2K sulle microtransazioni: una spiacevole realtà dell'industria dei videogiochi

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

2K si è trovata spesso, di recente, al centro di discussioni relative alle microtransazioni
, al punto che in alcuni Paesi europei ha anche dovuto modificarle perché non più consentite dalla normativa locale.Sulla questione è intervenuto Rob Jones, senior producer di NBA 2K19, che nel corso di un’intervista a parlare del fenomeno e delle valute virtuali che lo muovono all’interno del videogiochi.«Si tratta di una spiacevole realtà dell’odierna industria dei videogiochi»
ha spiegato. «Ogni gioco, a un certo punto, in qualche modo ha una moneta virtuale, che serve per tentare di ottenere entrate maggiori da ogni giocatore che sta giocando Sapete, la questione deve essere “quand’è che cominci a sentire che stai solo cercando di arraffare i soldi”, contro “quando stai davvero dando un valore aggiunto”, no?» Il quesito, ovviamente, è proprio al cuore delle microtransazioni, che a volte anziché nella seconda categoria – quella del valore aggiunto acquistando contenuti extra – rientrano nella prima. La realtà, però, è che si sono persone disposte a pagare, anche per accelerare i loro progressi nel gioco: «molte persone non hanno la pazienza di lavorare per arrivare al top [nel gioco]. Vogliono semplicemente arrivarci.» Ed è così che trovano spazio le “scorciatoie” a pagamento.Voi siete soliti acquistare qualcosa mediante microtransazioni? Di che tipo sono quelle su cui spendete i vostri soldi?Fonte: PCGamesN