Immagine di Devil May Cry 5: Special Edition | Recensione PS5 - Demoni next-gen
Recensione

Devil May Cry 5: Special Edition | Recensione PS5 - Demoni next-gen

Vergil si aggiunge al roster giocabile di Devil May Cry 5, portando con sé frenesia e un arsenale unico, ma quanto cambia davvero Devil May Cry 5 su next-gen?

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Informazioni sul prodotto

Immagine di Devil May Cry 5
Devil May Cry 5
  • Sviluppatore: Capcom
  • Produttore: Capcom
  • Distributore: Halifax, Koch Media
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 8 marzo 2019 - 10 novembre 2020 (Xbox Series X) - 19 novembre 2020 (PS5)

Dare la caccia ai demoni non è uno scherzo: al contrario, è un lavoro da professionisti. Provate a chiedere lumi in merito ai residenti di Red Grave City (se ci riuscite), caduta orribilmente vittima di orde di esseri infernali di ogni sorta. Fato vuole — più o meno — che le vicende dei discendenti di Sparda si intreccino proprio per portarli tra le tentacolari mostruosità che soffocano la città, come abbiamo scoperto nell'originale Devil May Cry 5, lo scorso anno.

Nella nostra recensione, Domenico Musicò aveva preso in analisi e approfondito tutti gli aspetti dell'offerta di gioco immaginata da Hideaki Itsuno e dal suo team, con Capcom capace ancora una volta di tirare fuori dal cilindro un gioco estremamente valido, coerente con i canoni del suo passato e capace di ampliare una formula rodata e di grande personalità.

Quella stessa formula accompagnerà al loro lancio PlayStation 5Xbox Series X (e Xbox Series S) grazie a Devil May Cry 5: Special Edition, ormai proverbiale versione espansa della release principale.

Solo pochi giorni fa vi abbiamo dato un piccolissimo assaggio di quello di cui avremmo discusso in questa sede, anticipandovi le novità proposte da questa release e alcune piccole perplessità. Nella nostra recensione di oggi (vi rimandiamo a quella di Domenico per l'analisi del gameplay e dell'offerta "base" in sé), passiamo quindi in rassegna tutto quello che il ritorno di Dante e compagni ha da offrire su next-gen, dove vuole mettere i giocatori di fronte al Devil May Cry definitivo: ci riuscirà?

Cosa contiene Devil May Cry 5: Special Edition

Ci sono due frange di pubblico diametralmente opposte che potrebbero essere attratte da Devil May Cry 5: Special Edition: i primi sono per certo i veterani che hanno già vissuto il gioco originale — e che vogliono scoprire cosa questa edizione speciale aggiunga, rispetto alle pietanze già gustate in precedenza. I secondi sono coloro che vogliono avvicinarsi al gioco per la prima volta, e magari si stanno domandando se valga la pena aspettare di farlo su next-gen o semplicemente recuperarlo sulle piattaforme attuali.

Non ci sono dubbi che il gioco abbia qualcosa da offrire a entrambi — almeno sulla carta, come vedremo. La prima novità è il fatto che venga introdotto Vergil giocabile, che va ad aggiungersi a un roster di personaggi utilizzabili che contava già su Nero, su Dante e sul misterioso V. I protagonisti diventano così quattro, ciascuno con le proprie peculiarità.

La seconda novità è l'introduzione della modalità Mitico cavaliere oscuro, che metterà alla prova le abilità (o la pazienza? O entrambe?) anche dei giocatori più abili ai quali si rivolge, moltiplicando in modo esponenziale la quantità di demoni che vi ritroverete di fronte in ogni singolo scenario.

La terza novità è invece la modalità Turbo, che rende vertiginosamente più rapida l'azione di gioco, al punto da farla sforare nel delirio, per compiacere chi adora la frenesia e ama concatenare le sue combo alla velocità della luce — anche, diciamolo, al costo di finire con il non capire più niente di quello che sta accadendo su schermo.

L'ultima novità, di certo non di poco conto, è invece rappresentata dalle migliorie grafiche apportate al gioco: Capcom ha parlato di 4K e 120 fps, con supporto al ray-tracing in diverse modalità.

Vergil: può dare dipendenza, usare con cautela

Partiamo dal piatto forte, ossia l'introduzione di Vergil come personaggio giocabile. Vi avevamo anticipato qualcosa nella nostra anteprima, ma vale la pena entrare più nel dettaglio: il leggendario fratello gemello di Dante può contare su quattro diverse armi, di cui tre affidate al tasto Triangolo e una, a lungo raggio, al tasto Quadrato.

La prima è Yamato, la spada che ha bisogno di poche presentazioni e che è efficacissima per colpi raffinati e ben assestati; la seconda è Beowulf, delle sorta di brutali vambrace e di calzature demoniache che, nonostante inneschino attacchi più lenti del normale, permettono di concatenarli con puro piacere fisico, facendovi scatenare in piroette e spettacolari esecuzioni che faranno cadere come mosche gli incauti demoni.

La terza è Mirage Edge, una via di mezzo tra Yamato e la sua controparte demoniaca, che consente di divertirsi con attacchi particolarmente sfiziosi che sono insiti nella natura stessa di Vergil. Non vogliamo fare spoiler ai nostri lettori che non hanno mai giocato la campagna di Devil May Cry 5, ma tra le abilità che possiamo anticiparvi per Vergil c'è anche quella di evocare un suo doppelganger che lo affiancherà nella battaglia per diversi secondi, raddoppiando il panico tra i vostri nemici.

L'arma a lungo raggio è invece Mirage Blade, ossia la possibilità di lanciare, come dei proiettili, delle spade alla distanza: il danno è ridotto all'osso, in realtà, ma questo attacco mescolato agli altri vi consente di accrescere il vostro indicatore di stile e di continuare ad attaccare qualsiasi cosa osi respirarvi attorno, anche mentre state preparando altre combo con Triangolo.

Senza girarci troppo intorno, il sistema di combattimento portato da Vergil è soddisfacente e spettacolare: le diverse armi, infatti, si possono cambiare semplicemente servendosi dei grilletti per passare, nel bel mezzo dell'azione, dall'una all'altra. Il risultato è che, appena prenderete confidenza con il controller (e finché vi sentirete ancora le dita) vi ritroverete magari a sferrare i primi due colpi con Beowulf, il terzo con Mirage Edge e il quarto, magari per una finisher, con Yamato — il tutto con una fluidità encomiabile.

A tutto questo si sposa la possibilità di caricare la barra del Sin Devil Trigger: premendo L1 quando è carica quella Devil Trigger, potrete "trasferirla" sulla prima, permettendo a Vergil di assumere delle sembianze demoniache che, come è facile immaginare, semineranno il panico con i loro attacchi, risultando in colpi brutali e spietati che faranno mattanza di qualsiasi cosa osi provare a sbarrarvi la strada — rispendendola molto poco gentilmente all'inferno.

Inoltre, come per gli altri personaggi, potrete spendere le gemme rosse per migliorare le abilità di Vergil: ce ne sono numerose per ogni singola arma, oltre a quelle per il personaggio — si va dal migliorare la schivata allo sbloccare nuovi attacchi da inserire all'interno delle vostre combo, passando per movimenti più rapidi nella corsa. L'insieme propone quindi un combat system ricco e differenziato da quello degli altri protagonisti, che ha da offrire anche a chi ha già completato il titolo originale.

Incentrato sulla rapidità d'esecuzione e di schivata, al punto da trasportarsi a velocità inumane di qua e di là, Vergil è così un combattente ideale per chi vuole mescolare diverse possibilità in tempo reale e con la singola pressione di un pulsante. Le combo che ne derivano, complici anche alcune abilità che non vogliamo anticiparvi e che vedono il campo di battaglia con i demoni popolarsi di stramberie e ospitate di ogni sorta, faranno la gioia del vostro indicatore di stile senza se e senza ma.

L'altra faccia della medaglia è che non dovete aspettarvi una campagna progettata appositamente per Vergil. Il personaggio, infatti, viene preso e buttato di peso dentro alla campagna che conoscete già e che era stata immaginata per Nero, Dante e V. Il risultato è che, senza scomodarci ad addentrarci nella storia, vi ritroverete ad affrontare livelli e sfide che erano stati progettati per personaggi e stili differenti — e, come se ciò non bastasse, per la stragrande (ma anche di più) maggioranza del percorso praticamente la storia sarà un concatenarsi di camminate e scontri, perché le cut-scene sono state per ovvi motivi tagliate, essendo il personaggio finito fuori dal suo contesto originario nella campagna.

Una manovra a cui Capcom non è nuova, questo è assodato, ma questa volta sarebbe stato lecito aspettarsi uno sforzo superiore da parte della compagnia giapponese: Vergil rimane il godimento del concatenare le combo delle diverse armi fatto a personaggio, non ci sono dubbi, ma immaginarlo sfoderarle in livelli appositamente realizzati dall'ingegno della software house nipponica ci avrebbe allettato non poco.

Modalità Mitico Cavaliere Oscuro

La modalità Mitico Cavaliere Oscuro vi consentirà di affrontare la campagna, con qualsiasi personaggio vogliate (i principali base o Vergil) a un nuovo livello di difficoltà, che mira semplicemente al delirio più totale. I livelli devono essere sbloccati nuovamente superandoli, quindi non immaginate — se avete completato la campagna a difficoltà Umano, quella più bassa delle tre disponibili — di procedere semplicemente a scegliere una missione qualsiasi e attivare Cavaliere Oscuro.

In tutta franchezza, però, risulta inappropriato parlare di un vero e proprio livello di difficoltà, perché questo farebbe pensare a un bilanciamento oculato della modalità, cosa che invece in questo caso non c'è. Semplicemente, in Mitico Cavaliere Oscuro un'area di combattimento dove prima spuntavano tre o quattro demoni ne vedrà saltare fuori anche una ventina (o più), di tipologie che mescolano quelli basilari di inizio gioco alle deliranti deformità affamate delle vostre carni che vi attenderebbero di norma più avanti.

Se il risultato è spettacolare e sopra le righe come Devil May Cry deve essere per vocazione — altrimenti non è Devil May Cry, ecco tutto — è anche vero che il tutto sarà votato semplicemente al delirio più totale. Concatenare le combo in questo caso sarà sì piacevole, perché difficilmente non colpirete i nemici con le vostre affilate piroette: sono ovunque. Così ovunque che la telecamera si perderà per strada e faticherà a seguirvi, e che dovrete letteralmente tirare a indovinare dove siate finiti in mezzo all'orda, mentre menate fendenti alla cieca e tentate di non vedere calare troppo la vostra barra verde della vita.

La sintesi, insomma, è che non c'è un vero lavoro raffinato di bilanciamento, ma che sonostati buttati nella mischia, a ogni occasione buona, quanti più nemici possibili pronti a farvi la festa. La cosa si tradurrà in un trionfo di SSS (il massimo rank per lo stile delle vostre combo), mentre vi scatenerete e demoni in fin di vita voleranno da tutte le parti, ma anche in una totale confusione a metà tra il parodico e il dissacrante.

Vi divertirete? Sicuramente sì. Direte addio alle vostre dita nel tentativo di uccidere tutti i demoni rapidamente? Certo che sì. È una modalità a cui abbia senso giocare la campagna la prima volta che la affronterete? Probabilmente no, perché è più un orpello che vi farà sorridere per la sua assurdità e che proverà a mettere alla prova le vostre abilità, in modo volutamente sbilanciato.

Facciamo anche un appunto tecnico: al momento di stendere questa recensione, Devil May Cry 5: Special Edition non ha ancora ricevuto aggiornamenti, ma dovrebbe avere una patch prima del day-one. Ora come ora, quindi, vi segnaliamo che per motivi a noi ignoti durante la modalità Mitico Cavaliere Oscuro possono verificarsi dei crash improvvisi, che riportano PlayStation 5 alla dashboard con tanto di segnalazione di errore.

La parte curiosa è che, nel corso delle nostre prove, tutte le volte in cui è capitato il crash il gioco è comunque rimasto aperto, e premendo nuovamente sulla sua icona nella dashboard abbiamo potuto riprendere esattamente da dove eravamo rimasti. Confidiamo che la problematica venga risolta prima della pubblicazione.

Modalità Turbo

La modalità Turbo era senza dubbio una delle richieste degli appassionati che ha potuto realizzarsi grazie alle piattaforme next-gen. Attivandola dalle opzioni, infatti, andrete ad aumentare di 1,2 volte la velocità del gioco. Il risultato? Le azioni già di per loro frenetiche (soprattutto apprendendo l'abilità per la corsa più rapida) lo diventano ancora di più, combattimenti compresi.

Se siete dei giocatori che amano la precisione nell'esecuzione delle loro combo probabilmente avrete bisogno di qualche minuto di assestamento, perché ogni cosa si muove più veloce: lo fate voi, lo fanno le vostre armi e lo fanno i vostri nemici, quindi potrebbe essere più facile mancare un colpo e interrompere una combo concatenata — ma è anche più facile creare effetti spettacolari in rapidissima successione.

Nel complesso, l'aggiunta è gradita ed è molto in linea con la natura di Devil May Cry 5: in questo caso, poi, la sua natura di orpello extra è ben chiara (è relegata a una voce del menù opzioni), mentre nel caso di Mitico Cavaliere Oscuro la modalità era presentata a tutti gli effetti come un livello di difficoltà vero e proprio.

Comparto tecnico di Devil May Cry 5: Special Edition: 120 fps e ray-tracing

Chiudiamo con quello che è in realtà, con Vergil, uno dei fattori di maggior interesse per Devil May Cry 5: Special Edition: le sue performance next-gen. Capcom aveva promesso di farci giocare a 120 fps e così è. Accedendo alle opzioni grafiche del titolo, infatti, ci vengono offerte diverse scelte, ma non tutte possono essere combinate tra loro.

L'altra grande novità grafica è infatti rappresentata dall'introduzione del ray-tracing, ma non potrete avere il ray-tracing e il frame rato massimizzato contemporaneamente. Starà a voi, come accade anche in Marvel's Spider-Man: Miles Morales, decidere a cosa dare la priorità.

Allo stesso modo, non è possibile attivare il ray-tracing con la modalità Turbo, come segnalato dalle opzioni di gioco, con l'effetto che si applica ai riflessi e ai raggi di luce che costringe quindi a rinunciare sia ai 120 fps che alla velocità maggiorata, in caso voleste attivarlo.

Ma a cosa si dice addio, rinunciando al ray-tracing? Lo diremo nel modo più sincero possibile: praticamente a niente. Sicuramente la sua attivazione permette di avere raggi di luce più spettacolari e, qua e là, riflessi che rendono la scena più curata, ma in un videogioco incentrato sulla velocità come Devil May Cry 5 si tratta di dettagli che non possono competere con la possibilità di avere un frame rate massimizzato, e ai quali presterete a malapena attenzione.

Non aspettatevi, quindi, che attivando il ray-tracing il gioco faccia un balzo in avanti stupefacente nel suo aspetto grafico: diventerà più ricco, questo sì, ma vi dimenticherete della cosa dopo aver affettato i primi demoni, perché non c'è nessun vero "effetto wow".

Diverso, il discorso, per la possibilità di giocare a 120 fps: questa opzione attiva (che richiede però un televisore ad almeno 120 Hz, o un monitor a 144Hz) aumenta in modo notevole la spettacolarità dell'azione di gioco, dando a Devil May Cry 5 un aspetto che altrimenti non avrebbe mai potuto avere e che supera i 60 fps garantiti normalmente.

L'altra faccia della medaglia è che, al di là che preferiate i 120 fps o il ray-tracing, per qualche motivo al momento in cui scriviamo questa recensione il gioco non va in output in 4K nativi, probabilmente proprio in virtù del fatto che voglia girare ad almeno 60 fps e che le due cose potrebbero essere complicate da conciliare.

C'è anche un mistero nel quale siamo incappati testandolo su un monitor 1440p: mentre, di norma, PlayStation 5 manda il segnale video in 4K quando rileva uno schermo superiore ai 1080p (come in Miles MoralesAstro's Playroom o i giochi in retrocompatibilità), per poi adattarlo alle dimensioni del nostro pannello, in Devil May Cry 5: Special Edition questo output crolla a 1080p, costringendo a un full HD che viene upscalato per riempire i 1440p del monitor. Un peccato, considerando che un 4K ridimensionato avrebbero reso decisamente meglio di 1080p "spalmati" su 1440p.

Sia per quanto riguarda il 4K sia per quanto riguarda l'inspiegabile trattamento dei 1440p — che pur non essendo ufficialmente supportati da Sony vengono gestiti bene da tutti gli altri giochi, ma non da questo — è plausibile che Capcom introduca dei fix in tempo per l'uscita, laddove possibili. In tal caso, non mancheremo di darvene notizia sulle nostre pagine.

Per quanto riguarda DualSense, invece, l'uso delle peculiarità è praticamente assente: la vibrazione sottolinea i colpi letali e un effetto sonoro dal controller scandisce i loro fendenti, ma niente di next-gen – grilletti compresi.

Se volete giocare Devil May Cry 5: Special Edition su next-gen, dovreste tenere d'occhio le pagine Amazon di PlayStation 5 e di Xbox Series X.

Voto Recensione di Devil May Cry 5 - Recensione


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • A frame rate alto è davvero spettacolare

  • Se amate il genere, la modalità Turbo sarà musica per le vostre orecchie

  • È Devil May Cry 5, punto

Contro

  • Raytracing superfluo

  • 4K da sistemare

  • Stavolta era lecito aspettarsi qualcosa di più per Vergil

  • La modalità Cavaliere Oscuro è realizzata con il minimo sforzo

Commento

La valutazione finale che assegniamo a Devil May Cry 5: Special Edition racchiude in sé due anime: la prima è quella dell'ottimo gioco base, che abbiamo già conosciuto sulla scorsa generazione e che mantiene immutata la sua altissima qualità, elevandosi come un titolo irrinunciabile per chiunque ami i giochi d'azione. In Special Edition ritroverete tutto Devil May Cry 5, quindi se non avete ancora giocato il titolo non ci sono dubbi che questa sia l'edizione che dovete puntare. L'altra anima è quella delle aggiunte, che vogliono strizzare l'occhio a chi invece ha già completato il gioco originale e cerca qualche novità per tornarci: Virgil è intrigante ma la sua aggiunta è piuttosto pigra e avrebbe meritato qualche extra in più, anche per godere del suo stile di combattimento in situazioni progettate ad hoc. I 120 fps sono un piacere per l'occhio e vanno a nozze con l'offerta di Capcom, ancora di più se legati alla folle modalità Turbo, mentre rimangono da colmare alcune magagne tecniche (come la questione del 4K e dei 1440). In tutto questo, la modalità Mitico Cavaliere Oscuro aggiunge alla campagna un more of the same da non prendere troppo sul serio, che sicuramente divertirà i veterani ma che rinuncia a qualsiasi bilanciamento razionale della difficoltà in favore della follia. Il risultato è quello di un videogioco estremamente valido: irrinunciabile per i neofiti (soprattutto a questo prezzo), non altrettanto per chi lo ha già vissuto lo scorso anno – che non troverà un salto generazionale miracoloso nelle sue novità.