tablet si riceve una chiamata, ma non indispensabile, poiché sarà possibile comunque rimuovere lo smartphone dallo slot apposito e rispondere senza perdere il lavoro svolto sino a quel momento. Figurano infine la radio Bluetooth, barometro, bussola, accelerometro e tutte le altre chicche ormai presenti nei dispositivi appartenenti alla fascia di PadFone, e sottolineiamo in particolar modo un’ottima radio Wi-Fi capace di captare il segnale wireless anche a distanze da cui altri smartphone ormai erano incapaci di rilevare.
Inspiring Innovation, Persistent Perfection
A differenza di altre software house, sia nei notebook sia in soluzioni di questo tipo, ASUS tende ad evitare di sovraccaricare eccessivamente il sistema operativo con applicativi proprietari che potrebbero rallentare di molto la normale efficienza del terminale. Il sistema operativo su cui si basa PadFone è Android 4.0 Ice Cream Sandwich (a breve arriverà anche Jelly Bean via OTA), ma le migliorie apportate dalla casa non sono niente male. Troviamo infatti nella schermata di notifica una serie di toggle più o meno utili sulla falsariga di TouchWiz 5 di Samsung, tra cui figurano un accesso alle impostazioni di sistema e di connettività ancora più veloce e un miglioramento complessivo rispetto alla ROM stock. Unica nota di demerito va fatta per la mancanza di un LED di notifica nella parte superiore del terminale, che obbliga al wake up dello stesso per verificare la presenza di nuovi messaggi, email o chiamate perse.
Ci sentiamo inoltre di fare qualche considerazione sulla batteria e sull’autonomia generale del sistema. Se utilizzato in modalità smartphone, il dispositivo difficilmente supera le 6-7 ore se collegato costantemente alla rete via reti 3G o HSDPA – analogamente a quanto accade con terminali del medesimo tipo presenti in commercio – tuttavia la possibilità di utilizzare PadFone anche come tablet e ultrabook consente di prolungare la durata grazie alla presenza di ben due batterie aggiuntive poste nella PadFone Station e nella Dock. Oltretutto, se il telefono sarà scarico, ponendolo all’interno del tablet entrerà in azione una feature che trasferirà la carica presente sulla batteria più capiente a quella del telefono stesso. Se quella del cellulare sarà dunque a livelli critici, basterà inserirlo nel in uno degli accessori e attendere finché la carica non sarà completata. E non è tutto, durante questa operazione sarà possibile utilizzare liberamente il terminale, e ciò non fa altro che rendere ancora più versatile il prodotto ASUS dato che funge come una sorta di gruppo di continuità. La presenza di due porte USB standard sulla tastiera esterna consente infine di collegare dispositivi come lettori MP3 o altri telefoni cellulari per ricaricarli, anche quando PadFone sarà in standby.
Segnaliamo infine la presenza di alcuni tool proprietari accessibili nelle impostazioni che permettono di regolare il governor della CPU in base alle proprie esigenze (powersave, ondemand e performance), permettendo una gestione ottimale della durata a disposizione.

ASUS stupisce ancora. PadFone si è rivelato un prodotto validissimo, capace di soddisfare una cerchia di utenza estesissima grazie alla possibilità di utilizzarlo come smartphone, tablet o ultrabook. Quello che potrebbe frenare è il prezzo, attualmente oscillante tra i 500 e i 700 euro, tuttavia possiamo confermare come possa tranquillamente sostituire i notebook grazie anche alle sue interessanti specifiche tecniche.