Recensione

A Game of Thrones: Genesis

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a cura di AleZampa

Il momento è alfine giunto e, come sempre accade in questi casi, i fan sono sul chi va là. Ogni volta infatti che un opera letteraria (o cinematografica) raggiunge una determinata soglia di fama, appaiono subito altre opere collegate a diversi medium, pronte, il più delle volte, a vivere della luce riflessa del lavoro originario. Dopo una serie televisiva che ha graziato i fan con una trasposizione tutto sommato fedele e soprattutto ottimamente realizzata, è la volta dell’inevitabile versione videoludica delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin, pubblicata da Focus Home Interactive e sviluppata da Cyanide. Riuscirà questa trasposizione ad essere all’altezza delle aspettative degli esigentissimi fan delle serie? Beh, a meno che non abbiate la vista di Mr. Magoo avrete sicuramente già notato il voto, le cui ragioni, se avrete la pazienza di leggerci, andremo a spiegarvi nella nostra critica.

L’inverno è arrivatoL’impianto narrativo del titolo non è quello già apprezzato nei libri fino ad ora pubblicati o nella serie televisiva, ma parte da parecchio prima nel tempo, quando la regina Nymeria conquistò Dorne, per arrivare all’unificazione dei Sette Regni da parte di Aegon Targaryen, terminando infine con la conquista del trono da parte dei Baratheon: questo significa un arco temporale di quasi mille anni. Chiunque si sia mai trovato in mano i libri di Martin non ha potuto non notare subito la sua peculiare visione del genere fantasy, che ha sempre annoverato protagonisti mossi da istinti molto più terreni, come l’avidità, la passione o la sopravvivenza, piuttosto che eroi senza macchia, magia, e creature mitologiche (comunque presenti, in piccola parte). In un contesto narrativo del genere, dove contano molto di più i complotti e le trame segrete del valore in battaglia, Cyanide ha dunque pensato di aggiungere nuove (e interessanti) meccaniche al suo strategico in tempo reale (perché di questo si tratta), cercando di renderlo il più possibile in linea con l’opera dalla quale trae spunto. Nel corso della campagna principale prenderemo il controllo di tutte le grandi case dei Sette Regni (Targaryen compresi), per delle missioni fortemente guidate che ci indicheranno quale via intraprendere per portare a termine i nostri compiti. Se l’impianto da strategico in tempo reale tutto sommato è quello classico, le cose cambiano drasticamente non appena riusciremo a mettere mano alle nostre unità dopo il lunghissimo tutorial: nella corsa ai punti necessari per vincere la partita dovremo sopratutto imparare ad agire nell’ombra, ed essere sospettosi verso chiunque.

Qualunque cosa tu faccia, assicurati di rimanere sempre pulitoDifferentemente da molti altri esponenti del genere, in A Game of Thrones: Genesis a fare la parte del leone (e no, non stiamo parlando dei Lannister) non saranno le battaglie campali, ma piuttosto il comparto che potremo definire “diplomatico”, che comprenderà la gestione di emissari, spie, eredi al trono, cortigiane, ladri e assassini, ognuno dei quali ricoprirà un ruolo ben preciso nella gestione delle alleanze. Per assicurarsi infatti il supporto di qualche castello, villaggio o miniera neutrale dovremo inviarvi degli emissari che intratterranno le prime relazioni diplomatiche. Una volta fatti passare dalla nostra parte alcuni snodi commerciali o militari, aumentando così le nostre entrate, le cose si complicheranno: la fedeltà acquisita infatti non sarà scolpita nella pietra, e andrà scemando col passare del tempo. Per rafforzarla potremo tuttavia ricorrere ad alcune strategie alternative, come ad esempio inviare una nobildonna da accasare con il signore del castello, così da rafforzare i rapporti con il nostro feudo. La presenza di un nostro emissario all’interno di un castello impedirà inoltre l’ingresso di qualsiasi altro emissario, dando però il via ad una ragnatela di intrighi di cui persino il Ragno Tessitore sarebbe fiero: inviando infatti una spia all’interno delle strutture nemiche, potremo siglare accordi segreti per far credere al nostro avversario di mantenere il controllo (così come renderci conto delle unità militari presenti, che se all’interno di una struttura diventano invisibili agli altri), quando in realtà, al momento clou, saremo noi a far volgere in nostro favore le sorti della battaglia reclamando l’alleanza conquistata con l’inganno. La stessa cosa potranno fare gli avversari, lasciandoci in una costante situazione di incertezza, che potremo fugare solo con l’utilizzo di altre spie o al momento della resa dei conti. La componente diplomatica è in generale molto ben realizzata, le unità da utilizzare (che creeremo nella nostra Dimora Feudale) sono tante e ognuna con un compito specifico, e i fattori da tenere sott’occhio sono tante, forse troppe. Raggiungere i 100 punti necessari a vincere ci obbligherà ad avere una visione d’insieme sempre attenta e pronta, che sia in grado di mutare e adattarsi al clima di lenta (troppo lenta) discesa verso la guerra, che potrà tuttavia (a discapito di una valutazione inferiore) essere velocizzata da alcune azioni piuttosto che altre. Ciò però che il titolo Cyanide ha dalla sua parte è proprio la peculiare gestione di tutta la fase che anticipa lo scontro bellico, e sarà quindi importante utilizzarla il meglio possibile: quando l’inverno arriverà non ci saranno sconti per nessuno.

Quando si gioca al gioco del trono, o si vince o si muoreNonostante tutti i difetti del caso, come un’eccessiva macchinosità di alcune meccaniche e un tutorial lungo che però prepara poco al gioco vero e proprio, la parte diplomatica del titolo innova con idee interessanti e un approccio diverso alla partita. Lo stesso non possiamo diredella gestione degli scontri armati, realizzata in maniera decisamente mediocre. E’ evidente come questo comparto sia stato sacrificato in favore di altro, ma ciò non giustifica una realizzazione così approssimativa. Creare truppe e mantenerle si rivelerà molto complesso, e sopratutto dispendioso, dato che ogni unità costerà sempre di più e consumerà risorse sempre maggiori. Non c’è alcun modo di automatizzare alcuni comportamenti, come ad esempio pattugliare un’area, e dovremo sempre avere un occhio sul nostro esercito, dato che più volte capiterà che interi battaglioni non entrino in azione pur a ridosso della battaglia, disinteressandosi dei propri morenti alleati. Volendo inoltre ci sarebbe la possibilità di organizzare agguati nascondendo le truppe tra i cespugli (qualcuno ha detto Bosco dei Sussurri?), ma questo potrà al massimo essere utile nella modalità multiplayer, dato che il computer si accorgerà delle vostre truppe solo al momento dello scontro. Fortunatamente, a risollevare le sorti del titolo ci pensa la modalità multigiocatore, che permetterà ad otto giocatori di impersonare una delle grandi case (ognuna con una sua unità speciale) e sfidarsi nella conquista del Trono di Spade.

Trucco e parruccoIl comparto tecnico è decisamente sotto le aspettative. Graficamente il gioco non ha alcuna personalità, la realizzazione è accettabile ma non brilla in alcun aspetto. Le unità sono poco differenziate, e le animazioni, specie nelle battaglie, sono carenti, se non addirittura pessime. Il comparto sonoro fa invece il suo dovere, dando quel tocco di eticità in più che in una serie di avventure come questa non può assolutamente mancare. Anche l’approccio alle prime partite sarà per molti traumatico: come abbiamo già detto il tutorial è si esaustivo, ma ci sarà un innegabile senso di smarrimento nel cercare di riuscire a tenere sott’occhio tutto quanto, e nel rendersi conto che la gestione e il mantenimento dell’esercito non è bilanciato nel migliore dei modi. Da rivedere anche il draconiano sistema di salvataggio, basato su checkpoint e non sul caro vecchio quicksave.

HARDWARE

Requisiti MinimiCPU: IntelCore 2 Duo E6600 2.4GHz – Athlon 64 X2 Dual Core 5600+GPU: Nvidia GeForce 6800 GS – Radeon HD 4650RAM: 2 GB Hard disk: 10 GBDirect X: 9

MULTIPLAYER

Fino a 8 giocatori

– Sistema diplomatico vasto e innovativo

– Ambientazione di sicuro effetto

– La licenza non è sfruttata al meglio

– Realizzazione tecnica mediocre

– Gestione degli eserciti da rivedere

5.9

A Game of Thrones: Genesis è un titolo che lascia seriamente perplessi. Da un lato troviamo una gestione della diplomazia avvincente, con intrighi, spie, ladri, cortigiani e assassini in grado di far respirare l’atmosfera del miglior Martin. Dall’altro troviamo invece le dinamiche legate ai combattimenti decisamente sotto tono e poco gestibili, il tutto condito da una realizzazione tecnica decisamente non al passo coi tempi. Se avete dedicato la vostra vita a Westeros e al Trono di Spade dategli pure una chance, in caso contrario mirate a titoli più completi e meglio bilanciati.

Voto Recensione di A Game of Thrones: Genesis - Recensione


5.9