Mamoru Oshii (Ghost in the Shell) su Death Stranding: non sarei mai riuscito a creare qualcosa di simile

Mamoru Oshii, leggendario scrittore e regista di anime come Ghost in the Shell, ha detto la sua su Death Stranding, l'ultimo gioco di Hideo Kojima

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

È di Mamoru Oshii, celebre autore e regista di anime come Ghost in the Shell, che arriva l’ultimo commento su Death Stranding – il più recente videogioco di Hideo Kojima e il primo dall’addio del game director giapponese a Konami e Metal Gear.

Intervistato dalla testata IGN USA, il leggendario autore giapponese ha lodato il lavoro svolto da Kojima, ritenendo che non sarebbe stato capace di creare altrettanto.

Mamoru Oshii

Oshii-san ha parlato soprattutto del fatto che il gioco dica no a un template atavico del videogioco, in cui si combatte con i nemici. In Death Stranding il combattimento è “solo” periferico e questa è sinonimo di voglia di cambiare e sperimentare:

Molti giochi si concentrano essenzialmente sul combattere, in qualche modo. È una cosa così semplice e che si può padroneggiare in modo intuitivo. D’altro canto, sfuggire al combattimento è la somma forma di quest’idea: è una cosa rischiosa. Kojima si è preso un enorme rischio. Combattere è la cosa più facile da capire ed è un ottimo motivatore. Un giocatore può avvertire rapidamente un certo senso di soddisfazione, quando si combatte. La spina dorsale dei videogiochi è sapere come ispirare quella motivazione – e Kojima ha cambiato il modo di farlo, in Death Stranding.

Secondo Oshii, inoltre, raccontare la stessa storia sotto forma di film, e quindi privandola della sua fondamentale componente interattiva, non le avrebbe affatto reso giustizia:

Un film non le avrebbe reso merito. Si capiva già dalla prima occhiata che ne sarebbe nato qualcosa di importante. Oltretutto, un comparto grafico come quello non si può considerare ‘normale’. Questo tipo di cose sono state fatte ancora e ancora, quindi creare un comparto grafico capace di andare oltre a quanto si è già visto ha costretto Kojima a dare il massimo.

Oshii-san aggiunge che, semplicemente, «se penso a tutte le cose che Kojima ha realizzato, ritengo che questo gioco sia la quintessenza di Kojima.» Oltretutto, secondo il papà di Ghost in the Shell, creare videogiochi è davvero molto difficile, perché richiede tantissimo tempo, al punto che afferma che «si accorcerà la vita, se continuerà a lavorare a questi ritmi! Ha dato anima e corpo a questo videogioco, potete notarlo anche solo guardandolo. Voglio che Kojima continui a creare, ma voglio anche che abbia una lunga vita», ha dichiarato, ridacchiando.

L’autore giapponese ha chiuso affermando che:

Sono in pochi, tra quelli della mia generazione, che dovrebbero essere rispettati. Sono convinto che il suo prossimo progetto sarà anche migliore, e quello dopo sarà ancora meglio: è questo che voglio vedere, da lui. Perché è questo quello che è. Sta riuscendo a fare delle cose che io non riuscirei a fare.

Vi ricordiamo che Death Stranding è disponibile su PS4 dallo scorso 8 novembre. Il gioco è in uscita anche su PC la prossima estate, sotto etichetta 505 Games. Se volete saperne di più sulle caratteristiche che ne rappresentano il cuore pulsante, vi raccomandiamo la nostra ricca video recensione dedicata.