Retrospettiva Metal Gear - Episodio 4

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

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La saga Metal Gear era oramai diventata un’istituzione. Dopo l’uscita di Sons of Liberty, la posizione di grandissima popolarità della serie venne confermata anche dalla release di un remake dell’originale Metal Gear Solid, intitolato Metal Gear Solid: The Twin Snakes, che arrivò esclusivamente su Nintendo GameCube il 26 marzo 2004, e che venne firmato da Silicon Knights. I riflettori, però, erano tutti puntati sul nuovo episodio da poco annunciato, e che sembrava cambiare decisamente le carte in tavola. Metal Gear, infatti, aveva da sempre giocato con la fantascienza, danzando spesso in contesti futuristici. Questa volta, invece, promesse e premesse erano diverse: Metal Gear Solid 3: Snake Eater si sarebbe svolto negli anni Sessanta, in piena Guerra Fredda, ed avrebbe osato una cosa mai tentata prima dalla serie.

Se, nelle avventure precedenti, Solid Snake e Raiden si erano sempre ritrovati catapultati all’interno della base nemica, il nuovo protagonista – Naked Snake – dovrà invece affrontare la giungla e le foreste più fitte per raggiungere la roccaforte in cui dovrà poi infiltrarsi. Proprio per via della realizzazione di ambientazioni così complesse e vive, che non si limitavano più a pareti, terminali computer e monotoni pavimenti, inizialmente Snake Eater venne immaginato per PlayStation 3, salvo poi essere dirottato su PS2. Quando arrivò sugli scaffali europei era il 4 marzo 2005, ed i fan della saga di Hideo Kojima e compagni, ancora una volta, dovettero prepararsi a qualcosa di completamente nuovo. Qualcosa che li avrebbe segnati a lungo.

metal gear solid 3 missione virtuosa

Sfruttando le sue grandi abilità nel Close-Quarter-Combat – o CQC – che ha appreso da The Boss, Snake riesce a farsi facilmente strada tra i soldati del KGB che pattugliano la zona, e raggiunge Sokolov. Quest’ultimo, spaventato, sta bruciando dei documenti, e si rassicura solo quando il soldato gli fa sapere di essere stato mandato dagli Stati Uniti per salvarlo, ed in particolare da Major Tom, che si scusa per il ritardo. Sokolov, però, gli fa sapere che anche il colonnello Yevgeniy Borisovitch Volgin, ufficiale del GRU, vuole portarlo via, insieme al progetto della sua nuova arma. Secondo Volgin, infatti, avere in mano Sokolov e la sua arma sarebbe fondamentale per costringere all’addio il presidente Nikita Chruščëv, e far salire al potere al suo posto Leonid Brèžnev.

Mentre prova a portare via Sokolov, Naked viene sorpreso dalle truppe del KGB, che però a loro volta vengono assaltate dai soldati del GRU capitanati dal giovane Maggiore Ocelot. Questi ultimi, però, non possono niente contro le abilità di Snake nello scontro ravvicinato, sopratutto quando Ocelot, tentando di eseguire una tecnica di espulsione manuale del primo proiettile, viene tradito dalla sua pistola. Il soldato statunitense non ha quindi difficoltà ad aver ragione di lui e a renderlo inoffensivo.

Sokolov, nel frattempo, è fuggito a diversi metri di distanza, e Naked lo raggiunge sul ponte sospeso di Dolinovodno. Quando la missione sembra destinata ad aver successo, la strada gli viene sbarrata da nientemeno che The Boss, che rivela di aver disertato nell’Unione Sovietica. Il mentore di Snake, che lo stava aiutando via radio nella sua missione, lo ha appena tradito, e vuole impedirgli di salvare Sokolov. Andato via lo scienziato, infatti, il completamento della nuova rivoluzionaria arma, nota come Shagohod, non potrebbe essere completato. Senza che Snake possa fare niente, lo scienziato viene portato via dalla squadra speciale di The Boss, la Cobra Unit, e la donna svela di aver deciso di offrire Sokolov e due missili nucleari in miniatura Davy Crockett come dono al suo nuovo Paese. Mentre Snake cerca di comprendere come evolverà la situazione, arriva sul ponte anche l’imponente colonnello Volgin, che dopo un breve scambio di battute ordina a The Boss di uccidere Snake. La donna esegue il terribile ordine e, in seguito ad uno scontro in CQC, spezza il braccio al suo discepolo, gettandolo poi nel vuoto sotto il ponte. Tutto ciò che Snake riesce a fare è strapparle la bandana della fronte, prima di affrontare il terribile schianto.

L’uomo sopravvive all’impatto, ma è gravemente ferito, e riesce a medicarsi solo grazie all’aiuto fornito via radio da Para-Medic. Nel frattempo, Volgin, Ocelot e The Boss stanno abbandonando l’area e portando via sia Sokolov che il suo Shagohod, oltre a quella che sembra essere la sua compagna, Tatyana. È in questo momento che accade l’impensabile: il colonnello, infatti, decide di radere al suolo l’impianto di sviluppo dove lavorava l’ingegnere e, senza che Ocelot possa fermarlo, colpisce la struttura con uno dei missili Davy Crockett.

L’esplosione nucleare è impressionante e Snake, pur dalla distanza, è piccolissimo sotto il fungo atomico. L’impianto viene polverizzato e le vite di coloro che ci lavoravano spezzate – il tutto, per volontà di un uomo che, pur di perseguire i suoi scopi politici, ha attaccato i suoi stessi connazionali.

metal gear solid 3 boss

Operazione Snake Eater: la nascita di Big Boss

La missione fallita da Naked Snake scatena una crisi internazionale. Chruščëv, infatti, telefona al presidente statunitense Lyndon B. Johnson, denunciando l’esplosione nucleare generata nell’impianto di Sokolov dopo che un aereo occidentale – quello che ha trasportato Snake a Tselinoyarsk – era stato rilevato nello spazio aereo sovietico. Il disastro diplomatico è dietro l’angolo, e la diserzione di The Boss peggiora ulteriormente una situazione già di per sé complicata. Nonostante le rassicurazioni di Johnson, che accusa Volgin e The Boss dell’accaduto, Chruščëv vuole una prova dell’innocenza statunitense: Naked Snake, a sua volta sospettato di aver tradito gli Stati Uniti e spalleggiato la diserzione del suo mentore, deve uccidere The Boss ed eliminare la minaccia di Volgin. Come gli spiegherà anche Major Tom, che cambierà il suo nome in Major Zero, il compimento di tale missione è l’unico modo per evitare non solo la rovina di FOX, ma anche la condanna a morte per lui e per il suo ufficiale in comando.

È il 30 agosto 1964, quando Naked Snake torna a Tselinoyarsk per l’Operazione Snake Eater: oltre ad uccidere i due obiettivi, il soldato dovrà ancora una volta cercare di salvare Sokolov, e per farlo sarà anche affiancato da due ex agenti NSA che disertarono per l’URSS e sono ora operativi nel KGB, ADAM e EVA. I loro contatti gli sono stati forniti proprio dall’URSS, che vuole eliminare una volta per tutte la minaccia rappresentata dal colonnello Volgin, ormai fuori controllo.

Oltre ai compagni sul campo, che incontrerà avanzando, Naked Snake – o Jack, come lo chiamava The Boss – potrà contare ancora sul supporto radio: riceve quindi indicazioni da Major Zero e Para-Medic, mentre il ruolo del suo mentore viene preso dal giovane Sigint, esperto di armamenti e tecnologie all’avanguardia. Jack avanza nella notte dell’area sovietica, quando ad attenderlo trova proprio The Boss. La donna minaccia di ucciderlo se non dovesse abbandonare la missione e, dopo averlo costretto a terra in uno scontro CQC, smonta la sua pistola, disarmandolo. I tentativi della donna di farlo desistere, però, non sono sufficienti: ancora in vita nonostante l’incontro non proprio fortunato con The Boss, Snake arriva all’area di Rassvet, dove dovrebbe incontrare ADAM. Trova però ad attenderlo EVA, una bellissima donna in sella ad una moto, che riferirà di essere stata inviata per aiutare Snake, seppur dimostri di non conoscere la parola d’ordine che doveva essere fornita ai suoi collaboratori. Di ADAM, invece, sembra non ci sia traccia. Dopo averlo aiutato nel corso di un agguato, EVA ha guadagnato la fiducia di Snake, e gli fornisce un travestimento da scienziato e delle nuove pistole. Il soldato statunitense decide quindi di riposare, e la mattina dopo viene svegliato proprio da EVA, quando i due si accorgono che le truppe del Maggiore Ocelot stanno per attaccarli. Il giovane ufficiale riesce a prendere EVA, senza nemmeno accorgersi, se non in seguito, che si trattava di una donna, e quando tenta di sparare a Snake con il suo nuovo Revolver, deve ammettere di non essersi ricordato che il tamburo carica solo sei colpi. Con la pistola scarica, Ocelot viene sopraffatto da EVA, e la donna fa per ucciderlo, quando è Snake a fermarla, sottolineando la giovane età del maggiore. Quando questi fugge via, EVA sale a bordo della sua moto, dichiarando di dover tornare alla sua attività sotto copertura nella base di Volgin – dove veste i panni di Tatyana. A quel punto, Jack si dirige verso il Granini Gorki Lab, dove dovrebbe trovarsi Sokolov.

metal gear solid 3 snake eva

Il percorso, però, è bloccato ancora una volta da Ocelot, che ingaggia il duello: dopo averlo vinto, Snake viene assaltato dalle api di The Pain, un membro della Cobra Unit di The Boss, e riesce a seminarle solo inoltrandosi in una caverna. Qui, tuttavia, incontra proprio il soldato speciale, ed è costretto ad affrontarlo e sconfiggerlo.

Arrivato nei pressi del magazzino di Ponizovje, Snake sente The Boss riferire a Volgin della morte di The Pain, ed un altro membro dei Cobra, The Fear, viene inviato per ostacolarlo.Sfruttando il travestimento da scienziato, Jack si infiltra nel laboratorio, dove trova un ubriaco Aleksandr Leonovitch Granin: il dirigente del laboratorio non ha approvato che Volgin abbia scelto lo Shagohod, piuttosto che la sua rivoluzionaria arma nucleare bipede, e dichiara che farà arrivare i documenti agli Stati Uniti, nel tentativo di trovarle un mercato. Inoltre, rivela al soldato che Volgin può contare su una quantità di fondi praticamente illimitati, noti come Eredità dei Filosofi. La base dove il colonnello è rifugiato, con le sue risorse e lo Shagohod, ha nome Groznyj Grad, e si trova oltre le montagne di Krasnogorje. Nella speranza di fermare Volgin, Granin fornisce quindi una chiave per accedere ai cunicoli della montagna.

Abbandonato il laboratorio, Snake è però costretto ad affrontare The Fear, sul quale ha comunque la meglio. Il soldato punta quindi in direzione di Groznyj Grad, ed EVA dichiara che lo attenderà in cima alla montagna, per fornirgli la chiave necessaria ad arrivare ai sotterranei della base. Per arrivarci, però, Jack deve superare la foresta di Sokrovenno, dove affronta un epico scontro con il centenario cecchino The End. Superata anche questa difficoltà, risale una lunghissima scalinata, divenuta un’icona della saga, mentre il giocatore viene accompagnato nella scalata da Snake Eater, il tema del gioco cantato da Cynthia Harrell.

metal gear solid 3 snake eater

Incontrata EVA in cima alla montagna, quest’ultima riferisce a Snake che Sokolov è tenuto nell’ala ovest della fortezza di Groznyj Grad – non senza aver prima tentato di sedurlo – e gli consiglia di travestirsi da Maggiore Ivan Raidenovich Raikov, ufficiale del GRU nelle grazie di Volgin, per riuscire ad accedere a quell’area. EVA si allontana per rivestire i panni di Tatyana e, quando Snake – con i binocoli – la vede arrivare alla fortezza, assiste anche alla terribile scena in cui Volgin, a mani nude, massacra Granin, colpevole di essere una sospetta spia.

Il soldato avanza quindi verso Groznyj Grad e, nel tunnel sotterraneo, deve vedersela con The Fury, membro della Cobra Unit. Ancora una volta, nonostante le capacità del soldato speciale, è Jack ad avere la meglio, e ad accedere così al cuore della fortezza.

Recuperata l’uniforme del maggiore Raikov, che i giocatori noteranno essere una parodia di Raiden, protagonista di Sons of Liberty, Snake raggiunge Sokolov, quando vede EVA, nei panni di Tatyana, intenta a minacciare lo scienziato, e a portargli via un microfilm. Quando la donna si allontana, lo statunitense si mostra all’ingegnere, che lo riconosce immediatamente, e gli rivela che i lavori portati avanti consentono ora allo Shagohod di colpire qualsiasi punto degli USA con un attacco atomico, partendo da qualsiasi area dell’URSS. L’idea di Volgin era quindi quella di produrre Shagohod in serie, fornendone degli esemplari a tutto il blocco orientale.

Snake fa per portare via Sokolov, ma a rovinare i piani c’è l’arrivo di nientemeno che Volgin: il terribile colonnello, in compagnia di The Boss, si accorge subito del travestimento del Serpente e, dopo averlo smascherato, lo picchia brutalmente, divertendosi anche a gambizzare Sokolov, sparandogli alle ginocchia. Snake è distrutto dallo scontro, quando perde conoscenza e viene trasportato nella terribile stanza delle torture di Groznyj Grad.

metal gear solid 3 sorrow

Naked è intrappolato tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Ad attenderlo, qui, trova The Sorrow, defunto membro della Cobra Unit ed ex compagno di The Boss, il quale si diceva potesse comunicare con le anime dei trapassati. Snake, ed il giocatore con lui, è costretto ad attraversare un disturbante corso d’acqua popolato dalle anime di tutti coloro che ha ucciso per compiere la missione, che lo tormentano e lamentano davanti a lui il loro dolore. Quando il devastante percorso è concluso, ed una delle scene più forti e più riuscite della saga è completata, Naked torna alla vita, e riprende i sensi. Oltrepassa una cascata e, nella grotta, ritrova EVA, che gli fornisce una benda per l’occhio ferito e lo osserva cibarsi di alcuni serpenti arrosto. La donna fantastica su come i due potrebbero condividere la loro vita insieme, dopo la missione, anche se Snake non dà grossi segni di coinvolgimento, pur sciogliendosi un po’ rispetto ai precedenti corteggiamenti della donna. Il piano, intanto, è deciso: Snake tornerà a Grozynj Grad e, armato di cariche C3, farà esplodere i serbatoi di carburante dell’hangar dello Shagohod. In questo modo, l’arma sarà distrutta.

Snake non si fa attendere ma, appena riesce a piazzare gli esplosivi all’interno dell’hangar, viene scoperto da Volgin, Ocelot e The Boss. L’elemento particolarmente inquietante è che perfino la copertura di EVA, la sua identità di Tatyana, è stata scoperta, e Volgin dichiara di averle trovato addosso un microfilm con i dati dell’Eredità dei Filosofi. Quando Snake chiede delucidazioni su cosa essa sia, Volgin spiega che si tratta di un fondo di denaro raccolto dalle personalità di rilievo di Russia, Cina e Stati Uniti nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Questi ultimi presero il nome di Filosofi, ed utilizzarono il denaro per vincere il conflitto: parte, ad esempio, servì alla costruzione delle armi atomiche, mentre altri fondi vennero investiti per l’istituzione della letale Cobra Unit. Al termine del conflitto, però, Boris Volgin, padre del colonnello, fece in modo che l’intera eredità rimanesse in URSS, distribuendo il denaro in diverse banche, e salvò nel microfilm i dati delle transazioni, che svelano quindi la posizione dei soldi.

Rimarcando l’aiuto avuto da The Boss e dalla sua diserzione nel prendere possesso dello Shagohod, Volgin dichiara di essere pronto a ricreare un mondo finalmente unito, sotto l’egida della superpotenza nucleare sovietica che sta andando a costruirsi. Pronto a prendersi cura di Snake, Volgin affida proprio a The Boss sia l’eliminazione di EVA che il microfilm con l’Eredità. Le due donne si allontanano, mentre Jack e il temibile colonnello si preparano allo scontro.

Questa volta, però, Snake non è stato preso di sorpresa, ed è lui a condurre la sfida, al punto che il colonnello chiede ad Ocelot di ucciderlo. Il maggiore, però, riferisce di aver promesso a The Boss che non avrebbe fatto niente di così disonorevole, accendendo il diverbio con Volgin, quando addirittura, dimenticandosi la differenza di grado, invita il suo comandante a “combattere da uomo”. Mentre lo scontro prosegue, la fortezza inizia l’evacuazione a causa degli esplosivi installati da Snake. Il soldato statunitense riesce ad avere ragione del colonnello e, quando si dà alla fuga, trova ad attenderlo EVA, a bordo della sua moto, per l’occasione equipaggiata con un side-car. Inseguiti da Ocelot a bordo di un’altra moto, i due si allontanano dalla base facendosi largo tra nemici e fuggitivi, puntando in direzione di un lago nei pressi di Rokovoj Bereg, dove ad attenderli c’è un WIG, che li trarrà in salvo al termine della missione. I piani, però, sono complicati da Volgin, che si è messo alla guida dello Shagohod, e si lancia al loro inseguimento. Per cercare di sconfiggerlo, EVA si dirige verso il ponte ferroviario all’esterno della fortezza, che ha precedentemente minato. Quando lo Shagohod lo attraversa, Snake fa saltare le cariche, ma Volgin e il suo potente carro armato riescono comunque a passare. La sfida faccia a faccia diventa inevitabile, e Snake – dando prova delle sue grandissime capacità – riesce a distruggere il mezzo. Prima che possa uccidere Volgin, è il potere del colonnello di condurre l’energia elettrica a portarlo alla sconfitta: colpito da un fulmine durante la tempesta, vede la bandoliera di munizioni che tiene sul tronco cominciare ad esplodergli addosso i colpi, martoriandolo.Il problema Volgin, e con lui quello dello Shagohod, è finalmente risolto. C’è ancora un obiettivo, però, da completare, per Naked Snake: deve uccidere The Boss.

metal gear solid 3 big boss

Per puntare il suo obiettivo più difficile e più devastante, conscio che la donna li aspetta a Rokovoj Bereg, Snake prosegue la sua fuga sulla moto con EVA, quando – braccati dai nemici – i due hanno un incidente: lo schianto ferisce gravemente proprio quest’ultima, ed il Serpente è costretto a medicarla e proteggerla, mentre avanza in direzione del lago presso cui The Boss li sta aspettando.Un enorme prato di fiori bianchi. Questo è lo scenario in cui l’eroina leggendaria è in attesa del suo discepolo più fedele. EVA lascia Snake alla sua sfida finale, preoccupandosi di raggiungere il WIG e di prepararlo al decollo per la fuga, ma – quando glielo dice – probabilmente lui nemmeno la sente più. I suoi occhi sono su The Boss, sulla donna che gli ha insegnato tutto, e della quale è costretto a prendersi la vita. Quella che in qualche modo lo ha tradito, disertando, e che ora è lì, pronta ad impartirgli la sua ultima lezione.

Il racconto di The Boss, che si apre al suo discepolo, è saggio e toccante: la donna ha compiuto una missione dallo spazio e lì, più che mai, si è resa conto che la Terra non ha alcun confine. “Né Est, né Ovest, né Guerra Fredda“, racconta a Snake, svelandogli di sognare di rivedere il mondo finalmente unito. The Boss ha dato tutto per compiere le sue missioni: si è esposta a test nucleari che hanno compromesso la sua fertilità, ha consegnato ai Filosofi il figlio nato dalla relazione con The Sorrow durante lo Sbarco in Normandia – e del quale le rimane solo una vistosa cicatrice a forma di serpente – ed ha perfino ucciso il suo stesso compagno, proprio a Tselinoyarsk. Lei stessa dichiara di essere figlia di uno dei Filosofi – un ordine che non ha però, a suo dire, più ragione di esistere, poiché ha perso la concezione di ciò che è bene e ciò che è male. In un mondo dove i contesti cambiano di continuo e dove i nemici sono relativi, The Boss ci parla del tema chiave di Snake Eater: se il primo Metal Gear Solid parlava di geni ed il secondo di memi, ora è la volta della parola chiave scene, del contesto, dal quale dipendono ideologie, amicizie, alleanze, avversari. In questo universo mutevole, tutto ciò che conta, riferisce The Boss, è la missione. Anche Snake lo sa. Ora che il suo mentore si è confidato con lui, deve fare ciò che lei gli ha insegnato meglio: portare al termine il suo incarico.

Jack ha dieci minuti per affrontare The Boss. Trascorso il tempo, l’area sarà rasa al suolo da un attacco aereo da parte di alcuni MIG. La donna lo invita a farne “i dieci minuti più grandiosi delle nostre vite”, e lo scontro si accende. Alla fine, è Snake ad avere la meglio, quando la donna, ferita, gli consegna l’Eredità dei Filosofi e la sua arma, un fucile Patriot, chiedendogli di finirla. Snake è colpito, quasi tremolante, e il fatidico gesto è lasciato al giocatore: Jack non farà nulla fino a quando non saremo noi, in prima persona, a prenderci la responsabilità di tirare il grilletto.

Lo sparo riecheggia in tutta l’area del lago. I petali, prima vergini e bianchissimi, si tingono simbolicamente del sangue di The Boss. Lo scenario che diventa specchio di ciò che sta accadendo dentro Snake.

metal gear solid 3 fiori

Il soldato deve lasciarsi alle spalle il corpo di quella che un tempo era conosciuta come The Joy, e raggiunge EVA sul WIG. Quando il mezzo tenta il decollo, però, viene raggiunto da un inarrestabile Ocelot, che si lancia in una colluttazione proprio con Snake. Prima di dar vita al suo ultimo duello, il maggiore sovietico chiederà a Snake di rivelargli il suo nome, e quest’ultimo riferirà di chiamarsi John. Ocelot, invece, ha nome Adamska.Ritenutosi soddisfatto dal suo ultimo incontro con il soldato americano, Adamska lascia l’aereo, ed EVA riesce finalmente a completare il decollo. Gli aerei MIG che braccavano lei e Snake vengono fatti ritirare per ordine del presidente Chruščëv, e l’operazione Snake Eater è finalmente conclusa.John è appena diventato un eroe, ma niente potrà mai ridargli ciò che ha dovuto sacrificare.

Snake e EVA raggiungono un rifugio in Alaska, dove finalmente si concedono a qualche momento di tenerezza. Quando lui si risveglia, scopre però con amarezza che le sorprese non sono ancora finite: la donna, infatti, è scomparsa, ed ha lasciato solo un nastro, che l’uomo comincia ad ascoltare. Nell’audio messaggio, EVA rivela di non essere una spia del KGB, e di non aver mai lavorato per la NSA: in realtà, infatti, è una spia del governo cinese, inviata dal Paese orientale affinché recuperasse l’Eredità dei Filosofi. Cresciuta proprio dai Filosofi per questo scopo, la ragazza è indistinguibile da un’americana nativa. Arrivata a Tselinoyarsk, si è spacciata per EVA, ed era intenzionata ad eliminare ADAM, che però non si è mai presentato. Ha quindi sfruttato la sua posizione per stare vicino a Volgin e Sokolov, indagando sulla posizione dell’Eredità, e si è servita di Snake per il medesimo scopo. Nessuno avrebbe potuto smascherarla, ad eccezione di The Boss, che sapeva tutto: la leggendaria eroina era infatti un’istruttrice nella scuola dei Filosofi che addestrò EVA, ma ha scelto, per qualche motivo, di non sbugiardarla. La spia cinese dichiara di essersene andata portando con sé sia il microfilm dell’Eredità, sia i dati sullo Shagohod, ma Snake è confuso quando si rende conto di avere ancora in tasca a sua volta una copia dell’Eredità. EVA rivela anche che, secondo la sua missione, avrebbe dovuto eliminare Snake – e che, se fosse stato per lei, avrebbe completato il lavoro. The Boss, però, quando le risparmiò la vita nel momento in cui Volgin l’aveva affidata a lei, si fece promettere che la spia cinese non avrebbe fatto del male a John. EVA non poteva non mantenere la parola data, ed ha lasciato Snake in vita.

metal gear solid 3 salute

Alla prima telefonata, ne segue una seconda. Questa volta, Ocelot ha chiamato gli Stati Uniti, comunicando che la missione di The Boss è conclusa. Egli, inoltre, svela che l’Eredità rubata da EVA era una copia falsa, e che quella vera è stata riportata negli USA. Al suo interno, però, ci sono i dati relativi solo a metà del patrimonio, che saranno utilizzati per dare nuova linfa vitale alla parte americana dei Filosofi. Inoltre, Adamska svela di aver ottenuto i progetti del Metal Gear da Granin, sicuro che potrebbero essere utili agli Stati Uniti, e ci rivela che ADAM non era altri che lui, che per tutto il tempo ha agito per conto della CIA e dei Filosofi. Concludendo la conversazione e svelato il suo triplo gioco, Ocelot saluta rispettosamente, dichiarando che rimarrà a disposizione della CIA.

Una nuova era di Metal Gear

Già il precedente episodio ci aveva fatto capire che Metal Gear non è semplicemente la saga in cui si vestono i panni di Solid Snake. Dopo averci fatto interpretare Raiden, questa volta Kojima e compagni ci portano in un’epoca completamente diversa, abbandonando gli scenari di futuro prossimo tipici della serie, ed inserendosi in un contesto storico reale, del quale vengono sfruttati e reinterpretati gli eventi. Non c’è traccia di Solid Snake, ma solo di Naked Snake, che scopriremo poi essere suo padre, Big Boss. Oltretutto, mentre i giocatori attendevano con spasmodica ansia di scoprire i nomi dei Patriots e di scoprire come Snake ed Otacon li avrebbero trovati, Snake Eater ci porta invece alle loro origini, svelandoci i Filosofi e l’Eredità di fondi che consentì di avviarci verso i Patriots così come ci furono presentati in Sons of Liberty.

Le novità non sono però relative soltanto allo svolgimento della trama della saga: Snake Eater riprende gli elementi chiave del gameplay, e ne fa qualcosa di completamente diverso. Addio al radar Soliton, è venuto il momento di guardarsi attorno e scoprire di per sé la posizione dei nemici. Il modo migliore per nascondersi da nemici decisamente astuti e che presidiano le zone, piuttosto che vagarci e basta, è il nuovo sistema di mimetizzazione: Snake può cambiare uniforme e pittura facciale in base allo scenario, ed una percentuale mostra al giocatore quanto l’attuale outfit sia d’aiuto per confonderci con l’ambiente. C’è di più: addio alle vecchie ed amate Razioni, perché in un mondo vivo e popoloso di creature come Tselinoyarsk, il cibo è tanto, e Snake deve semplicemente andare a prenderselo, che si tratti di animali, funghi o piante. A proposito di piante, ora il nostro beniamino potrà ferirsi, e dovremo medicarlo procurandoci oggetti curativi appositi dalla foresta, ed utilizzandoli poi all’occorrenza nella schermata dedicata.

metal gear solid 3 gameplay

Anche le sfide con i boss sono rimaste indelebili nell’immaginario, e non solo quella finale, quasi poetica, con The Boss: lo scontro in tre diverse ambientazioni enormi con il cecchino The End lasciò i fan quasi spiazzati, al primo impatto, per quanto fosse diverso da quanto visto nei precedenti capitoli, ed anche il confronto con The Sorrow, che ci poneva innanzi alle anime delle persone uccise durante la nostra missione, è rimasto unico ed efficace. Oltretutto, nel caso della sfida con il cecchino, era addirittura possibile lasciare che morisse di vecchiaia ed evitare lo scontro, modificando la data sul calendario della propria console.

Le novità, insomma, sono tante, in un gioco che non chiede solo di compiere l’infiltrazione, ma di sopravvivere a tutto ciò che c’è attorno alla fortezza nemica, sfruttandolo a proprio vantaggio.

Inoltre, Metal Gear Solid 3 segnò, con l’uscita dell’edizione rivista intitolata Subsistence, l’esordio assoluto di Metal Gear Online, che sarebbe poi tornato, in vesti tutte nuove, nei capitoli successivi. In Subsistence, vediamo anche per la prima volta la telecamera affidata al giocatore, rispetto alla vecchia, fissa e dall’alto, che caratterizzata i prodotti Solid fino a Snake Eater. Oltretutto, la re-release fu il primo prodotto che venne pubblicato con marchio Kojima Productions, nome scelto dal team di sviluppo di Hideo Kojima per firmare i suoi lavori. Il gioco ebbe anche un’ulteriore re-release, nel 2012 su Nintendo 3DS, dove arrivò Metal Gear Solid 3D.

Mentre, insomma, i canoni della serie sembravano stabiliti e definitivi, Metal Gear Solid 3: Snake Eater ci portò in un nuovo contesto ed in una realtà completamente diversa, reinterpretando gli elementi del sistema di gioco in modo intelligente ed abile, e mise nelle mani dei fan un’esperienza toccante, intensa, profonda e ricca non solo di momenti suggestivi, ma anche di stimoli ludici che rendevano il gioco divertente e memorabile. Ancora oggi, sono moltissimi gli appassionati che ritengono Snake Eater il miglior capitolo della serie, a dimostrazione della scommessa stravinta da Hideo Kojima e dal suo team, che scelsero di cambiare, di reinventare, dando vita ed anima ad un prodotto di rara bellezza, che merita un posto tutto suo nella storia dei videogiochi.

Dopo il viaggio nella Guerra Fredda fianco a fianco con il futuro Big Boss, il prossimo numero della nostra retrospettiva (che, ve lo anticipiamo, si promette molto corposo), vuole farvi rivivere Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots, l’atto finale del fu Solid Snake, ora Old Snake, e quello della verità sui Patriots. Del saluto a tanti personaggi rimasti nel cuore dei fan della serie, e posti di fronte alla loro ultima missione. Rimanete sulle nostre pagine per non perdervelo!