Non sottovalutate la potenza di Xbox Series S

Alla scoperta, nel primo di due speciali, della console next-gen low cost di Microsoft (e del perché è più di una valida alternativa)

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a cura di Paolo Sirio

Nella settimane che ci hanno accompagnato verso la stagione natalizia, siamo stati subissati di domande a proposito di Xbox Series S, una console così caratteristica e approcciabile che ha quasi rubato la scena alla sorella maggiore, quella Xbox Series X che – per potenza e design avveniristico – avrebbe dovuto esserne al centro almeno a ridosso del lancio della next-gen.

Questo, in un certo senso, rivela la bontà della strategia a due prodotti di Microsoft: il fatto che gli utenti di un sito web specializzato come il nostro si stiano interessando così tanto alla “seconda” macchina, quella che in teoria avrebbe dovuto avere un appeal esclusivamente nei confronti di famiglie e casual ma che in realtà sta costituendo una tentazione per gli hardcore in quanto porta d'ingresso a basso costo nella nuova generazione dei videogiochi, è un buon indicatore del perché Xbox abbia fatto bene ad esplorare questo segmento da cui mancava dai tempi della versione Core di Xbox 360.

Per rispondere alle vostre curiosità, e per avere un quadro complessivo del lavoro svolto dalla casa di Redmond nella preparazione della sua roadmap next-gen, abbiamo ottenuto una Xbox Series S e siamo pronti a discutere dei temi caldi che ci avete sottoposto di recente.

Da oggetto misterioso della lineup della casa americana, ovviamente, i dubbi e le fantasie dei giocatori sono tanti, ed è per questo che abbiamo diviso il nostro coverage in due tronconi: il primo in cui parleremo della progettualità alla base della console low cost, che prevede – nonostante una potenza inferiore al modello di fascia alta – la stessa base tecnologica e le medesime funzionalità; il secondo nel quale valuteremo se i compromessi volti ad abbassare il più possibile il costo al day one siano davvero impattanti come potrebbero sembrare dall'esterno.

Looking cool, Xbox!

Il design di Xbox Series S, che testimonia la mania per i cerchi di Microsoft nella realizzazione estetica della sua visione per la next-gen, ha fatto discutere in tanti per la presenza di una grossa area tondeggiante posizionata nella parte alta della console. Molti l'hanno accostata ad uno stereo anni '90, ad esempio, e anche chi vi scrive non ci è rimasto esattamente benissimo quando è stata presentata, proprio perché sembrava sciupare il potenziale di un prodotto piccolo e bianco in termini di eleganza.

Il nostro parere a riguardo di quell'enorme neo non è cambiato troppo, sembra ancora per certi versi fuori posto, ma la bellezza pura di questa scatolina lo sovrasta e, anzi, sembra persino beneficiare del contrasto che genera. Rispetto a Xbox Series X, la console è pensata per essere disposta in orizzontale, ma in realtà l'abbiamo tenuta in verticale per tutto il tempo perché così occupa persino meno spazio – e, indovinate un po', siamo seduti proprio dal lato completamente bianco, senza grossi cerchi neri che potrebbero offuscarci la vista (ma, curiosamente, una riga tracciata lungo il centro, e forellini per l'areazione in alto per citare la "retina" della top di gamma e sulla scocca laterale in basso, oltre ai dadi per poggiarla sul fianco), per cui dopotutto va benissimo così.

Xbox Series S è estremamente piccola, piccole lo erano pure Xbox One S e Xbox One X ma, diversamente da queste console, il peso rispecchia l'apparenza: non ha dimensioni ridotte e pesa tantissimo, insomma, ma è leggerissima, e questa è di per sé una bella sorpresa dopo l'ultima generazione. La stessa Series X soffre di questo “problema”, dal momento che contiene, in un design che ha del miracoloso, componentistica particolarmente massiccia a livello di peso, per quanto schiacciata sapientemente in uno spazio molto raccolto.

La console, e vedremo più avanti che non sarà soltanto questo il punto in comune tra tutte i dispositivi next-gen di Microsoft, mantiene le caratteristiche di silenziosità che contraddistinguono Series X – fondamentalmente, non vi accorgerete neppure di averla accesa, e in tal senso il logo Xbox che si illumina dopo l'avvio e resta acceso fintanto che lo sarà pure la console è una manna dal cielo per i più disattenti (eccoci!). L'assenza del lettore ottico, paradossalmente, fa in modo che il device non si imbatta nella lieve ma pur percepibile rumorosità nella fase di lettura del disco che avevamo riscontrato nel nostro speciale a tema hardware della macchina di fascia alta.

La potenza è nulla senza controllo

Il tema tecnico non ci appassiona mai troppo ma è oltremodo interessante guardare al modo in cui Microsoft ha immaginato la sua next-gen come un unicum nonostante il lancio di due console diametralmente opposte per obiettivi. Di fatto, da un punto di vista ingegneristico, la casa statunitense ha costruito una piattaforma Xbox e sviluppato le sue diverse declinazioni, accertandosi che ciascuna di loro mantenesse un minimo comune denominatore.

Questo minimo comune denominatore è costituito da un set di funzionalità base che fosse disponibile su tutti differenti dispositivi della famiglia, e lo abbiamo identificato nelle performance fino a 120fps rese possibili dall'implementazione della stessa CPU tra Xbox Series X e S, e l'integrazione del Quick Resume volto a sbloccare – ve lo abbiamo raccontato nella nostra video recensione della console nera – il potenziale di Xbox Game Pass.

Alcuni buoni esempi di quello che si intende come prestazioni – l'idea che un gioco debba girare bene prima che avere un bell'aspetto - li abbiamo trovati nei giochi che vi abbiamo mostrato nel nostro Xbox Series S Showcase andato in onda sul canale Twitch di SpazioGames pochi giorni fa, ed è un discorso che nell'oggi trova confortanti conferme e vede nel domani delle intriganti sfide tecnologiche che non sappiamo ancora se verranno superate o meno e quanto brillantemente.

Assassin's Creed Valhalla è stato una mezza delusione al day one perché andava, come su Xbox One X, a 30fps e non a 60fps come su Xbox Series X – e com'era stato promesso da Microsoft nel suo manifesto di “parità” tra le due console. Fortunatamente, il frame rate è stato portato al target dei 60fps poco dopo l'uscita e questo ha di fatto allineato le due versioni dell'action adventure open world di Ubisoft: si nota più tearing (nel contesto di un gioco che soffre del fenomeno su tutte le Xbox – specie – per qualche calo di frame rate di troppo, ma visivamente non si nota l'impatto del passaggio da una piattaforma di gran lunga più potente ad una inferiore.

Valhalla è esteticamente accattivante anche su questa console, riesce a mantenere intatto il suo colpo d'occhio e le sue prerogative artistiche, e lo fa ad un livello di performance next-gen, che non sarebbe stato cioè possibile sulle piattaforme sia del 2013 che del 2017, ovvero le mid-gen come Xbox One X (e, un anno prima, di PS4 Pro). Destiny 2 è allo stesso modo un caso di studio quasi scolastico e programmatico di ciò che questa console porterà in dote se la concezione di Microsoft verrà rispettata: su Series S il frame rate è raddoppiato, passa dai 30 originali ai 60 promessi, optando per una risoluzione di 1080p contro i 4K verso i quali può liberamente navigare Series X.

Gears 5 Hivebusters, il DLC che sa di next-gen per la prima volta davvero su questa piattaforma, è praticamente tale e quale ad occhio tra S e X, e si comporta bene persino su Xbox One X; per tutti i particolari in questo senso vi rimandiamo alla nostra recensione ma il fatto che il gioco sia così buono sulle tre Xbox più recenti è un segno che l'ottimizzazione fatta bene evita sciagure per quanto riguarda le produzioni cross-gen (e ci consola non poco di fronte ai timori per Halo Infinite dopo il caso Cyberpunk 2077).

Proprio Cyberpunk 2077 è caduto a pennello per sconquassare quello che pensavamo sarebbe stato un quadro di facile lettura. Ad ora, lo shooter RPG ha portato la versione Xbox One su Xbox Series S – come capita quando manca un upgrade next-gen: Xbox Series X ha la versione Xbox One X, di norma, sebbene qui (altra stortura abbastanza difficile da comprendere) gode di personalizzazione come una doppia modalità grafica non presenti altrove – e il downgrade rispetto alla sorella maggiore è massiccio.

Il gioco – pesante, ambizioso, chiamiamolo come vogliamo ma è senz'altro un benchmark prestazionale importante - rappresenterà di certo una classica “prova del nove” per la tenuta della piattaforma e del colpo di genio del platform owner a stelle e strisce: all'uscita della patch next-gen, quando sarà disponibile da qualche parte nel 2021, dovremo valutare quanto Series S sarà davvero vicina a Xbox Series X, quale sarà l'aderenza tra le due, quanto questa console riuscirà a rimanere attaccata al treno della macchina più performante, perché lì avremo la risposta di come andranno le cose nei prossimi anni.

Naturalmente, restano circostanze in cui dare la priorità alle performance potrà creare disparità estetiche, anche se è nostro parere che siamo molto lontani dal giorno in cui questo si verificherà ed è probabile che per allora avremo già per le mani o staremo odorando un refresh delle due macchine con cui Microsoft si è presentata al pronti-via della next-gen di fine 2020. La situazione sarà da monitorare caso per caso e verificare in futuro ma per adesso, nonostante sia stato introdotto un concetto nuovo persino alla scena dello sviluppo e sia servito/stia servendo del tempo perché tutti ci si abituino tra le lamentele di un lavoro extra richiesto prima dell'uscita, siamo orientati a “fidarci” del clima di ottimismo che respiriamo attorno a questo progetto di dualità.

Dove non servono verifiche di sorta è invece il Quick Resume, un altro caposaldo generazionale e il secondo punto di quel set di funzionalità che Microsoft ha voluto tenere come base del quadro Xbox della nuova generazione. Il punto è: il passaggio da un gioco all'altro è velocissimo su Series S così come lo è su Series X, letteralmente non si notano differenze cronometro alla mano, perché sono due console progettate entrambe per rispondere alle esigenze degli abbonati di Xbox Game Pass e costruite intorno al pass stesso – sono dei sistemi velocissimi che ti permettono di entrare in maniera velocissima in tutti i giochi del servizio in abbonamento, se vuoi pure insieme.

Portare avanti più giochi insieme è una cosa che non ci è mai piaciuta particolarmente, ma qui, come su Xbox Series X, grazie alle tipologie di contenuti introdotti su Xbox Game Pass che si incastrano divinamente tra di loro e ad una console al servizio del servizio con cui entrare ed uscire da un gioco in pratica senza interruzioni, adesso non è un'utopia persino per i giocatori old-school, così come non lo sono serate in cui prendere e iniziare o tenere in piedi sessioni con più giochi allo stesso momento.

Passare da Carrion a Children of Morta richiede 3 secondi, ad esempio; Gears 5, rimasto in memoria per un intero giorno, richiede appena 7 secondi per rientrare in partita, e lo stesso vale per Assassin's Creed Valhalla. Cyberpunk 2077, non ancora ottimizzato e in uno stato tecnico problematico, permette di rientrare in giusto 13 secondi.

Nel complesso, piaccia o meno una simile concezione all-you-can-eat del gaming, è gradevole come Microsoft abbia costruito queste due console – diversamente da Xbox One – con un'idea ben precisa in mente per la prima volta dai tempi dell'Xbox originale (Xbox 360 era un po' la PlayStation di Redmond e voleva abbracciare tutto quello che poteva, mentre il capostipite aveva una visione delineata senza alcun compromesso). Che quest'idea passi immutata attraverso due macchine che hanno un gap di prezzo di 200 euro, invece, è solo impressionante.

Per chi è Xbox Series S?

Fin dalla presentazione, ci avete chiesto in moltissimi quale console di Microsoft potesse fare di più al caso vostro e se potessimo darvi una mano a decidere l'acquisto next-gen più adatto. Finora, abbiamo sempre risposto – proprio in ottica Xbox Game Pass, che rimane centrale nella visione del produttore – che avendo già a casa un PC da gaming di fascia medio alta non c'è bisogno di spendere per una Series S, perché non è a un giocatore attrezzato così che si rivolge questa console: hai già un hardware del livello di Series S o superiore che di partenza può sfruttare gran parte dei giochi su Xbox Game Pass anche meglio della console (le librerie tra console e PC non sono le stesse ma quest'ultima si sta rimpolpando e in termini di esclusive Microsoft saranno sempre allineate).

Quindi, a chi è rivolta davvero questa console? Alle famiglie, a chi ha già preso una PS5 e, in assenza di un PC come quello di cui sopra, vuole avere accesso pure ai titoli del pass; a chi vuole risparmiare ma essere comunque della partita a ridosso del lancio della next-gen, ottenendo un risparmio importante senza rinunciare ai giochi di nuova concezione né alle loro prerogative. Per chi è pronto ad uno switch culturale, che avvicina il mondo delle console a quello del PC una volta di più: essendo più votate alle performance che alla risoluzione, è una console che per concetto richiede di pensare all'essenza anziché all'apparenza, per chi non si pone il problema di giocare su un monitor full HD e non un 4K perché pensa che l'importante sia il gioco – che sia funzionante al massimo delle sue possibilità tecniche più che estetiche.

Per tutte queste persone, al netto di compromessi che fanno restare €200 in saccoccia, Xbox Series S è qualcosa in più di una valida alternativa alle top di gamma della next-gen.

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