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RECENSIONE

Demon Slayer: The Hinokami Chronicles | Recensione

Demon Slayer ha finalmente il suo videogioco ufficiale, riuscirà a soddisfare i fan dell'anime?

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Demon Slayer: The Hinokami Chronicles
Demon Slayer: The Hinokami Chronicles
  • Sviluppatore: CyberConnect 2
  • Produttore: SEGA
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Generi: Picchiaduro
  • Data di uscita: 13 ottobre 2021 - 10 giugno 2022 (Switch)
Aggiornamento del 16 ottobre: la recensione, originariamente pubblicata il 13 ottobre, è stata aggiornata con anche la disamina della componente online (trovate in fondo il paragrafo dedicato). In virtù di questo, è stato aggiornato il commento finale ed è stato assegnato un voto numerico. La recensione è ora completa e definitiva.

Gli sviluppatori di Cyberconnect2 sono sempre più legati a doppio filo con il mondo dell’animazione giapponese. Dopo essersi occupati delle trasposizioni videoludiche di serie storiche come Naruto, Le Bizzarre Avventure di Jojo e, più di recente, Dragon Ball, ora è la volta dell’anime del momento, ossia Demon Slayer – Kimetsu no Yaiba.

Avevamo già passato un po’ di tempo in compagnia del titolo, come visto nel nostro primo provato, ma adesso abbiamo potuto finalmente testare la versione completa di Demon Slayer – Kimetsu no Yaiba: The Hinokami Chronicles, primo titolo dedicato alla serie creata da Koyoharu Gotouge.

Chi segue anche soltanto marginalmente il mondo dei manga o dell’animazione giapponese avrà sentito di certo nominare Demon Slayer. L’opera nasce come manga nel 2016, sulle pagine dello storico Shonen Jump, ma è soprattutto dal 2019 che ottiene un successo inimmaginabile, grazie alla serie animata realizzata da Ufotable.

L’incredibile cura delle animazioni conquista un grande numero di persone, tanto che nel solo 2020 il manga vende oltre 80 milioni di copie, polverizzando ogni record e battendo persino lo storico One Piece, da sempre in testa ai più venduti con i suoi circa 10 milioni di copie annuali.

Demon Slayer diventa una serie di culto in Giappone (tanto che persino il nuovo Primo Ministro giapponese, appena eletto, ha dichiarato di essere un fan del manga) e piano piano anche nel resto del mondo. La storia però non finisce qui: infatti, nel 2020 arriva anche il film Demon Slayer: Il treno Mugen, che diventa ben presto il film d’animazione più visto in Giappone superando lo storico primato de La Città Incantata di Hayao Miyazaki, vincitore nel 2002 del premio Oscar.

Con la seconda stagione dell’anime ormai pronta a iniziare, arriva anche il primo videogioco dedicato alla serie, disponibile per console di vecchia e nuova generazione. Demon Slayer: The Hinokami Chronicles sarà disponibile dal 15 ottobre su PS4, PS5, Xbox Series S/X, Xbox One e PC, e noi siamo pronti a svelarvi se il videogioco di Cyberconnect sarà all’altezza della serie animata.

La storia dei cacciatori di demoni

Nella nostra anteprima avevamo potuto provare i primi tre capitoli dello Story Mode, notando diversi aspetti positivi, ma altrettanti negativi. Dopo aver giocato tutti gli otto capitoli di cui si compone la storia possiamo finalmente avere un’idea più chiara. Non è certo un mistero che il titolo copra tutta la prima stagione dell’anime e in più anche la saga del Treno Mugen, dato che questo era stato apertamente detto anche nei vari trailer che hanno accompagnato l’uscita del gioco.

Lo Story Mode è impostato in maniera molto simile a quello visto nei titoli della saga Naruto: Ultimate Ninja Storm, sempre di Cyberconnect2, uno schema semplicemente riadattato alla storyline di Demon Slayer. La differenza più grande sta però nei ritmi della narrazione.

Quanto raccontato in Demon Slayer è ovviamente la parte iniziale, che rispetto a un qualsiasi titolo dedicato al ninja di Konoha è meno densa di eventi legati alle epiche battaglie tipiche di uno shonen. Chiariamoci, queste ovviamente non mancano, e anzi le parti più importanti della storia sono trattate con il dovuto rispetto, ma degli otto capitoli totali, due, ad esempio, saranno totalmente privi di combattimenti e si baseranno più sull’aspetto narrativo e su alcuni minigiochi piuttosto semplici.

Sostanzialmente ogni capitolo è costituito da una parte esplorativa e da uno o più combattimenti, a seconda della storia. Come avevamo già notato nell’anteprima, le parti esplorative sono estremamente semplici. Solitamente controlleremo Tanjiro in una mappa molto piccola e lineare e potremo decidere se andare dritti all’obiettivo o esplorare le poche diramazioni; qui troveremo diversi collezionabili, facili da individuare dato che sono tutti segnalati sulla mappa dell’area.

Il gameplay in queste fasi è molto limitato – infatti potremo solo andare in giro e assistere a qualche dialogo extra tra i personaggi. Queste fasi risultano anche piuttosto tediose,  per la legnosità delle animazioni e la lentezza del movimento del nostro personaggio, e si salvano solo per la loro brevità.

Gli oggetti che troveremo sono di due tipi: i primi sono i punti Kimetsu, guadagnabili anche nelle altre modalità del gioco, che servono a sbloccare citazioni, immagini, musiche, stage e personaggi da utilizzare poi online o nelle varie modalità. La maggior parte di queste ricompense si può ottenere semplicemente finendo i vari capitoli con una valutazione molto alta (questa va da D a S) per essere sicuri di sbloccare tutto.

L’altra tipologia di oggetti consiste invece nei Frammenti dei Ricordi: delle scene sbloccabili in ogni capitolo che, tramite le immagini tratte dall’anime, approfondiscono alcuni aspetti della storia magari tagliati per alleggerire le parti non giocate.

Passando ai combattimenti, questi sono piuttosto vari e spesso ci mettono in situazioni diverse dai classici scontri del versus o contro altri giocatori. In alcune occasioni dovremo affrontare più di un avversario alla volta, mentre in altre ci ritroveremo a scontrarci con nemici unici nelle famose boss battle ormai marchio di fabbrica di Cyberconnect2.

Queste hanno meccaniche diverse per ogni combattimento e riescono a essere fedeli a quanto visto nell’anime spesso in modo brillante. Ad esempio Yahaba, il demone con il potere di manipolare i vettori, ci colpirà con frecce che ci trascineranno verso una specifica direzione e per liberarci, proprio come succede nell’anime, dovremo utilizzare una delle tecniche di respirazione di Tanjiro, così da contrastare la direzione.

Kyogai, il demone con i tamburi, cambierà invece la struttura della stanza in cui ci troviamo, invertendo il pavimento con il soffitto, e, per non cadere, dovremo o saltare, così da non essere affetti dallo spostamento delle pareti, o utilizzare all’ultimo una tecnica per evitare i danni. Questi sono soltanto due esempi delle diverse e ben riuscite boss battle; ovviamente il meglio arriverà nelle battaglie con Rui e Akaza, ma non vogliamo rovinarvi la sorpresa.

Anche gli scontri principali di ogni capitolo, comunque, seguono lo stile dei titoli dedicati a Naruto: dopo aver inflitto molti danni al boss in questione, si attiverà una sequenza in cui dovremo eseguire dei QTE con il giusto tempismo per sbloccare la scena finale della battaglia. Se il nostro punteggio sarà abbastanza alto potremo anche assistere a una piccola scena extra realizzata con dei veloci fermi immagine tratti dall’anime.

La modalità Storia di Demon Slayer: The Hinokami Chronicles è piuttosto semplice da completare, dato che non esiste una selezione della difficoltà per i combattimenti. L’unica cosa relativamente complessa è ottenere in ogni capitolo il grado S, il massimo punteggio possibile.

In alcune occasioni sarà difficile averlo al primo tentativo e sarà necessario ripetere uno o più scontri. Fortunatamente il gioco vi permette di selezionare direttamente il combattimento che volete rifare, così da poter saltare ed evitare tutte le scene nel mezzo.

Ogni capitolo ha poi una battaglia speciale, sbloccabile solo una volta che lo avrete completato, in cui affronterete dei demoni originali creati appositamente da Cyberconnect2 per il gioco e presenti soltanto come una sfida extra.

Questi scontri, a differenza dei combattimenti della storia, avranno una modalità sia normale che difficile, e per ottenere il grado S in ogni capitolo bisognerà ottenere il massimo dei voti in entrambe le difficoltà. In realtà sia queste battaglie speciali che quelle contro i boss saranno relativamente facili, dato che ogni offesa dei nemici verrà preceduto da un segnale visivo indicante il range dell’attacco: così sarà sempre facile sapere in anticipo dove schivare per evitare i colpi.

L’unica difficoltà sarà legata al raggiungimento del grado S, per cui infatti bisognerà non farsi quasi mai colpire dall’avversario e finire il combattimento nel più breve tempo possibile.

Lo story mode di Demon Slayer: The Hinokami Chronicles non è perfetto. Le parti non legate ai combattimenti sono piuttosto deboli e ci sono diversi tempi morti tra i capitoli, ma, quando si tratta di mettere in scena i momenti migliori della storia, Cyberconnect non delude e riesce a essere fedele all’opera originale.

I fan più sfegatati dell’anime sicuramente non rimarranno delusi della resa dei momenti topici che hanno reso Demon Slayer un successo internazionale.

Personaggi e modalità

Concludere la Modalità Storia vi permetterà di sbloccare tutti i personaggi e tutti le arene in cui combattere, ma purtroppo non resta molto altro da fare all’interno di Demon Slayer: The Hinokami Chronicles, almeno per quanto riguarda i contenuti in single player.

Le altre modalità infatti sono soltanto il classico Versus, dove potremo affrontare la CPU o un amico in locale, la modalità Allenamento, dove provare le mosse e le combo dei vari personaggi, e la modalità Addestramento, in cui dovremo scegliere un personaggio da affrontare e finire dieci missioni in cui basterà sconfiggerlo soddisfacendo i requisiti.

Ad esempio, dovremo concludere la battaglia entro un tempo limite oppure utilizzando una tecnica finale. Oltre a ciò, rimane soltanto l’online. Un po’ poco per chi vuole divertirsi con i personaggi appena sbloccati al di là dello Story Mode.

Anche il roster, al lancio, è deludente, per un motivo ben preciso: mancano tutti i demoni. In totale, una volta sbloccati tutti, avremo diciotto personaggi, ma sei di questi saranno delle varianti di Tanjiro, Nezuko e altri personaggi tratti da uno spin-off che vede i nostri protagonisti in ambito scolastico.

La differenza con la versione normale dei personaggi sta solo nella tecnica finale, mentre tutte le altre mosse saranno identiche. Tanto valeva inserire queste versioni come degli speciali costumi alternativi, invece di spacciarle come personaggi nuovi, dato che ogni personaggio ha un suo set di costumi.

La cosa davvero inspiegabile è la scelta di far uscire i demoni principali come futuri DLC gratuiti divisi in tre update differenti. Sappiamo già che il primo update inserirà Rui e Akaza, e non è difficile immaginarsi chi saranno gli altri quattro demoni. Combattendo contro di loro nello Story Mode risulterà chiaro che i modelli esistono e sono pronti per essere utilizzati, anche se magari le versioni viste nelle boss battle hanno delle mosse diverse fatte apposta per la modalità storia.

Non si spiega dunque la motivazione di Sega e Cyberconnect2 di optare per il lancio del gioco senza che nessuno degli iconici antagonisti sia giocabile, lasciandoli a degli imprecisati update futuri. Ipotizziamo al massimo un problema di rifinitura di questi personaggi, per cui gli sviluppatori non abbiano fatto in tempo a ottimizzarli per la data di lancio; in questo caso, però, era forse meglio un leggero rinvio del titolo, così da non lasciare i giocatori sprovvisti di personaggi tanto importanti, specialmente per le battaglie online.

La danza del dio del fuoco

Anche il combat system di Demon Slayer: The Hinokami Chronicles si rifà molto a quello dei videogiochi dedicati a Naruto. Il titolo è un picchiaduro in arene 3D dove potremo muovere liberamente il nostro personaggio: avremo un tasto per gli attacchi semplici e uno per le tecniche speciali, uno per il salto, uno per la parata e uno per la schivata che, se tenuto premuto, vi permetterà di avvicinarvi velocemente all’avversario, proprio come succedeva nella serie di titoli dedicati all’opera di Masashi Kishimoto.

Alla base del sistema c'è la possibilità di utilizzare due combattenti da portare in battaglia in stile tag team; il secondo personaggio sarà gestito da un’apposita barra divisa in due sezioni che si ricaricherà con il tempo.

Spendendo una sezione della barra potremo far intervenire rapidamente il nostro partner per un attacco rapido o gli permetteremo di dare il cambio al nostro attuale combattente in campo; spendendo due sezioni, il secondo personaggio interverrà per salvare il primo mentre subisce una combo: un tool difensivo da utilizzare con cura nei momenti più disperati, dato che non se ne può abusare. La barra della vita sarà condivisa tra i due personaggi per semplificare le cose.

La differenza principale rispetto alla serie di Naruto è la mancanza di attacchi dalla distanza. Nella serie Ultimate Ninja Storm molti personaggi potevano attaccare dalla distanza con le proprie tecniche e, inoltre, tutti potevano lanciare shuriken o kunai a volontà.

Essendo Demon Slayer una serie basata principalmente su battaglie corpo a corpo con la spada, nel roster attuale non ci sono attacchi a distanza, cosa che forse cambierà con l’aggiunta dei demoni. Il titolo ovviamente è volutamente semplificato nella sua struttura per essere abbordabile anche per chi non mastica troppo i picchiaduro, ma vuole godersi un gioco legato al suo anime o manga preferito.

Per questo motivo la mappa dei comandi normali e speciali di ogni personaggio sarà uguale e cambieranno soltanto gli effetti di alcune tecniche speciali. Fortunatamente però il combat system non risulta troppo piatto, ma è dotato di alcuni tecnicismi semplici ma al contempo efficaci e di una struttura che tenta di evitare sbilanciamenti di ogni tipo.

Il sistema di combo, ad esempio, è ben gestito: quando colpiremo il nostro nemico con qualsiasi attacco, apparirà una barra circolare di fianco al numero dei colpi concatenati; questa si svuoterà pian piano e in quel lasso di tempo sarà possibile concatenare quasi tutti i comandi normali, le abilità speciali o gli attacchi di supporto.

Quando la barra circolare sarà completamente svuotata non potremo più colpire il nostro avversario con una combo, dato che diventerà invincibile per alcuni secondi e cadrà a terra. La barra circolare ha tre colori in base al primo attacco che colpisce: gialla rappresenta una durata media per inserire i comandi d’attacco, verde è per una durata più lunga, mentre rossa è per una durata molto breve.

A ciò aggiungete che non si potranno spammare le abilità quanto si vuole: di norma non è possibile concatenare la stessa abilità speciale eseguita due volte di fila, alcune però non possono essere seguite da ulteriori attacchi. Ogni personaggio ha cinque barre abilità da utilizzare e, una volta esaurite, bisognerà attendere che si ricarichino con il passare del tempo, prima di poterle sfruttare di nuovo.

Esiste poi la barra delle Tecniche Finali, che si potrà riempire fino a tre cariche. Con una o più cariche sarà possibile attivare, premendo un semplice tasto, la tecnica finale di ogni personaggio, che verrà mostrata con un breve e spettacolare filmato. Questo colpo userà tutte le barre in nostro possesso e farà più danni se la utilizzeremo con più di una carica.

In alternativa è possibile attivare lo status Impeto e Furore. Impeto è attivabile utilizzando una carica della barra delle Tecniche Finali: ricarica istantaneamente la barra delle abilità, aumenta l’attacco e la velocità di movimento e inoltre permette di inserire un nuovo potente attacco alla fine di una combo di attacchi normali; Furore si attiva invece spendendo un ulteriore carica mentre si è nello status Impeto e permette di fare quanto già detto, ma in questo caso i danni inflitti saranno ancora maggiori e, inoltre, la barra delle abilità sarà infinita per tutta la durata dello status.

Non mancheranno poi manovre difensive come la respinta, che serve a creare spazio rispetto all’avversario mentre si è in parata, e il classico parry  da eseguire un attimo prima di venire colpiti creando così una finestra per il contrattacco.

Nonostante la sua semplicità di base, il combat system di Demon Slayer: The Hinokami Chronicles è ben gestito e permette anche di sperimentare con delle combo semplici, ma efficaci. Chiaramente la complessità non è affatto al livello di titoli ben più tecnici come ad esempio il recente Guilty Gear Strive, ma Demon Slayer non ci prova neanche e si limita a essere un picchiaduro 3D godibile per tutti, riuscendo benissimo a centrare quest’obiettivo.

Anime in movimento

Nel corso degli anni Cyberconnect2 è diventata famosa soprattutto per le capacità tecniche nel rendere qualsiasi anime o manga su cui abbia lavorato visivamente fedele al massimo all’opera originale, con risultati a volte persino migliori nella resa scenografica.

I videogiochi dedicati a Naruto e Dragon Ball realizzati da Cyberconnect2 risultavano infatti, in alcuni momenti, anche migliori delle controparti animate, anche perché si basavano su serie piuttosto vecchie e non sempre di alta qualità per quanto riguarda le animazioni. Con Demon Slayer il discorso è diverso.

Uno dei motivi del successo dell’anime sono proprio le splendide animazioni realizzate dallo studio Ufotable, che molti appassionati conosceranno perché è lo stesso che si è occupato di creare i filmati in formato anime di molti Tales of, tra cui Arise e altri titoli. Ufotable è probabilmente uno dei migliori studi nella resa delle scene d’azione attualmente presenti in Giappone e il successo dell’anime di Demon Slayer lo dimostra.

Cyberconnect2 in questo caso è riuscita a dare il meglio di sé arrivando a ricreare fedelmente alcune delle scene più epiche della serie animata con una grafica e degli effetti speciali molto ben fatti, anche se in questo caso non riesce a superare l’alta barriera imposta dall’anime di Ufotable.

Ad ogni modo i combattimenti sono molto fluidi e gli effetti speciali delle varie mosse, come i colpi acquatici e di fuoco di Tanjiro, quelli elettrici di Zenitsu e così via, hanno una resa davvero ottima. Il meglio poi arriva nei filmati delle Tecniche Finali e in quelle legate al QTE finale di ogni boss battle, dove Cyberconnect dà il massimo.

Sottotono invece le arene e le fasi esplorative dello Story Mode: le arene risultano povere di dettagli e piuttosto statiche, mentre le fasi di esplorazione hanno mappe realizzate in modo molto approssimativo, con texture di bassa qualità, animazioni dei movimenti del personaggio legnose e PNG molto anonimi e privi di dettagli. Fortunatamente queste fasi non sono il fulcro del gameplay del titolo.

La nostra prova è avvenuta su una PS5 ma con la versione PS4 del titolo in retrocompatibilità, e purtroppo non esiste nessuna forma di cross-buy tra le due versioni.

Demon Slayer: The Hinokami Chronicles, infine, ha un comparto sonoro più che buono, con la possibilità di scegliere il doppiaggio sia inglese che giapponese, che presenta ovviamente gli stessi doppiatori dell’anime. Il titolo è tradotto completamente in italiano.

Cacciatori di tutto il mondo

(Aggiornamento del 16 ottobre 2021)

La modalità online di Demon Slayer: The Hinokami Chronicles è molto classica nella sua struttura. Oltre a personalizzare il proprio ID Ammazzademoni con le immagini e le citazioni della serie, si potrà partecipare a due tipi di battaglie: gli Scontri Classificati e quelli Personalizzati. La prima è la classica modalità più competitiva, dedicata a chi vuole scalare le classifiche vittoria dopo vittoria. La seconda invece permette di affrontare chiunque senza mettere di mezzo classifiche o punteggi vari, così da giocare in serenità e magari allenarsi contro altri giocatori in vista poi di affrontare la modalità più competitiva.

Il gameplay funziona piuttosto bene anche quando si affronta un avversario umano. Probabilmente Demon Slayer: The Hinokami Chronicles è il gioco più bilanciato a livello di personaggi e tecniche di Cyberconnect2 e per il momento non sembrano esserci combattenti troppo forti rispetto ad altri o modi di “rompere” il gioco, come ad esempio succedeva nella serie dei Naruto Ultimate Ninja Storm.

Le battaglie sono piuttosto tattiche, dato che non sarà facile penetrare la guardia di un avversario capace. Ogni attacco, tecnica o presa andata a vuoto infatti sarà punita severamente, specialmente se non avrete la barra degli assist piena con cui è possibile richiamare il nostro partner per salvarci dalle situazioni più pericolose. Proprio il sapiente utilizzo degli assist fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta: richiamarli al momento giusto, magari poco prima di essere colpiti per contrattaccare l’avversario, oppure per allungare una combo o per mettere pressione all’avversario, sarà una delle prime cose da imparare per riuscire a vincere in Demon Slayer.

Purtroppo si sentono le limitazioni del roster, composto in pratica da dodici personaggi se escludiamo i sei dello spin-off scolastico. Di questi dodici abbiamo poi due versioni di Tanjiro e diversi spadaccini con tecniche molto simili tra loro (tutti quelli della scuola dell’acqua), per cui la varietà ne risente, e bisognerà aspettare l’arrivo dei sei demoni aggiuntivi per avere una ventata d’aria fresca.

Il problema più grosso della modalità online di Hinokami Chronicles sta proprio nel netcode. Durante la nostra prova, fatta con una connessione di alto livello, abbiamo affrontato principalmente giocatori europei con alti e bassi: con alcuni filava piuttosto liscio, con altri spesso si sentiva un fastidioso lag nei comandi e ogni tanto l’azione rallentava su schermo.

Misurandoci con giocatori d’oltreoceano, sia americani che giapponesi, i problemi di lag erano molto più evidenti e spesso l’azione su schermo si interrompeva anche per uno o due secondi, rendendo molto difficile giocare serenamente. Cyberconnect a quanto pare non ha imparato molto dai problemi già registrati nei titoli dedicati a Naruto, dato che giocare online comporta sempre qualche problema, costringendo i giocatori a trovare avversari della propria area geografica per limitare al minimo i problemi.

Versione recensita: PS4 (in retrocompatibilità su PS5)

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Voto Recensione di Demon Slayer: The Hinokami Chronicles - Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Story Mode fedele all'anime, soprattutto nei momenti più importanti...

  • Combat System semplice, ma funzionale

  • Tecnicamente buono nei combattimenti e nei filmati dello Story Mode...

  • Modalità online divertente e piuttosto bilanciata...

Contro

  • ...ma le fasi esplorative e alcuni capitoli sono piuttosto sottotono

  • Dopo aver finito la modalità Storia non resta praticamente nulla d'interessante per il single player

  • Mancano tutti i demoni nel roster dei personaggi al lancio

  • ...le parti esplorative della storia e le arene invece hanno una qualità molto più bassa

  • ... ma che soffre di evidenti problemi di netcode

Commento

Demon Slayer: The Hinokami Chronicles è principalmente un titolo per i fan del famoso anime, affidato alle mani esperte di Cyberconnect2, ormai veterani nel mondo degli anime game. Questa volta però sembra che gli sviluppatori giapponesi si siano limitati a fare il compitino, riprendendo molte meccaniche della serie Naruto: Ultimate Ninja Storm e incollandole a questo titolo con i dovuti accorgimenti. Il risultato non è male e lo Story Mode è fatto di momenti molto alti, che coincidono con la resa delle parti più emozionanti dell’anime originale, ma anche di altri piuttosto bassi, come le fasi esplorative o alcuni capitoli inseriti solo per aumentare le ore di gioco. Per il resto, però, il titolo non dona altri stimoli per il single player, con modalità extra piuttosto sottotono e con un roster limitato al lancio. L'online riesce a dare un po' di linfa vitale extra al gioco grazie a un gameplay piuttosto bilanciato: i problemi, però, arrivano da un netcode problematico, che a volte crea fastidi anche con giocatori della stessa regione.
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