Le donne nell'industria dei videogiochi in Italia: Nintendo dà voce alle sviluppatrici indie

Ospiti della tavola rotonda digitale, quattro eccellenze italiane.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Durante la giornata di ieri, 27 gennaio, Nintendo, in collaborazione con IIDEA (l’Associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia), ha deciso di tenere un'importante tavola rotonda digitale. Durante la live, quattro donne di quattro studi di sviluppo italiani hanno raccontato dal loro punto di vista il panorama dell’industria videoludica italiana e le sfide quotidiane che riserva.

Le sviluppatrici hanno infatti raccontato la loro personalissima esperienza di lavoro con la console Nintendo Switch, oltre a raccontare le proprie storie di professioniste di un settore che è ancora un sogno per tantissimi giovani. Durante la lunga e interessante chiacchierata (di poco meno di due ore), si è discusso anche di tutto quello che comporta essere una donna che lavora con i videogiochi.

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A moderare la tavola rotonda la giornalista Fabrizia Malgieri, accompagnata da Violetta Leoni di One O One Games, Alessandra Tomasina di Digital Tales, Domiziana Suprani di Studio Evil e Fortuna Imperatore (aka Axel Fox).

Le autrici in questione hanno preso attivamente parte allo sviluppo di giochi come The Suicide of Rachel Foster, VR Ping Pong Pro e Fury Roads Survivor (a cura di One O One Games), oltre a Bookbound Brigade, metroidvania decisamente unico nel suo genere sviluppato da Digital Tales.

Il video della conferenza nella sua interezza è disponibile nel player sottostante:

Domiziana Suprani di Studio Evil ha dichiarato:

Ogni evento Nintendo dedicato agli Indie è una stupenda occasione per conoscere meglio team e sviluppatori italiani, aggiungendo ogni volta nuovi tasselli al panorama della nostra industria videoludica.

Axel Fox ha infine aggiunto: «Partecipare ad un evento di tale spessore rappresenta per me una opportunità straordinaria. La sola idea di poter unire nella stessa frase la parola ‘Nintendo’ col mio nome è una chimera.»

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