Druckmann condivide minacce ricevute per The Last of Us - Part II: importante farle vedere

Il direttore di The Last of Us - Part II ha deciso di mettere insieme un po' di commenti di odio ricevuti per The Last of Us - Part II e di mostrarli a tutti

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

C’è un’estremizzazione dell’importanza del sé, al di sopra di qualsiasi altro sé, che sta diventando difficile da non notare, di recente. Sicuramente, è difficile da non notare nel caso di The Last of Us – Part II, considerando che nelle scorse ore l’attrice Laura Bailey aveva evidenziato le orribili minacce ricevute da fan (è la parola giusta? ndr) rimasti delusi dal gioco e, in particolar modo, dall’esistenza stessa del suo personaggio.

Oggi, Neil Druckmann ha deciso di fare lo stesso. Il direttore del gioco e vice presidente di Naughty Dog ha deciso di mettere insieme un po’ degli imbarazzanti messaggi ricevuti da chi ritiene che non aver apprezzato determinate scelte compiute su personaggi finti, in un mondo finto, per una storia che non è mai successa, meriti rimostranze di questo tipo.

Attenzione! Il resto dell’articolo contiene enormi spoiler da The Last of Us – Part II. Vi raccomandiamo di interrompere immediatamente la lettura se non volete anticipazioni. Aggiungiamo anche che il testo che segue contiene pesanti insulti e volgarità, che censureremo. Speriamo che questo non offenda la sensibilità dei nostri lettori.

«Potete amare od odiare un videogioco e condividere i vostri pensieri a riguardo» ha esordito Druckmann. «Purtroppo, troppi di questi messaggi che stiamo ricevendo sono vili, odiosi e violenti. Questi sono solo una manciata, penso sia importante che vengano messi alla luce del sole. Vi avviso che contengono transofobia, omofobia, antisemitismo e via dicendo.»

Seguono le parole di Druckmann alcuni orridi messaggi, che vi traduciamo nel vano tentativo di dare loro un decoro che non hanno nemmeno alla lontana, ma per dovere di informazione verso i nostri lettori. In uno, leggiamo «fot**ti pezzo di me**a, hai rovinato uno dei migliori giochi di sempre. Hai fatto morire Joel ed Ellie uccisi da una me**a trans, e poi giochi nei panni di quello schifo. Le uniche persone che devono andarsene all’inferno più di te sono quello schifo di trans, pezzi di spazzatura umana, maledetto st***zo.»

Se, non sappiamo bene come, veramente volete continuare a leggere, qualcuno scrive «crepa, radicale femminista, spero che il COVID-19 ti ammazzi», un altro aggiunge «pagherei qualsiasi cifra per lasciare questo tizio [Druckmann, ndr] a morire lentamente e con dolore». E ancora, «spero che i veri fan ti uccidano, a te e a quella tr**a di Westworld [in riferimento alla scrittrice Halley Gross, ndr]. Crepa.» E, infine, «è tutta colpa tua, pezzo di m***a israeliana. Che cosa potevamo aspettarci da questo ca**o di ebreo senza casa? Muori, f****o.»

Non ci stancheremo mai di ripetere che si tratta di commenti innescati in persone che hanno evidentemente problemi ben più grandi dei contenuti di un videogioco, relativi ad accadimenti che riguardano un’opera narrativa che è frutto dell’ingegno del suo autore e che pertanto solo questo sia quindi libero di decidere cosa farne.

Le dimostrazioni di dissenso violente a cui stiamo assistendo nell’ultimo paio di anni in merito ai contenuti di mass media stanno raggiungendo preoccupanti vette di insensato odio – e se è vero che, per fortuna, Naughty Dog è una compagnia abbastanza grande e strutturata da non essere spaventata da questo tipo di prese di posizione per limitare le sue future idee creative, proviamo a immaginare se qualcosa di simile dovesse accadere a un team più piccolo, che si troverebbe magari spaventato a esprimere la sua visione per la sua prossima opera a causa della violenza e del bullismo da social.

Il commento ufficiale di Naughty Dog

In merito a questi messaggi, anche Naughty Dog si è espressa con una nota ufficiale, nella quale scrive:

Anche se accogliamo sempre le discussioni critiche, condanniamo ogni forma di molestia o minaccia rivolta al nostro team e al nostro cast. La loro sicurezza è la nostra priorità assoluta, ma dobbiamo lavorare tutti insieme per tagliare fuori questo tipo di comportamento e mantenere un discorso costruttivo e di comprensione.

La sensazione è che, insomma, un videogioco come The Last of Us – Part II, che parla di esseri umani a tratti fin troppo umani, servisse come il pane. E quella più amara è che abbia dipinto l’apatia e le divisioni che separano quegli stessi esseri umani come perfino migliori di quanto non siano nella realtà.

Fonte: Twitter

Se volete arricchire la vostra collezione a tema The Last of Us – Part II, vi raccomandiamo le cuffie ufficiali PlayStation 4 impreziosite dal tatuaggio di Ellie.